giovedì 27 febbraio 2014

Primarie

In tredici comuni della provincia di Bologna si sono svolte le primarie per scegliere i candidati a Sindaco del Centrosinistra.
Ancora e sempre primarie.
Oramai sono il tratto distintivo e caratterizzante (unico?) del PD e dei suoi alleati.
Nonostante le esperienze controverse.
Primo. Come sono andate?
Secondo. Parliamone, di Primarie e di Politica.
Un euforico Raffaele Donini, Segretario del PD bolognese afferma: "un successo senza se è senza ma". Beato lui. Beati loro. Secondo i dirigenti PD le primarie sono sempre e comunque "un successo". 
Fino a prova contraria: il voto dei cittadini nelle elezioni politiche ed amministrative. 
Fu un grande risultato quello delle primarie che indicarono Silvia Bartolini candidata a Sindaco di Bologna prima della storica sconfitta del 1999. 
È stato un successo quello delle primarie del dicembre 2012 dove milioni di elettori scelsero Pierluigi Bersani, salvo poi avere avuto due diversi Presidenti del Consiglio dello stesso partito; mai scelti da primarie di coalizione, né dai cittadini italiani con il voto: Enrico Letta, prima, e Matteo Renzi, ora, scelto, si, nelle primarie del PD, ma per fare il Segretario di Partito.
Così, da ultimo, le primarie sarde di qualche mese fa, con la vittoria di una donna poi ritiratasi per le indagini della Magistratura sulle spese immorali sostenute anche in quella Regione.
Ma torniamo a domenica scorsa.
In realtà, il risultato è assai differenziato. Tutt'altro che univoco e tranquillizzante per i protagonisti.
Intanto, la partecipazione: molto, molto differenziata. In alcune realtà fin troppo elevata (forse continuano a votare anche avversari?). In altre scarsa e sintomo di crescente distanza.
La punta più alta di affluenza si è registrata a Galliera (5.500 abitanti). Una partecipazione addirittura superiore al voto politico raccolto nel febbraio 2013: 1.490 votanti, contro i 1.459 suffragi a Bersani di un anno fa. Alle amministrative 2009 il Sindaco, Teresa Vergnana, al primo mandato aveva raccolto 2.004 voti complessivi. Ora. alle primarie, ha raccolto il 62%, contro l'altro candidato PD, di cultura "renziana".
Prendiamo in considerazione altre 4 situazioni: Argelato, Casalecchio di Reno, Castenaso e San Lazzaro di Savena.
Nei due comuni sotto i 15.000 abitanti, Argelato (9.692 abitanti) e Castenaso (14.611), i votanti sono stati tra il 19 e il 20% degli abitanti. Abbastanza vicino al 27% di Galliera. In entrambi i casi in presenza di un confronto tra i Sindaci uscenti (pro Renzi) e sfidanti PD (pro Cuperlo) i partecipanti hanno superato il 62 e il 60% dei voti raccolti dal Centrosinistra nel voto politico di febbraio 2013 o, per stare alla dimensione amministrativa, il 57 e il 55% del 2009. Una buona partecipazione, con un risultato di segno opposto: una netta conferma di Stefano Sermenghi a Castenaso, un testa a testa ad Argelato con la sconfitta finale del Sindaco Andrea Tolomelli ed il successo della sfidante Claudia Muzic.
Nei due maggiori comuni, Casalecchio di Reno (35.300 abitanti) e San Lazzaro di Savena (31.466), la partecipazione è stata, invece, molto inferiore: 3,5 e 8,2%.
Nel primo, l'alternativa tra un assessore uscente del PD sostenuto dal Sindaco Gamberini e l'assessora all'ambiente espressione di una lista civica ha prodotto un risultato nettissimo: 87,4 contro 12,6%. Ma la scelta vera si è consumata precedentemente, quando altre annunciate candidature del PD hanno rinunciato. Così i partecipanti sono risultati l'11,2% dei voti raccolti alle politiche di un anno fa ed appena l'8,4% delle precedenti amministrative. Effetto scontato, dice qualcuno. In parte, ma non solo.
A San Lazzaro, infatti, il confronto era molto più impegnativo. Con tre candidati in corsa: una assessora sostenuta dal Sindaco (di area Renzi), un altro candidato PD, sostenuto da una sinistra "trasversale" che comprende sostenitori di Cuperlo, di Civati e parte di SEL, ed il Vicesindaco uscente, pure di SEL. Hanno raccolto rispettivamente il 45%, il 38% e il 17%. Nessuno ha avuto la maggioranza assoluta. Ma le regole non prevedono un ballottaggio. Una competizione incerta, dunque. Ciò non ha tuttavia consentito di mobilitare le percentuali di elettori raggiunte altrove: qui ci si ferma al 27,3% dei votanti per Bersani alle politiche del 2013 ed al 23,3 dei votanti per il Sindaco Macciantelli nel 2009.
Così, ora, si sentono voci critiche da parte di autorevoli esponenti del partito (dall'ex Sindaco Bacchiocchi, all'ex Vicesindaco Mignani); partono appelli a superare le contrapposizioni delle primarie, in particolare dai vincitori e dai dirigenti PD.
È evidente la preoccupazione che la forte personalizzazione di questi mesi lasci strascichi nell'impegno delle diverse anime del PD e, unito alle scelte politiche nazionali, di rottura della alleanza elettorale di Centrosinistra, si ripercuota, negativamente, nel voto amministrativo.
Del resto, questo approccio, tutto incentrato sulle primarie e sulle persone, continua a lasciare in ombra i contenuti progettuali e programmatici del confronto e della lotta politica.
Partiti e coalizioni anziché discutere e proporre le principali scelte di governo e risolvere i molti contrasti e le contraddizioni presenti tra gli alleati con sintesi efficaci, argomentate ed impegnative, preferiscono mettere in campo tutte le possibili opzioni "delegando" (più o meno esplicitamente) ai partecipanti delle primarie il compito di indicare, con la scelta tra i candidati, le proprie preferenze. Ma poi le diverse tesi restano in campo.
Operazione discutibile e rischiosa.
Perché non sciogliendo i nodi politici e programmatici aperti, non offrendo all'elettorato, innanzitutto, la responsabilità di scegliere, con il voto, tra precise identità, progetti comprensibili, obiettivi chiari si mantengono tesi, dubbi, interpretazioni.
Si scaricano sugli eletti e sul futuro governo i problemi irrisolti, con effetti paralizzanti e/o forzature discrezionali ed autoritarie degli eletti.
Così un Sindaco che alle primarie (è solo un esempio) ha vinto anche per essersi dichiarato "contro il passante nord", ma che sa che per vincere le elezioni amministrative nel suo comune deve essere sostenuto anche dal competitore alleato "favorevole a quell'opera", attenua le sue tesi e convinzioni fino a renderle incomprensibili.
Se poi nel comune limitrofo ed ugualmente interessato al progetto della nuova autostrada, il risultato è opposto e le parti si invertono la nebbia diventa totale e la sensazione è che gli elettori non contano nulla.
Come in quell'altro comune, dove un Sindaco (eletto per evitare di ritornare al Centrodestra!) in base ad un programma con molte pagine e progetti tra cui un impegno (poco noto e raccontato!) di finanziamento delle scuole private, anche in tempi di crisi e di tagli alle scuole pubbliche, si arroga la responsabilità di non considerare un referendum partecipato in cui le sue tesi sono state nettamente sconfitte dai suoi cittadini.
Così, se gli elettori non contano nulla ... forse, è meglio non votare più o radicalizzare il voto.
Fino a ciò a cui mai si sarebbe pensato di essere costretti.
Una strana politica e democrazia, quella delle primarie italiane.







10 commenti:

  1. Ma quale esercizio democratico?
    Autunno 2012. Primarie di Centrosinistra per il Premier. Vince Bersani. Si vota e il Presidente del Consiglio lo fa Letta.
    Autunno 2013. Primarie per il Segretario PD. Vince Renzi. Due mesi dopo fa il Premier.
    Primarie 2014. Si vota per scegliere i candidati Sindaco. Si fronteggiano candidati di Renzi e, quasi sempre, candidati di Cuperlo o Civati.
    Ma che c'entrano quelle divisioni di partito con i problemi amministrativi dei nostri comuni?
    Anna

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  2. A San Lazzaro il Sindaco lascia una bella eredità ...
    Dei tre nuovi candidati non si è imposto nessuno.
    Molte divisioni e polemiche. Dopo SEL ora ci si è messo anche il vecchio sindaco, Aldo Bacchiocchi.
    Non sarebbe il momento di una alternativa?
    Sandro

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  3. Resta il fatto che nel PD il Segretario è anche candidato Premier.
    Dunque, se è vero che le primarie per decidere il Segretario di Partito non possono valere per il Premier (che sarebbe bene venisse scelto da una Coalizione più larga e in occasione di elezioni politiche) è anche da considerare che di fronte ad una crisi politica (vero, non formalizzata in Parlamento) il più autorevole e naturale nuovo Presidente è il Segretario.
    Semmai il passaggio Letta - Renzi sancisce la crisi dell'alleanza Italia Bene Comune che si sottoscrisse nell'autunno 2012 tra PD, SEL, CD e PS. Questo mi pare il fatto politico più serio e rilevante della fine del Governo Letta. Quello era proposto dai contraenti come Governo di necessità e a tempo (2015) ora si parla invece di maggioranza politica di legislatura.
    Allora il segretario del PD non si è detto disponibile a governare con il Centrodestra. Oggi il segretario PD si è impegnato dividendo la sinistra.
    S.M.

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  4. Ok. Di primarie si può morire.
    Ma senza primarie alcuni Sindaci non sarebbero mai stati candidati.
    In fondo è un modo per esprimere preferenze e cambiare le scelte di pochi.
    L.

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  5. Qui Castel San Pietro Terme.
    Missione compiuta.
    Il vecchio Sindaco Prantoni, oggi Assessore alla Provincia di Bologna, con pretese di ritornare a comandare in città, è stato rottamato.
    Nelle primarie di ieri si è fermato al 40%.
    Guardiamo avanti!
    Renzo Mattei

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  6. Invece a Modena ha vinto l'Assessore Regionale Muzzarelli, con un risultato sotto il 50%. Ma la seconda arrivata segnala irregolarità ...
    Il modo migliore per andare al voto?
    Carlo

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  7. ... e la comunità filippina sostiene che per il voto a Muzzarelli veniva offerto pranzo e due euro!
    Questo a Modena, Emilia!
    Fiorella

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  8. Personalmente sono per superare le primarie. O sono false (un candidato troppo forte rispetto agli altri) oppure la concorrenza viene esasperata e più o meno consapevolmente la politica si trasforma in una contesa tra persone e gruppi ... Che contribuisce a dividere e contrapporre all'interno di uno schieramento si presenta alle elezioni per vincere.
    Prendiamo l'esempio di Modena (che non è sicuramente il più problematico). Le cose dette dalla Maletti (la seconda classificata con il 42%) sul voto, come può non incidere negativamente nel prossimo confronto elettorale? Con potenziali sostenitori perplessi, altri infastiditi, altri in crisi, altri schifati ...
    Penso sia meglio rivedere la scelta.
    Antonio

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  9. A Reggio gli strascichi politici ed istituzionali sono ancora peggiori.
    Nella città di Delrio (Sindaco eletto e in aspettativa) il Vicesindaco Ferrari ha ritirato le deleghe all'assessore Corradini, candidato alle primarie e secondo arrivato.
    Uno scontro durissimo, con affermazioni pesanti di su entrambi i fronti. Difficile pensare che alle elezioni gli sconfitti possano sostenere i vincenti.
    E' questa la nuova politica?
    Mah!

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  10. Certe cose non si possono proprio sentire.
    Dopo le polemiche di Modena e Reggio il Segretario Regionale e Coordinatore della campagna elettorale di Renzi, Stefano Bonaccini pensa di togliere il voto agli extracomunitari.
    Ma la eventuale responsabilità di avere portato a votare cittadini in cambio di 2 euro, un pranzo o una pizza di chi è?
    Si rimuovono così le cause?
    Togliendo diritti invece di perseguire organizzatori dei comportamenti scorretti?
    Carlo

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