venerdì 18 gennaio 2019

Le Grandi opere, i Referendum e Quelli del SI


Bologna, la cima del campanile della Chiesa di Sant'Isaia dopo il terremoto di lunedì 

















In Italia, Grandi Opere sono necessarie ed urgenti: per la messa in sicurezza del territorio e della vita delle persone dai rischi sismici ed idrogeologici; per risanare e bonificare al Nord ed al Sud industrie inquinanti e discariche di rifiuti tossici e nocivi gestiti con irresponsabilità; per dotare l'intero Paese di energie rinnovabili e di infrastrutture e servizi di mobilità sostenibili.
Troppo poco è stato fatto negli ultimi decenni per una seria ed adeguata conversione ecologica delle produzioni e della organizzazione delle comunità (nonostante gli accordi internazionali COP).

La Chiesa ed il campanile da via Sant'Isaia dopo la scossa di Ravenna di magnitudo 4.6 :
si vede la pericolosa inclinazione della croce e della pesante sfera su cui poggia ... (mercoledì 16 gennaio)
















La prima pagina de il Corriere di Bologna (mercoledì 16 gennaio)



















"Chiuse 90 scuole" per un terremoto di magnitudo 4.6 ... (il Corriere della Sera)


















"Ci saranno altre scosse" ... L'intervista del prof. Paolo Gasperini, UNIBO (Il Corriere, 16 gennaio)

















Il titolo del Corriere della Sera di oggi (giovedì 17 gennaio)
sulla chiusura preventiva della superstrada E45 che collega Romagna, Toscana, Umbria e Lazio


















Di altro segno sono le Grandi Opere stradali ed autostradali che in tutte le Regioni d'Italia sono state progettate, sostenute, in alcuni casi divenute cantieri: la Pedemontana Veneta, la Pedemontana Lombarda, la Cispadana, la quarta corsia della A14, la terza corsia della A13, il Passante a Nord e quello di Mezzo a Bologna. Oppure nuovi grandi inceneritori, il gasdotto TAP o il lungo tunnel per il nuovo tracciato della linea TAV Torino - Lione in Val di Susa.
Dunque, è bene uscire dalla propaganda che contrappone una presunta Italia dei NO a "Quelli del SI" ed è corretto valutare ogni progetto in discussione all'interno di una precisa valutazione politica e di un complessivo bilancio di responsabilità sociale ed ambientale, oltreché economico e finanziario.

Sabato scorso nell'ambito della mobilitazione pro TAV che ha portato in piazza "madamine", industriali e sindacalisti, dirigenti PD, di Forza Italia e della Lega, è stata invocata una consultazione popolare.

Dopo Chiamparino, Salvini: "Referendum"! (la Repubblica, 13 gennaio) 
























Piazza Castello, Torino. "E la folla invoca il Referendum" ... (La Stampa, 13 gennaio)


















I Referendum sono uno strumento prezioso di democrazia: da valorizzare (prevedendo anche quelli propositivi) molto più di quanto fatto negli ultimi tempi, da integrare con gli altri Istituti della Democrazia previsti dalla Costituzione Italiana, per scegliere la direzione di marcia su nodi controversi della vita pubblica delle comunità.
Di fronte a richieste specifiche di minoranze qualificate e/o situazioni di stallo tra diversi livelli istituzionali è sicuramente positivo promuovere partecipazione, istruttorie pubbliche, approfondimenti, pronunciamenti popolari.
Per molti può anche essere considerato un sano ravvedimento. Dal momento che rappresentanti di organizzazioni sindacali e di partiti hanno, anche recentemente, boicottato e negato importanti risultati referendari. Nazionali e locali.
Ma l'importante, ora, è intendersi.
Se Sergio Chiamparino e il suo Partito decidono di appellarsi agli elettori, si impegnano a rispettare sempre ed ovunque questo Istituto e il pronunciamento popolare che ne risulta? Diversamente, cioè, da quanto si è verificato a livello nazionale su più questioni (ultimo quello sull'Acqua Pubblica) o in specifiche realtà, come a Bologna (dove il Sindaco PD, Virginio Merola, ha esplicitamente boicottato il pronunciamento pro finanziamenti alla scuola pubblica)?

Il People Mover di Bologna. Una piccola Grande opera senza Referendum ... 


















Inoltre, se un percorso referendario lo si propone e lo si persegue in Piemonte, lo si ritiene legittimo anche in Puglia (ad esempio per il TAP) e in Sicilia (per il MUOS) o in Emilia Romagna (per il Passante di Mezzo)?

E ancora, se un progetto ha valenza locale e pure nazionale chi è chiamato a pronunciarsi? Una regione, più regioni o l'intero Paese?

Sono interrogativi che meritano confronto e risposte chiare ed impegnative.
Perché un conto è se a promuovere un Referendum sono cittadini auto-organizzati e che non si ritengono rappresentati dalle loro Istituzioni o dalla maggioranza politica che le governa.
Diverso è se l'iniziativa parte da Presidenti di Regione o Vice Presidenti del Consiglio dei Ministri.

Il cittadino può coltivare il dubbio che i massimi rappresentanti di una comunità (una Regione, uno Stato) come Sergio Chiamparino o Matteo Salvini (o altri ancora, di qualunque partito) pieghino un Istituto democratico di partecipazione ad un disegno di parte e di potere? Ovvero ad un presunto potenziale risultato? Come strumento di pressione e di condizionamento nei confronti di interlocutori ed avversari che si ritengono minoritari?

Nessuno sottovaluti. Dopo la piazza di Torino (la seconda piazza nel giro di pochi mesi) editori e giornalisti ci invitano a prestare attenzione ed a riflettere su cene, incontri pubblici, iniziative parlamentari che potrebbero segnare il futuro.

"Salvini a cena con il Giglio magico" ...
Il "retroscena" proposto da la Repubblica (martedì 15 gennaio)


L'appuntamento organizzato da Annalisa Chirico, raccontato da Il Fatto Quotidiano (16 gennaio)
















Salvini, Bongiorno, Boschi, Bonifazi, Montezemolo, Briatore, Malagò, Cairo, Letta, Lo Voi, Bono, Grieco ...
(Il Fatto Quotidiano, 17 gennaio)

















"La Lega vota contro i 5 Stelle sull'ambiente. Salvini: non si campa di NO" (il Corriere della Sera, 17 gennaio)

21 commenti:

  1. Il riferimento alla interruzione della circolazione sulla E45 pone problemi in varie direzioni.
    A quelli che hanno governato fin qui (centrodestra e centrosinistra), che non hanno curato adeguatamente le manutenzioni preferendo investimenti ex novo.
    A quelli che opponendosi rigidamente (ambientalisti, verdi e ultimi i cinque stelle) ad ogni nuova strada (o autostrada, se è consentito) non consentono un naturale ammodernamento dei collegamenti viari comunque necessari tra paesi e territori altrimenti non raggiungibili (il trasporto pubblico non può arrivare ovunque).
    Antonio

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    1. La messa in sicurezza del territorio e delle infrastrutture è la grande priorità nazionale.
      Da decenni la E45 è un problema irrisolto. Nessuno contesta interventi adeguati. Eppure si è parlato a lungo soprattutto di prolungamento fino a Venezia ... Un nuovo tratto, altro che messa in sicurezza nel tratto in Appennino!
      Analogamente la Regione Emilia Romagna vuole l'Autostrada Cispadana e la bretella Campogalliano - Sassuolo. Non linee ferroviarie più moderne ed efficienti per trasportare in sicurezza passeggeri e merci ...
      Gianni

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  2. Referendum sulla Torino - Lione? Secondo me non lo faranno mai. Perché chi lo evoca rischia di perdere. Penso invece che lo usino per condizionare il m5s e farlo ripiegare su mezze misure.
    Come a Bologna dove il no al Passante di mezzo si vuole tradurre in un Passantino che si allarga e restringe a seconda degli spazi. Una soluzione assurda che non risponderebbe a nessuna visione e che aggraverebbe i problemi già esistenti.
    A conclusione dico che più che un referendum classico si - no, servirebbe un dibattito locale e nazionale strategico che definisca possibili grandi opzioni e primi progetti alternativi da finanziare. Insomma più consultazione tra ipotesi A (cura drastica pro ferrovie), B (libertà pro auto) e C o D (per altre possibili progetti e programmi) che referendum su una legge o proposta adottate. Ma questo non mi pare neppure contemplato nella Costituzione, scritta 70 anni fa, in un contesto troppo diverso e dove il paese ed il parlamento erano entrambi assai diversi da oggi.
    M.N.

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    1. Penso che il valore di un Referendum stia innanzitutto nella volontà di affrontare un confronto partecipato ed approfondito su argomenti precisi e di interesse generale. Che non deleghi scelte importanti per la vita di tutti a gruppi ristretti del mondo politico, del potere economico, della burocrazia di Stato.
      Sull'Istituto Referendum, sulla sua valorizzazione nell'ambito della Democrazia Costituzionale è in corso una opportuna discussione. C'è da augurarsi che si producano sintesi condivise e nuove regole dirette a consolidare il rapporto tra cittadini ed Istituzioni pubbliche.
      Gianni

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  3. Referendum ,materia delicata , strumento che se centellinato è sicuramente positivo ed utile , se abusato diventa peggio di un vino scadente ,da alla testa.
    La nostra Costituzione non prevede il Referendum propositivo. Personalmente non credo al potere taumaturgico di questo strumento , non credo che il Popolo abbia sempre ragione , non per nulla esistono il Parlamento, gli organi elettivi atti a promuovere le esigenze dei Cittadini e con loro Partiti , Sindacati , Associazioni che hanno , o dovrebbero avere, la funzione di mediazione sociale delle istamnze collettive se si perde questo patrimonio complesso di funzioni democratiche perdiamo tutto il senso di Collettività su cui il nostro impianto Costituzionale è costruito.
    Corriamo il rischio di ritrovarci una società dedità solo alla ricerca del risultato particolare , sarebbe, a mio parere, una sconfitta per tutti ma particolarmente per i più deboli .
    Hai inoltre il grosso rischio che una volta perso il referendum puoi chiudere anzi, devi chiudere, la battaglia Politica, che fai ti metti contro la volontà Popolare !!!
    Termino con una considerazione , non bisogna cercare scorciatoie , bisogna ridare alla Gente , al Popolo , della BUONA POLITICA , questa la strada maestra , il resto ci può portare ad una china pericolosa , e volendo si può già intravvedere.
    Ciao
    G.

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    1. Va bene, il popolo non ha "sempre ragione". Come del resto si può dire per il Parlamento, per i partiti, i sindacati, le associazioni ... E, ancor più, per i singoli cittadini, anche se sono molto colti e illuminati.
      Per questo la Costituzione italiana (elaborata dopo il regime fascista e la lotta di liberazione) prevede una pluralità di Istituzioni, dotate di specifiche funzioni e di autonomia, che tutte insieme, nel reciproco rispetto, possono fare vivere una democrazia.
      Il punto, oggi come ieri e in un Paese e in un mondo assai cambiati, è trovare un giusto e convincente equilibrio istituzionale tra strumenti di rappresentanza e di sovranità diretta.
      Oggi la sollecitazione a modificare l'Istituto del Referendum per valorizzarlo ed arricchirlo mi pare ragionevole perché siamo di fronte ad una crescente domanda di partecipazione popolare, che si combina con una crisi profonda di partiti, assemblee elettive e politici che troppo spesso appaiono incapaci di misurarsi con la realtà, le istanze, i problemi, le aspirazioni di grande parte dei loro stessi elettori.
      Evitiamo false contrapposizioni.
      La partecipazione popolare, associativa, istituzionale e referendaria contribuisce a costruire "buona Politica". E viceversa, la "buona Politica" forte negli argomenti, nel rapporto con i cittadini e nei progetti non teme il confronto ed il ricorso al pronunciamento dei cittadini.
      Gianni

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  4. Quelli del NO al Passante di Mezzo domani mattina, sabato 19 gennaio, ore 11 sotto le Due Torri per un flash mob.
    Non è certo con 4-6 corsie autostradali o tangenziali in più in Città che si riduce lo smog (oggi di nuovo oltre i livelli per le polveri PM10) e che si raggiustano i polmoni a chi se li è rotti dopo decenni di inquinamento.
    Più siamo, meglio è.
    Prevenire è sempre la cura migliore
    Ciao!

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    1. Sottoscrivo. Prevenire è sempre la cura migliore!
      Gianni

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  5. A volte dire si è più difficile che pronunciare un no.
    Ma il cambiamento richiede tanti si.
    Ed il si serve pure per chi vuole ammodernare grandi opere.
    Così dobbiamo dire si alla manutenzione di infrastrutture, ponti, gallerie, chiese, scuole.
    Il no è fondamentalmente conservatore.
    Meditare, prego.
    PD-mda

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    1. Si, si, meditiamo tutti.
      E andiamo avanti con giudizio.
      Senza paura per le parole.
      Conservare l'ecosistema naturale è un obiettivo da "conservatori"? Oppure la condizione per la sopravvivenza del genere umano?
      E dire NO alle guerre, No al terrorismo, No al riarmo, No alle dittature, No alle produzioni nocive, No alle grandi opere inutili (o non prioritarie) è regressivo o saggio?
      "Innovare" deve significare ricerca delle soluzioni migliori per la vita di tutti? O altro?
      Gianni

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  6. Io condivido la scelta di valutare ogni opera. Ci sono quelle di interesse generale e quelle progettate per arricchire solo studi professionali e costruttori (più i corrotti che le autorizzano). Ci sono quelle sempre promesse e mai fatte (dai Governanti del NO) e quelle che mancano di logica e strategia in un mondo che cambia.
    Prendiamo il Passante di Bologna, per esempio.
    Perché non è stato fatto a nord? come proposto per decenni quando ancora i 5S non esistevano, i comitati locali e gli ambientalisti erano isolati?
    Ha senso progettarlo ora a Sud? sicuramente non in Mezzo alla città?
    Diciamoci la verità: si, se i flussi veicolari si prevedono in aumento.
    Al contrario, no se si stima che in seguito al calo della popolazione attiva e all'invecchiamento progressivo degli abitanti, allo sviluppo tecnologico e del telelavoro, alla realizzazione dei PUMS gli spostamenti in auto / autocarri a partire dal 2025 si ridurranno.
    In questo scenario, perché dovremmo continuare ad investire su asfalto e cemento?
    Le risorse previste (alla fine almeno 1000 milioni) si potrebbero indirizzare proficuamente su due distinti obiettivi di miglioramento della qualità della vita di tutti.Cioè: A. potenziare i servizi ferroviari (per passeggeri e merci) e B. aumentare il verde urbano (con quinte arboree al posto delle nuove corsie e nelle aree interstiziali ancora libere).
    L.

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    1. Concordo.
      Si devono investire meglio le risorse di cui disponiamo.
      Gianni

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  7. Non si può essere sempre e comunque pro "grandi opere". Quali "grandi opere"? Io contesto la realizzazione di nuove autostrade al nord e al sud, ma sono a rivendicare quanto voluto dagli italiani con il referendum del 2011 a favore dell'acqua pubblica, bene comune.
    Non sarebbe una "grande opera" nazionale il rinnovo della rete idrica che per la mancanza dei dovuti investimenti di manutenzione e di sostituzione delle vetuste tubature (in molti casi ancora di cemento-amianto) spreca oltre il 40% di una delle principali risorse per la nostra vita?
    Ecco ciò che un Governo che si dichiara del cambiamento potrebbe fare, per dare concretezza alle promesse.
    Raffa

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    1. A livello locale le risorse per sostituire le tubazioni ci sarebbero, però, ad esempio, è più importante pagare il presidente e l'amministratore delegato di HERA la modica cifra di 516.000 euro l'anno CIASCUNO (il vecchio miliardo di lire, a testa) o vantarsi di distribuire utili agli azionisti pubblici (che a loro volta devono mantenere gli amici degli amici) e privati.
      E il risultato sono le decine di pronto intervento per acqua, gas e teleriscaldamento che si vedono ogni giorno in giro per Bologna.
      MC

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    2. Commenti ed informazioni sicuramente pertinenti e da considerare.
      Gianni

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  8. Una buona notizia!
    La pesante sfera e la croce del campanile di Sant'Isaia (foto di apertura) non grava più sulla chiesa e sugli edifici sottostanti. Un pronto intervento li ha già rimossi ed una impalcatura testimonia dei lavori in corso.
    Non sarà una Grande opera ma la messa in sicurezza di chi vive e frequenta la zona è quanto mai apprezzabile.
    Antonio

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    1. Confermo l'intervento al campanile della Chiesa di Sant'Isaia.
      Resta l'urgenza di moltissime altre misure di prevenzione.
      Gianni

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  9. C'è qualcuno che pensa che sulle grandi opere e sulla TAV si rompa la maggioranza?
    O prevarrà ancora un rinvio?
    Perché non credo che né Salvini possa rinunciare a "quelli del si" che in larga parte puntano su di lui, né i 5S. possano recedere dai loro programmi elettorali che già hanno ridimensionato su più fronti (tipo Ilva o Tap).
    MP

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    1. Interessanti interrogativi.
      Sull'argomento pare opportuno un approfondimento (a puntate): Salvini, Di Maio, Zingaretti, Calenda ...
      Gianni

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  10. A proposito di grandi opere vedi, vedi il Passante di Bologna, ma a nome di chi parla l'Assessore Donini? E le pratiche di diffida e di ricorso che annuncia nelle interviste chi le sostiene?
    Nanni

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    1. Sicuramente l'Assessore Raffaele Donini parla a nome della Giunta Regionale dell'Emilia Romagna.
      Già non saprei dire se a nome di tutta la maggioranza che sostiene Stefano Bonaccini.
      Certamente non di tutti gli elettori che hanno contribuito ad eleggere una Giunta di Centrosinistra.
      Però, forse, anche a nome di elettori del Centrodestra e probabilmente di varie lobby di costruttori, di multinazionali dell'auto e del petrolio.
      Del resto ognuno è libero di scegliere gli interlocutori e gli alleati che preferisce ...
      Quanto ai costi delle pratiche immagino siano a carico della Regione, cioè di tutti i contribuenti.
      Gianni

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