Particolare della sede bolognese di Poste Italiane, in piazza Minghetti (autunno 2018) |
Un anno fa l'avventura di "quel Pacco!" si è risolta con un compromesso, alquanto disonorevole per tutti.
A distanza di oltre due mesi è avvenuta la restituzione al mittente della merce mai recapitata da Poste Italiane alla persona in indirizzo (corretto) e, successivamente, è stato reso anche l'importo pagato per spedirla. Chiusa li.
Pessimo disservizio e nessun risarcimento verso il cittadino. Che, per parte sua, ha consegnato il "regalo" di Natale in primavera.
La stagione "fredda" di Poste Italiane non è finita.
Veniamo ad oggi.
Il primo giorno di novembre il povero pensionato trova in buchetta un avviso di giacenza: "accidenti, vengono sempre nei pochi momenti in cui non sono in casa"!
Dovrà dunque passare all'Ufficio Postale di via Canova nella periferia est di Bologna.
Un po' casualmente legge però che al cognome corretto, non corrisponde il suo nome. E, inoltre, l'indirizzo manca del numero civico: "un errore" pensa "qui hanno sbagliato famiglia".
Che fare?
L'elenco telefonico, prontamente consultato, per quanto possa ancora risultare uno strumento utile al caso, non aiuta: con quel nome e cognome, in quella strada, non risulta nessun possessore di "fisso".
Il tempo grigio, la pioggia e le nebbie autunnali non invitano a fare la camminata di 20-25' che porta alle Poste. Ergo: "alla prima occasione, chiedo alla postina".
Passano diversi giorni. Finalmente due suoni.
L'operatrice molto gentile è decisa: "non posso riprendermi io l'avviso ... per risolvere definitivamente la questione deve recarsi direttamente all'Ufficio Roveri".
Strano mondo quello in cui i pasticci di grandi Aziende (iper tecnologiche e pubblicizzate) vengono sistematicamente scaricati sui cittadini. Ma questo è.
Arriva così il giorno in cui il paziente pensionato decide di recarsi in via Canova.
Questa volta, per evitare le lunghe file e i tempi di attesa, sceglie l'ora del pranzo, pochi minuti prima della chiusura. E infatti, solo 5 persone sono in attesa ... Non vale neppure iniziare un articolo dell'immancabile giornale del mattino.
La signora dello sportello ascolta e risponde: "se lei non è Enrico, non posso consegnargli nulla" ...
E il pensionato pronto: "ma io non voglio nulla, sono venuto semplicemente per riconsegnarvi l'avviso e segnalarvi l'errore" ...
La dipendente riflette un attimo e replica: "facciamo un controllo" ...
Qualche passo e da un archivio, poco lontano continua: "ma lei ha una casa a Cesenatico"?
"Si" risponde il pensionato stupito e incuriosito.
"Allora la raccomandata è sua. Vi è stato solo un errore di trascrizione del nome".
In effetti la raccomandata dell'Ufficio Tributi del Comune rivierasco è corretta e l'errore è tutto e solo di Poste Italiane.
La tenacia del pensionato è stata premiata: era l'avviso di rimborso di 295 euro per l'IMU pagata due volte nel 2018.
Del resto è noto che anche i pensionati sbagliano. E pagano.
applausi al Comune di Cesenatico!
RispondiEliminaL.
Applausi? Avevo richiesto il rimborso un anno fa. Appena mi sono accorto (nel dicembre 2018) di avere anticipato di alcuni mesi la seconda rata (per non dimenticare, sai ad una certa età ...).
EliminaGianni
Mettila così.. le poste hanno a cuore la tua salute. Una sana passeggiata fa bene ai pensionati!
RispondiEliminaAllora, viva le Poste!
EliminaCi voleva un soggetto pubblico che pratica prevenzione ...
Gianni
Abbasso il monopolio, spazio alla competizione!
RispondiEliminaSic
Della serie: quando "la competizione" peggiora i servizi ...
EliminaGianni