martedì 6 novembre 2018

Situazione apocalittica?

Prevenire si può! Ambientalisti manifestano per uno sviluppo eco-compatibile (Rimini, dicembre 2015)
Che tristezza ascoltare o leggere le dichiarazioni di diversi esponenti politici sui fatti che colpiscono l'Italia. Ancora una volta manifestano una sostanziale incapacità di riflettere sulle esperienze e, soprattutto, si mostrano intenti a perseguire obiettivi di corto o cortissimo respiro.
Matteo Salvini, segretario di una forza politica che da decenni è alleata di Silvio Berlusconi e della sua Forza Italia con cui governa ancora grandi regioni del nord come Liguria, Lombardia e Veneto, scarica le responsabilità sugli "ambientalisti da salotto" che, a suo dire, difendendo alberelli e natura avrebbero sistematicamente impedito moderne infrastrutture ed interventi.
Maurizio Martina ed altri dirigenti del PD concentrano tutta l'attenzione e la critica sui condoni annunciati dal nuovo Governo giallo-verde per Ischia e sullo smantellamento di Italia Sicura, l'agenzia costituita da Matteo Renzi per progettare e supportare interventi annunciati e ancora fermi per la messa in sicurezza del territorio nazionale dai rischi idrogeologici e sismici.
L'uno e gli altri, come tanta parte della comunicazione pubblica e privata, rimuovono le due questioni essenziali che sono all'origine degli eventi drammatici di questi giorni.

Primo.
Lo sfruttamento incontrollato e senza qualità del suolo e delle risorse naturali, la crescita continua di costruzioni in spregio di un uso razionale e programmato degli immobili. In Italia come e più di altri paesi dell'occidente, sono stati da tempo superati livelli limite, di necessità e di ragionevolezza.
Non si tratta solo di fatti illegali e di abusivismo organizzato, diffuso ed impunito (come quello che ha spazzato via in pochi minuti a Casteldaccia di Palermo una intera famiglia e alcuni amici che stavano festeggiando un compleanno) che sempre, sfruttando bisogni sociali insoddisfatti e diritti negati, arricchisce spregiudicati affaristi e mafiosi.
Bensì di un complesso di scelte di crescita compiute attraverso leggi e norme, autorizzazioni e concessioni disposte da amministrazioni locali, giunte regionali, governi ed enti nazionali politicamente gravi e irresponsabili.
Le ultime vittime ed i danni al patrimonio storico e ambientale in Liguria o in Veneto sono il risultato di interventi urbanistici ed infrastrutturali sbagliati associati a mancate manutenzioni ordinarie e straordinarie. Il tutto, giustificato da assurde logiche di mercato e da potenti interessi privati, nonché da ricatti occupazionali.
Non mancano certo i dati, gli esempi e le denunce.
Il Rapporto Ispra 2018 racconta che nelle Regioni del nord -est nel biennio 2016-2017 il consumo di suolo ha proceduto con tassi superiori al 10%.
Il MOSE di Venezia, voluto da un potente blocco di potere e di affari trasversale che si è imposto nonostante le indagini della Magistratura e le condanne giudiziarie che hanno portato alle dimissioni di un Presidente di Regione e del Sindaco ha già bruciato oltre 4 miliardi di euro per un'opera infinita e che già mostra segni di usura, mentre l'acqua alta raggiunge livelli record e allaga San Marco e la Città patrimonio mondiale dell'umanità.

Ambientalisti in piazza per una legge contro il consumo di suolo (Bologna, novembre 2017)

















Secondo.
Effetto di questo modello di sviluppo e del conseguente inquinamento chimico è l'alterazione del clima che interessa l'intero pianeta Terra.
Le piogge ed il vento sempre più forti che si alternano a periodi sempre più lunghi di caldo e di siccità richiedono da parte di ogni comunità scelte nuove, coraggiose e coerenti di riadattamento e di riorganizzazione della vita collettiva ed individuale.
Lo dicono da decenni scienziati e ricercatori, studiosi e statisti illuminati, autorevoli consessi internazionali.
Lo ripetono, fino ad ora inascoltati, personalità della cultura e giornalisti liberi e pensanti.
E' tempo di praticare una conversione ecologica della economia e della organizzazione della vita delle persone, di unire bilanci ambientali e di responsabilità sociale ai parametri economici tradizionali.

Certo, occorre intraprendere Grandi Opere pubbliche!
Diverse da quelle realizzate, sostenute, finanziate fino ad oggi. Il fine deve essere la salvaguardia dell'ambiente; lo stop alle produzioni ed ai consumi che alterano il clima; la prevenzione ed il principio di cautela diretti a tutelare la salute e la sicurezza delle persone e delle comunità.
In questo ambito si impongono tre scelte:
1. Una ri-forestazione autoctona e razionale (come scrive Gian Antonio Stella su il Corriere), nuovi boschi urbani, alberi ed arbusti in aree demaniali ed edificate oggi abbandonate e da rigenerare (come rivendicano cittadini organizzati ed associazioni ambientaliste). Soprattutto così si valorizzano città storiche, coste, colline e montagne. Negando antistorici condoni e bloccando ulteriori edificazioni legali in territori vergini o agricoli delle città, che quasi sempre prescindono dai processi demografici, in calo.
2. La messa in sicurezza del patrimonio edilizio, delle infrastrutture e dei territori dai rischi idrogeologici e sismici. Con progetti ed investimenti poliennali importanti e finanziati da Istituzioni e risparmi privati. In queste ore si alternano e si sparano cifre che variano da centinaia di milioni a decine di miliardi. Servono atti impegnativi e non chiacchiere. Dieci miliardi l'anno per almeno 5 anni, sostengono voci autorevoli. Per le aree terremotate ancora in gran parte da ricostruire, per fermare le frane e i dissesti in atto dalle Alpi agli Appennini alle grandi Isole, per anticipare i rischi da eventi naturali (come avviene nei paesi civili) e non seguirli (moltiplicando gli enormi costi umani e della ricostruzione).
3. Trasporti ferroviari ad alta capacità ed efficienza. Per garantire i diritti delle persone che si muovono ogni giorno per lavorare o studiare. Per favorire lo spostamento delle tantissime merci che si producono e si commerciano ogni giorno dalla gomma al ferro. Una conversione complessa ed impegnativa per le implicazioni sociali, industriali, urbanistiche, formative, contrattuali che comporta. Attorno ad aeroporti, autostrade e servizi di logistica sono cresciuti grandi gruppi multinazionali ed una miriade di realtà imprenditoriali di media, piccola e piccolissima dimensione. Un sistema di potere e di dipendenza che deve essere destrutturato e ricostruito per garantire diritti sociali ed ambientali fondamentali ai lavoratori ed ai cittadini.

Su tutto questo si misura il fallimento delle classi dirigenti imprenditoriali, delle burocrazie di Stato e dei partiti di Centrodestra e di Centrosinistra che si sono alternati al Governo, nelle Regioni e negli Enti Locali.
Ma anche il Documento di Economia e Finanza presentato per il 2019 dal Governo Conte non introduce le necessarie discontinuità, ripercorre troppe pratiche del passato, privilegia timide misure di redistribuzione tra le classi della ricchezza prodotta, ma non delinea investimenti portanti per un diverso sviluppo sociale e civile in armonia con la natura e con un mondo pacificato.
La sfida è aperta.
Nel Paese, in Parlamento e nelle Istituzioni decentrate ogni soggetto è chiamato a verifiche decisive.

"L'apocalisse veneta" ... titola il Corriere della Sera (domenica 4 novembre)

























L'articolo di Gian Antonio Stella (domenica 4 novembre)

























"Autunno nero. Dal caldo anomalo alle piogge torrenziali" ... (il Fatto Quotidiano, lunedì 5 novembre)




"Un Paese sommerso" ... di Sergio Rizzo (la Repubblica, lunedì 5 novembre)

























"Era tutto scritto già nel 2008" di Gian Antonio Stella (il Corriere della Sera, 5 novembre)


Bologna, la frana sul torrente Ravone del novembre 2017. E' ancora li, senza ripristino e manutenzione ...
































La lunga Marcia Globale (Rimini 2015, in previsione di COP21 a Parigi) ... continua!

6 commenti:

  1. E' chiaro che Salvini conosce più di quanto vuol fare apparire gli ambientalisti.
    Prende solo a pretesto "quelli salottieri" perché gli fa comodo. Se volesse effettivamente ragionare sulle proposte che WWF, Greenpeace, Legambiente, Verdi tedeschi ed europei, Naomi Klain e molti altri ... fanno e manifestano, sarebbe necessario uscire dalle sue classiche semplificazioni della realtà.
    Molto della sua narrazione e grande parte delle politiche della Lega andrebbero probabilmente rivisitate.
    Possibile?

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  2. Incrociamo le dita.
    Se per sistemare un crollo di 30 metri a Bologna non basta un anno, in Veneto o in Sicilia ...
    Mario C.

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  3. Vero. Si costruisce molto in modo illegale (tanto poi si condona!) ma non solo, anche nella legalità con pessimi POC come nel caso di Bologna (il progetto ai Prati di Caprara è quello di cui ora più si parla) e di PRG insostenibili come lungo la riviera romagnola (nella seconda metà del secolo scorso). Ma il discorso vale per Genova e la Liguria, per Milano e la Lombardia.
    Quindi meglio non raccontare favole. DC e PSI, poi Forza Italia-Lega Nord e DS-Margherita-PD portano responsabilità storiche.
    Ora lo fanno anche i 5s senza ricordare perché sono stati votati? Pagheranno presto, non si illudano.
    Stop condoni e basta cemento!
    L.

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  4. Vero , esiste l'abusivismo, da sempre e da tutti tollerato in Italia , anzi direi che non è mai esistita in nessuna grande forza politica una consapevolezza ambientale e ad oggile prove di chi doveva rappresentare il nuovo sanno tanto di vecchio. Sempre ha prevalso la logica produttivistica , o si sono ignorati i bisogni della Natura o si è cercato di piegare l'ambiente e la Natura ai bisogni economici .
    Ora ci sta presentando il conto, l'ambiente , e lo pagheremo caro se non si prenderà coscienza dei cambiamenti climatici in atto e non si prenderanno le necessarie misure .
    A Bologna emblematica è la vicenda Prati di Caprara , si vogliono distruggere 47 ettari di bosco per edificare e " Rendere " alla Citta 27 ettari di parco ....siamo all'assurdo si Distrugge verde per dare spazio al Cemento , scelta sciocca e antistorica , il vero valore aggiunto di qualsiasi città ,oggi , è la quantità di verde a disposizione dei cittadini . Cemento e case ve ne sono a sufficienza , si recuperino eventualmente tutti gli spazi inutilizzati di questa citta che sono ormai troppi in una Bologna sempre più bisognosa di spazi di aggregazione .
    Serve a mio parere una politica a sostegno delle zone alpine ed appenniniche e delle campagne , lo spopolamento continuo e costante di intere zone montane ed agricole è tra le prime cause del degrado del territorio , nessuno cura più boschi e campi ,vivere oggi al di fuori di contesti urbani diventa sempre più difficile, zone che dovrebbero essere aiutate sono sempre più messe ai margini della filiera economica .
    O si ridà respiro dignità e reddito a chi vorrebbe mantenere vive campagne pianure e montagne , si sostiene l'economia di quelle aree o tutto ci franerà addosso , nessuno vive di sola bellezza occorre pure il companatico .
    Ciao
    G.

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  5. Problema.
    Come si conciliano le 3 scelte prioritarie che qui vengono indicate (forestazioni, messa in sicurezza del territorio dai rischi idrogeologici e terremoti, ferrovie) con gli impegni di questo governo per lo sviluppo dell''1,5% di PIL?
    Se di tagliano i progetti di nuova edilizia popolare, di infrastrutture e di altre opere necessarie (vedi Idice o Prati di Caprara, passante di Bologna e ristrutturazione dello stadio) come si può crescere e creare maggiore occupazione?
    Inoltre, aggiungendo altri costi pubblici a quelli che Salvini - Di Maio hanno concordato (reddito di cittadinanza, quota 100, flat tax, etc.) come si evita la bancarotta?
    Curti

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  6. Non siamo unici.
    Dalla Giordania alla California si piogge e di fuoco si muore.
    Urgono rimedi e come sempre più prevenzione!
    Anna

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