giovedì 28 agosto 2014

Cambiare Verso? Il tempo è ora!

La promessa di Cambiare Verso, quanto mai forte nella comunicazione del nuovo Presidente del Consiglio, del suo Governo e del suo Partito, non si riscontra analizzando fatti e avvenimenti di queste settimane. Siamo partiti (post del 1 agosto) dalle principali drammatiche questioni internazionali: Medio Oriente, Mediterraneo e Ucraina. Continuiamo ora ragionando sul futuro per l'Europa, con la speranza che la necessaria sintesi non comprometta la sostanza degli argomenti su cui riflettere.
4. Europa.
Le politiche di austerità proseguono. L'idea di praticarle per indurre sviluppo non ha prodotto risultati positivi, ma ulteriori gravi danni sociali ed economici. Più disoccupazione, diffusa mancanza di lavoro, progressiva riduzione del potere di acquisto dei salari e delle pensioni si uniscono, ora, a incremento del debito pubblico e svendita di parti del patrimonio e delle risorse collettive.
Anche i paesi più forti soffrono e la Germania registra recessione.
Servirebbe, per tutti, una inversione di tendenza, come sostengono da tempo studiosi, economisti, premi Nobel:
A. significativi investimenti pubblici e privati in settori strategici, per rinnovare e rendere sostenibili le produzioni, per dare risposte ai grandi bisogni sociali e di sicurezza dei cittadini;
B. progressiva unificazione dei diritti del lavoro ed alla istruzione e formazione culturale e professionale, delle imposte e dei sistemi fiscali oggi diversificati su base nazionale e in concorrenza tra loro;
C. politiche strutturali e globali di prevenzione dei rischi per l'ambiente e per le persone determinati dai forti processi di inurbamento del territorio, di modifica e di sfruttamento del suolo, di industrializzazione senza qualità e di crescita incontrollata di tecnologie, produzioni e prodotti inquinanti;
D. politiche comuni di solidarietà e di cooperazione allo sviluppo con popolazioni e Stati di altri continenti e di accoglienza dei migranti e dei rifugiati.
Per realizzare questa Europa (di pace, benessere e progresso civile e culturale) occorre muovere passi concreti; rivedere le politiche in essere e i trattati sottoscritti.
In due mesi (su 6) di Presidenza dell'Unione Europea cosa è stato fatto?
La voce di Matteo Renzi si è fatta via - via più flebile e ambigua.
Gli incontri e le consultazioni con i Capi di Governo, tra questi e le Autorità bancarie europee e internazionali pur frequenti, mancano di riscontri concreti e di risultati apprezzabili.
Nessuna reale scelta nuova, di discontinuità.
Lo ha evidenziato, in questi giorni, anche lo scontro politico nel PS e nel Governo francese con le dichiarazioni forti del Ministro dell'Economia (prontamente sostituito) e di due suoi colleghi che hanno parlato di perdurante subalternità alle politiche liberiste e alle volontà della Signora Merkel e di "tradimento del mandato elettorale ricevuto".
In realtà si resta fermi al pareggio di bilancio, alla riduzione del debito e della spesa pubblici, alle necessità di operare privatizzazioni e di svolgere bene ognuno, "i compiti a casa" ...
Renzi, Padoan e c. garantiscono il loro impegno.
Così, mentre crescono i problemi, le difficoltà ed i pericoli per le condizioni e la sicurezza di molte decine di milioni di europei, possiamo accontentarci dell'Alto Commissario agli Affari Esteri per la Ministra Federica Mogherini?
(2, continua)

3 commenti:

  1. Ma quale cambiare verso!
    Dall'Emilia all'Europa il PD conferma continuità.
    Qui con il Governo Errani, con una Regione che ha amministrato lo sviluppo senza rivoluzioni, riforme o semplici e necessarie innovazioni (produttive, sociali, ambientali).
    Li accettando e subendo le logiche dei potenti e più forti. Manca un vero progetto politico per una nuova Europa, unità in una visione di società e del mondo e nelle politiche per migliorare la vita dei suoi cittadini e dei popoli che vivono il pianeta in tempi di globalizzazione.
    Il PD è sempre più un comitato elettorale.
    Qui si parla solo di uomini mentre lo sviluppo e la crisi pone questioni nuove e urgenti su cui si dovrebbe discutere e decidere con il voto di autunno per il dopo Errani.
    Lo stesso a Bruxelles e Strasburgo e Francoforte dove si contrattano i Commissari, ma non le politiche. Mogherini? Chi?
    Ciao!

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  2. Forse la Mogherini sarà Ministro d'Europa.
    Ma cosa cambierà rispetto alla Signora inglese di oggi?
    Purtroppo la situazione in Ucraina richiederebbe di muoversi con diplomazia e discrezione. Invece si scelgono sanzioni alla Russia che danneggiano la nostra economia e rendono più difficile il dialogo.
    In Medio Oriente e nel Meditteraneo bisognerebbe risolvere la questione palestinese. Primo passo per una democrazia che risolve ingiustizie profonde. Poi disarmo e cooperazione. Invece, noi dialoghiamo con gli autori di colpi di Stato come il Generale d'Egitto e ci barcameniamo in Libia ...
    Si. Sarebbe ora di cambiare, ma non pare tempo. Almeno stando a Renzi ed amici.
    Anna

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  3. Renzi mette mano alla storica Costituzione italiana per le Riforme istituzionali che dovrebbero permettere di governare meglio il nostro paese.
    Ma per governare meglio l'Europa, gli va bene così? Li c'è solo da concordare con i politici, i burocrati e i banchieri di sempre? Nessuna rottamazione? Nessuna grande Riforma su cui bloccare il Parlamento e sfidare "gufi" e "rosiconi"?
    BiBi

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