La significativa prima pagina del Corriere di Bologna di oggi |
Lorsignori ci provano. Legittimo, difendono le loro politiche, i loro interessi e il loro potere.
Il Corriere (della Sera e) di Bologna lo esplicita, senza giri di parole: "non sarà proprio un movimento potente come quello delle madamin torinesi pro TAV, ma è un piccolo segnale nella stessa direzione".
Il riferimento è al "fronte del Si" al Passante di Mezzo per il quale "vale la firma del 2016" tra Matteo Renzi, Stefano Bonaccini, Virginio Merola e Giovanni Castellucci.
"La ricreazione è finita" ed è giunto il tempo di valutare "se ci siano gli estremi per una class action" per "danno erariale" contro chi ritarda l'avvio dei cantieri sostengono Gianni Galli e Severino Ghini, che per lunghi anni si sono battuti contro il Passante Nord.
Significativamente il più venduto quotidiano italiano accosta a questo altri due significativi articoli. Il primo, con il titolo "case e infrastrutture, anche i costruttori alzano la voce", riporta l'iniziativa di ANCE che "punta alla bretella a Sud". Il secondo è "il mondo coop striglia Roma: il governo? Crei lavoro" e illustra le tesi e "il monito" di Confcooperative, Legacoop ed Agci all'esecutivo di Giuseppe Conte.
I Costruttori alzano la voce e c'è chi minaccia una class action a rovescio |
"Il lavoro prima di tutto. L'ossessione di Lusetti e di Legacoop |
Contemporaneamente, il Resto del Carlino dedica intere pagine a uomini di Confindustria, ANCE, CNA, Confcommercio, Confesercenti dell'Emilia Romagna.
Secondo Pietro Ferrari, Presidente degli Industriali emiliano romagnoli, il Passante di Mezzo "va realizzato subito", ma è "una soluzione utile a breve - medio termine", in attesa di altro.
Per Stefano Betti, Presidente dei Costruttori, occorre "partire con la versione integrale del Passante di Mezzo", "comunque insufficiente" perché a Bologna arrivano o sono previste "14 corsie: 4 da Milano, 4 da Firenze, 4 dalla Romagna, 2 dal Veneto", dunque "occorre una "risposta strutturale strategica".
Enrico Postacchini, Presidente dei Commercianti, è perentorio: "Grandi Opere, avanti tutta", perché "così diventiamo più attrattivi" e solo "la crescita delle infrastrutture e del turismo" daranno "benefici alle imprese".
"Il problema ambientale è serio" ammette il Presidente dell'Aeroporto Guglielmo Marconi "ma quando si impatta su aspetti legati al mondo dell'impresa e del lavoro bisogna intervenire con gradualità. La politica dei divieti e delle rigidità non premia".
Una delle pagine de il Resto del Carlino, con l'intervista al Presidente dei Costruttori dell'E.R. (30 11 2018) |
Ecco lo "zoccolo duro" ed incalzante pro Passante di Mezzo che oggi sostiene Autostrade SpA, il PD ed il Centrosinistra con un occhio al domani.
Infatti si staglia, prende forma e forza, un resuscitato partito del Passante Sud: come "soluzione" prossima, "utile" a lungo termine.
In realtà una scelta del passato, già indicata dalle Amministrazioni di Centrodestra Guazzaloca - Salizzoni e dal Governo Berlusconi - Lunardi. Tesi e "risposte" alle code del traffico veicolare oggi rimasticate e rilanciate dalla Lega di Matteo Salvini e di Lucia Borgonzoni.
"Soluzioni" vecchie (quelle dei Passanti a Nord, di Mezzo e/o a Sud), perché non escono dalla logica e dalla cultura della crescita del Prodotto Interno Lordo come parametro guida unificante degli interessi e della economia nazionali e perché non si misurano con il mondo reale del nuovo millennio, con le contraddizioni del sistema produttivo e di consumi imperanti (in Occidente come in Oriente) e con il bisogno impellente dei popoli e delle persone di vivere in un ambiente sano, eco-compatibile e libero dal potere arrogante e prevaricante di grandi gruppi multinazionali, espressione di minoranze ristrette ancorché combattive.
Parlano i fatti del nostro tempo: la California in fiamme, Città del Capo senza acqua, lo scioglimento di ghiacciai precedentemente considerati perenni, vastissimee zone della Cina inquinate, dell'Africa colpite dalla siccità, dell'Asia alluvionate ... Poi, Venezia sott'acqua e il bellunese disboscato, la Liguria e il Sud dell'Italia flagellati dal mare, dal vento, dalle trombe d'aria e dal maltempo, l'Emilia delle frane e del dissesto idrogeologico ...
Insomma, i cambiamenti climatici provocati dallo sviluppo e dall'inquinamento industriale ed i grandi processi sociali e demografici ci impongono la scelta della conversione ecologica.
Si conferma lungimirante la tesi per cui prevenire è meglio che curare.
A questo dovrebbero orientarsi - qui ed ora - le scelte culturali, politiche ed istituzionali della Unione Europea, dei governi nazionali, delle Regioni e dei Comuni.
La priorità negli investimenti pubblici e in quelli privati deve privilegiare produzioni pulite, la bonifica dei territori, una organizzazione della vita e delle attività umane compatibile con l'ambiente naturale e con la salute delle persone, una Mobilità Sostenibile, meno o non inquinante.
La priorità per ogni cittadino, associazione o partito non può essere continuare con questa crescita senza qualità. Oppure spostare il traffico dei mezzi privati dalle campagne alle città o dalle città sotto le colline o sotto terra.
Piuttosto è tempo di ridurre la dipendenza delle persone dalle auto e dagli autocarri; è ora di invertire la corsa continua al cemento e all'asfalto. E' il momento di battersi ovunque per migliorare la qualità dell'aria e dell'acqua; per accrescere il verde e i boschi anche nelle aree urbane; per potenziare le ferrovie ed efficienti SFM; per integrare e rendere competitivi (oggi non lo sono, neppure in Emilia Romagna) i trasporti pubblici; per promuovere una mobilità dolce (a piedi o in bici) sicura (come chiedono un numero sempre maggiore di cittadini di Bologna, Roma, Parigi, Monaco o Berlino).
Il popolo inquinato delle città storiche e delle varie periferie della pianura padana non possono accettare di vivere con continui superamenti dei valori limiti e di cautela definiti a livello europeo; né possono scaricare a Nord o a Sud, a Est o a Ovest le punte estreme di PM10 e Pm2,5, di NO2 e di Ozono, di decibel e di ulteriore consumo di suolo nella illusoria speranza di limitare i danni e non essere tra le vittime dello smog e del rumore.
Lasciamo questi approcci a Lorsignori e ad alcuni azzeccagarbugli incapaci di misurarsi con il mondo che cambia.
Il popolo inquinato delle città storiche, delle periferie e del contado deve unire le forze e le persone libere e pensanti in un impegno comune per la vita, per la salute e per l'ambiente. Si può fare.
La sfida è aperta.
Occorre essere in campo, protagonisti attivi per un futuro migliore: opponendo alle politiche di Distruzione delle risorse naturali primarie e della coesione sociale un Movimento pacifico, propositivo ed inclusivo di energie giovani, ambientalisti del nuovo millennio, lavoratori di imprese socialmente utili (tra cui non può mancare la Breda Menarini - Industria Italiana Autobus), medici, biologi, insegnanti e genitori.
La vasta mobilitazione e l'Istruttoria Pubblica per salvare il bosco ai Prati di Caprara sono un patrimonio comune importante e da valorizzare. E' urgente saldare tutti i soggetti impegnati nella Rigenerazione urbana e per uno sviluppo civile, di qualità.
Le prossime settimane misureranno le forze in campo.
Non vinceranno gruppi ristretti, piccoli o medi partiti agguerriti, pochi testimonial competenti o performance creative che certamente debbono essere impegnati.
Sono decisive mobilitazioni e/o piazze plurali, ricche di voci ed esperienze, di argomenti e colori.
Come è stato, in passato, per il G7 Ambiente o, di recente, per AbbracciAmo il Bosco.
Ma, forse, serve qualcosa di più forte e dirimente: una proposta di Democrazia partecipata: che riconosca a tutti i cittadini la responsabilità di un indirizzo, il diritto - dovere personale di informarsi, di riflettere e infine di scegliere secondo coscienza da dove partire e "quali opere e cantieri" debbono avere effettiva priorità.
Superando anche il conflitto istituzionale in essere ("lo stallo" come spesso lo si definisce) tra rappresentanze locali (legittimamente elette nel 2014 e nel 2016) e nazionali (legittimamente elette nel 2018).
Potrebbe essere una occasione per tutti di tornare alla Politica alta e di rendersi finalmente conto che oltre al "partito del PIL" c'è anche un popolo che chiede lavoro e investimenti finalizzati a vivere meglio, più sicuri e in salute.
Finalmente un articolo di Gianni Tugnoli con cui non sono completamente d’accordo!
RispondiEliminaIl tema della mobilità è complesso e non ammette soluzioni semplici: i Passanti comunque geograficamente denominati non sono la panacea, così come non lo è il potenziamento del TPL, se non è accompagnato da una gestione razionale del traffico stradale. Trasferire le merci da gomma a ferro è un’operazione lunga e complessa, oltre che spesso poco sostenibile economicamente, se non è accompagnata da un potenziamento degli snodi e dei terminali, a partire dai porti. Il servizio Mercitalia Fast di FS promette di eliminare 9.000 Tir all’anno dalla A1: ottima notizia, ma bisogna tenere presente che a due passi dalle due torri circolano liberamente 9.000.000 di Tir all’anno. tutto l’anno, senza limitazione alcuna come blocco del traffico o domeniche ecologiche.
A Bologna un Passante di Mezzo c’è già da cinquant’anni, e oggi non è più in grado di servire adeguatamente volumi di traffico sestuplicati rispetto all’epoca in cui è stato costruito. Occorre cambiare radicalmente strada. Occorreun piano strategico della mobilità e della logistica fondato su alcuni pilastri ineludibili.
a) autostrada e tangenziale vanno separate, perché servono due ordini di traffico completamente diversi, merci e spostamenti a lunga percorrenza in autostrada, mobilità urbana e metropolitana in tangenziale.
b) le autostrade devono sparire dal panorama urbano: non è più tollerabile che Bologna funga da tubo di scappamento di tutta Italia e mezza Europa, per servire un traffico che per il 70% ha origine e destinazione diverse da Bologna.
c) la tangenziale deve essere sostituita da un sistema viario e di trasporto pubblico razionale, con sedi separate per TPL su ferro e traffico veicolare. E se non c’è spazio per farlo in superficie, occorre cominciare a pianificare una rete di trasporti sotterranea.
La metropolitana si può fare e andrebbe fatta almeno nei due grandi assi portanti della mobilità: est-ovest (via Emilia) e nord-sud (via Ferrarese-via Toscana). L’interramento del tratto urbano della A14 deve entrare nella pianificazione territoriale, pena la condanna di interi quartieri (un quarto della popolazione) a incidenze spaventose di malattie e tumori, e non solo per l’inquinamento atmosferico: quello acustico non è meno dannoso.
In mancanza di un piano strategico razionale e condiviso in un reale percorso di partecipazione, nei prossimi anni dovremo rassegnarci a veder sorgere come funghi People Mover, Passanti di Mezzo e altre amenità contrarie al buon senso e alla razionalità, per tacere della tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Anche il tram, se non sarà ad alta capacità e ad alta frequenza (il che vuol dire abbandonare da subito l’idea balzana di farlo passare in centro), resterà negli annali come l’ennesima pillola di propaganda di una classe dirigente incapace di produrre soluzioni credibili a problemi reali.
Luca
Luca, per sviluppare il confronto provo a indicare (per titoli) le questioni condivise e quelle su cui approfondire i punti di vista.
EliminaConcordiamo che:
a) sono necessarie e prioritarie opere per liberare la Città ed il Paese da smog, decibel e congestione del traffico;
b) occorre muoversi con visione globale, interdisciplinare e intergenerazionale;
c) le Istituzioni debbono esercitare un ruolo di pianificazione partecipata.
Dobbiamo approfondire:
A) le effettive esigenze infrastrutturali di medio e lungo periodo, in considerazione delle evoluzioni demografiche, tra sistemi di comunicazione e di mobilità possibili ed auspicabili. Per intenderci, come possono conciliarsi le attuali tendenze allo sviluppo contemporaneo di Aeroporti, Alta Velocità ferroviaria, autostrade e, in ambito locale, superstrade, SFM, rete di metropolitane, tram o bus elettrici, più auto condivise e percorsi ciclabili protetti?
B) le eco compatibilità necessarie per garantire l'equilibrio naturale dei territori. Mi domando, ad esempio, l'utilizzo del sottosuolo in quale misura è perseguibile? Fino a che punto le rilevantissime fragilità naturali che registriamo - frane, falde idriche, subsidenza, materiali da movimentare - ci consentono di intervenire senza fare danni?
Gianni
Gianni, con la necessaria concisione imposta dal mezzo, confermo i punti di accordo e faccio solo un flash sugli altri:
EliminaA) Se c'è una cosa su cui i demografi concordano, è che nei prossimi trent'anni la popolazione delle città arriverà a rappresentare il 70% della popolazione mondiale. La popolazione di Bologna potrebbe più che raddoppiare da qui al 2050: vogliamo restare ancorati ai Passanti in Mezzo alle città, con un quarto della popolazione esposto già oggi a livelli di inquinamento intollerabili? Io preferirei anticipare il fenomeno e predisporre la città di dotazioni infrastrutturali adeguate, prima di ritrovarsi ammassati e impossibilitati a muoversi come polli in batteria. Già oggi bastano una fiera e/o due gocce d’acqua per paralizzare il traffico. Riesci a immaginare cosa succederebbe con le stesse infrastrutture viarie e il doppio della popolazione?
B) In Olanda (e anche in Cina, per esempio) sono all'avanguardia nello "shallow tunneling": fanno metropolitane e tunnel stradali o ferroviari letteralmente nella sabbia. Quando diciamo che serve un concorso internazionale di idee sul nodo di Bologna pensiamo anche a coinvolgere esperienze e competenze di questo tipo. Se aspettiamo che soluzioni come un Passante Nord sotterraneo, per fare un esempio, arrivino da un'azienda giurassica e orba come ASPI SpA, possiamo attendere tranquillamente la prossima glaciazione. E se si può bucare in sicurezza la sabbia, la roccia è ancora più sicura. Quando si è trattato di forare le colline per fare la variante di valico, non ci sono stati santi, e a parte un paio di errori dovuti alla solita urgenza di Autostrade di risparmiare chilometri e soldi, le gallerie ci sono, funzionano e sono molto meno pericolose dei viadotti. E non sono al corrente di disastri ambientali provocati dallo scavo o dal trattamento dei detriti. Credo che sia giunto il momento di eliminare pregiudiziali puramente ideologiche contro soluzioni efficienti e ampiamente sperimentate in tutto il mondo. Personalmente, quando sento un Donini o un De Maria dire che non si può fare il Passante Sud perché “le gallerie sono pericolose” mi scappa da ridere, anche se in realtà ci sarebbe da piangere.
Tutto si può fare, a patto che ci sia a) la volontà politica di farlo e b) la prudenza di affidarsi alla competenza di tecnici dotati di un buon curriculum e veramente indipendenti (olandesi o cinesi da questo punto di vista sarebbero una garanzia). E sempre tenendo bene in mente due obbiettivi sui quali certamente concordiamo: tutela prioritaria della salute umana e ampia partecipazione dei cittadini alle decisioni.
Luca
Luca, credo che ulteriori approfondimenti siano necessari.
EliminaA) Per Bologna le mie fonti (Comune di Bologna) non considerano affatto un incremento significativo della popolazione. Anzi, il saldo totale al 2030 indica un incremento lieve, compreso tra le 7 e le 20 mila unità, dovute ad una flessione del saldo naturale e ad un incremento significativo del saldo migratorio.
La questione è naturalmente tutt'altro che irrilevante ai fini della programmazione di servizi ed infrastrutture.
B) Apprezzo decisamente il confronto internazionale con esperienze d'avanguardia. Mantengo tuttavia la convinzione che il nostro territorio proponga specificità e caratteristiche che mal si adattano a manomissioni ed escavazioni del sottosuolo. I danni ambientali (falde, subsidenza, frane, materiali estratti) dei lavori per il tracciato della autostrada Bo - Fi e dal TAV Mi - Roma credo li potremo verificare nel tempo. Per il momento le riserve e la prudenza di (autorevoli) esperti e studiosi indipendenti (e di alcuni valorosi dirigenti pubblici) mi convincono decisamente di più dei dipendenti e dei consulenti di ASPI e FS. Credo che il confronto con olandesi, cinesi, scandinavi e giapponesi ed altri sarebbe molto interessante e per nulla scontato.
Speriamo ci si possa arrivare.
Gianni
Ma questa class action mi pare non abbia senso!
RispondiEliminaDovrebbe risarcire gli automobilisti per il ritardo dei cantieri?
s.
Penso abbia principalmente un carattere sociale e politico.
EliminaGianni
RispondiEliminaIl messaggio è:
Siamo pronti a calpestare tutti: c'è il black friday delle Autostrade. Vince chi spinge di più.
I passanti sono e saranno sempre insufficienti per Betti,d'altronde ha a traino tutte le betoniere dell'ER.
Galli e Ghini che fanno? una class action contro se stessi?
L'allargamento datato 2008 è stato fatto (soldi spesi male) come tampone per la necessità impellente di dare sbocco a parte del traffico su Bologna mentre si progettava il Passante Nord che non sarebbe stato disponibile in tempi sufficientemente brevi.
Bene, e chi ha bloccato l'altra metà dell'opera? A già... il consumo di suolo, intanto, a Calderara, si costruisce la nuova sede Datalogic su 19 ettari di terreno agricolo e la protezione di suolo “l'è bell'andata” e, visto che sarà in piena campagna, vai di nuovo cemento e di nuove transumanze di pendolari carristi e menomale che si occupano di software...
Ma è mai possibile che in alcuni paesi si continuino a costruire strade con il principale intento di rendere migliore l'ambiente e la vita delle persone e noi con l'unico obbiettivo di spendere meno e guadagnare di più anche calpestando chi ti sta attorno? Anzi gli si va a chiedere anche i danni...
Mi domando come si fa a non comprendere quando la misura è colma: Berlino e Colonia sono scese in piazza migliaia di persone per manifestare contro l'uso del carbone. A Parigi lasciamo perdere... io vorrei scendere in piazza ma mi conto e sono UNA (dite che non ho abbastanza ragioni o non sono abbastanza social se non mi segue nessuno? E dire che sono a tutti gli effetti una MADAMIN con tanto di pedegree, ma io sono contraria all'opera.
Chi ha una consapevolezza di ciò che significa una autostrada in città, conosce l'impatto ambientale dell'inquinameneto da traffico ed è convinto che i cambiamenti climatici non si combattono con 18 corsie di asfalto BATTA UN COLPO!
Non consentiamo che si faccia di Bologna una nuova Taranto: il bisogno di sviluppo non può continuare a schiacciare la qualità della vita.
Non credo affatto che i nostri argomenti siano isolati e minoritari.
EliminaAl contrario, rispondono a bisogni ed aspirazioni comuni a gran parte dei bolognesi, dei torinesi, dei tarantini, dei cittadini d'Europa e del Mondo.
Certo, avviare un reale processo di conversione ecologica comporta un progressivo cambiamento di abitudini, di attività, di investimenti, di formazione, di classi dirigenti.
Forti interessi resistono: un blocco di potere e di affari da non trascurare. Che coinvolge parte importante delle classi dominanti (espliciti Trump e i tanti "trumpisti" attivi in ogni paese e governo) ma che coinvolge trasversalmente classi sociali, partiti, alleanze politiche.
Lo vediamo ogni giorno.
Dopo COP21 siamo a COP24.
Dopo i Si TAV e i Si Grandi Opere sempre e comunque (le "madamin" ma soprattutto Confindustria, Confcommercio e C.) ci saranno i No TAV per la linea Torino - Lione (domenica prossima).
Poi, il crollo di Ponte Morandi a Genova con lo scontro su diverse ipotesi di gestione della ricostruzione.
Oppure i conflitti sulle nuove autostrade al Nord e il Passante di Mezzo di Bologna con il confronto duro in corso.
Per questo credo importante sfidare apertamente (e sul merito) i sostenitori di una crescita senza qualità.
Con l'obiettivo di non limitarsi alle piazze ma di chiamare al confronto ed al protagonismo una larga parte dei cittadini che vivono le contraddizioni delle Periferie vecchie e nuove.
Gianni
La diversità di strategie tra "Lorsignori" come tu li chiami e "Noi" è evidente.
RispondiEliminaQuesta mattina al bar (non compro mai il Carlino) ho letto che Vincenzo Boccia, presidente nazionale di Confindustria, per sostenere il progetto ASPI (Comune e Regione) di Passante di Mezzo afferma che il Paese non può farne a meno (insieme a nuova Cispadana, linea Torino - Lione ed aeroporto di Firenze) se vuole diventare un grande hub posto tra l'Europa e l'Africa.
E' "una" visione. La Loro.
Altro è pensare ad una Italia che si propone al Nord ed al Sud del Mondo come Bel Paese, dove le persone vivono in armonia con la natura, si organizzano e lavorano per vivere tutti meglio, in pace con i popoli, con più giustizia e libertà, producendo e commerciando oggetti utili alla comunità e non di distruzione (armi, industrie e prodotti inquinanti, agricoltura e alimenti nocivi):
navi ed aerei civili, treni e auto elettriche, reti e computer efficienti per comunicare e viaggiare;
porti, aeroporti, interporti, stazioni, ferrovie, strade, ponti e gallerie in misura essenziale ed integrata, più resistenti e ben mantenuti per offrire opportunità e sicurezza (non ricambi consumistici e rottamazioni continue per arricchire pochi nababbi e tenere in riga i più);
scuole, università, ospedali, centri di ricerca diffusi e di qualità per formare ed accompagnare le persone ad una vita sana, ricca di conoscenze e di cultura, di creatività, di benessere e di felicità.
Potrei continuare ... Ma tedierei, ora.
Questa è "altra" visione. La mia, la Nostra (se posso permettermi, naturalmente discutiamo di tanti aspetti e specifiche utili).
Il confronto mi sta bene.
Anche perché nessuno deve poter ritenere di avere verità assolute. E critica e dissenso servono sempre per verificare le tesi e fare passi avanti. Insieme e non costretti.
Ti chiedo però: quando parli di Democrazia partecipata sul tema specifico (del Passante di Mezzo o della Torino - Lione) a cosa pensi?
Perché è evidente che fin qui è mancata (tanto a Bologna e in Emilia R. quanto a Torino e in Piemonte o a Taranto e in Puglia) ma riprendere un percorso condiviso mi sembra difficile almeno quanto importante.
Ciao!
Ho già avuto modo di dire che sarei pronto a discutere ogni idea. Anche un percorso di informazione e di confronto che porti ad una consultazione vasta, popolare, con l'insieme dei cittadini interessati (bolognesi, della provincia, ...). Non vorrei lasciare nelle mani di altri una sorta di referendum (consultivo o deliberativo che sia). Perché credo nella forza degli argomenti e della democrazia. Non parto con l'idea che gli elettori siano prevenuti e autolesionisti ...
EliminaNaturalmente si tratterebbe di concordare contenuti, procedure, modalità e scadenze.
Gianni
Ci andrei piano con la definizione I Distruttori. Non tutta l'imprenditoria emiliana è rapportabile alle grandi multinazionali dell'auto ovvero ad Autostrade dei Benetton. Qui c'è un mondo di piccole e medie industrie interessato a mantenere buoni rapporti con il tessuto sociale ed istituzionale. Poi ci sono anche CGIL - CISL -UIL nel fronte pro Passante in sede. Tutti Distruttori?
RispondiEliminaQuanto alla Democrazia, bene se partecipata e se accomunata da un percorso concordato unanimemente. E' vero che tutti hanno legittimità ed è sbagliato dire che solo Regione ed Enti Locali rappresentano la volontà locale. Altrimenti vorrebbe dire che solo Conte - Salvini - Di Maio rappresentano il Paese. Ma quale partecipazione può sbloccare lo stallo attuale?
Antonio
Antonio, discutiamo.
Elimina1) Le ferite ambientali in Italia e in Regione non mancano. Purtroppo si ripetono, con vittime e costi collettivi.
Da quanto parliamo di prevenzione e di principio di cautela? Con quali risultati? Per questo mi pare che un termine forte come Distruttori rende l'idea e, forse, aiuta a scuotere le coscienze. Forse. Sbaglio?
2) Mi piace il confronto franco e leale. Non amo le contrapposizioni false e propagandistiche. Vorrei sbloccare progetti e risorse, investire in opere utili, grandi opere di qualità. Non tutte le grandi opere progettate e sostenute in nome del PIL e della occupazione.
Dunque diamoci giuste e condivise (dalla maggioranza dei cittadini) priorità. Qualcuno si appella ad una consultazione popolare? Un referendum? Perché No? Il confronto di merito non deve spaventare nessuno che crede nelle sue idee e nei suoi progetti.
Gianni