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Il titolo a tutta pagina del Corriere "dopo l'esposto" di 7 comitati e "l'apertura di un fascicolo" ... |
"La cosa che mi lascia perplesso è che non sento mai dire con fermezza né da De Pascale né da Lepore che prima di tutto viene l'interesse pubblico per i cittadini. Poi ci sono tutti gli altri interessi" afferma Piero Cavalcoli, valente urbanista. Già dirigente della Regione Emilia Romagna e della Provincia di Bologna, intervistato dal Corriere, l'arzillo e saggio pensionato, sempre disponibile a confrontarsi con chi glielo chiede, sostiene ed argomenta: "Milano e Bologna sono da tempo due città che fanno coppia a livello urbanistico nel bene e nel male ...
Nel bene sono due città che hanno sempre messo al primo posto l'urbanistica nelle loro politiche; nel male sono state caratterizzate dal collateralismo che ha reso schiava l'azione amministrativa, a Milano della Compagnia delle Opere, a Bologna del mondo della cooperazione". Una lezione di esperienza. Imperdibile (sotto il testo integrale). A Bologna succede che la legge regionale 24 del 2017 "elimina il progetto di pianificazione e rende del tutto contrattuale (tra costruttori, proprietari e amministrazione) l'operazione attuativa. Finché reggono gli uffici e la moralità dell'amministrazione, finché ci si tiene lontani da un certo mondo" ... Questa direzione d'indirizzo però (con le scelte regionali concertate in questi anni) non dipende più da Istituzioni, Assemblee elettive, forze politiche e gruppi consiliari "ma dalle persone" dice ancora Cavalcoli "in pratica dipende se c'è un sindaco che regge o che non regge. Siamo ormai al limite della somiglianza con Milano purtroppo". Insomma, le denunce e le inchieste che a Bologna sono partite faranno il loro corso, tuttavia c'è un problema politico rilevantissimo. Non vederlo, eluderlo, voler parlare d'altro è naturalmente legittimo ma qualifica chi lo fa. Soprattutto se questi sono politici ed amministratori ne va della loro reale comprensione dei problemi delle comunità, della loro onestà intellettuale, della loro adesione ai principi costituzionali o, all'opposto, di una inaccettabile arroganza del potere. In particolare verso le contestazioni di merito di cittadini informati, liberi e pensanti e di un movimento ecologista e sociale sempre più vasto ed articolato.
E' incredibile che dal Comune una Giunta che si definisce "la più progressista" si limiti a rispondere che sono state "seguite procedure corrette. Sugli edifici si è applicata la legge" con accuse ai comitati di "non conoscere le norme, quelle regionali consentono questi interventi".
Quasi che le associazioni ed i comitati ambientalisti e locali raccolti in RECA e i circoli di Legambiente non avessero raccolto due anni fa, in poche settimane, oltre 7 mila firme di residenti in Emilia Romagna su una specifica proposta di Legge di iniziativa popolare che vuole rimuovere e superare la Legge 24 del 2017.
Ed ancora, è enorme che a fronte di dichiarazioni all'interno della stessa maggioranza di Centrosinistra che riconoscono come "la Legge regionale è nata già sbagliata, appartiene a un mondo che non c'è più, è arrivato il momento di cambiarla" (Simona Larghetti, AVS), il Presidente della Giunta della Regione, Michele De Pascale, risponda "la Legge non va riscritta. Il nodo è la logistica. L'ERS deve diventare profittevole ... L'ampliamento in contiguità è una scelta corretta. L'esigenza della manifattura di crescere e aumentare la sua produzione è un bene preziosissimo. Dobbiamo tenere insieme il principio della tutela del suolo con la difesa della nostra manifattura ... Il contrasto al consumo di suolo si combatte con la densificazione urbanistica, con una urbanistica che sia capace di crescere in altezza per liberare magari spazi a terra per usi pubblici e aree verdi".
Peccato che dati ed esperienze, da Bologna a Milano, dimostrino tutt'altro, come argomentano Sarah Gainsforth, Paolo Pileri e Piergiorgio Rocchi (vedi sotto) in "Il trucco della rigenerazione edilizia. Disfarsi dell'urbanistica, le città ai privati"; "La città verticale? A Milano il consumo di suolo è cresciuto", come a Bologna; "Qui sono spuntate delle torri dove c'erano dei capannoni".
Citazione finale per l'Assessore all'Urbanistica del Comune di Bologna: in Consiglio Raffaele Laudani risponde a contestazioni specifiche e mirate di privatizzazione di spazi pubblici e di beni comuni con accuse smodate e fuori contesto. In nome di chi? A chi giova?
Il trucco della rigenerazione edilizia. Disfarsi dell'urbanistica, le città ai privati di Sarah Gainsforth
Il dibattito su Milano rischia di perdersi in opinioni che nulla hanno a che fare con la questione principale: sotto inchiesta è finito non un vago modello di città «che ha fatto anche cose buone», ma un processo economico di stampo neoliberale che accresce la ricchezza privata.
La ricchezza privata cresce attraverso l’appropriazione di risorse pubbliche, grazie alla deregolamentazione della pianificazione urbanistica. Il tema è innanzitutto economico: la costruzione di edifici senza permessi di costruzione ma con una Scia, strumento previsto per le ristrutturazioni, ha comportato la riduzione fino al 60% degli oneri di urbanizzazione, cioè dei contributi in denaro che i costruttori devono versare ai comuni per la realizzazione di servizi. Questo ha permesso a investitori come i fondi immobiliari, che già godono di consistenti agevolazioni fiscali, di pagare meno oneri e di aumentare i guadagni a spese dei cittadini, che si sono ritrovati con meno servizi e abitazioni troppo costose da abitare. La cancellazione delle norme urbanistiche serve ad affidare al mercato l’evoluzione della città ed è accompagnata da un repertorio di argomenti che la giustificano, quali la presunta maggiore «efficienza» di procedure «semplificate». Le norme sono definite come «burocrazia», questioni «tecniche», «ostacoli» a uno sviluppo che ha prodotto disuguaglianze notevolissime.
Di fronte alle proteste dei cittadini e alle inchieste giudiziarie, i promotori di questo modello (il sindaco di Milano Giuseppe Sala in testa) hanno avuto l’ardire di sostenere che la loro fosse una interpretazione corretta della legge nazionale, i cui principi sono in verità chiarissimi, provando a estenderla a tutto il Paese con la ‘Salva Milano’, che avrebbe imposto a ogni comune in Italia il 60% in meno di fondi da spendere per realizzare servizi. Il tema è soprattutto politico: questo modello sottrae la trasformazione della città al controllo pubblico (la Scia non passa in consiglio comunale). Milano ha fatto da apripista alla privatizzazione delle città cedendo in alcuni casi anche gratuitamente aree pubbliche a privati. Così oggi, si sostiene, costruire case per i ceti medi e bassi costa troppo. Ma se le case fossero costruite su suolo pubblico, a scopi abitativi e non speculativi, gli unici costi da sostenere sarebbero quelli di costruzione. E se le plusvalenze realizzate attraverso le trasformazioni fondiarie e immobiliari private fossero tassate adeguatamente, il comune avrebbe più soldi per costruire edilizia sociale e popolare. Ma a Milano la politica stessa è stata esternalizzata agli interessi dei privati e non si può neanche parlare di negoziazione pubblico-privata: a Milano hanno deciso direttamente i privati. Questo processo riguarda però tutte le città italiane; una proposta di legge sulla rigenerazione urbana prevede esplicitamente di affidare lo sviluppo delle città a soggetti privati.
La riduzione degli oneri urbanistici, attuata per competere con città globali di un altro rango come Parigi e Londra nell’attrazione di capitali privati, ha impoverito gli enti locali, diventati ostaggio dell’attività edilizia privata nel quadro della riduzione dei trasferimenti statali agli enti locali e dell’obbligo di pareggio di bilancio. È questo un tema di cui bisogna tornare a parlare: l’affidamento al mercato non ha garantito livelli adeguati di servizi e quindi di diritti di cittadinanza ma ha prodotto nuovi costi per la collettività e processi di spopolamenti e desertificazione, sia nelle città che nelle aree interne. Nelle città, le stesse trasformazioni urbane autorizzate per fare cassa producono nuove esigenze in termini di servizi e costi crescenti, insostenibili per gli enti locali che finanziano le attività ordinarie attraverso l’attività edilizia e il consumo di suolo, un circolo vizioso che bisogna interrompere se si vuole davvero parlare di ‘sostenibilità’. Per farlo, però, bisogna disfarsi dell’intero modello di sviluppo milanese (e dei sui promotori) perché, come ha scritto con chiarezza l’urbanista Antonio Calafati, la deregolamentazione della pianificazione urbana è l’elemento costitutivo del progetto neoliberale, condiviso anche dalla sinistra italiana.
il manifesto, 22 luglio 2025
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La prima pagina del Corriere di Bologna ... (23 luglio 2025)
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Per il Corriere in "Primo piano. I nodi della politica" ... (23 luglio 2025)
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Oltre l'esposto di 18 firmatari esponenti di 7 comitati il Corriere scrive della lettera aperta del Comitato Bertalia - Lazzaretto: "Si cementifici un polmone verde: 236 alloggi su 11mila mq" ... (23 luglio 2025)
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La pronta replica del Comune: "l'esposto è infondato. Improprio il paragone con Milano" ... (24 luglio 2025)
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Per l'Amministrazione: "procedure corrette. Non conoscono le norme, quelle regionali consentono questi interventi" ... (24 luglio 2025)
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Per Andrea De Pasquale, già consigliere PD: "ignorati dal Comune, così siamo andati dai PM" ... (24 luglio 2025)
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Le tesi de "l'ingegnere che ha progettato" alcuni dei "palazzi nel mirino" ... (Corriere di Bologna, 24 luglio 2025)
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"Il sindaco Lepore ostenta sicurezza dopo l'apertura di una indagine della Procura" ... (Corriere di Bologna, 25 luglio 2025)
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Interviene Valentina Orioli, "l'ex Assessora che seguì le pratiche: conflitti tra norme, noi corretti" ... (Corriere di Bologna, 25 luglio 2025) Una Amministrazione pubblica che rinuncia a misurarsi con il Governo del territorio e della trasformazione della società?
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Per Simona Larghetti, capogruppo di AVS in Regione, "la Legge regionale appartiene a un mondo che non c'è più" ... Sul Corriere di Bologna, in trafiletto ad una colonna, anche una proposta di Legambiente e WWF sull'area Bertalia - Lazzaretto (25 luglio 2025)
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Per il Presidente della Giunta, Michele De Pascale "si cambia ... ma tutele a imprese" (Corriere di Bologna, 26 luglio 2025)
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Per Michele De Pascale "la Legge non va riscritta. ma ha criticità da correggere. Il tema dell'ampliamento in contiguità è corretto ... L'ERS deve diventare profittevole" ... Il Corriere di Bologna, a fondo pagina, riporta anche "le proteste" del Comitato contro la privatizzazione del San Leonardo e "per investimenti pubblici sul patrimonio verde"... La risposta dell'Assessore Laudani in Consiglio Comunale: "hippy fuori dal tempo" ... (26 luglio 2025)
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Per Stefano Betti (di ANCE) "Legge sul suolo? Bene così. I grattacieli servono a non consumare suolo". Per l'architerro Pierluigi Rocchi (ex Coalizione Civica) "Qui sono spuntate delle torri dove c'erano dei capannoni" ... (Corriere di Bologna, 26 luglio 2025)
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Per Piero Cavalcoli, urbanista, "la legge regionale non salvaguarda i cittadini. A guidare è il rapporto tra costruttori e uffici" ... (Corriere di Bologna, 27 luglio 2025)
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Per Paolo Pileri, professore ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano; "La città verticale? A Milano il consumo di suolo è cresciuto" ... (il Fatto Quotidiano, 29 luglio 2025) A Bologna come a Milano crescono Palazzoni & consumo di suolo!
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In via Toscana ... là dove c'era una scuola (29 luglio 2025)
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Il nuovo nido Cavazzoni ... là dove c'era il Giardino Acerbi (29 luglio 2025)
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Dopo gli alberi tagliati per costruire il nuovo nido Cavazzoni, uno tra quelli "salvati" dal cantiere è secco ... (29 luglio 2025)
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I Palazzoni che "ombreggiano" le case popolari del Villaggio Due Madonne ... là dove c'erano capannoni artigianali (29 luglio 2025)
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Una delle torri costruite e in costruzione in via Scandellara, nel Quartiere San Donato San Vitale ... là dove c'era un terreno vergine occupato da "solfanai" e "ferrivecchi" (29 luglio 2025)
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Gru ed edifici crescono in via Rimesse ... là dove c'era un centro commerciale (26 luglio 2025)
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Il lato B degli edifici di via Rimesse e, sullo sfondo in basso a destra , le case su via Massarenti ... (29 luglio 2025)
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La P Tower tra via Donato Creti e via Stalingrado ... là dove c'erano le Officine Cevolani ... (27 luglio 2025)
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Lato a sud del palazzo di via Passerotti, in Bolognina, Quartiere Navile ... (27 luglio 2025)
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Il lato ovest del nuovo palazzo di via Passerotti ... (27 luglio 2025)
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Un nuovo edificio via Saliceto, angolo Jacopo di Paolo, Quartiere Navile ... (27 luglio 2025)
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Nuovi edifici si alzano nel comparto Bertalia Lazzaretto ... là dove era cresciuta una vegetazione spontanea (10 maggio 2025, vedi qui)
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Gru e costruzioni crescono nella grande "lottizzazione al posto del parco" compreso tra le via Terracini, Bertalia, Agucchi, della Volta, Sabena ... (maggio 2025, vedi qui) |
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Il cantiere al capolinea del tram oltre la Fiera, su viale Europa ... sullo sfondo il grande parcheggio multipiano (26 luglio 2025) |
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Giovani alberi da poco piantati in piccole aiuole strette tra colate di asfalto e cemento combattono tra la vita e la morte ... (26 luglio 2025)
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Alcuni alberi secchi sono già stati tagliati ... in basso al centro restano alcuni cm. di tronco e le radici (26 luglio 2025) |
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Un impianto di irrigazione non è stato sufficiente ... (26 luglio 2025)
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Altri alberi piantati al Parco Don Bosco dopo gli abbattimenti del luglio 2024 su viale Aldo Moro per la "ciclabile" mai realizzata mostrano estrema sofferenza ... (26 luglio 2025)
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Anche su via Serena la tesi della "semplice sostituzione di alberi storici con nuove piante" deve indurre riflessioni ... (26 luglio 2025) |
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I platani di via Ferrarese "salvati" per la modifica del progetto esecutivo del tram che ne prevedeva l'abbattimento sono ora alle prese con i lavori del cantiere autorizzato dalla Giunta ... (26 luglio 2025) |
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Che fine faranno?
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Ombrelli aperti in Piazza Maggiore per la pioggia che accompagna il "Pic-nic a Palazzo d'Accursio contro la privatizzazione" del Giardino San Leonardo ... (25 luglio 2025)
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Residenti e studenti universitari chiedono documentazione e confronto con l'Amministrazione Comunale: "obiettivo salvare un Luogo pubblico, rifugio ecologico naturale, vissuto tutto l'anno da una pluralità di persone" ...
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"Non snaturate la natura speciale di questo giardino" ... donne, mamme e giornaliste in piazza
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Un anniversario ed un auspicio: "un anno fa il passo di lato del Sindaco di Bologna sul Don Bosco ed il proposito QuattroFoglie" ...
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Una tregua nella pioggia contribuisce al dialogo tra giovani protagoniste e giornaliste ... |
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Si riaprono gli ombrelli: Pic-nic "giù le mani dal San Leo" bagnato e ... fortunato?
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L'iniziativa si sposta sotto il portico di Palazzo d'Accursio ...
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Dove si svolge anche "la pastasciutta antifascista bolognese" promossa da Cucine Popolari, ANPI, ARCI, AUSER ... si discute con passione |
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Incontro, dialogo e solidarietà con la lotta del Comitato San Leo anche da turisti italiani ed orientali ... |
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Il racconto della iniziativa proposto da Carlino Bologna ... (26 luglio 2025) |
Grazie, forse la differenza tra Milano e Bologna sta nella reale dimensione (di edifici ed affari).
RispondiEliminas.
Ora che i problemi li abbiamo creati dovremmo anche provare a risolverli.
RispondiEliminaE invece sento troppi negazionisti. O persone che sottovalutano le conseguenze del consumo di suolo, di natura e materie prime.
Pagheranno le ultime generazioni. Non dimentichiamolo.
BiBi
Le considerazioni di Cavalcoli, Pileri, Rocchi, Sarah e tue mi sembrano integrate e corrette. Non capisco come si possa continuare con indifferenza nelle scelte tradizionali o di immagine che caratterizzano le amministrazioni locali e la Regione.
RispondiEliminaCi vuole piu capacità creativa e minori condizionamenti dal potere industriale e finanziario che è sempre meno indigeno e sempre più internazionale.
C.R.
Grande. Per il giardino San Leo un nuovo passo di lato di Lepore (e della Jonhs Hopkins)?
RispondiEliminaSarebbe un successo per chi si è mobilitato, per la giunta e per la città trovare una soluzione condivisa.
Complimenti a tutti.
Il confronto, il conflitto e il dialogo sono un patrimonio da non perdere.
L.