giovedì 5 dicembre 2019

Sul voto emiliano irrompe il Passante di Mezzo

"E' tempo di agire" scrivono dieci associazioni bolognesi: appuntamento il 7 dicembre


















Sostiene Antonio Guterres, Segretario generale dell'ONU in apertura della annuale Conferenza mondiale sul clima COP25 di Madrid, che "i segni di speranza si moltiplicano: le tecnologie esistono, i giovani stanno mostrando grande capacità di mobilitazione, sempre più città e imprese si impegnano sull'obiettivo di 1,5° C. ma quello che manca è la volontà politica: imporre un prezzo al carbonio, eliminare i sussidi ai combustibili fossili, chiudere le centrali a carbone entro il 2020" ...
E scandisce "abbiamo bisogno di cambiare rapidamente il modo di produrre, di generare energia, di costruire le città, di muoverci, di alimentare il mondo".
Questo è il contesto in cui viviamo e l'orizzonte per cui impegnarsi e battersi.
Anche in Emilia Romagna.

Venerdì 29 novembre lo hanno detto, per la quarta volta nell'ultimo anno, tantissime ragazze e ragazzi, studenti e lavoratori, insegnanti e metalmeccanici, agricoltori colpiti dalle recenti alluvioni e gente dei quartieri che subiscono ogni giorno smog e rumore (vedi le foto scattate durante la mobilitazione di Fridays for Future).

Sabato 30 è stata la volta di un insieme di associazioni ambientaliste, di personalità della cultura e della politica, democratici o di centrosinistra. A Bologna, al centro sociale Saffi hanno fatto il punto su una esperienza di governo - quella emiliano romagnola - che troppo spesso viene semplificata e ridotta a caricatura della realtà, elencando primati nazionali che anziché raccontare le buone qualità di vita dei cittadini effetto di politiche virtuose delle Amministrazioni, denunciano soprattutto l'arretratezza drammatica delle altre regioni e di un'Italia in costante declino e sofferenza.
La piattaforma che Italia Nostra, Legambiente, WWF, Consulta della Bicicletta, Associazione Pendolari Bologna - Portomaggiore, FIAB - Monte Sole Bike Group, PUMS sì ma come?, Salvaiciclisti hanno sottoscritto propone "una netta inversione di tendenza nella destinazione dei finanziamenti a vantaggio della mobilità collettiva e sostenibile, rispetto agli interventi funzionali alla mobilità privata su gomma" e individua 16 punti specifici su cui intervenire per potenziare le ferrovie regionali, realizzare il SFM di Bologna, integrare alla rete del ferro bus elettrici e 3 nuove linee di tram, percorsi ciclabili protetti. "Non c'è più tempo" sostengono tutti insieme!


"Urge un cambio di passo" per gli ambientalisti bolognesi (la Repubblica Bologna, 29 novembre) 


















Il professor Vincenzo Balzani, gli urbanisti Maria Rosa Vittadini e Piero Cavalcoli hanno insistito su proposte per la conversione ecologica dello sviluppo, dell'energia, della organizzazione del territorio. La critica è rivolta ai Governi nazionali degli ultimi decenni e alla Giunta Bonaccini. Questa, in particolare, è mancata e manca di una visione unitaria dei processi pianificatori e ripetutamente ha contraddetto e contraddice negli atti le strategie eco-compatibili che pure indica: la legge urbanistica regionale del 2017 mal si concilia con la bandiera del "consumo di suolo zero" e autorizza i Comuni a POC e varianti pesantemente edificatorie; il PAIR in larga parte non è rispettato dagli stessi amministratori ed è già in scadenza; il PRIT con il portato di nuove strade ed autostrade contraddice la dichiarazione sullo "stato di emergenza climatica ed ecologica" e gli obiettivi di uscita dal carbone e dall'uso dei fossili.
Andrea De Pasquale si è soffermato sulle troppe battaglie perse: da Varignana di Castel San Pietro (con la recentissima approvazione del progetto Criff) al raddoppio della ferrovia TPER Bologna - Portomaggiore (con il finanziamento dell'interramento nel tratto urbano ad un solo binario).
Claudio Dellucca, in conclusione, ha dovuto replicare con fermezza all'intervento dell'Assessora alla Mobilità del Comune di Bologna che ha rivendicato con orgoglio ed arroganza le politiche delle infrastrutture portate avanti dalle Amministrazioni locali in carica che, a suo dire, "dopo anni di immobilismo" hanno ripreso le "grandi opere" a sostegno del lavoro, del PIL, della mobilità e della "transizione alla sostenibilità", tra cui "le 3 linee di tram" (considerate da Irene Priolo simbolo del "passaggio di fase" che ha lasciato indietro il completamento del SFM).
Sarà dura per gli eventuali nuovi consiglieri regionali del Centrosinistra di sensibilità ambientalista (nel dibattito sono intervenuti, tra gli altri, Giuseppe Paruolo, Andrea Colombo, Ugo Mazza e Silvia Zamboni) invertire la rotta tracciata e rilanciata da Stefano Bonaccini, Raffaele Donini, PD e Italia Viva.

"L'immobilismo è finito ... abbiamo concordato di velocizzare il lavoro tecnico
per recuperare il tempo perduto"... dice Raffaele Donini al R.d.C. Bologna (24 novembre)


















Resta così alla volontà ed alla determinazione di altri soggetti liberi e pensanti introdurre nel confronto politico ed elettorale verso il 26 gennaio il Passante di Mezzo.  Indicato ripetutamente da Virginio Merola come "il più importante investimento finanziario e di ricucitura del territorio" per il mandato politico ed amministrativo nell'aera metropolitana del Capoluogo di Regione: un intervento di portata nazionale.
Come noto una scelta compiuta da pochissimi (per oltre 13 anni i "nostri" amministratori avevano sostenuto il Passante Autostradale a Nord della Città) e imposta a cittadini ed eletti nelle istituzioni attraverso un Accordo dell'aprile 2016 sottoscritto da Sindaco Metropolitano, Presidente della Giunta regionale, Matteo Renzi (all'epoca Presidente del Consiglio dei Ministri e segretario PD) e Giovanni Castellucci (all'epoca A.D. di Gruppo Autostrade per l'Italia e dimissionato, mesi fa con lauto compenso dai Benetton, in conseguenza del crollo di Ponte Morandi).
Una decisione subita dalle stesse Assemblee elettive, che hanno ratificato l'orientamento solo diversi mesi dopo, con maggioranze risicate e ricalcitranti e in base al dettato "come realizzare l'opera" ("se" è sempre stato un assunto stabilito a monte).

Scrivono, oggi, Fridays for Future, Extinction Rebellion, Until the Revolution, Studenti per l'Ambiente, Aria Pesa, AMO Bologna, Legambiente, Labas, Salvaiiclisti, Rigenerazione No Speculazione: "Sono passati mesi dall’approvazione in Comune e Regione della dichiarazione d’emergenza climatica ed ecologica e, a parte alcune promesse in itinere sulle assemblee cittadine, non c’è ancora stato niente che concretizzasse gli impegni sottoscritti nella dichiarazione. Il Comune non ha preso alcun provvedimento di rottura con il passato, anzi sembra determinato a volere andare avanti con progetti che rischiano addirittura di aggravare la crisi climatica ed ecologica
Per questo motivo è ritornato per noi il tempo di agire: lo faremo con una critical mass a tema Passante di mezzo, prevista sabato 7 dicembre alle ore 10.30, ritrovo Piazza XX settembre a Bologna. 
Sarà una critical mass, disobbediente, nonviolenta e colorata. 
A farlo non sarà un solo movimento, ma un movimento di movimenti: siamo diversi, ma abbiamo deciso di pedalare insieme perché sono identiche le energie che abbiamo messo in campo per resistere all’incedere, quasi ineluttabile, di un progresso economico fatto di speculazioni, che allontana ed emargina, mettendo a rischio non solo l’esistenza degli esseri umani, ma anche quella del nostro pianeta, così come lo conosciamo.
Ci ribelliamo ad un’opera anacronistica che riflette l’idea di una città vetrina per chi la visita, ma tossica per chi la vive. 
Crediamo che il futuro sia la mobilità sostenibile, all’insegna della neutralità di emissioni. 
Crediamo che il futuro sia tornare a vivere le periferie, rigenerando spazi esistenti e non costruendone di nuovi. 
Crediamo in un rapporto equilibrato tra uomo e natura.
Vorremmo una città in cui non sia considerato un lusso prendere una boccata d’aria pulita. Vorremmo che i temi cruciali della città che riguardano la salute di tutti vengano discussi tenendo in considerazione in primis le istanze dei cittadini. 

Vorremmo che le istituzioni fossero attente alle necessità del vivente e non a quelle dei grandi investitori".

Forse è necessario considerare che anche tra chi in questi anni "nega" la crisi climatica e la priorità della questione ecologica in Italia e nel Mondo, come Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia, di fronte alle proteste ed agli argomenti di tanti cittadini, comitati ed associazioni si attesta su una linea di maggiore attenzione e interlocuzione (o, se si preferisce, di opportunismo politico): "azzeriamo" il Passante di Mezzo e ci si orienti verso il Passante Autostradale a Sud (in galleria, sotto la collina). Un progetto sicuramente più costoso e di minore impatto per le periferie della Città.

"Fermare il Passante di Mezzo, che porta più smog e traffico dentro la città, e spostare le risorse
su quello a Sud" la priorità di Galeazzo Bignami (il R.d.C. Bologna 24 e 30 novembre)


















Attenzione!
E' una opzione discutibile e non accettabile per chi intende orientare diversamente gli investimenti, le risorse e lo sviluppo del Paese per i prossimi 10 - 20 anni. Per chi vuole la conversione ecologica.
Ma ugualmente insidiosa: perché offre una risposta alla domanda diffusa (ridurre il traffico veicolare) di decine di migliaia di cittadini delle periferie di Bologna, troppo a lungo dimenticate (ancora negli anni '80 si era promessa la Fascia Boscata di 211 ettari e ci si era impegnati a monitorare smog e rumore ... senza mai riscontri adeguati) e inascoltate (chiedevano analisi epidemiologiche sulla salute pubblica, interventi di rigenerazione urbana). Decine di migliaia di persone oggi comprensibilmente preoccupate per la salute, per la vita dei propri cari, per il valore dei propri patrimoni immobiliari, per cantieri che dureranno anni e movimenteranno materiali, mezzi, operai e personale di controllo.

La storia insegna e potrebbe ripetersi: senza un progetto forte e unificante (una visione del futuro accettabile per tutti perché rispettosa dei diritti di ognuno) tante persone si tutelano secondo interessi e convenienze primordiali ("tanto "il sistema non cambia") ed anche di classe ("che qualche disagio lo vivano anche quelli che vivono in collina, che viaggiano in auto di grossa cilindrata, che intasano le nostre periferie"). Del resto, si sente ripetere, "se le moderne tecnologie possono scavare 57 km sotto le Alpi per un TAV che nessuno sa quando finirà e chi trasporterà" ..., qui "parliamo di un tunnel molto più breve e che non comporta rimuovere materiali inquinanti" ...
Aria pesa!

Mancano ancora 50 giorni a domenica 26 gennaio.
Sarebbe bene che tutti i protagonisti riflettessero ancora e approntassero risposte adeguate ai tempi e più convincenti.
La propaganda non serve e le scelte ideologiche "di campo" non possono essere riproposte secondo convenienza o dopo decenni in cui si sono insegnati pragmatismo e concretezza.

Sarebbe saggio e lungimirante per tutti mostrare coraggio e/o modestia.
Con la soluzione A.
Abbandonando definitivamente l'Accordo dell'Aprile 2016 per il potenziamento di ulteriori 4-6 corsie sul già grande Asse stradale A14-Tangenziale e sottoscrivendo entro poche settimane (prima del 20 gennaio) un Accordo tra Comune e Città Metropolitana di Bologna, Regione Emilia Romagna, Conte 2, Ferrovie Italiane e Trenitalia per investire le più importanti risorse pubbliche sul nodo di Bologna ad infrastrutture ferrate e treni per pendolari e merci. Passaggio cruciale verso la conversione ecologica della mobilità e dello sviluppo.
Ovvero, con la soluzione B.
Concordando tra tutte le forze e le Istituzioni interessate una Moratoria dell'Accordo dell'aprile 2016 in attesa di una Consultazione popolare che, al culmine di un confronto pubblico partecipato, plurale e democratico, consenta a tutti i cittadini un pronunciamento e un indirizzo che le Istituzioni si impegnano a rispettare nelle successive deliberazioni.

Il tempo è ora!

La piattaforma sottoscritta da Italia Nostra, Legambiente, WWF, PUMS si ma come?, ...

Il retro del volantino che convoca la mobilitazione di sabato 7 dicembre
promossa da Extinction Rebellion, Fridays for Future, A.Mo Bologna ...



















Bologna, venerdì 29 novembre, ore 8,45: da piazza Nettuno
studenti muovono verso il concentramento di piazza XX settembre
















Ore 9,10: altre ragazze e ragazzi di FfF Bologna occupano via dell'Indipendenza
















Un ragazzo con la mascherina antismog: continua la mobilitazione di settembre
















L'ironia e la creatività di due ragazze ...





























... che mostrano volentieri anche il lato B ...



















... e contagia mamme e cittadini: che rappresentano così
le nubi e le piogge intense dovute ai cambiamenti climatici in corso  




In piazza i conflitti locali: dal Passante di Mezzo, ai Prati di Caprara, al CiErreBi


Un appello ad agire ora!
















Stop plastiche usa e getta: che arricchiscono pochi e danneggiano tutti
















L'egoismo configge con l'ecologia!
















Giustizia per vincere la sfida climatica
















Usciamo dall'HERA dei fossili (e dei profitti da incenerimento e consumi d'acqua)
Bologna, venerdì 29 novembre (continua)



16 commenti:

  1. Girare sui trasporti pubblici è una quotidiana impresa, tra ritardi, interruzioni e fitto di pendolari.
    Ma vedo che vogliamo farci del male.
    Il people mover non è ancora partito (perché?) e già c'è voglia di lanciare il tram!
    Il problema non è solo fare e dare opportunità a nuove imprese o consorzi, ma gestire decentemente, bene, anzi benissimo l'esistente. Magari migliorando.
    Altrimenti si va a sbattere.
    Ale

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    1. Permangono due seri problemi per chi guida i partiti e le amministrazioni:
      1. una resistenza a compiere analisi critiche sulla realtà vissuta quotidianamente da tante persone;
      2. un approccio al "fare" che spreca risorse, che non contempla riuso e integrazione, che prescinde da visione ed eco-compatibilità. Manutenzioni scarsissime, privilegio delle nuove costruzioni e delle "grandi" infrastrutture.
      Per Greta Thumberg e i suoi compagni di lotta, per l'ambientalismo scientifico e di governo non è che l'inizio.
      Gianni

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  2. Aiuto. Forse mi sono persa qualcosa.
    Perchè la piattaforma dei 10 punti (non 16?) non dice nulla sul passante di mezzo? Italia Nostra e WWf sono favorevoli al potenziamento? Eppure li avevo visti in piazza alle manifestazioni dei venerdì a marzo e settembre.
    Anna

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    1. Ricordo che, ai tempi del cosiddetto "percorso partecipato, durante lo svolgimento di un Consiglio di quartiere congiunto (Navile, San Donato, San Vitale, Borgo Panigale) intervenne anche un rappresentante di Italia Nostra il quale si disse favorevole all' allargamento in sede (Passante di Mezzo), con la motivazione che "TANTO LO SMOG C'E' DAPPERTUTTO".
      E ho detto tutto....
      Ryan

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    2. Proprio perché l'inquinamento è diffuso e senza confini occorre agire ora e ovunque, con determinazione e coerenza.
      Con il supporto o senza di WWF e delle altre associazioni.
      Gianni

      P.S.: i 10 punti mi risultano essere una sintesi (autorizzata) della piattaforma di 16.

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  3. Il fatto è che nessuno sta rispettando gli impegni internazionali presi nelle precedenti Cop. Così che ai ritmi attuali saremmo sempre più vicini al disastro. Se consideriamo che grandi paesi si sono disimpegnati e che noi italiani pensiamo ancora di costruire ciò che abbiamo progettato nel secolo scorso e non realizzato, stiamo davvero sull'orlo del precipizio.
    Così a Venezia si prova il MOSE, a Ravenna si rinnovano le estrazioni in mare, nella bassa emiliana si investono 100 milioni per la Cispadana e a Bologna si aspettano i cantieri del Passante autostradale che attraversa la città.
    Per fortuna che qualcuno si ribella a tutto ciò. Ma i partiti tutti sono più che deludenti e fanno venire voglia di ripetere l'astensionismo del '14. Non fosse che proprio loro sarebbero i primi ad essere contenti e prendersi una delega in bianco.
    Raffa

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    1. Proprio per quest'ultima ragione votare è una opportunità da cogliere, per indicare un percorso di rinnovamento e di possibile alternativa di governo. La conversione ecologica è la prima esigenza al mondo e in Emilia. Confrontarsi su questo è il primo impegno. Per tutti, partiti e movimenti, coalizioni ed elettori.
      Gianni

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  4. Curiosità: di questi problemi le sardine, che pensano?
    Comunque grazie. Molte cose non mi erano note. E la documentazione è utile.
    s.

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    1. Anche le sardine discutono e si sono impegnate ad avanzare proposte.
      Occorre avere fiducia e pazienza ... Misurarsi con le priorità di governo esige "un passo avanti" rispetto alla giusta reazione ed alla opportuna critica culturale e politica a Salvini e alle destre europee.
      Gianni

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  5. Il guaio è che le associazioni ''ambientaliste'' per il problema passante di mezzo si sono quasi sempre fatte di nebbia. Chi a modo suo contesta il progetto dentro la maggioranza rientra subito nei ranghi al momento della votazione in consiglio (vedi Colombo ed altri). A cosa serve poi contestare una politica regionale orba per quanto riaguarda molti problemi ambientali se poi al momento delle votazioni li si appoggia (verdi ecc.).
    La movimentazione elettrica purtroppo non è ancora considerata a livello progettuale dalle case automobilistiche. La merce su ferro dovrebbe essere principale obbiettivo di un governo nazionale che continua a fregarsene Ma il guaio grande è che la maggior parte di chi vive a Bologna città metropolitana di questi problemi se ne frega perchè in auto ci vuole andare, poi tanto per il cancro la regione fa gli screening (sigh)
    Giusy

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    1. Critiche motivate a soggetti politici in evidente difetto e contraddizione.
      Quanto al fatto che "la maggior parte di chi vive a Bologna ... se ne frega" non sono convinto. Anzi vorrei verificarlo. Molte manifestazioni e discussioni quotidiane occasionali mi dicono, al contrario, che la sensibilità verso l'ambiente in cui viviamo, l'inquinamento che ci colpisce e la necessità di scelte forti e coerenti di conversione ecologica, è presente e diffusa ...
      Sicuramente non caratterizza le classi dirigenti dei partiti, dei sindacati, della imprenditoria ...
      Per questo occorre battersi. Senza perdere alcuna occasione.
      Gianni

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  6. Bene le proteste. Le ascoltassero!
    I trasporti pubblici emiliani sono sicuramente meglio di quelli lucani.
    Parma non avrà bisogno di diventare capitale europea della cultura per avere una nuova stazione ferroviaria come è successo a Matera.
    Ciò non toglie che qui non ci siamo. E stiamo continuando a dare priorità alle auto. Da Ravenna a Bologna (75km) i pendolari si avvalgono ancora di una linea ferroviaria ad un solo binario.
    Il comitato "prima classe" della suburbana per Vignola lamenta ritardi.
    I quotidiani utilizzatori delle linee extraurbane 88 e 93 viaggiano come sardine.
    E i nostri amministratori pensano di risolvere con altre Autostrade (a Nord, in Mezzo, a Sud, nella bassa, tra le valli dell'Appennino)?
    Così da scaricare le difficili gestioni dei trasporti pubblici ai privati: utenti, costruttori e gestori?
    No, non va !!!!
    Così anche questa Regione impoverisce e frana....
    Sveglia.
    C.

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  7. Risposte
    1. Il passante di mezzo è divenuto il simbolo di un modo di vivere e di consumare che non regge. Non ce lo possiamo permettere noi, non possiamo esportarlo pena gli ecosistemi del Pianeta.
      OrBi

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    2. Bloccare scelte sbagliate e indirizzare le risorse pubbliche e private verso investimenti sostenibili e compatibili con gli eco-sistemi naturali è la priorità dei prossimi decenni.
      Lo chiedono scienziati e ragazzi, ecologisti e popolo inquinato: chi vuole realizzare "opere del secolo scorso" deve aggiornare l'Agenda o resterà vittima dei propri errori.
      Gianni

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