giovedì 4 febbraio 2021

Tutti gli uomini della crisi (2)


Barbara Spinelli scrive oggi un argomentato articolo sulla crisi e sulle prospettive politiche ...











Matteo Salvini. Il Segretario della Lega coglie importanti dati di realtà sociale e politica: le sofferenze e la mancanza di prospettive di ampi settori dei ceti produttivi e delle periferie; l'assenza di radicamento dei principali avversari e competitori; un Paese ed un Parlamento profondamente diviso in tre. E infatti, nel 2018, la maggioranza degli elettori votò M5S nella speranza di un cambiamento radicale del "sistema"; il PD di Renzi è crollato sotto il 20% e la sinistra di LeU non è decollata; nel Centrodestra la Lega nazionalista, estranea ai governi di "larghe intese", ha sorpassato Forza Italia di Silvio Berlusconi.

Consapevole che il popolo italiano non ha mai dato a nessun movimento o coalizione il mandato di governare da soli, è stato Lui il primo a "tradire" l'alleanza politico-elettorale con cui si è presentato al voto per accedere alle "poltrone" del Governo con il M5S. La maggiore esperienza, spregiudicatezza e qualità politica rispetto a Di Maio e Conte lo ha portato a sostenere iniziative simboliche (come il decreto "sicurezza" o il "blocco dei barconi" dei migranti) per soddisfare la componente popolare più impaurita del suo elettorato; ma, soprattutto, a stringere relazioni con ampi settori del vecchio sistema di potere (Si a "tutti i cantieri in attesa da anni di essere sbloccati", tasse ridotte e ad una sola aliquota, condoni ...) nel tentativo di proporsi come uomo nuovo e dinamico, capace di difendere gli interessi - legittimi e no - degli italiani in Europa e nel mondo. Fino a chiedere "pieni poteri". Estromesso dal Governo, dopo alcuni mesi di sbandamento ha ripreso a martellare quegli "incapaci" con cui ha dato vita al Conte 1, lavorando quotidianamente sulle contraddizioni della nuova maggioranza nazionale e sulle sponde che gli prestano ampi settori dell'imprenditoria ed anche una parte non irrilevante di "avversari" politici. Il suo sostegno a Trump e ad altri nazionalisti propone un limite strutturale della sua visione politica che si intreccia con il negazionismo della crisi ecologica e climatica che colpisce il mondo ed anche le regioni padane in cui è cresciuto e che ora sono in sofferenza anche per la scarsa lungimiranza della Lega di Bossi, Maroni e Salvini, da sempre alleati di Berlusconi, Formigoni e Galan, di imprenditori e banchieri avidi e ingordi.

Vito Crimi. Arrivato alla guida del M5S quasi per caso per gestire una fase di transizione dopo le dimissioni di Luigi Di Maio (che troppo a lungo ha pensato o accettato di essere contemporaneamente Capo Politico e principale esponente "grillino" al Governo) si trova ancora li, un anno dopo, ad affrontare una situazione assai complessa, almeno in parte compromessa e che sicuramente richiede impegni politici ed istituzionali di prima rilevanza a tempo pieno (uno vale sempre uno, no?). Invece, anche Lui, è stato Vice Ministro degli Interni del Conte 2. Forse il popolo che ha sostenuto nel 2013 e, in misura ancora più larga, nel 2018 il M5S avrebbe bisogno di sentirsi più efficacemente ed autorevolmente rappresentato e sicuramente chiamato ad essere protagonista attivo della lotta politica e culturale aperta nel Paese. Cambiare "sistema" e non solo sostituire un ceto politico con un altro è opera impegnativa, di lunga lena e che esige continue analisi, iniziative, verifiche, rielaborazioni. Chiudersi nelle stanze dei bottoni non paga. Mai. Sempre che le Cinque Stelle (leggi tutela dell'acqua pubblica, mobilità sostenibile, sviluppo, connettività, ambiente) restino l'orizzonte dell'impegno politico del MoVimento. Inevitabile dunque ridare gambe e testa ad un soggetto politico che è lontano dall'avere esaudito le sue ragioni sociali e che dopo gli anni del Conte 1 e 2 deve decidere come mettere a frutto le esperienze maturate. Del resto nessun altro soggetto politico ha ancora mostrato la volontà e la capacità di potersi sostituire nell'impegno politico ed istituzionale promesso da Grillo, Di Maio e Di Battista per affermare legalità, onestà, giustizia e lotta alle mafie, conversione ecologica delle produzioni e delle comunità, salvaguardia dei beni comuni essenziali. Dunque il Capo Politico, i Ministri, gli eletti e gli attivisti del M5S è bene "capiscano" rapidamente e bene le ragioni della crisi del Conte 2, gli errori accumulati in questi anni e avviino risposte all'altezza dello scontro nuovo a cui sono chiamati.

Nicola Zingaretti. Un Segretario indeciso a tutto. Viene eletto un anno dopo le dimissioni di Matteo Renzi e pare il suo opposto. Quando nell'estate del 2019 fallisce il primo Governo Conte, Lui preferirebbe andare al voto ma il Senatore di Rignano propone di mandare all'opposizione Matteo Salvini alleando "tatticamente" il Centrosinistra con Di Maio e il M5S. Zingaretti si convince e nasce il Conte 2. L'esperienza si trascina tra alterni risultati e con una forte avversione di ambienti mediatici e di dirigenti regionali che coltivano alleanze consolidate (dalla Campania all'Emilia Romagna) anziché coraggiosi progetti innovativi orientati alla sostenibilità dello sviluppo, alla giustizia sociale e a forme più avanzate di democrazia partecipata. Neppure la pandemia induce riflessioni e nuovi orizzonti. Infatti Stefano Bonaccini è capofila nelle richieste di rilancio della economia tradizionale e dei cantieri delle "grandi" opere pensate nel secolo scorso ed avversate dai movimenti ambientalisti. Non a caso la Conferenza delle Regioni diviene sede di incontro e cooperazione tra "governatori" pidini, leghisti, berlusconiani e fratelli di Meloni. Crescono le iniziative e le pressioni "bipartisan" sul Governo Conte e sul Ministero di Speranza. Così, mentre autorevoli esponenti PD tentano di consolidare l'alleanza politica nazionale con il M5S e Matteo Renzi inizia a demolire il Conte 2 (e l'alleanza PD - LeU - M5S), Nicola Zingaretti è ancora una volta spiazzato. Denuncia l'irresponsabilità di Italia Viva ma in meno di 24 ore salta dai tavoli "pro Conte (o elezioni)" al sostegno attivo della candidatura di Mario Draghi e del suo impegno ad un Governo di salvezza nazionale. Insomma anche per Zingaretti, il PD e la Sinistra si impongono scelte strategiche che ne segneranno il cammino, come cento anni. Questa volta verso l'Italia, l'Europa e il mondo del 2050: produzione di armi o conversione pacifica delle industrie belliche? conversione ecologica o crescita dei consumi e del PIL "a prescindere"? consumo di suolo zero ed energie rinnovabili o nuove costruzioni e trivellazioni di idrocarburi? vaccini, salute, alimenti diritti universali o secondo redditi, possibilità economiche, luoghi di nascita? libera dialettica democratica oltre il voto, ma con il voto per definire maggioranza e minoranze previste dalla Costituzione Italiana o Governi votati dal 90% dei senatori e dei deputati?


Gli argomenti di Barbara Spinelli su Giuseppe Conte, Matteo Renzi, Mario Draghi, Sergio Mattarella ...
(4 febbraio 2021)


La Politica e la Democrazia secondo il Direttore di la Repubblica:
dopo la vittoria di Renzi (e Berlusconi e Salvini) su Conte, gli ostacoli a Draghi verrebbero dal M5S!
(4 febbraio 2021)
Una domanda sorge spontanea: ma l'opposizione democratica e Costituzionale chi la fa?


Due passaggi dell'intervista di Repubblica a Matteo Renzi:
"se dobbiamo spendere 200 miliardi preferisco li spenda Draghi che Conte" e "Italia Viva crescerà come punto di riferimento di chi non si allinea all'accordo PD-M5S-LeU".
Ma imperdibile l'apprezzamento per il principe Bin Salman ... e per il "nostro principale partner strategico nell'area"
(4 febbraio 2021)

Uno spaccato emiliano di pro e contro il nuovo corso politico nazionale ... "Il PD compatto per il Si. Ma i 5 stelle si schierano con il No" ...
(4 febbraio 2021)


7 commenti:

  1. Siamo ancora alle chiacchiere.
    Salvini, Crimi e Zingaretti si correggono ogni giorno.
    Credibilità bassa. E questi sarebbero i partiti più votati?
    Perché manca Giorgia Meloni? Scommetto che se restasse solo la sua opposizione alle prossime elezioni supererebbe il 20-25%.
    WM

    RispondiElimina
  2. Posso concordare con il commento al commento nel post precedente, un voto è una sintesi estrema. Vero, si limita a giudizi e non fornisce argomenti.
    Però il voto semplifica e lo usiamo per tutta la vita, da scuola in poi....
    Salvini 5 (per me), 6 (per i suoi)
    Crimi 4
    Zingaretti 4
    Carlo

    RispondiElimina
  3. Io un Governo sostenuto in partenza da Berlusconi e Renzi non lo sosterrei neanche se a presiederlo fossi io. Perché penserei di essere utilizzato, anche se a mia insaputa. Ma, tranquilli, per fortuna Mattarella non mi ha mai neppure consultato. Non rappresento che me stesso. E allora, dirà qualcuno, perché Crimi e Zingaretti sono saliti al Quirinale?
    Sic

    RispondiElimina
  4. Bravo Salvini. Lui si dice disponibile a salire sulla diligenza di Draghi se questa segue il percorso che interessa la Lega.
    Altri hanno già espresso il loro si a prescindere da programmi e ministri.
    Basta l'uomo?
    Sorprende che questa fiducia pregiudiziale ad un uomo di Banca venga da sinistra, dove dovrebbe essere di casa il noi al posto dell'io. Ma Zingaretti ci è o ci fa?
    Fatico anche a capire il no, ni, si, probabile, se.... dei 5 stelle che a lungo hanno insistito che uno vale uno.
    Billi

    RispondiElimina
  5. Domande a chi ha più esperienza di me.
    Ma un Governo sostenuto contemporaneamente da Salvini, Crimi e Zingaretti può essere utile a costruire l'Italia del futuro?
    E poi, come dice Renzi, esiste un Governo senza connotazione politica?
    s.

    RispondiElimina
  6. Se la potenza di Draghi si vede dalle prime mosse c'è di che essere colpiti.
    Il segretario Salvini è passato dai "pieni poteri" alla stabile compagnia con il redivivo Giorgetti e Zaia è certo che Matteo farà scelte sagge ed utili ai produttori del nord-est.
    Il reggente "impulsivo" Crimi è commissariato da un riapparso Grillo, determinato a dimostrare che almeno lui non vale uno come tutti gli altri.
    Il segretario - presidente Zingaretti non ha dubbi e aspetta la prossima mossa di Matteo Renzi per mettere i democratici in sintonia con quell'Italia Viva che vuole sempre più essere protagonista del gioco politico.
    Mario C.

    RispondiElimina
  7. " . Cambiare "sistema" è non solo sostituire un ceto politico con un altro è opera impegnativa, di lunga lena e che esige continue analisi, iniziative, verifiche, rielaborazioni"

    Ecco l'errore di fondo sta qui , a mio parere , pensare che il M5S fosse un elemento di Cambiamento dl Sistema , e non una sola opera di sostituzione di classe Dirigente all'interno del medesimo sistema .
    Il grande equivoco .
    Se non si rimette in atto una profonda critica del sistema di produzione liberista , se non si rimette in campo una idea di società consumista se non si ricomincia a ragionare su una diversa idea di come e cosa produrre se non ci riappropriamo di una soggettività di classe che renda chiaro quali obiettivi e quale società alternativa si vuole , non c'è futuro .
    " Loro " lo hanno capito da un pezzo , non sono stati a pensarci due volte ,non hanno rinnegato nulla, anzi negli ultimi 13 anni han messo in atto una vera " Lotta di Classe " contro il mondo del lavoro nel suo insieme ,colpendolo nelle regole nei diritti e nei salari .
    Hanno vinto ,e continuano a vincere , o si riesce a riprendere un minimo di egemonia Culturale , o non basterà nessuna Jacqureie a scalzarlo dal potere . Serve ridare la speranza di una società alternativa,la vogliamo chiamare Socialista , dove al centro ci sia la persona e non la Fabbrica e la Produzione .
    Ciao .

    RispondiElimina