sabato 28 luglio 2018

Quali infrastrutture?

La "morte" si affaccia ... su uno sviluppo insostenibile (Bologna, maggio  2018)

















E' giusto che il confronto si incentri sulle grandi opere che segneranno per decenni il futuro del nostro Paese, delle nostre città, delle nostre valli.
Siamo tutti coinvolti.
Le attività ed i lavori possono essere socialmente utili o no.
Gli investimenti possono essere ambientalmente ed economicamente sostenibili o no.
Le grandi opere possono farci vivere meglio e in sicurezza o no.
Riflettiamo su due scelte importanti e di prospettiva.
Primo.
Costruire la nuova linea TAV Torino - Lione è una priorità per l'Italia e per l'Europa?
Si discute e ci si divide da decenni su questo. Pro e contro. Con grandi imprese e Governi nazionali favorevoli; comunità, associazioni ed Enti Locali che si oppongono risolutamente. Al di là del fatto che in questo caso si parli di ferrovia e di treni, non di autostrade, auto e bisonti del trasporto merci.
La sensazione è che sia sbagliato fare o ricevere critiche di natura "ideologica" o "di parte", di partito. E' preferibile misurarsi sui fatti, sui processi reali in corso, su ciò che vogliamo privilegiare per stare tutti un po meglio, sugli interessi economici e finanziari in questione.
Nel merito ha scritto (proprio) oggi considerazioni interessanti Livio Pepino in un articolo pubblicato su il manifesto: "Governo nel tunnel. Si, no, forse, sulla Torino - Lione siamo alla sceneggiata".
Secondo.
Portare a 16-18 corsie il già grande asse viario A14 - Tangenziale che attraversa Bologna è utile all'Italia e all'Europa?
Scrive (sempre) oggi il Corriere della Sera "lo scontro sulle infrastrutture" corre anche tra Bologna e Roma.
Titolo: "Passante, il Comune sulle barricate: la banalizzazione fa saltare il tavolo". Sottotitolo: "l'assessore Priolo: la posizione del governo è una presa in giro grande come una casa".
Secondo la Sindaco - Assessora bolognese "alla Conferenza dei servizi (fissata per il 13 settembre) si discuterà solo del Passante di Mezzo, per la banalizzazione dovrebbero ricominciare tutto da capo e noi ci alzeremmo da quel tavolo ... E sarebbe grave se questa Conferenza fosse solo un pro forma: ci avrebbero fatto perdere soldi e tempo".

La pagina del Corriere di ieri






















Volendo, possiamo anche parlare di "soldi e tempo".
Irene Priolo, Virginio Merola e Stefano Bonaccini sanno bene che non si possono scaricare queste responsabilità sugli ultimi arrivati: le forze politiche che sono uscite vincenti (piaccia o no) dal voto del 4 marzo 2018 sono cresciute (enormemente) proprio per l'incapacità di governare problemi, "soldi e tempi" dei partiti di governo e in particolare del PD e del Centrosinistra, di Forza Italia e del Centrodestra.
E' il caso di ripetere che Regione e Comune di Bologna sono ritornati sul vecchio progetto di Autostrade per l'Italia (l'allargamento in sede!) dopo avere sostenuto per oltre 10 anni il Passante Nord e dopo i lavori realizzati (non molti anni fa) per realizzare una "corsia autostradale dinamica".
Inoltre, queste Amministrazioni sanno bene di essere totalmente inadempienti rispetto agli impegni assunti dai loro predecessori e compagni di partito (Renzo Imbeni, Walter Vitali ecc.) nella realizzazione di precisi impegni programmatici ed urbanistici: la "fascia boscata" di 221 ettari attorno alla Tangenziale a contenimento di smog e rumore (prevista nel PRG del 1985) e il SFM, per il cui completamento sono stati sbloccati, proprio in queste settimane, risorse attese da decenni e - sin qui - mai stanziate.
Il Resto del Carlino (oggi) informa che "si faranno 2 nuove stazioni del SFM a Prati di Caprara e  Zanardi"

















Ma proprio questo è il punto. Nel terzo millennio (con i problemi ambientali e sociali che scuotono interi continenti) non si può più parlare solo di "soldi e tempi".
All'ordine del giorno in tutto il mondo, in Europa e in Italia sono le azioni necessarie ed urgenti per assicurare una conversione ecologica delle produzioni e dello sviluppo; per fermare i cambiamenti climatici che provocano effetti locali e generali devastanti, comprese migrazioni epocali; per promuovere la sicurezza e la salute dei cittadini, minacciate dagli effetti della congestione urbana e dell'inquinamento.
Non a caso, da mesi, si discute ovunque di PUMS e si annunciano, anche a Bologna ed in Emilia Romagna, azioni positive (linee di tram, un trasporto pubblico integrato alle reti ferroviarie, bici).
Ma ancora e sempre la distanza tra parole e fatti, tra promesse e pratiche è grande!
Imbarazzante.
Parlano i dati diffusi in questi giorni dalla Regione.

Il Resto del Carlino elenca le voci di "Opere sbloccate" e "Opere programmate e finanziate" (24 luglio)

























Significative!
Tra le "opere sbloccate" e rivendicate da Stefano Bonaccini e Raffaele Donini ci sono oltre 4.500 milioni diretti a potenziare infrastrutture in asfalto e cemento a fronte di 1.100 milioni destinati a trasporti ferroviari.
Tra le "opere progettate e finanziate" dalla Regione per i prossimi anni il rapporto è ancor più sbilanciato: oltre 3.200 milioni sono per ulteriori strade ed autostrade mentre solo 332 interessano il SFM bolognese e 220 il Porto di Ravenna.
Entro questo contesto di "opere strategiche" non si offrono ai giovani, ai cittadini, ai lavoratori ed alle imprese nuove opportunità di mobilità sostenibile, adeguate ai tempi e competitive: come servizi, frequenze e comfort. Con questi investimenti non si invertono le percentuali di uso dei diversi sistemi di mobilità e la sostanziale dipendenza delle persone dalle auto e delle merci dai TIR.
Ancora in troppi investiranno (volenti e/o nolenti) risorse e risparmi privati (piccoli e grandi) in uno sviluppo sbagliato e in crisi verticale, che nega salute e sicurezza.

Dunque è tempo di scelte nuove e coraggiose; di superare la contraddizione tra "elaborazione partecipata del PUMS" e "avvio dei cantieri per il Passante di Mezzo, per il complesso delle opere stradali di adduzione, per la terza corsia della A13 e della quarta corsia della A14".

Ci pensino bene, in questi giorni, gli amministratori ed i politici del PD e del Centrosinistra.
Riflettano su argomenti, progetti, passioni e battaglie di tante donne e uomini di cultura scientifica ed ambientalista, di sinistra e democratici (da Giorgio Ruffolo - le cui tesi sono qui proposte nel post del 23 luglio - in poi e ben prima dei Vaffa day)!

Perché arroccarsi su scelte di conservazione, a difesa di uno sviluppo senza qualità, che impoverisce persone e comunità, allarga le periferie e provoca morti premature e vittime dell'inquinamento o di un traffico urbano sempre più caotico per i troppi mezzi in circolazione? Proprio in questi giorni Bologna ha pianto il nono pedone investito ed ucciso nel corso del 2018.

Perché isolarsi sempre più? Rifiutando il dialogo con cittadini, comitati ed associazioni e contrapponendosi a tutti gli altri gruppi politici consiliari che sono all'opposizione o in maggioranza.
Come sta avvenendo nelle Assemblee elettive e come riporta il sito di Legambiente Emilia Romagna.
Con la sola (comprensibile) eccezione degli uomini di Pier Ferdinando Casini: Gianluca Galletti e pochi altri.

La posizione assunta dal nuovo Governo Conte - Di Maio - Salvini è una occasione da non perdere. Anche per il PD ed il Centrosinistra.
Non per proporre un deflagrante e improduttivo "muro contro muro", come pare suggeriscano alcuni amministratori e politici locali: "chi cerca alternative al Passante di Mezzo, riceverà il nostro No alla banalizzazione". Tant'è che il Corriere titola: "Passante, gli Enti locali all'attacco. Non c'è nessuna alternativa".
Piuttosto, per ricollocare le politiche di governo del PD e di un nuovo Centrosinistra: per sfidare apertamente questo Governo, il M5S e la Lega su investimenti forti e coerenti orientati alla sostenibilità ambientale e sociale dello sviluppo; per sostenere finalmente e concretamente "la cura del ferro", capace di migliorare la vita di tanti pendolari italiani; per realizzare linee importanti di tram e qualificare un trasporto pubblico più competitivo, nonché una rete di percorsi protetti e di servizi moderni a favore dei ciclisti quotidiani e di chi è disposto a usare la bici; per conseguire prima possibile gli obiettivi contenuti negli Accordi COP21 di Parigi e oltre.

Si, nei prossimi mesi si giocano una parte importante dei destini di Bologna e dell'Emilia Romagna, come quelli dell'Italia e dell'Europa.
Un appuntamento rilevante per le Istituzioni e e forze politiche è l'ormai prossimo rinnovo del Consiglio, della Giunta e del Presidente della Regione Emilia Romagna.
La sensazione è che davvero, per la prima volta dal 1970, la contesa si giocherà fino in fondo. Lo dicono diversi risultati elettorali (ultimo, Imola).
Un segnale di critica politica e culturale maturato negli anni, forte e chiaro almeno dal 2014, quando si recò al voto solo il 37,8% dell'elettorato e Bonaccini perse 600 mila voti rispetto a Vasco Errani.
Un percorso scontato?
Non è detto.
Purché si scelgano idee forti, progetti di cambiamento e di qualità in grado di dare risposte positive e di fare crescere l'interesse e la partecipazione, candidate e candidati credibili ed autorevoli per la capacità di fare prevalere aspirazioni e interessi generali ai tornaconti di parte, dell'attuale establishment e di un "sistema" di potere che non si autoalimenta sulla difesa dell'esistente o del passato.
Nel 2019 ogni cittadino libero e pensante valuterà in base ai Progetti in campo. Difficilmente, molto difficilmente, ascolterà i richiami all'ordine di amministratori, di vertici sindacali ed associativi che continuano a sottoscrivere Patti per uno Sviluppo e per il Lavoro o appelli pro Passante di Mezzo, pro nuova autostrada Cispadana e pro bretella Campogalliano - Sassuolo che le donne e gli uomini di queste terre faticano sempre più a capire ed a condividere.

Il Corriere informa del documento sottoscritto dai rappresentanti di 50 amministrazioni, sindacati, associazioni
(24 luglio)
























Il Corriere e l'arrocco degli amministratori (26 luglio)

24 commenti:

  1. Nel commento al post precedente sulla sanità ho concluso che gli amministratori mi sembrano tutti pazzi.
    Leggendo questo pezzo e seguendo distrattamente (non certo da pensionato, che non so quando potrò esserlo ....) le vicende sulle grandi opere penso che ognuna di queste merita di essere valutata a se, anche se verrebbe voglia di farle tutte (pensando alla occupazione che potrebbero assicurare) o respingerli in blocco (in considerazione della corruzione e delle clientele che determinano quasi sempre).
    Però mi rifiuto di considerare con lo stesso metro e giudizio una infrastruttura ferroviaria o stradale, una linea regionale o una linea ad Alta Capacità, ..... un presidio sanitario o un ipermercato, ....... una colonnina per mezzi elettrici e un impianto Exon o AGIP-ENI .........
    Eccomi quindi d'accordo sul fatto che bisogna programmare pensando alla prospettiva.
    Sbagliano gli amministratori, i politici e, perché no, i cittadini che condizionano i giudizi in base alla simpatia dei proponenti.
    Ora il TAV si concorda è progetto sovradimensionato rispetto a passeggeri e traffici esistenti e potenziali. Prima di completarlo (siamo al 10% dei lavori) sarebbe bene ricalibrare i costi benefici. Come dice il Ministro competente (poco importa se 5 stelle, Lega o PD).
    Quanto al passante per Bologna.
    Se fra 10-20 anni vogliamo andare tutti in auto procediamo pure (magari allargando pure altre arterie) ...... Se al contrario ci convincono i PUMS, concentriamo le risorse e gli investimenti su infrastrutture, servizi, mezzi adeguati ( ferro e trasporti collettivi o non inquinanti).
    Francamente non esiste "il passante non ha alternative". Primo perché non è vero, secondo perché pronunciato dagli stessi che per tanti anni volevano il passante a nord di 40km. fa semplicemente ridere anche mio figlio più piccolo!
    Va mo' là

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    1. Riprendo il passaggio sull'Alta Capacità.
      Mi pare particolarmente importante perché evidenzia l'obiettivo di potenziare le ferrovie anche per il trasporto di merci e non solo di persone.
      Questione assai delicata e complessa, perché tocca interessi economici diffusi. Un piccolo grande mondo di artigiani e piccole imprese, subalterni al sistema di potere delle grandi industrie multinazionali delle auto, degli autocarri e delle costruzioni di infrastrutture.
      Cambiare non sarà "un pranzo di gala".
      Gianni

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  2. Bel post Gianni. Leggendolo, anche chi avesse perso le puntate precedenti, può rendersi consapevolmente conto dello stato dell' arte.
    A ruota libera:
    - è paradossale che chi fino a ieri si rivolgeva ai cittadini-scolaretti dicendo: sia chiaro che non dobbiamo parlare se fare o non fare il Passante di Mezzo, ma tutt'al più come farlo (già sapendo che non avrebbe recepito le istanze), oggi lamenti che quel cattivone del Ministero voglia esplorare altre soluzioni . Chi la fa l' aspetti.
    - Nel novero delle forze sociali che dimostrano una ristrettezza di vedute, considerando idonei per lo sviluppo e le possibilità di occupazione solo la cementificazione e la asfaltatura, inserirei ahimè anche le componenti sindacali, viste le dichiarazioni che si affannano a rilasciare. In pratica, sono una faccia della stessa medaglia (l ' altra è il "padrone"). Possibile che in questo Paese non si abbia mai il coraggio di effettuare delle inversioni a U e si vada sempre diritti per la stessa strada (catramata)? Eppure in altri Paesi, anche vicini al nostro, le best practices non mancano.
    Sarebbe come dire che se non ci fosse più il petrolio finirebbe anche l' industria automobilistica...
    - una considerazione sulla banalizzazione della Tangenziautostrada: se passasse il progetto di allargamento, una infrastruttura così potenziata fungerebbe in breve da attrattore di nuovo traffico (andiamo tutti in Tangenziale, ora non c'è più coda), creando un corto circuito ambientale irreversibile. Invito anche a riflettere non solo sul "dopo", ma anche sul "durante" i lavori, aspetto che mi pare trascurato, ma dall' effetto dirompente: ci rendiamo conto cosa significhino per la città intera 5 anni di cantierizzazione su un Asse del genere,che dovrà essere messo sottosopra mentre 150.000 mezzi al giorno lo attraversano? Oggi basta un tamponamento e va tutto in tilt per ore e ore....
    La banalizzazione quantomeno spezzerebbe questi circoli viziosi, è chiaro che si tratta di un primo passo cui dovrebbe seguire la precisa volontà di diminuire il numero dei mezzi privati circolanti, non c'è altra via per la diminuzione di inquinamento atmosferico e da rumore, questo si ottiene con le politiche richiamate nel post.
    - Altra "conditio sine qua non" parimenti menzionata nel post: sull' asse Autostrada-Tangenziale si attendono da tanti, troppi anni, interventi di riqualificazione e rigenerazione ambientale che restituiscano dignità alle periferire degradate da una infrastruttura, sotto questo aspetto, abbandonataa se stessa. Tali interventi erano stati prescritti da istituzioni governative e/o ripetutamente richiesti da cittadini e residenti tramite petizioni e altre iniziative: fasce arboree a carattere di forestazione, barriere antirumore, tunnel più o meno green, dune alberate, monitoraggio in continuum degli inquinanti, ricerca epidemiologica sulla popolazione e quant' altro di adeguato.
    Qualunque soluzione verrà deciso di adottare per il superamento della criticità del "nodo bolognese", dovrà ricomprendere una volta per tutte le suddette azioni complementari, le risorse pubbliche o private o in project financing devono essere rese disponibili. È fin troppo tardi.

    Ryan

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    1. Condivido totalmente la preoccupazione per gli effetti che avrebbero i lavori di realizzazione del Passante sulla Città.
      Credo avrebbero effetti devastanti. Per ultimo, anche sul piano dei rapporti di forza politici. E debbo francamente dire che apprezzo che Merola, Bonaccini ed il PD si dimostrino sprezzanti del pericolo che potrebbe travolgerli: un esempio di cosa si è disposti a fare "per le idee" in cui si crede ...
      O, forse, la disperata convinzione che senza pagare anche questo "prezzo" salatissimo, non saprebbero come realizzare le opere di mitigazione e di risanamento ambientale promesse ai bolognesi nel corso dei decenni e mai concretamente perseguite ed avviate con la dovuta determinazione?
      Gianni

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  3. In questi giorni ci sono altre partite "strategiche".
    La più interessante e combattuta è quella dell'ILVA.
    Mi pare ci siano anche tratti che l'accomunano a quelle qui considerate relative alle infrastrutture.
    Non tutte le produzioni sono sicure. Analogamente alle infrastrutture.
    Poi non si deve scegliere tra più lavoro o meno polveri tossiche. Come qui tra più mobilità o meno smog.
    Si può e si deve lavorare per vivere. E così è per la mobilità in funzione della vita. Un ribaltamento è inaccettabile. Si deve vivere per lavorare? O si può vivere per spostarsi?
    Ci sono dubbi sul regolare svolgimento della gara che ha portato l'ILVA nelle mani del gruppo Arcelor Mittal. Qui addirittura non sono state fatte gare (che sarebbero state necessarie nel caso del passante a nord). Sarebbe interessante sentire la struttura diretta da Cantone.
    Vogliamo parlare del ministero all'ambiente passato e trapassato? Clini, poi Orlando e Galletti a Taranto. L'ultimo per la superautotange.
    E allora dico anch'io che occorre parlare, progettare, realizzare ECO-ECONOMIA (per dirla con Ruffolo e amici).
    Ciao!

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    1. Un grande tema quello relativo alla concentrazione in pochissime mani (nelle stesse mani?) dei compiti di ideazione, progettazione, valutazione dell'impatto ambientale, gestione appalti, controlli ...
      Ci si può sorprendere se dubbi e interrogativi crescono?
      Si, manca "ECO-ECONOMIA".
      Gianni

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  4. Si e no.
    C'è un modo per dimostrare che si valuta caso per caso le grandi opere infrastrutturali.
    Non essere sempre e comunque contro. Come una certa politica ha sempre fatto.
    I due casi in questione ne danno la possibilità, forse.
    Per esempio.
    Se la differenza la fanno rotaie e treni anziché strade ed auto allora per logica conseguenza si dovrebbe essere pro TAV e contro il Passante di Bologna (e la Cispadana....).
    Se la differenza la fanno la domanda domanda e i flussi allora si dovrebbe rinunciare subito alla Torino - Lione (anche uno studio commissionato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri ai tempi di Gentiloni ammetteva che le previsioni erano di molto sovradimensionate) ma potenziare senza ulteriori indugi A14 e tangenziale bolognese.
    Non vi pare che dire no e no crea interrogativi sui reali intenti ed argomenti?
    PD-mda

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    1. Pure seguendo il ragionamento, No, non mi pare.
      Perché stiamo parlando di due specifiche grandi opere (non di cento).
      E tu stesso hai motivato perché Passante di Mezzo e nuova linea Torino - Lione non sono una priorità.
      Al contrario di altre "grandi opere", che Si andrebbero fatte senza ulteriori indugi.
      Esempi concreti di priorità?
      1. Il potenziamento della rete e dei mezzi delle ferrovie nazionali, regionali e locali. Dalla Lombardia alla Puglia. Per Bologna il SFM (di cui si parla da decenni) senza effetti concreti e risolutivi. Ne ha parlato anche il Ministro Toninelli: "partire dai pendolari".
      2. La messa in sicurezza dei territori a rischio idrogeologico, a causa di costruzioni abusive e di dissesto. C'è tanto da fare. Progetti e interventi, investimenti e lavoro. Gli Appennini emiliani, ad esempio, sono interessati da diverse centinaia di frane, che provocano regolarmente distruzioni e danni rilevanti (come l'interruzione per settimane della linea FS Bologna - Porretta).
      3. La messa in sicurezza di città, borghi e infrastrutture dal rischio sismico. In base alle mappe recenti ed a verifiche strutturali puntuali. Altro lavoro per tecnici ed operatori qualificati. Programmi poliennali strategici e di qualità. Utili alla sicurezza di milioni di persone.
      Dunque nessun pregiudizio.
      Solo individuazione di precise priorità.
      Gianni

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  5. Sergio Chiamparino è per continuare (sottolineo, continuare) la TAV (come Lega e Forza Italia) e nel caso che personalmente considero remoto ci sia stallo con un ministro competente (sostenuto dai 5 stelle) contrario vuole promuovere un referendum tra i cittadini.
    A ben pensarci mi sembrerebbe uno sbocco democratico. Nella divisione dare la parola ai cittadini su grandi opzioni.
    Naturalmente vale per il Piemonte e non solo. Anche a Bologna.
    Antonio

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    1. Originali questi pidini.
      In Piemonte sono per il referendum, avendo con se la Lega di Salvini che è pro TAV.
      In Emilia non lo chiedono per difendere il Passante, perché sono isolati da tutti gli altri gruppi politici.
      Non sarà che temono di perderlo?
      Titti

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    2. Considero i referendum (ed altre forme di consultazione democratica dei cittadini) uno strumento di cui non abusare, ma comunque estremamente utile per scegliere come procedere su questioni controverse.
      Una occasione per approfondire, informare, crescere in conoscenze e cultura tra i cittadini.
      A volte le classi dirigenti nazionali e locali non hanno rispettato il risultato della partecipazione popolare ... quando lo hanno fatto tuttavia, quasi sempre, hanno anche pagato un conto salato.
      In credibilità politica.
      Sul piano nazionale è successo in occasione della consultazione sull'acqua pubblica. Ma non solo.
      Ho ricordo di un referendum consultivo locale, nel Comune di Ozzano dell'Emilia. Quando l'Amministrazione di Centrosinistra decise di sottoporre un progetto elaborato e fortemente sostenuto da partiti, imprenditori e "sportivi" per un "Campo da golf" dietro al quale non mancavano importanti lottizzazioni di terreni (con villette e cubature al posto di case coloniche abbandonate). I Si (favorevoli al progetto) prevalsero di strettissima misura, ma tanto si discusse (e si criticò con argomenti solidi) che si accesero le luci sull'intera operazione ... che presto e senza clamore venne abbandonata. Da amministratori e politici probabilmente più attenti e lungimiranti di quelli che persero il referendum bolognese sui finanziamenti alle scuole private (in anni di pesante riduzione delle risorse per le scuole pubbliche) e, ciò nonostante, hanno continuato come nulla fosse successo.
      Ma il tempo corre e - ripeto - chi non tiene conto del confronto e delle manifestazioni di volontà politica dell'elettorato paga dazio, prima o poi con gli interessi.
      Ora Chiamparino vuole il referendum sulla Torino - Lione in val di Susa? Lo promuova, si faccia. Sarà un confronto pubblico utile per milioni di cittadini. Non scontato. Al di là del pronunciamento dei partiti. Per vincere le battaglie ci vogliono insieme coraggio ed argomenti (non solo soldi e relazioni).
      Gianni

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  6. Quali infrastrutture che poi vuole dire quale sviluppo o decrescita.
    Non sarebbe stato meglio per tutti partire da qui?
    Capisco. Forse mancano le condizioni: idee e leadership .....
    Ma senza un progetto minimo ed esplicito si rischia di naufragare.
    Nik

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    1. Bisogna partire da qui: quale eco-economia, quali priorità, quali investimenti per migliorare la vita delle persone?
      Per governare davvero i processi, non vedo scorciatoie (né contratti ambigui o reticenti).
      Gianni

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  7. Ho sentito il Ministro Toninelli al Question - time alla Camera. Interventi seri e niente affatto ideologici. Se riusciranno a selezionare opere utili, meno utili o per nulla utili; se riusciranno a tagliare favori legali e illegali, corruzione e compensazioni varie ... Sottolineo, se, sarebbe una novità assai apprezzabile.
    M.

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    1. Si.
      Il progetto di potenziare "mobilità sostenibile" e "trasporti ferroviari e pubblici per milioni di pendolari" e "per le merci" va sostenuto con determinazione.
      Sarebbe un cambio d'epoca. Non sarà facile, ma è necessario.
      Gianni

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  8. Ogni giorno una novità .....
    Dal Passante a nord, al Passante di Mezzo (Merola e Bonaccini), alla tutta Tangenziale (Toninelli), alla terza corsia dinamica per la Tangenziale (tecnici Ministero e società Autostrade) ......
    Ogni giorno se ne sente una nuova.
    Compreso il pagamento (si, no, non so).
    Certo interessi ma una buona dose di impreparazione e di improvvisazione.
    VR

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    1. "Impreparazione" e "improvvisazioni" ingiustificabili.
      Per chi, governando per decenni, ci ha lasciato tanta insicurezza e insostenibilità.
      Per chi, volendo oggi governare il cambiamento, non assume posizioni nette e mature per uno sviluppo eco-compatibile ed una mobilità alternativa (per persone e merci).
      Il tempo di scelte radicali è ora. Come suggeriscono scienziati e chiedono cittadini.
      Ci vorrà comunque tempo, ma la direzione di marcia deve essere subito chiara.
      Gianni

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  9. Va be', allora no TAV e no Passante di Bologna (in fondo sono solo due opere su 100 che potremmo analizzare, dici)
    Ma i (tuoi) si a Ferrovie, FER e SFM vari non è detto risolvano i problemi della mobilità.
    Infatti, anche chi li sostiene (come i 5s) ora ipotizzano comunque interventi (una settimana il pedaggio per la Tangenziale banalizzata, la settimana successiva la terza corsia dinamica per la Tangenziale come per l'autostrada che resterebbe, la prossima ....)
    Insomma molta improvvisazione e scarsa conoscenza dei precedenti (solo parzialmente giustificabili dalla giovane età di Toninelli, Dell'Orco, Bugani e soci).
    Ecco perché trovo giusto che non si usi la ramazza per cancellare un lungo (ancorché discutibile) lavoro delle istituzioni locali e mi pare siano condivisibili le richieste di incontro di Comune e Regione per un confronto di esperienze e soluzioni. Da trovare presto e possibilmente insieme (dal no al si).
    PD-mda

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    1. Hai relazioni con l'assessora Priolo? Perché leggo sul Carlino di oggi una intervista sul Passante che sembra tenere conto dei tuoi suggerimenti. Anche lei parla di convergenze possibili in una conferenza dei servizi che si deve fare sul progetto proposto.
      In particolare sostiene che una terza corsia per la tangenziale è allargamento (o no? come altro si chiama?) , una corsia verde (che privilegia mezzi elettrici e ibridi) o dinamica è di interesse comune , opere di alleggerimento e ricucitura urbanistica restano necessarie.
      Quindi dopo la confusione, la tangenziale sarà allargata!
      Seguono i consensi del parlamentare bolognese PF Casini e di Galli - Ghini del comitato alternativa al Passante a Nord.
      Pare anche ci sia una convergenza per realizzare la linea uno del tram da Fico al Borgo.
      Antonio

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    2. Il confronto tra le Istituzioni (Governo, Regioni, Città Metropolitane e Comuni) è urgente ed utile.
      A Bologna come a Torino, a Roma e Bari.
      Soprattutto quando le soluzioni in campo divergono, ci sono mobilitazioni di associazioni rappresentative e di cittadini. Servono risposte, studi credibili, democrazia partecipata: che metta a confronto pro e contro tra progetti alternativi e valorizzi esperienze e competenze di valore internazionale, come sostengono - da tempo - anche i comitati bolognesi che rifiutano il Passante di Mezzo.
      Quanto alle soluzioni. Ritengo che nell'ultima settimana molti bolognesi (ed anche qualche autorevole cittadino di origine campana) abbiano compreso che il Passante di Mezzo non è la risposta migliore o "meno peggio" ai problemi aperti e irrisolti.
      Dunque, acceleriamo sugli investimenti ferroviari e sui trasporti collettivi e non inquinanti. Obiettivo ridurre quanto prima il traffico veicolare da strade ed autostrade.
      I PUMS hanno evidenziato diversi impegni condivisi ...
      Possono divenire prioritari per tutti o per tantissimi?
      Inoltre, le "protezioni" naturali e verdi (boschi, piante, arbusti) in Città, da estendere e non da ridurre.
      Gianni

      PS. Credo che i politici e gli amministratori che volessero sfidare la ragionevolezza finirebbero presto per "schiantarsi" contro un "muro" di elettori. Prevenire è meglio che curare, vale davvero per tutti.

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  10. Infrastrutture sicure!
    Anna

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    1. Si.
      Eco-compatibilità. Mobilità, mezzi ed infrastrutture sostenibili e sicuri/e.
      Maggiori costi per la salute? Si, giusto e necessario, ma anche (molti) minori spese (riparatore) non previste nei bilanci e non contabilizzate "ante" ma solo "post", a consuntivo.
      Gianni

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    2. Eppure si insiste!
      Addirittura c'è chi azzarda che aumentare le corsie serve per migliorare la situazione.
      Sono fuori.
      Vogliono procedere? Ridicoli. Letteralmente.
      Gli imprenditori? Sono gli stessi che riducono il personale per risparmiare, poi fanno lavorare i dipendenti per 10-11 ore o turni fuori contratto. Sono quelli che risparmiano nella sicurezza e scaricano le responsabilità sulle vittime di incidenti.
      I sindacalisti? Perderanno iscritti e militanti. Come in molte aziende.
      I politici? Perderanno altri voti di operai e periferie.
      BiBi

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    3. Il problema (per me) non è se il PD perde voti. Piuttosto è: a vantaggio di chi?
      Così la questione non è fare il Passante di Bologna: di Mezzo, a Nord, a Sud. Bologna, come l'Italia, deve risolvere contemporaneamente i problemi del traffico, della mobilita e dell'ambiente.
      Oggi le città sono congestionate e inquinate. Cosa vogliamo fare?
      Se è così andrebbe ricercata una intesa fattiva tra governo, regione e comune.
      Antonio

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