sabato 10 agosto 2019

Il Capitano e la sfida politica verso il voto

L'intervista di Tommaso Cerno su il manifesto di oggi, 10 luglio

















Infine è stato un coraggioso leader della destra italiana ed europea ad assume l'iniziativa di far cadere il Governo di Giuseppe Conte.
Matteo 2 deve avere fatto i suoi conti. Con valutazioni diverse tanto da quelle di Di Maio e Ministri del M5S, quanto da quelle di Zingaretti, Matteo 1 e, forse, Berlusconi.
Il Capo politico del M5S ha infatti prima sopravvalutato la cultura "del cambiamento" sostenibile dalla Lega (contro il sistema di potere in essere), poi sottovalutato l'astuzia e la forza raccolta progressivamente dall'alleato - avversario - competitore scelto nella primavera del 2018 (quando i rapporti di forza elettorali erano ribaltati rispetto a un anno dopo). Evidentemente frutto dell'insieme di atti e norme deliberate (o negate e rinviate) nei mesi di coabitazione nelle stanze del potere esecutivo.
Per i dirigenti del PD, al contrario, non fruttano i giudizi pregiudiziali su un Governo contro il quale non si è costruita alcuna vera opposizione sociale e culturale e che cade per i conflitti radicali emersi tra le due componenti costitutive troppo a lungo presentate come "omogenee" e, soprattutto, in ragione di uno scontro parlamentare simbolico che ha isolato il M5S e portato la Lega a votare le mozioni delle opposizioni a favore della più "grande", discussa e "non prioritaria" opera infrastrutturale progettata nel secolo scorso (che suscita il dissenso e le interessanti valutazioni critiche del senatore indipendente Tommaso Cerno, del Gruppo PD).

Il fatto è che solo una propaganda di parte e di basso livello può ridurre la portata dei processi in corso e dei cambiamenti profondi necessari alla vita produttiva e sociale del Pianeta al valore ed alla autorevolezza di qualche singola personalità e alla "follia" collettiva di popoli da troppe parti presentati come incolti, ignoranti, superficiali.

La realtà dice che i margini per amministrare piccoli aggiustamenti nei "sistemi" economici e di potere in essere e da troppi conservatori (in ogni Continente) ritenuti immodificabili e duraturi, non reggono più le ingiustizie sociali diffuse, i cambiamenti climatici e gli eventi naturali in atto. Ovunque si reclamano governi "forti": autoritari o di democrazia partecipata e nuova.

Non ci si può chiudere in una piccola realtà provinciale, pensando di poter difendere conquiste frutto di un Mondo in veloce trasformazione.
Dobbiamo leggere con maggiore attenzione le crisi politiche che colpiscono tutti i grandi Paesi: dagli USA di Trump, alla Russia di Putin, alla Cina alle prese con la rivolta di Hong Kong, all'India dove riesplode la questione del Kashmir ... (si potrebbe proseguire con i conflitti in Brasile, Messico, Venezuela, Sud Africa, Nigeria ...)
Le tensioni internazionali sono tante e pericolose: con la pratica di guerre commerciali e armate che possono sfociare in tremendi conflitti nucleari, dall'Estremo al Medio Oriente, al Mediterraneo.
Ad Est, l'Europa vive l'irrisolto conflitto Ucraina - Russia.
L'Unione Europea è alle prese con la Brexit, la crisi del tradizionale asse franco - tedesco, l'anomalia del "gruppo di Visegrad", le instabilità istituzionali in Spagna e in Italia. Sono in crisi verticale tutti i grandi partiti popolari, socialdemocratici, conservatori, liberali e la ricerca di un nuovo equilibrio politico avviato con l'elezione di Ursula Von der Leyen e David Sassoli è fragile e tutto ancora da costruire.

Nel riflettere sulla fine del Governo Conte si può prescindere da tutto ciò? Si possono continuare stanchi giochi "politici" di parte, piegati a pure logiche di potere che prescindono dai contenuti e dai progetti di società in cui debbono vivere le generazioni di oggi e quelle di domani?

Nella offensiva politica degli ultimi tempi della Lega di Matteo Salvini oltre alla convinzione determinata dal voto europeo di maggio, forse si trova anche una risposta al tentativo del Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte e del M5S di Luigi Di Maio di uscire dall'isolamento a lungo vissuto e di ricercare nuove alleanze europee.

Sta di fatto che siamo entrati in una nuove fase politica e sociale.
Non è questione di rapporti tra singole persone: leader, capi, uomini e donne più o meno forti, capaci e in grado di assolvere un compito spesso decisamente più alto delle esperienze e delle capacità politiche ed istituzionali maturate e dimostrate.
Ciò che non hanno retto tra M5S e Lega in Italia (anche in Italia!) sono le sintesi, le priorità, le misure e le pratiche sviluppate da Ministri e Gruppi parlamentari di fronte al complesso procedere degli eventi sociali e politici a svolgimento e sviluppo del "Contratto di Governo" faticosamente e rapidamente redatto nella primavera del 2018.

Pochi mesi sarebbero dovuti bastare per capire dinamiche da cui non si può prescindere.
Mentre qualcuno si è stoltamente seduto ad assistere agli sviluppi della situazione mangiando pop corn e sperando in impossibili riconoscimenti postumi (di Governi sconfitti: Renzi e Gentiloni) e rivincite (in assenza di qualsiasi riflessione autocritica e di individuazione di nuove "ragioni sociali" collettive) i due soggetti che si sono assunti oneri ed onori del Governo "per il cambiamento" si sono, di fatto, ritagliati distinti ambiti di intervento e di comunicazione nei Ministeri e negli ambiti presidiati: senza preoccuparsi in alcun modo di costruire un Progetto nuovo, sicuramente arduo, in cui riconoscersi entrambi e condivisibile per i rispettivi diversi e compositi elettorati.

Ne ha tratto vantaggio la forza più strutturata (la Lega) storicamente radicata in aree forti del Paese e legata a classi dirigenti consolidate e in buona misura parte del sistema di potere dominante. Anzi, il trasformismo proprio di larga parte della politica e della imprenditoria nazionale ha presto individuato nel Partito di Salvini l'interlocutore in cui riciclarsi o comunque da sostenere e corteggiare per rimodellare e consolidare il tradizionale potere. In ogni Regione si sono registrate migrazioni di consiglieri, politici, sindacalisti, clan ed aspiranti protagonisti di una nuova stagione della vita politica italiana. Al punto che il Partito di Matteo 2, oggi, è cosa sicuramente diversa da quella di un anno fa: per composizione ed approccio culturale e sociale prima ancora che politico. E non a caso si propone anche come erede ed interprete degli ultimi decenni di politiche nazionali (interessante la lettura proposta dall'imprenditore emiliano Lamborghini, nell'intervista di oggi al Corriere di Bologna).

Di contro gli "ultimi arrivati" (i 5 Stelle) hanno sottovalutato la portata reale del "sistema" politico - economico che denunciavano con i "Vaffa day" ed entro il quale si sono repentinamente trovati ad operare (per effetto di un successo elettorale superiore a "normali" trend di crescita) senza alcuna esperienza collettiva ed individuale significativa.
L'illusione di "poter fare" con il semplice ricorso alla buona volontà e senza curare contemporaneamente alcun progetto significativo di formazione, di crescita collettiva e di radicamento sociale e territoriale con i "mondi" che avevano riposto in loro attese, speranze o occasioni di riscatto, è stato un errore capitale (forse da una parte del MoVimento compreso solo ora, in fortissimo ritardo sui tempi utili). Così quote crescenti di elettorato d'opinione hanno preso le distanze e non si sono sentite più rappresentate da mediazioni estenuanti e da cedimenti privi di validi argomenti (dal TAP all'ILVA, dal MUOS agli F35, dal blocco dei porti alle campagne contro le ONG, dalle politiche sulla sicurezza a quelle dei condoni, dal Passante di Mezzo di Bologna allo sblocca cantieri per nuove autostrade, asfalto e cemento a Nord e Sud). Ed è inutile dire dell'effetto dirompente dei primi casi di militanti e  di professionisti di fiducia corrotti o della mancata autorizzazione a procedere della Magistratura verso il Vicepresidente del Consiglio alleato.
Inevitabili, per tutto ciò, i rovesci elettorali, pure in presenza di attività, leggi, iniziative di sicuro rilievo: l'avvio del reddito di cittadinanza, "Quota Cento" per il pensionamento, il cosiddetto "Decreto Dignità", norme per la Giustizia e contro la illegalità o i segreti di Stato.
Sicuramente con il voto Europeo (probabilmente ancor prima con le Regionali in Abruzzo, Molise e Sardegna) il M5S avrebbe dovuto interrogarsi e scegliere: ritagliarsi un ruolo di complemento in un Governo sempre più ad egemonia Lega e "Terza componente Tecnica o Presidenziale" oppure tentare il recupero di pensieri originali e di progetti autonomi, distintivi, forti che inevitabilmente avrebbero rotto l'esperienza politica con Salvini, nonché un difficile e maturo ricambio di parte significativa di Ministri, sottosegretari e parlamentari (cioè un gruppo dirigente mostratosi inaffidabile o, quantomeno, inadeguato alla sfida impegnativa del Governo ed ai cambiamenti necessari anche nell'establishment del "sistema")?
Chi ha vissuto altre esperienze storiche lontane e recenti sa che questa operazione è tutt'altro che semplice, ma è possibile e salutare. Anzi, se ben gestita, diretta e intellettualmente onesta può anche essere compresa ed accettata dal grosso delle risorse già raccolte elettoralmente e, comunque, indispensabili per riaprire (e sviluppare in qualità) un progetto a Cinque Stelle che si è decisamente appannato negli ultimi mesi.
In ogni caso, è da mettere nel conto un mutamento profondo del MoVimento, della sua esperienza e vita politica.
Ovviamente anche in relazione della evoluzione degli altri soggetti politici che sono e che saranno sulla scena politica nazionale ed europea.

A partire dal PD.
Conteso, oggi più che mai, da gruppi dirigenti ristretti e in competizione che pare non vedano oltre la speranza di un ritorno naturale al tradizionale bipolarismo del passato. Che Nicola Zingaretti auspica "Lega contro PD", mentre Matteo Renzi propone "Suoi fan & Amici" vs Populisti e Carlo Calenda vorrebbe "Repubblicani contro Sovranisti".
Approcci e strategie diverse, che relegano comunque e sempre la "funzione sociale" della loro Comunità in secondo piano, come i concreti progetti di cambiamento della società.
Così dopo la nobile (e apprezzabile) dedica del neo Segretario Democratico a Greta Thurberg e la positiva iniziativa del Sindaco di Milano Beppe Sala (aspirante Premier) per dichiarare nella sua Città "lo stato di emergenza climatico" di concrete, fattive ed urgenti iniziative per la conversione ecologica delle produzioni e della organizzazione della vita delle comunità si sono perse notizie e tracce ... Mentre tutti i massimi esponenti locali e regionali dal PD con cariche pubbliche di Governo organizzano piazze, convegni, pressioni, campagne elettorali pro "grandi opere" tradizionali di asfalto e cemento, forse in grado di promuovere PIL e crescita senza qualità ambientale e sociale e causa dei cambiamenti climatici che colpiscono ripetutamente i nostri territori e le popolazioni.
A sinistra e tra i democratici può protrarsi ulteriormente questa situazione?
Ne hanno scritto numerose personalità indipendenti, con efficacia ed argomenti.
Come ad esempio il sociologo Demenico De Masi (Il Fatto Quotidiano) o l'urbanista Pierluigi Cervellati, già Assessore del Comune di Bologna (il Resto del Carlino) o Stefano Fassina, oggi animatore del Movimento Patria e Costituzione (il Fatto Quotidiano).

Sarà un ferragosto caldo!
Il più caldo di sempre.

Per l'imprenditore Tonino Lamborghini c'è continuità tra Berlusconi, Renzi e Salvini (il Corriere della Sera, 10 agosto)


L'articolo del sociologo prof. Domenico De Masi (il Fatto Quotidiano, sabato 3 agosto)

L'intervista del prof. Pierluigi Cervelletti pubblicata su il Resto del Carlino di mercoledì 7 agosto 2019
in seguito all'ennesimo incidente con vittime sul grande asse viario A14-Tangenziale di Bologna

L'articolo di Stefano Fassina, già deputato e responsabile economico del PD di Pierluigi Bersani
(il Fatto Quotidiano, sabato 10 agosto)

L'intervista critica verso le scelte del PD del sen. Tommaso Cerno su il manifesto di oggi

L'articolo di Giovanni Valentini, in tre immagini ... (il Fatto Quotidiano, 10 agosto)




L'intervista a Greta Thumberg ... (la Repubblica, 10 agosto 2019)

18 commenti:

  1. Diverse interessanti considerazioni.
    Condivido in particolare quella che lega il precipitare estivo della situazione al sostegno di Conte e del M5s alla VdL come presidente della Commissione europea.
    Salvini ha giustamente letto in questo un nuovo asse europeista in Italia (con Mattarella, Tria, Trenta .... ) che avrebbe impedito di procedere sugli obiettivi prioritari che la Lega tentava di realizzare (Flat tax e Autonomia per le Regioni ricche del Nord) entro l'anno.
    Su questo trovo condivisibili anche le cose che scrive Fassina.
    Segnalo anche un altro articolo pubblicato oggi sulla stessa pagina del FQ, a firma di Giovanni Valentini, storico direttore de l'Espresso e giornalista di Repubblica. Titolo: l'ambientalismo non va d'accordo con questo Pd.
    E poi sul quotidiano di Scalfari e Verdelli "Greta", con una intervista di Virginie Lenk.
    Per altro, avremo tempo di ritornare.
    pl

    RispondiElimina
    Risposte
    1. NB. L'Intervista "Greta" è fatta alla giovanissima Thunberg per LENA, una alleanza editoriale tra 8 importanti quotidiani europei. Nessun nuovo elemento, se non la partenza della ragazza per l'America dove sono in programma molte iniziative nonostante il suo no all'incontro con Trump.
      pl.

      Elimina
    2. Considerando lo scritto di Giovanni Valentini un contributo al confronto e l'intervista a Greta un promemoria di impegni prossimi venturi, li ho inseriti volentieri.
      Grazie per la collaborazione.
      Gianni

      Elimina
  2. Una preoccupazione immediata. Nessun pastrocchio M5s - PD: la riforma costituzionale per ridurre i parlamentari non è la priorità del momento e non giustifica alleanze improvvisate che sanno di alibi per rinviare il voto. E indispongono tante persone.
    Un timore elettorale. Che la destra non sia chiamata a misurarsi con i problemi principali: quelli ambientali, demografici e sociali (lavoro, salute, formazione) che il nazionalismo non risolve ma esaspera e porta a conflitto.
    Una speranza. Che il M5s la Sinistra, i Democratici e i Popolari abbiano imparato una lezione: lo stato di emergenza climatico e le ingiustizie sociali richiedono soluzioni radicali. Come hanno indicato anche recentemente Papa Francesco e Ursola von der Leyen e non hanno dimostrato di capire personaggi da rimuovere quanto prima come Toninelli e Bonaccini.
    Sandro

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per titoli.
      1. Il Contratto per il "Governo del cambiamento" concordato da Di Maio e Salvini non ha retto la prova dei fatti. E' bene prenderne atto e sancirlo definitivamente davanti al Parlamento.
      2. In questo Parlamento non esistono maggioranze alternative credibili. Per volontà dei principali protagonisti. Per il confronto e gli scontri in atto in queste settimane. Dunque al voto.
      3. Chi vuole candidarsi al Governo rifletta bene. Riduca la propaganda di parte e le "vocazioni maggioritarie" di altre fasi storiche. Espliciti volontà, progetti, impegni irrinunciabili e impegni che possono essere oggetto di compromesso, possibili interlocutori e sicuri avversari.
      4. Nulla va dato per scontato. Tutto può essere verificato e conquistato.
      I risultati dipendono soprattutto dalla chiarezza degli obiettivi strategici, dalla coerenza nelle scelte e nei comportamenti, dalla affidabilità delle persone.
      Gianni

      Elimina
  3. A Toninelli un ciaone
    e a Salvini un bacione!
    Sic

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Danilo Toninelli, un esempio clamoroso di inadeguatezza, di incoerenza e di trasformismo.
      Matteo Salvini, un capo partito di una destra nazionalista che nega le grandi contraddizioni ambientali e sociali del nostro tempo.
      Gianni

      Elimina
  4. Non mi convince la definizione di Salvini come leader "coraggioso".
    Non mi piace la prospettiva di andare al voto con un Ministro degli Interni che provoca la crisi e chiede "pieni poteri" per potersi "liberare delle palle ai piedi".
    Non apprezzo chi dopo averlo votato come Vice Premier ora lo avversa come nemico principale.
    Non mi convince chi propone in questa legislatura una santa alleanza contro di "Lui" dopo avere sempre trattato i Suoi alleati come nemico principale.
    Detto tutto ciò, occorre fare il possibile perché Salvini non conquisti il Governo del Paese.
    Antonio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per me il "coraggio" sta nell'avere "Lui" intrapreso una scelta che può portare ad esiti radicalmente diversi, per il Paese e per tutti i soggetti politici in campo.
      La crisi non credo abbia un percorso scontato (e già se ne vedono tracce).
      Può determinare un colpo duro alle speranze diffuse (in ogni ambito e parte politica) di cambiamento, che in qualche misura il risultato del 4 marzo aveva sollecitato (a destra come a sinistra) e che anche il Governo Conte diceva di voler interpretare (deludendo queste aspettative).
      Può riaprire speranze se più soggetti politici sapranno produrre sostanziose riflessione autocritiche sulle politiche praticate e su alternative progettuali e sociali necessarie e tutte da costruire.
      La sfida aperta da Salvini può insomma tradursi per Lui in un importante successo politico ed elettorale o una cocente sconfitta.
      Gli ultimi sviluppi evidenziano problemi su ogni fronte.
      Salvini che ritorna con Berlusconi sarebbe un passo verso il futuro o una rinuncia a progetti di sovranità popolare?
      Le sirene di possibili incontri tra M5S e PD sono un secondo "Contratto" tra soggetti agli antipodi e che rivendicano innanzitutto le rispettive diversità o il tentativo onesto di valutare e correggere errori strategici commessi in passato e di corrispondere a domande sociali del presente e del futuro?
      Insomma, Salvini ha rotto equilibri oramai insopportabili da molti punti di osservazione.

      Forse a "coraggioso" è preferibile ardito?
      Gianni

      Elimina
    2. Si, preferisco ardito (propone termini di un secolo fa).
      Anche se vedo che tutti i sondaggi dicono Lega 35-38% e con FdI e FI dal 6 all'8% ciascuno ... si arriva al 50%.
      Tu su quali basi sei più ottimista?
      Valutazioni ed umori a parte, il restante 50% può unirsi sulle cose da fare con maggiore urgenza?
      Ne dubito considerando anche le votazioni in parlamento della scorsa settimana: decreto sicurezza bis con PD e Leu contro e M5s a favore, poi il TAV con l'M5s e Leu contro e PD a favore.
      E però se ora anche Renzi e Grillo sono d'accordo, Zingaretti e Di Maio possono provarci. Per un Governo di legislatura (difficile viste le premesse) o per una possibile intesa dopo il voto (se intanto Salvini e compari vengono fermati dagli italiani).....
      Antonio

      Elimina
  5. Ora bisogna ridare la parola agli italiani. Conte, Salvini e Di Maio hanno fallito e messo l'Italia in ginocchio. Ora scappano per paura della manovra finanziaria, perché non sanno cosa fare.

    Avevano promesso una rivoluzione, hanno combinato un disastro: l'Italia ha crescita zero, è esplosa la cassa integrazione, la produzione industriale cala e il debito pubblico è esploso. L'Italia nel mondo è isolata come non mai e non contiamo più niente. Non ci sono i soldi per fare la manovra economica.

    Il rischio è fare nuovi debiti o nuovi tagli o nuove tasse. Hanno paura di ammettere i loro errori e scappano.

    Non è solo la fine di un governo, è la sconfitta del populismo al governo. La cultura dell'odio e del rancore ha fallito, non è la soluzione.

    Occorre una nuova visione e un nuovo programma. Per salvare e cambiare l'Italia: investimenti per le infrastrutture verdi, scuola e sanità per creare lavoro.

    L'Italia è più bella e più forte di quello che abbiamo visto in questi mesi e noi abbiamo il compito e il dovere di farla vincere.

    Nicola Zingaretti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Leggendo Zingaretti mi vengono due domande.
      Uno. Ma il Passante di Mezzo è una infrastruttura verde? E l'autostrada Cispadana voluta da Bonaccini? O il nuovo tunnel della Torino - Lione?
      Due. Il gruppo parlamentare del PD esprime le stesse sue posizioni o quelle dell'ex segretario Renzi che dopo avere votato contro la mozione 5stelle sulla TAV ora chiede un governo istituzionale contro la Lega?
      L.

      Elimina
    2. Aggiungo una convinzione.
      Salvini e i nazionalisti si sconfiggono solo con politiche diverse su infrastrutture inutili, grandi opere urgenti, migranti, lavoro, sanità diritti e doveri. Se un governo 5stelle - PD serve a questo scopo, bene. Altrimenti al voto!
      L.

      Elimina
    3. Zingaretti dice alcune cose giuste ed altre comprensibili.
      Ciò che omette è una visione ed un progetto politico per cambiare un sistema sociale e di potere in crisi da alcuni decenni (non da un anno, per responsabilità del "populismo al governo").
      Lui come cambia il Partito di cui è segretario per fare vincere "l'Italia più bella"? E cosa intende per "l'Italia più forte"? Quella del lavoro, dei precari, delle tante periferie popolari oppure quella della "borghesia" più o meno illuminata e delle "oligarchie" (di cui parla Eugenio Scalfari domenica scorsa nell'editoriale di la Repubblica)?
      Il "modello" di Governo di Nicola Zingaretti è l'Emilia Romagna di Stefano Bonaccini (con il grumo di contraddizioni che attraversano oggi quella che fu la Regione più Rossa d'Italia e la più studiata nel mondo negli anni '60-'70) oppure la ricerca di uno sviluppo civile e democratico più avanzato, di una conversione ecologica capace di fronteggiare i cambiamenti climatici e di rispondere all'assillo di Greta e della sua generazione?
      Per una nuova alleanza di Governo all'altezza delle sfide in Europa e nel mondo di questo occorre discutere.
      Gianni

      Elimina
  6. Intanto il Capitano ha il sicuro merito di avere resuscitato Renzi e Berlusconi.
    Un grande!
    Mario C.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Preferirei attribuire a Matteo Salvini le responsabilità delle sue azioni e delle sue mancanze (come Ministro degli Interni). A ben guardare, non sono poche. Tutt'altro.

      Matteo Renzi resta un protagonista della scena per meriti (e demeriti) suoi e, soprattutto, per responsabilità di altri dirigenti e militanti del suo Partito (che, fin qui, si sono rifiutati di capire e di correggere le cause profonde dei rovesci politici ed elettorali degli ultimi tempi, in Italia, in Europa, a livello locale e regionale).

      Silvio Berlusconi ha la forza che deriva dall'impero economico che ha saputo costruirsi con i rapporti politici e di potere di un imprenditore smaliziato e avvezzo a relazioni e illegalità di ogni tipo.

      Un Capitano davvero "coraggioso" (o "ardito") saprebbe prenderne definitivamente le distanze.
      Gianni

      Elimina
  7. Non sono d'accordo con il senatore Cerno: non sono stati i no TAV a fare cadere il governo (che pure non amano). Bensì il ministro degli interni che, dopo avere fatto ciò che voleva per oltre un anno, non contento, ora si vuole liberare anche delle deboli resistenze dei grillini e accedere direttamente a palazzo Chigi.
    Ma Salvini si è molto esposto chiedendo i pieni poteri e appoggiandosi sugli imprenditori più voraci e interessati a conservare il mondo in cui sono prosperati ed hanno avuto successo (vedi Lamborghini).
    Ora, questo può creargli gli stessi problemi che ha avuto Renzi, quando dopo gli 80 euro ed il 41% alle europee del 2014 ha voluto il jobs Act ed ha proposto la riforma costituzionale attraverso referendum.
    Ma ora occhio a non sopravvalutare la destra e continuare a foraggiarla con un governo istituzionale improvvisato e sostenuto da personaggi e partiti in difficoltà che hanno paura del voto e che si uniscono principalmente allo scopo di evitare il voto.
    L'Italia esige di più.
    Un governo che rimedia agli errori ripetuti commessi da chi si è alternato.
    Oggi è il primo anniversario del crollo del ponte Morandi di Genova.
    Un nuovo governo per essere autorevole e riconosciuto deve cambiare il vecchio potere corrotto e criminale: quello che gestisce autostrade e infrastrutture che crollano, quello che si arricchisce con produzioni inquinanti e nocive, quello che alimenta servizi pubblici scadenti al fine di rendere competitivi quelli privati........
    Per ridimensionare i capitani coraggiosi e soli al comando o quelli solo ambiziosi c'è bisogno di rivalutare la partecipazione dei cittadini, le assemblee elettive e la politica come servizio.
    Ciao!

    RispondiElimina
  8. E ora? Il Capitano pare abbia innescato la retromarcia.
    Voleva stravincere e si è reso conto che il troppo stroppia?
    Svegliare gli addormentati e resuscitare i morti non porta bene.
    Nik

    RispondiElimina