Anche a Bologna si investe tanto su strade ed autostrade, poco e male sulle ferrovie ... |
Nessuno può discutere la voglia di leggere "Il mondo al oirartnoc" scritto dal Generale Roberto Vannacci o negare l'interesse a discutere sulla sua migliore collocazione nelle Forze Armate italiane e della Alleanza politico militare di cui facciamo parte. Semmai il problema, come sempre, è ricercare e porre le giuste domande.
Perché un uomo con certe convinzioni ha potuto raggiungere altissime responsabilità come quelle del Comando dei paracadutisti della Folgore? Come mai in passato gli sono state affidate missioni nei Balcani, in Afganistan e in Iraq, dove è stato persino numero due delle forze NATO? Chi lo ha selezionato, promosso, sostenuto nel corso della sua lunga carriera? Perché proprio ora un editore ha pubblicato il suo libro, il Ministro Crosetto (di Fratelli d'Italia) è intervenuto per censurare frasi, è stato rimosso dagli incarichi? Ricercare e porre giuste domande vale per altri temi che sono al centro del confronto pubblico estivo: la contesa sull'ammontare delle risorse di cui dispone effettivamente "la ricostruzione" nelle zone colpite da frane e alluvioni in Emilia Romagna, Marche e Toscana; le misure più opportune per condizionare "i rincari" e l'andamento dei prezzi della benzina e dei combustibili fossili; il modo con cui affrontare la grande contraddizione tra gli "extra profitti" prodotti da grandi gruppi industriali e commerciali e i salari miseri con cui debbono fare i conti ogni mese milioni di lavoratori italiani e di altri paesi del mondo, vicino e lontano ...
L'approccio mediatico delle autorità, dei partiti e dei rappresentanti delle categorie produttive è quasi sempre superficiale, distorsivo, speculare. Anche quando contrapposto.
Spesso mentre si praticano scelte "vecchie" e condizionanti il comune futuro si lanciano ipotesi e propositi irreali, "grandi opere" fumose e fantastiche, argomenti parziali e di conflitto, dilazionati nel tempo. Quasi sempre presentati come risolutivi", "prendere o lasciare", supportati da nessun dato, zero verifiche ed esperienze. Negando ascolto, richieste di approfondimento, interlocuzione con giovani, cittadini, associazioni che avanzano critiche e proposte alternative. A volte negando evidenze, vivendo di "emergenze" e raccontando in modo ripetitivo vere e proprie bugie. Ovvero giocando sulle parole e sul loro effettivo e storico significato.
Eppure in queste settimane voci significative si sono alzate ed hanno proposto questioni rilevanti. Eccone alcune. Che affrontano sfide decisive. La prima è di Luca Sardo, di Fridays for Future, pubblicata su il manifesto del 18 agosto.
Trasporti pubblici per non fare pagare tutto ai poveri
L’aumento del prezzo della benzina colpisce in modo indiscriminato i ricchi e i poveri, colpendo nello stesso modo chi riempie il serbatoio di una utilitaria e chi fa il pieno al Suv. Quando parliamo della necessità di una transizione ecologica equa, appellandoci al principio di giustizia climatica, evidenziamo al contrario la necessità di politiche diversificate.
La transizione ecologica (a maggior ragione nel settore della mobilità) deve essere guidata attentamente dallo Stato per far sì che riduca le diseguaglianze, invece di aumentarle. In questo caso vediamo invece che il governo utilizza la strategia opposta: evita di intervenire in qualunque modo e si aggrappa alla risibile mossa dell’esposizione dei cartelloni con i prezzi medi, la quale – come era ampiamente prevedibile – non ha sortito alcun effetto.
Così facendo, la stretta imposta dall’Opec si scarica direttamente sulle tasche dei consumatori.
Dal punto di vista climatico, a primo acchito potrebbe sembrare che l’aumento dei prezzi della benzina favorisca una riduzione del suo utilizzo e di conseguenza delle emissioni di Co2. In realtà questa relazione non è sempre valida: uno studio del Dipartimento dell’energia statunitense ha rilevato che gli aumenti improvvisi del prezzo della benzina non comportano una riduzione del suo impiego, se non marginale. Nel 2015, in particolare, un rincaro del 30% del costo del combustibile ha causato una riduzione dei chilometri percorsi in auto solamente del 3%. Questo perché, nel breve periodo, la domanda di benzina è quasi anelastica.
Una strategia che miri a rendere sostenibile la mobilità in una prospettiva di equità e giustizia climatica, invece, dovrebbe mirare prima di tutto a soluzioni che penalizzino chi inquina di più. L’esperto di climate policy del Fondo monetario internazionale Ian Perry, che ha a lungo studiato le esternalità dei carburanti, ne evidenzia tre: innanzitutto una maggiore tassazione sui veicoli più inquinanti, in particolare i Suv, le cui emissioni continuano a crescere vertiginosamente. Basti pensare che, se fossero una nazione, sarebbero il sesto paese più inquinante al mondo. In secondo luogo, è utile puntare sulle congestion charges, sul modello di quella londinese. Infine, è fondamentale fornire un’alternativa all’automobile: una rete di trasporti pubblici rapida e capillare.
Ma proprio sui trasporti pubblici il governo – nella persona del ministro delle infrastrutture Matteo Salvini – ha adottato una strategia scellerata. Negli stessi giorni in cui si verificano i rincari, il Mit decide di tagliare i finanziamenti alle linee ferroviarie del Sud Italia, come la Lamezia Terme-Catanzaro e la Sibari-Porto Salvo. I finanziamenti da 2,5 miliardi di euro destinati a queste ed altre linee del Meridione verranno destinati invece a collegamenti infrastrutturali al Nord. Ovviamente, una nota del ministero smentisce le critiche affermando che il ministro Salvini resta determinato a investire sul Mezzogiorno tramite la realizzazione del ponte sullo Stretto.
Il piano del governo Meloni-Salvini è chiaro: mentre si cancella il tetto agli stipendi dei manager della società che costruirà il ponte, i cittadini sono lasciati soli di fronte ai rincari dei carburanti, senza aiuti statali e senza investimenti sulle alternative all’auto. Una ricetta perfetta per aggravare i problemi ambientali e le disuguaglianze economiche del nostro Paese.
Luca Sardo*, il manifesto, 18 agosto 2023
*Fridays for Future
Bologna, Emilia Romagna, Italia: fotocronaca da una realtà dove si lancia il Climate City Contract, si vorrebbe la "Neutralità Climatica al 2030", si annuncia la "Città 30" km/h ma si continuano a destinare le più ingenti risorse pubbliche e private per "fluidificare" la mobilità privata e potenziare autostrade e strade. Mentre "briciole" vengono impegnate nelle ferrovie regionali, non si realizza lo storico Servizio Ferroviario Metropolitano progettato per il Capoluogo, si accrescono e non si integrano modalità e mezzi distinti di mobilità che negli anni si sono voluti realizzare.
Stiamo ai fatti, alla realtà! Bologna, Stazione Roveri ... (19 agosto 2023) |
In effetti lavori sono stati realizzati anche negli ultimi anni: con ghiaia e cemento al posto del vecchio "binario uno" ... (19 agosto 2023) |
Così il traffico veicolare ha strada libera: sarà "fluidificato" si promette ... Qui via Bassa dei Sassi, senza più l'interruzione del passaggio a livello (19 agosto 2023). Ma allora l'auto è meglio? |
Ancora alla Stazione Roveri: un cartello indica il percorso a piedi per il "Servizio Navette" verso la Stazione FS Bologna Centrale ... (19 agosto 2023) |
Indicazioni inappuntabili per passare dal treno al "ferro + gomma" ... (19 agosto 2023) |
E in effetti il bus FBP sostituisce il treno nel tratto urbano ... (19 agosto 2023) |
Un "servizio diurno" ... (19 agosto 2023) |
Gli utenti del treno Roveri - Portomaggiore possono poi scegliere l'alternativa della bici, volendo ... (19 agosto 2023) |
A fianco di Enercoop, è ancora in costruzione un impianto REL ... Sullo sfondo, a destra, la Torre Unipol di via Larga (19 agosto 2023) |
Si vorrebbe impedire per anni l'accesso ai parchi ed alle fasce di verde esistenti ... (primavera 2023) |
... dal Chico Mendes del Navile (rinominato Virginia Woolf) all'Eugenio Montale di San Donato San Vitale (inverno 2023) |
Si sono abbattuti centinaia di alberi ... Qui al Giardino Eugenio Montale, con al centro dietro la Tangenziale, la Torre Unipol di via Larga ... (primavera 2023). E molti altri si vogliono tagliare! |
In giro per l'Europa non solo non si aumentano i costi per gli utenti dei trasporti pubblici ma in diversi casi li si riducono. Quindi porterei a casa la promessa del sindaco. Poi è vero che: le linee del tram vengono ridotte (Castelmaggiore) a causa dell'inflazione mentre quelle per le nuove strade (Passante), no; che le ferrovie vengono ammodernare in funzione delle esigenze di fluidificare il traffico privato e non viceversa; che muoversi in bici non è affatto sicuro e, inoltre, è frutto di danni alla salute per lo smog che colpisce tutta la val padana e che di certo non si ridurrà accrescendo la dipendenza dai veicoli e tagliando alberi secolari.
RispondiEliminaCiao!
Premesso che tutta l'Europa necessita di conversione ecologica, le recenti esperienze compiute in alcuni paesi di riduzione dei costi degli abbonamenti e/o delle tariffe hanno evidenziato l'esigenza di progettare e realizzare potenziamenti nelle infrastrutture e nei servizi. Pena un ingestibile sovraffollamento dei mezzi collettivi. Tuttavia la direzione di marcia di ridurre la dipendenza dai mezzi di mobilità privati è tracciata ed è grave che in Italia troppe risorse pubbliche e private continuino ad essere spese per sostenere strade, autostrade e mezzi assai inquinanti.
EliminaLa questione riguarda soprattutto partiti e sindacati che dicono di condividere la sfida della transizione.
Gianni
Aggiungo sul libro di Vannacci. Il punto non è la libertà di pensiero come sostiene Salvini ma, come dici tu, la saldezza dei principi costituzionali nelle linee di comando delle Forze Armate e del valori democratici nella Nato - Otan.
RispondiEliminaAncora Ciao!
Già.
EliminaGianni
Speravo nella pausa estiva e nella generazione politica di Elly. Mi pare che ogni speranza vada riposta nell'Ultima Generazione, con e senza le iniziali maiuscole.
RispondiEliminas.
Sulle ultime generazioni gravano le contraddizioni alimentate da quelle precedenti, con i (magri) risultati e le (troppe) sconfitte subite da quelle precedenti che credevano che un "altro mondo non solo è possibile, ma anche necessario".
EliminaLa speranza è dunque motivo di impegno e di mobilitazione. Ma decisive saranno le capacità critiche, di confronto costruttivo e di conflitto propositivo per spostare i rapporti di forza del presente ed ottenere risultati apprezzabili nelle lotte in corso ...
Gianni