martedì 13 gennaio 2015

Un Ministro inCostituzionale e un ottimo Presidente

"Il Governo chiede unità al Parlamento non solo per rafforzare e riorganizzare il dispositivo che contrasta il terrorismo all'interno del Paese, ma per combatterlo fuori" ha dichiarato il Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, in una intervista pubblicata su la Repubblica domenica 11 gennaio.
Cosa intende?
"Noi dobbiamo colpire, sradicare, estirpare la minaccia nel luogo in cui è più radicata, quella del Daesh", che è la sigla in arabo dello Stato Islamico costituito su parti del territorio siriano ed irakeno ad opera di combattenti islamici sunniti in lotta contro il regime di Assad e contro il Governo di Bagdad ed anche su regioni della Libia dilaniata dai contrasti delle milizie che hanno combattuto e vinto, con gli aiuti occidentali, Gheddafi.
Dunque, una opzione politica e militare oltre i confini nazionali.
È una affermazione compatibile con la Costituzione Italiana, su cui pochi giorni fa l'ultimo arrivato del Governo Renzi ha giurato?


A chi spetta il compito di ricordargli che "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" (Art.11)?
Che dicono il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Presidente della Repubblica?
Si vuole davvero, nonostante le tragiche esperienze del passato, intraprendere irresponsabilmente una nuova guerra? Magari chiamandola con altre definizioni, forse considerate più "accettabili", come "azioni di polizia internazionale" o "missioni umanitarie"?
Purtroppo proprio queste politiche hanno prodotto, nei decenni, i drammatici risultati che viviamo.
Possiamo non vedere che i fatti di oggi hanno radici antiche e recenti nelle guerre infinite ed alimentate in Medio Oriente, in Afganistan, nel Caucaso, in Irak, in Siria, in Libia, nel Mali, in diversi altri paesi dell'Africa, in Ucraina?
Guerre che hanno provocato migliaia di vittime e contrapposto eserciti regolari ed irregolari di molti Stati e popoli, a partire dalle grandi e dalle nuove potenze mondiali che hanno pensato così di difendere ed estendere i propri interessi nazionali e particolari.
Tutt'altro sono i bisogni dei popoli e delle persone!
Dall'Italia e dall'Europa deve alzarsi forte una voce multietnica ed interculturale per la pace, per il disarmo, per la cooperazione nel superamento dei conflitti e delle ingiustizie sociali, per uno sviluppo eco compatibile che riduca fame e povertà.
Solo così si toglie l'acqua che nutre i pesci terroristi. 
Senza la ricerca e la coerente costruzione di un nuovo ordine mondiale non si combattono i terroristi e le loro organizzazioni politiche e di potere. Intanto si deve investire sulla efficienza e sulle capacità professionali delle forze di polizia e di sicurezza. Sul loro coordinamento nazionale ed internazionale.
Lo ha ribadito, nuovamente ieri, Papa Francesco. Con un appello al corpo diplomatico presente in Vaticano: "occorre una risposta unanime che, nel quadro del diritto internazionale, fermi il dilagare delle violenze, ristabilisca la concordia e risani le profonde ferite che il succedersi dei conflitti ha provocato". Ed ancora: "il primo passo è quello di arrivare ad una soluzione del conflitto israelo-palestinese, che permetta tanto al popolo palestinese che a quello israeliano di vivere finalmente in pace, entro confini chiaramente stabiliti e riconosciuti internazionalmente, così che 'la soluzione di due Stati' diventi effettiva".
C'è da augurarsi che queste importanti ed autorevoli affermazioni siano contaminanti ed ispirino un mutamento di indirizzi anche nel mondo politico italiano, tra gli uomini e le donne del nostro Governo, a partire dal Presidente del Consiglio e dal Ministro degli Esteri.
Entro poche ore il Parlamento e i grandi elettori potrebbero anche essere chiamati a eleggere il nuovo Capo dello Stato, a fronte di imminenti dimissioni di Giorgio Napolitano.
Leggendo su "Le idee" di la Repubblica, "Le risposte dell'Occidente oltre lo scontro di civiltà" (lunedì 12 gennaio 2015, pag. 14), un articolo di Gustavo Zagrebelsky, viene da pensare che questo importante costituzionalista sarebbe una ottima e rappresentativa figura di Presidente della Repubblica per il prossimo settennato.
Scrive l'ex Presidente della Corte Costituzionale a conclusione di interessanti analisi e riflessioni: "Questo è il momento della ragione, e la ragione dice non guerra, ma controlli, indagini ed azioni di polizia. Tra azioni di guerra ed azioni di polizia c'è la differenza che le prime sono rivolte indifferenziatamente contro "il nemico" e le seconde, selettivamente, contro i delinquenti, le loro organizzazioni, i loro addestratori e finanziatori".  



14 commenti:

  1. Lo stesso Renzi in questi giorni ha detto che ci occuperemo subito della Libia con iniziative diplomatiche e, se queste non avranno risultati, con azioni militari ...
    Quanto a Zagrebelsky sarebbe sicuramente un ottimo Presidente. Ma non credo che questo Parlamento che si regge volontariamente e non necessariamente sull'intesa PD - PdL fin dalla indicazione di Bersani di votare Marini alla Presidenza, possa eleggerlo, pena il voto politico anticipato ...
    Ciao!

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    1. ... se si possono prendere due piccioni con una fava, perché no?
      Un buon Presidente (io ne potrei suggerire anche altri nomi) e la rottura di un Patto Scellerato (quello del Nazzareno) con il ripristino di una maggioranza democratica (scelta dai cittadini e non dai Capi Partito).
      Io ci sto!
      Carlo

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  2. È l'ora di una donna per il Quirinale!
    Tre proposte Rosi Bindi, Emma Bonino e Sandra Bonsanti.
    Nonostante il cognome, nessuna è di serie B.
    E tutte danno garanzie di umanità e di impegno per la pace e il disarmo.
    Anna

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  3. Non vi pare di sottovalutare lo Stato Islamico e il Suo programma integralista e violento. Attenti, non parlo di religione islamica. Ma di potere politico che si raccoglie in una componente sunnita. Non mi è chiaro come una politica di "cooperazione" possa produrre risultati. È lo stesso discorso che viene fatto per lo Stato confessionale di Israele. Anche qui non c'entra la religione ebraica. Sono decenni che Golda Mair, Sharon, Netanyahu ecc. rifiutano di accettare uno Stato Palestinese ... Insomma il pacifismo non basta. Per governare i cambiamenti occorre anche l'uso della forza!
    MauRo

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    1. MauRo, giusto non sottovalutare la novità dello Stato Islamico, non sopravalutare l'incidenza del pacifismo e considerare l'uso della forza.
      Il fatto è che fin qui l'uso della forza non è servita a risolvere i conflitti, i problemi, le ingiustizie, la sopraffazione, le povertà ...
      Non ha abbattuto dittature, regimi autoritari, despoti e non ha "portato" libertà, democrazia, miglioramento nella vita degli individui e dei popoli.
      La "forza" non è stata usata per garantire al popolo palestinese pace, libertà e diritti.
      Mentre gli interventi militari in Afganistan, in Iraq, in Libia, in Siria hanno prodotto altre vittime, terrore, povertà, disastri ambientali e sociali, altro odio, milizie armate, nuovi fondamentalismi.
      Per un mondo migliore e più sicuro l'uso della forza deve essere sempre limitato, controllato, finalizzato ad obiettivi chiari, concordati, verificabili.
      Piuttosto è urgente dare forza ad organismi internazionali riconosciuti, rispettati ed autorevoli, ad un governo mondiale democratico impegnato a garantire diritti umani universali e sviluppo eco compatibile.
      Questo è il cambiamento che non può aspettare.


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  4. Nonostante la globalizzazione è sempre più evidente che i nostri leader europei ed occidentali, si dice così, no? non considerano eguali le persone e le vittime.
    Per le 17 vittime francesi dei 3 terroristi francesi si fanno crociate e si organizzano offensive militari punitive.
    Mentre per le migliaia di palestinesi uccisi a Gaza ... delega agli aguzzini.
    Oppure i curdi. Invisibili fino a pochi mesi fa, negata la loro sofferta esistenza. Poi, quando le milizie dell'IS hanno cominciato a giocare per se è sono diventate nemiche, sono riemersi come salvatori dei diritti!
    Quanta ipocrisia!
    Al cattolico Zagrebelsky preferirei il laico Rodota' o la radicale Bonino.
    Nik

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  5. Sul Ministro forse gravano responsabilità più alte del suo spessore.
    L'intervista a Repubblica lo dimostra. Come altre autorevoli voci che riporti hanno dimostrato.
    C'è da augurarsi che la scelta del Presidente della Repubblica avvenga in base ad una maggiore e migliore selezione.
    I nomi ci sono. Quelli indicati qui (ottimo Zagrebelsky ma anche donne e uomini) ed anche alcuni altri. Naturalmente non tutti quelli di cui si è parlato e letto in queste settimane ... Troppi personaggi dipendenti e non indipendenti.
    pl

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  6. Per il Presidente della Repubblica io punterei dritto su Prodi. I grillini lo avevano indicato anche nel 2013, come chiedono a destra non viene dalla sinistra socialcomunista, è un europeista convinto ma non subalterno alla Merkel e alla Troika, conosce il mondo ed ha buoni rapporti con molti.
    Non ha l'elmetto in testa e visione politica prima che militare.
    Anche sui fatti francesi ha detto cose sagge.
    Se Renzi lo propone potrebbe passare anche al primo turno!
    Antonio

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    1. Antonio, possiamo puntare su personalità che non abbiano ricoperto responsabilità primarie nei decenni passati in Italia e in Europa e che esprimano progetti di rinnovamento del sistema politico e di potere? Secondo me ce ne sarebbe un gran bisogno.
      Il successo di Renzi deriva anche dalle sue affermazioni dirette a "rottamare" le vecchie classi dirigenti. La sua crisi di credibilità dal Patto del Nazareno e dalla profonda sintonia che lo ha portato a incontrare più volte a Palazzo Chigi Silvio Berlusconi piuttosto che Pippo Civati o altri possibili protagonisti di una nuova stagione politica ed istituzionale.
      Naturalmente, il rinnovamento generazionale è solo un aspetto ed una condizione del rinnovamento delle politiche.
      Il Presidente della Repubblica deve comunque avere almeno 50 anni e decisiva è la fedeltà ai principi della Costituzione e la sintonia con i bisogni e le aspettative primarie dei cittadini.
      Gianni

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  7. Le news di giornata.
    La Francia incrementa le spese militari e porta una portaerei nei mari della penisola arabica.
    L'Italia riabbraccia le cooperanti Greta e Vanessa, liberate in cambio di un riscatto. Chi le ha sequestrate? Banditi o miliziani Isis?
    Questa è l'Europa oggi!
    Dopo le cure di Prodi e Renzi.
    Attenti a quei due!
    Sic

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  8. Da anni ci si è dimenticati dell'art. 11. Siamo andati in guerra ripetutamente. Renzi, Gentiloni, Pinotti, Alfano ... nessuna novità!
    Rodota', Zagrebelsky, o un cattolico fedele alla Costituzione ed al Papa sarebbero sicuramente di maggiore garanzia rispetto a un Amato, un Veltroni, un Bersani, un Casini o una Pinotti ...
    L.

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    1. L., fedeltà ai principi costituzionali. Visione aperta e critica sui limiti dello sviluppo economico e sociale dell'Europa e del mondo. Se vuoi / vogliamo "profonda sintonia" (non certo fedeltà!) con Papa Francesco, piuttosto che con Silvio Berlusconi.
      Gianni

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  9. c'è il rischio che la sinistra italiana (o quella che si definisce tale) proponga uno straniero. magari greco....

    ciao

    MDC

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  10. MCD, una volta dicevamo che "siamo tutti cittadini del mondo" e che "le rivoluzioni non hanno confini".
    Oggi, nella società globalizzata, mi accontenterei di progettare e lottare insieme a greci, spagnoli, tedeschi e americani per un'Europa e un mondo che riconoscano e perseguano ovunque i bisogni ed i diritti fondamentali delle persone e della natura.
    Poi speriamo che Tsipras cambi la Grecia, che noi troviamo donne e uomini liberi e di cultura che ci rappresentino dignitosamente ... in un contesto di democrazia partecipata e di comune impegno a ridiscutere politiche nazionali e Trattati europei e intercontinentali inaccettabili.
    Gianni

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