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"Attacco psichico contro la JHU" per difendere il giardino pubblico di San Leonardo ... |
C'è chi nega l'insostenibilità ecologica e sociale della crescita senza governo dei processi economici, produttivi e finanziari in atto. E c'è chi, pur riconoscendo crisi e problemi, anziché ricercare e avviare prevenzione e conversione, opera unicamente per "compensare" le tendenze in atto e per "adattare" il mondo circostante alla crescita che considera "inarrestabile". Poi ci sono altre persone che, in base alle esperienze maturate, considerano necessario cambiare rotta radicalmente e possibile condividere progetti alternativi, capaci di invertire priorità e cambiare rapporti di potere.
La "locomotiva Emilia Romagna" e il suo capoluogo regionale vivono appieno tutte le contraddizioni globali. E stanno progressivamente perdendo i vantaggi storici accumulati per via di scelte lungimiranti compiute (nel secolo scorso) da cittadini, organizzazioni popolari o del lavoro, Amministrazioni fortemente radicate e rappresentative: pianificazione partecipata degli investimenti, spazi naturali e servizi pubblici riconosciuti e rispettati, difesa dei territori collinari, democrazia organizzata e strutturata di soggetti politici, sindacati ed Istituzioni ...
La vicenda dei 160 alberelli deliberati dalla Giunta Lepore e portati in vaso in 7 piazze del Centro Storico in tutta fretta è solo la più recente e diretta conferma: "per fronteggiare l'emergenza interveniamo prontamente e senza badare a spese". Dunque "promossi", come ha sussurrato qualcuno?
Impossibile assolvere politici ed amministratori che pur sapendo dell'urgenza e dei costi di interventi privi di significativa incidenza (e, probabilmente, "a perdere" come sostiene anche Alberto Minelli, consulente inascoltato del del Comune), contemporaneamente confermano tante, troppe, scelte che aggravano negativamente e pesantemente i bilanci ecologici ed economici.
Gli esempi di mancate realizzazioni di boschi urbani previsti ed annunciati sono noti e si trascinano da decenni. Le ridotte o nulle manutenzioni ordinarie e straordinarie di parchi e giardini pubblici sono in atto da anni e causano perdite e malattie al patrimonio di verde urbano.
Ora, anziché porre rimedio a inadempienze irresponsabili con investimenti che ricollochino al centro dei progetti di governo natura e cultura, si preferisce sottoscrivere "Patti" con privati. Patti che, anziché proporsi di sostenere ed ampliare con volontariato ed attività no profit il patrimonio storico di biodiversità esistente, consentono di fatto ad imprese ed attività finalizzate al profitto di espandersi su "Luoghi" pubblici, ricchi di storia e di vita quotidiana. Certo, spesso si evocano propositi di "rigenerazione" e di "gestione controllata contro il degrado": in realtà quasi sempre si procede per consumare terreni vergini e per privatizzare aree libere da interessi economici e di elevata socialità.
E' il caso del giardino don Tullio Contiero nello storico comparto di via San Leonardo (oggetto di uno storico recupero di edilizia popolare negli anni '70, progettato sotto la direzione dell'architetto Pierluigi Cervellati e studiato nel mondo), dove la Johns Hopkins University ha avviato lavori di ristrutturazione nella sua proprietà (che però incidono sul patrimonio di verde esistente nella parte pubblica) prima ancora di avere tutte le autorizzazioni necessarie dalle Autorità competenti. Questo almeno si deduce per il fatto che la scadenza posta dal Comune per le osservazioni dei cittadini al progetto di Patto presentato è previsto debbano essere avanzate entro il prossimo 17 agosto 2025.
Così quello che costituisce per molti residenti e studenti universitari un salutare rifugio climatico naturale, ovvero un "piccolo - grande mondo da salvare", viene di fatto già indicato come "cantiere per ristrutturazioni". Ora in proprietà JHU e, a "Patto di collaborazione" sottoscritto, su suolo pubblico. Il tutto con procedure stabilite attraverso accordi tra parti private e pezzi di istituzioni poco trasparenti e in deroga a regole e regolamenti comunali (a partire da quello sul Verde).
Purtroppo l'esperienza insegna che quando si opera con procedure poco trasparenti e ai limiti della legalità su realtà di piccola dimensione ... le pratiche non cambiano quando in discussione e di interesse per gruppi privati e cordate politiche sono grandi opere ed affari per miliardi di euro. Da Bologna a Milano, a Roma.
Su queste contraddizioni e sul modo come prevenire dubbi, diffidenze, illegalità e malaffare è dunque bene discutere, confrontarsi, rispondere. Nel merito. Misurandosi sugli argomenti e sulle critiche in campo.
Come sempre c'è, invece, chi preferisce parlare d'altro. Proporre vecchie e nuove piste, spesso fuorvianti, anche grossolane, dispendiose e pure destabilizzanti la democrazia costituzionale. Recentemente è stata riproposta la metafora di chi preferisce guardare al "dito" (o al "vaso") piuttosto che alla "luna".
Alcuni esempi, arrivano da autorevoli gruppi imprenditoriali editoriali e da comunicatori professionisti.
Primo. la Repubblica Bologna, che pure domenica aveva proposto una intervista a conferma della ricchezza e della creatività culturale del movimento ambientalista e sociale in atto ("badili e poesie", vedi sotto, piuttosto che fotografie, canzoni e musica ...) lunedì ha pubblicato alcune pagine imbarazzanti (per chi le ha scelte): "Sale la tensione sul San Leonardo. Oggi la protesta, questura in allerta" il titolo di apertura. "San Leonardo, la Digos teme l'effetto Besta" a pagina 2. "Minacce e insulti agli amministratori, Bologna sotto tiro" a pagina 3. Un tentativo non nuovo di anteporre presunti pericoli di "violenze" a epocali questioni di qualità della vita delle comunità. Un tentativo goffo, irresponsabile, pericoloso di ripetere il canovaccio usato un anno fa in relazione alle lotte del Comitato Besta per il Don Bosco, alle mobilitazioni No Passante di Mezzo e ai presidi in occasione del G7 "bolognese" di luglio. Nonostante il fatto che prime risposte anche giudiziarie hanno riconosciuto le "cause giuste" per cui si sono battuti attivisti processati e, recentissima, è l'inchiesta aperta "sui responsabili di atti di violenza adottati contro una attivista di XR nella Questura di Bologna".
C'è allora da chiedere perché, ancora una volta, influenti giornali, redazioni, editori non sappiano o vogliano distinguere. Che centrano le mobilitazioni democratiche di dissenso e di lotta politica - culturale e le azioni di disobbedienza civile non violenta con pratiche organizzate di gruppi violenti e terroristici? Ma ancora, perché non si sono alzate voci istituzionali di critica ferma e responsabile alla gestione dissennata di Polizia e Carabinieri nel corso del 2024? Perché sono sistematicamente mancate parole di solidarietà alle numerose vittime della repressione? come pure interventi sulla insicurezza sui luoghi di lavoro (che hanno riguardato operatori del verde, tecnici di enti pubblici, agenti delle forze dell'ordine, passanti occasionali e cittadini rispettosi di diritti e doveri costituzionali)?
Secondo. Il Corriere di Bologna titola "Il fronte verde contro Lepore. I tanti comitati che danno battaglia potrebbero scendere in campo alle amministrative". Tesi nota e praticata, per carità. E, naturalmente, altra cosa rispetto al confondere critica e pratiche pro natura con terroristi o violenti. Ovviamente, più che legittima. C'è chi l'ha praticata nel 2021, candidandosi con il CentroSinistra. O chi ci pensa, verso il 2027, per le comprensibilissime difficoltà che oggi comporta una scelta tra questo CentroSinistra (di Bonaccini e Schlein, di Sala e De Luca, di De Pascale e Lepore) e questa Destra (di Meloni, Tajani, Salvini, La Russa, Bignami ...), sapendo che già nel 2021 il 49% di elettori non si è recato ai seggi per eleggere il "loro" Sindaco e che nelle più recenti elezione per la Presidenza ed il Consiglio dell'Emilia Romagna l'astensione dal voto è addirittura salita al 53%.
E, tuttavia, non sfugge a giornaliste avvertite e redazioni esperte o "politici sapienti e scaltri" che privilegiare questo tema all'approfondimento delle materie specifiche e complessive poste dai movimenti di lotta può solo determinare divisioni anziché sintesi e alleanze progettuali capaci incidere sugli atti e i percorsi di governo. Perché, oggi, è noto che tra gli attivisti di associazioni, comitati e soggetti interessati o potenzialmente partecipi a comuni mobilitazioni per la conversione ecologica e pacifica delle produzioni, dei consumi e dei territori, per la giustizia climatica e sociale ci sono donne e uomini di ogni estrazione ideale, culturale, politica e religiosa: cattolici di ogni epoca e papato, mussulmani e buddisti, socialisti che si rifanno alla prima o alla seconda internazionale, comunisti fedeli alla terza o alla quarta internazionale, nostalgici "eurocumunisti" e della memoria storica del PCI di Enrico Berlinguer, anarchici di diversa cultura, marxisti libertari e di nuove correnti interpretative, ecologisti anticapitalisti e no, della prima e dell'ultima ora, delle generazioni di Greta e di Extinction Rebellion ... Dunque, oggi, introdurre ed insistere su liste e schieramenti "pro" o "contro" ha anche la conseguenza (il rischio? il fine?) di allontanare persone da obiettivi "altri", "di schieramento" che non sono sentiti primari ed utili. Di più, che consente ai conservatori di ogni specie e risma di costruire campagne di disinformazione: "il vostro è un obiettivo di parte e non generale, Costituzionale e planetario, come dite di voler perseguire".
Ovviamente l'interesse degli ecologisti storici e di ultima generazione, dei cittadini che chiedono di cambiare - qui ed ora - le scelte di governo di Città, Paese ed Europa è quello di non preoccuparsi preminentemente di che succederà nella primavera del 2027, ma di come si ottengono risultati sui temi attuali, al centro dei conflitti: dalla salvaguardia degli alberi e degli arbusti esistenti al San Leonardo e lungo l'asse della Tangenziale - A14 nei 30 parchi e giardini chiusi da due anni e mezzo alla sue precipue funzioni alla valorizzazione naturalistica (e non speculativa!) delle grandi aree ex militari e demaniali, dalla priorità di investimenti pro Servizio Ferroviario Metropolitano e pro percorsi ciclabili sicuri alla riduzione delle troppe impermeabilizzazioni di suolo ancora in atto. Le proposte di nuove politiche e di diverse Leggi regionali ci sono: oltre 7 mila firme sono state raccolte da RECA, Legambiente ed altre associazioni ... Purtroppo ferme da anni negli uffici delle torri di viale Aldo Moro. Fin qui eluse da Presidenti, Assessori e Consiglio.
Dunque il "fronte verde", ambientalista, ecologista, di cittadini liberi e pensanti propone soluzioni e questioni consistenti, su cui pronunciarsi. L'amico Gianfranco Pasquino avrà presto la documentazione che gli manca.
Partendo dal San Leonardo, come detto, un rifugio ecologico naturale! Non in vaso. Come, almeno in questa occasione, ha riconosciuto anche un corretto servizio sul TGR di Rai 3.
L'Amministrazione Lepore lo riconosca apertamente e si comporti conseguentemente, rispettandolo e investendo direttamente su di esso. Non consegnandolo a Università o ad altri gruppi privati.
Dal flash mob in piazza dell’Unità agli alberelli in centro.
Il 16 luglio in piazza dell’Unità in Bolognina si è tenuto un flash mob artistico per parlare
degli abbattimenti di alberi dovuti al cantiere della Linea Verde del tram. Ecco un riassunto
dell’intervento che ha aperto l’iniziativa.
Siamo qui in una giornata caldissima e veniamo da un giugno in cui, ancora in giornate
primaverili, abbiamo toccato i 39 gradi. Di fronte a questo, il sindaco di Bologna si è reso
conto che la situazione è grave e ha pensato di dichiarare certi luoghi della città “rifugi
climatici”, alcuni al chiuso con l’aria condizionata, altri all’aperto, come alcuni giardini
pubblici per la presenza del verde. Poi è arrivata l’iniziativa delle piante in vaso, disposte in
giro per le piazze del centro come ombrelloni, che tanto fa discutere, ma parlando solo
delle ondate di calore in centro e di cosa sarebbe meglio fare, appunto lì in centro.
Delle periferie non parla nessuno, perché è nelle periferie che avvengono le azioni più
contraddittorie rispetto alla mitigazione e al contrasto degli effetti del surriscaldamento
globale. In centro arrivano gli alberi in vaso e nelle periferie si continua ad abbattere alberi,
disboscare e cementificare come se non ci fosse un domani, distruggendo per sempre
quelli che sono i veri rifugi climatici.
Nel lungo elenco bisogna partire dall’avvio dei cantieri per il Passante nel 2023, progetto di
allargamento della tangenziale, che ha comportato l’insediamento di cantieri nel “Lotto
Zero”, peraltro in assenza di un progetto esecutivo, con l’abbattimento di centinaia di alberi
ad alto fusto, molti secolari, e sigillatura del suolo. Da allora ettari di aree verdi della città
sono recintate e precluse alle persone, per un progetto che speriamo non si faccia mai.
Vanno ricordati i 73 ettari di bosco della zona Bertalia-Lazzaretto, in parte già edificati, su
cui incombono altri progetti di cementificazione ancora ignoti poiché il sindaco non
risponde alle richieste di chiarimenti del comitato cittadino che si oppone.
I prati di Caprara, nonostante le mobilitazioni cittadine che fin qui li hanno protetti, non
riescono a trovare pace. Nella zona ovest, sono ancora a rischio di cementificazione 12
ettari di suolo.
Nelle aree delle ex caserme, oggetto di grandi sforzi progettuali di “riqualificazione”, negli
anni si sono sviluppate aree boschive e alberi ad alto fusto, come i 500 e più esemplari
della caserma Sani, che rischiano di essere in gran parte abbattuti per un modello
urbanistico che ovunque fa la stessa cosa: privatizzare, disboscare, cementificare.
Non un centimetro della città deve essere lasciato in pace e in centro si è costretti a
difendere il giardino San Leonardo da un progetto che nei fatti lo degrada da luogo
pubblico, frequentato da una pluralità di persone, ad area di pertinenza della caffetteria
della potente Johns Hopkins. Senza contare che il Comune di Bologna, dopo aver
dichiarato di avere interrotto ogni rapporto istituzionale con Israele, ha stretto un patto di
collaborazione con un’università americana che fa ricerca per sviluppare le armi usate nel
genocidio del popolo palestinese e nel suo campus di Baltimora reprime duramente gli
studenti che si oppongono.
In tutti i progetti, la distruzione del suolo e delle zone verdi viene giustificata da principi di
pubblica utilità o da retoriche “green”. Così, mentre si tirano giù ettari di bosco, si parla di
edilizia sociale, di risparmio energetico, di nuovi quartieri ecosostenibili, di impegno nella
costruzione di asili e scuole. Non solo le zone selvatiche, ma anche i parchi cittadini
vengono aggrediti dalla cementificazione e dall’abbattimento di alberi, come al parco
Cavazzoni per l’edificazione dell’asilo nido o come nel progetto per le scuole Besta al Don
Bosco, fermato da una pluralità di persone, a costo di manganellate, denunce e di una
repressione poliziesca inaudita.
Arriviamo a piazza dell’Unità e al progetto del tram, fiore all’occhiello della “mobilità
sostenibile”. Come si evince dal progetto esecutivo pubblicato su Iperbole, la linea verde
che arriva da via di Corticella, per curvare taglierà la parte sud ovest della piazza
portandosi dietro gli alberi che sono sul suo tracciato. In una nota del Comune, uscita ieri
in risposta all’organizzazione del flash mob, si precisa che in piazza verrà abbattuto un
solo albero di grandi dimensioni, più uno piccolo che verrà ripiantato. Si legge anche che
un agronomo, come sempre sui cantieri, valuterà le possibili conseguenze su altri alberi, in
particolare i cedri. Noi oggi qui in piazza possiamo constatare i primi effetti collaterali del
lavori, osservando le voragini scavate in profondità per installare due plinti, proprio in
verticale, al di sotto del tronco di una conifera, e a poca distanza da un ginco. Questi alberi
non sono nominati nella nota, ma ci si può aspettare che con le radici tranciate di netto, tra
qualche mese non ce la facciano, risultando malati, pericolanti, moribondi, da abbattere.
Senza contare che i dati a disposizione dimostrano che uno dei meravigliosi cedri
dell’Himalaya della piazza, censito con il numero 76476 non è riportato sulle carte del
progetto esecutivo, ma si trova di fatto sul tracciato dei binari.
La nota del Comune precisa anche che l’attuale progetto della Linea Verde è diverso da
quello iniziale, che, insieme alla creazione di un sottopasso, prevedeva l’abbattimento di
50 grandi alberi in più, compresi i platani in via Ferrarese. Non c’è scritto però che la
modifica del progetto è arrivata nel 2024 in seguito alle proteste dei residenti di via
Ferrarese, allarmati da un impatto sulla via così imponente, peraltro in un momento in cui il
caso delle Besta al Don Bosco aveva forte risonanza e forse era troppo a rischio di
impopolarità aprire in città un nuovo fronte di conflitto.
Si può tristemente constatare che senza l’intervento delle persone residenti, il Comune
avrebbe portato avanti un progetto a dir poco devastante, disegnato, come in tante altri
luoghi della città, considerando gli alberi un niente su cui tracciare una linea col righello.
Si vedrà inoltre se i poveri platani di via Ferrarese sopravviveranno davvero, con le radici
tagliate dagli scavi che corrono sui due lati della via per l’insediamento dei binari.
Facciamo pure conto, come scrive il Comune, che qui in piazza dell’Unità venga abbattuto
un solo albero e precisamente solo uno dei due maestosi bagolari che limitano la piazza a
sud. Già questo è troppo, già questo è inaccettabile perché non si tratta di un albero, ma si
tratta di quell’albero, di quel bagolaro che in decenni si è adattato così bene all’ambiente in
cui è cresciuto, che con la sua presenza ha trasformato il luogo che lo circonda. La sua
ombra protegge le persone in un perimetro che va dalla piazza alla strada, ospita animali.
Lui abita qui dal doppio o dal multiplo degli anni delle persone presenti. Non mancherà un
albero, mancherà quell’albero, e non c’è niente che possa compensare la sua perdita né in
questa piazza, né altrove.
Il principio della compensazione, taglio un albero qui, ne pianto tre là, è qualcosa che non
si può più sentire perché offende ormai l’intelligenza. Le compensazioni giustificano la
distruzione di vegetazione e di suolo nelle opere di “riqualificazione” e di “rigenerazione”
trasformando anche la più discutibile “pubblica utilità” in qualcosa di green. Il principio
delle compensazioni è quello che ha fatto fallire la gestione dei livelli di CO2 nelle grandi
COP che dovevano ridurre progressivamente la produzione dei gas serra a livello
planetario, ma che ci ha condotto su una strada disastrosa.
Questo flash mob propone un’esperienza di condivisione, di socialità, di produzione
creativa e collettiva per conoscere questa piazza con i suoi alberi, per guardarli, osservarli
e toccarli, mettendoli al centro dell’ambiente e del luogo che hanno contribuito a creare.
Speriamo che un’esperienza come questa possa essere uno spunto, perché per
proteggere i luoghi bisogna conoscerli e per difendere gli alberi bisogna vederli come
esseri viventi con una storia, collocata, come tutte le storie, in un tempo e in un luogo.
Quello che succede nelle periferie deve infine irrompere in centro. Cogliamo l’occasione
degli alberelli in vaso. Appoggiamo sui vasi foto di alberi abbattuti, di boschi distrutti, di
alberi condannati a morte per testimoniare la distruzione dei veri rifugi climatici che
avviene ogni giorno nelle periferie, mentre in centro si parla d’altro.
Questo potrà suggerire a chi governa la città pochi e semplici punti per una vera
“rivoluzione verde”, per un vero cambio di paradigma a costo zero: fare meno!
- Smettere di abbattere alberi
- smettere di disboscare
- smettere di cementificare e consumare suolo
- smettere di privatizzare luoghi pubblici
Bologna, 17 luglio 2025.
Collettivo Contro il calore che avanza
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16 luglio 2025, Bologna e le sue contraddizioni. Nel cuore della Bolognina, in Piazza dell'Unità, si ritrovano decine di residenti, mamme e ragazze, per manifestare in difesa degli alberi e contro un brutto progetto esecutivo della linea verde del tram ... (questo gruppo di 9 foto provengono dall'archivio del Collettivo contro il calore che avanza!) |
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In piazza (sull'asfalto!) la creatività delle persone e delle ecologiste: non contro il trasporto pubblico, ma per trovare soluzioni che concilino tram e verde urbano, mobilità sostenibile e rifugi climatici naturali ... |
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Principali protagoniste del "Flash mob artistico" giovani donne ...
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La piantina di piazza dell'Unità. Il percorso della linea verde del tram (le rotaie in rosso) rimane indifferente agli alberi esistenti. Pochi quelli da abbattere? |
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Ma ci sono anche questi. Non indicati come piante (di grandi dimensioni) da tagliare ...
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Eppure le loro radici sono recise dai lavori "di cantiere" ... Evidentemente incuranti degli effetti negativi sul patrimonio pubblico e le sue risorse. |
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In "compenso" l'Amministrazione Lepore porta alberelli in vaso in 7 piazze del Centro. Inevitabile l'ironia e la critica aspra del Collettivo contro il calore che avanza! ...
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Mani anonime di donne combattive denunciano le contraddizioni: colpiti alberi storici e contemporanea promozione degli alberelli in vaso? "Sai che in Bolognina per il parcheggio multipiano in via Saliceto tireranno via 40 alberi?"
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"Lo sapevi che sono state eliminate intere fasce boscate per il Passante di Mezzo alla periferia di Bologna? (Progetto fallito)"
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Bologna, 17 luglio. Il gruppo bolognese di Extinction Rebellion promuove una azione su Natura e Cultura e l'accompagna con questo comunicato stampa ...
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"Chiediamo che la crisi climatica venga trattata con la serietà che merita" ...
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"Chiediamo di stoppare ogni nuovo consumo di suolo e di fermare gli abbattimenti al San Leonardo. Chiediamo di sapere i numeri reali degli alberi presenti in città, di quelli piantati e di quelli abbattuti. Chiediamo una rivoluzione verde reale" ... |
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Dall'archivio fotografico di Extinction Rebellion Bologna: l'azione degli attivisti in Piazza Galvani ... |
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Una poesia appesa a un filo tra gli alberelli in vaso di piazza Galvani ...
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E, sempre in piazza Galvani, un'altro testo poetico è leggibile sul lato opposto ...
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In questo vaso alla poesia si aggiungono due riproduzioni fotografiche a testimonianza degli abbattimenti di alberi avvenuti nel Lotto 0 del futuro possibile (o no?) cantiere del Passante di Mezzo ...
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Altre poesie tra gli alberelli in vaso di piazza Re Enzo ...
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Qui una foto appesa ad un filo in piazza del Nettuno ... |
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E qui un altro testo ...
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"Badili e poesie, così le proteste sono visibili" titola la Repubblica Bologna l'intervista a Dario Tuorto, docente di sociologia all'Alma Mater. "L'ambientalismo è da sempre creativo" ... (20 luglio 2025)
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Il giorno dopo ... il titolo indecente di la Repubblica: "Sale la tensione sul San Leonardo. Oggi la protesta, questura in allerta" ... (21 luglio 2025) |
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La redazione bolognese del giornale edito dal Gruppo Exor controllato dalla Famiglia Agnelli - Elkann titola a pag.2: "San Leonardo, la Digos teme l'effetto Besta" ... (21 luglio 205)
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E a pag.3: "Minacce e insulti agli amministratori. Bologna è sotto tiro" (21 luglio 2025) Tre pagine che forniscono una interpretazione di fatti e protagonisti da regime autoritario.
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La versione del Carlino sulla "Protesta in Belmeloro": titolo "San Leonardo, ladri in azione. Scritte contro la JHU" ... (21 luglio 2025) |
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Sulle pagine del Corriere di Bologna "il fronte verde contro Lepore. I tanti comitati che danno battaglia potrebbero scendere in campo alle amministrative" ... (19 luglio 2025)
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Nelle pagine interne del Corriere: ... "con vista sulle elezioni" (19 luglio 2025) |
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Ancora il Corriere: "l'onda verde alza il tiro: gli attivisti del San Leonardo preparano una grande manifestazione in città" ... (22 luglio 2025)
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All'interno, pag.2: "una manifestazione per verde e sociale" ... (22 luglio 2025)
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"Cantieri, alberelli e traffico. l'estate calda del sindaco. L'uomo solo al comando e il rischio accentramento" il titolo di pag.3 (il Corriere di Bologna, 22 luglio 2025)
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Bologna 19 luglio 2025. Fatti e protagonisti del Giardino don Tullio Contiero di via San Leonardo: lo striscione ad una delle entrate: "il parco è di chi lo vive!" ...
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I lavori avviati nella limitrofa JHU hanno abbattuto il muro di recinzione e iniziato gli scavi ...
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Il testo di un volantino appeso su uno degli alberi del giardino pubblico colpito nelle radici dai lavori avviati sul terreno di proprietà della JHU ... |
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Due dei 3 alberi le cui radici sono state compromesse dai lavori di scavo alla JHU ...
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Sulla rete metallica alzata al posto del vecchio muro, una delle tante foto che mostrano le ferite alle radici di alberi prospicienti lavori di cantiere ... |
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I dubbi sulla vita prossima di questi alberi "feriti" in parti vitali sono leciti?
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Un ramo "parlante" ...
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Il testo di un volantino appeso sul "melograno di Giorgio Celli" ...
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Un altro arbusto parlante ...
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Sul "muro fantasma" ...
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La vita al giardino don Tullio Contiero, di via San Leonardo: persone sedute al tavolo ...
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Una festa di laurea: con familiari ed invitati in abiti eleganti, tra canti e bottiglie di spumante ... |
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Una scritta contro la guerra ed il regime di Netanyahu sostenuto dall'America di Trump ...
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Un autocarro impiegato dalle aziende al lavoro alla JHU e le scritte sui muri di via Belmeloro: chi ha operato illegalmente e chi nel rispetto di leggi, diritti e doveri universali?
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Tesi politica anarchica e non solo ...
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La pratica della resistenza pacifica e non violenta è lecita e legale nell'Italia e nel mondo del 2025? |
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Resident3 e student3, cittadin3 e professionist3 in assemblea all'ombra di alberi ed arbusti del "rifugio climatico naturale San Leonardo", con decine di interventi ... |
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Più generazioni, più culture, tanti percorsi, tante storie ...
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Un volantino motiva "l'attacco psichico contro la JHU: è in corso il sacco di Bologna" ...
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Firmato: Associazione Psicogeografica di Bologna, già parte del Luther Blissett Project (1994-1999) |
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Un momento della iniziativa ... (tra foto e riprese di cineoperatori e giornalisti)
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Braccia al cielo ...
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... poi sulla testa ...
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... mani sulle tempie ...
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Ragazze e giovani presi alle spalle ...
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Il giorno dopo il Corriere di Bologna titola "il caso. San Leonardo, la protesta buddista dopo le tensioni: il Comune si fermi" ... (19 luglio 2025) |
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Sugli alberelli in vaso, il Corriere di Bologna ha intervistato il professor Alberto Minelli, docente di UNIBO in materia di progettazione di parchi e giardini e consulente dell'Amministrazione Lepore: "più danni che benefici, l'operazione del Comune ha un valore promozionale" ... (luglio 2025)
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"Verso le Comunali 2027" il Carlino intervista il professor Gianfranco Pasquino ... (22 luglio 2025)
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Il volantino "per un Giardino di San Leonardo autogestito, eterogeneo e senza privati" ...
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"Chiediamo ancora che non si apra un bar privato su San Leo, che sia possibile una discussione aperta e pubblica a cui non ci sottrarremo" ... firmato Comitato contro la privatizzazione del giardino di San Leonardo (luglio 2025) |
Interessante.
RispondiEliminaCondivido la critica a Repubblica (e al Carlino).
Propongo invece un approfondimento a quella avanzata nei confronti del Corriere. Perché le considerazioni di Olivio Romanini mi sembrano utili: una concorrenza nel campo democratico, progressista, di sinistra può favorire il confronto e verifiche anche tra PD ed amministratori su questioni da raddrizzare.....
O no?
WM
Dici bene: "purtroppo l'esperienza insegna che quando si opera con procedure poco trasparenti e ai limiti della legalità su realtà di piccola dimensione ... le pratiche non cambiano quando in discussione e di interesse per gruppi privati e cordate politiche sono grandi opere ed affari per miliardi di euro. Da Bologna a Milano, a Roma".
RispondiEliminaNon so come finiranno le varie indagini aperte. Ma a proposito di politica e governo cambiare è decisivo.
Altrimenti saranno le risorse finanziarie a imporre regole contro Natura e Cultura.
R.C.
Natura e cultura fanno parte di una diversa maggioranza a mio parere. Oltre a queste vedo altre ragioni a supporto di questa convinzione.
RispondiEliminaI propositi edificatori nell'area Bertalia
- lazzaretto e la vicenda dell'aeroporto Marconi dove si fa un maximum parcheggio da 1000 posti auto dopo aver imposto le navette su rotaia dalla capienza 40 persone a viaggio.
Della serie la città in-sostenibile.
Nik
Rapporto Edilizia Residenziale Pubblica in Locazione”. I dati degli ultimi cinque anni , solo Bologna.
RispondiEliminaNella città metropolitana di Bologna si contano 14.939 alloggi regolarmente occupati. Per quanto riguarda gli alloggi liberi, 7.003 unità sono disponibili, ma solo 1.403 risultano immediatamente assegnabili, mentre le restanti 5.600 non possono essere utilizzate a causa di problemi edilizi. A Bologna, 290 alloggi sono pronti per l’assegnazione, ma 1.261 non sono attualmente utilizzabili. Questo riflette la vetustà del patrimonio edilizio, che, oltretutto, espone molte famiglie al rischio di povertà energetica.
Io non sono del settore, ma direi che prima di pensare a nuove costruzioni, forse , sarebbe meglio recuperare tutto il patrimonio pubblico attualmente non fruibile.
Recuperare e restituire alla cittadinanza tutto ciò che è di proprietà della città e dei cittadini non sarebbe male.
Alle sagge considerazioni fatte nel post e alle foto più che esplicative aggiungo solo che la denuncia dei 7 comitati bolognesi alla Procura sulle costruzioni con procedura Scia mi pare corretta. Perché la giunta Lepore si è abituata ad ascoltare ma non a rispondere.
RispondiEliminaNé ai cittadini né alle sue stesse Consulte.
Quella del Verde ha votato a larghissima maggioranza un documento che anche qui è stato pubblicato. Su alberi, parchi da restituire alla città, e boschi da prevedere per la salute. Che dicono Lepore, Clancy e consiglieri?
L.
*Pic nic a palazzo d'Accursio* per chiedere all'amministrazione che fine farà il *Giardino San Leonardo*!
RispondiEliminaUn pranzo da festa di quartiere (al limite della performance) portato sotto al Comune mentre si raduna il Consiglio.
*Venerdì 25 luglio*
Ore 11.30
Portatevi una *tovaglia* (dobbiamo occupare spazio!), *cibo* (ognuno col suo Tupperware o cucina in quantità, se puoi!) bicchiere e *bibite* - porteremo dei *gazebo/tavolini/sedie da campeggio*