L'ambientalismo rivendica piccole e grandi aree verdi come la Fascia Boscata chiusa a Bologna ... |
In queste settimane ancora una volta Autorità internazionali e singole personalità del mondo scientifico sono intervenute per indicare l'urgenza di agire con investimenti di ripristino degli ecosistemi e della biodiversità. L'Agenzia Europea per l'Ambiente stima che ogni euro destinato a "mettere a dimora" e "curare" alberi, piante, humus produce un ritorno di benefici alle comunità quantificato tra 8 e 38 euro. Eppure i Capi di Stato e di Governo della UE, la maggioranza Meloni, Salvini e Tajani sono in tutt'altre faccende affaccendati. E le attenzioni non cambiano a livello di Regioni e di importanti Comuni.
Una cultura misera porta le classi dominanti e dirigenti del nostro Paese a considerare l'ecologia una palla al piede per l'economia, per l'occupazione, per l'evoluzione delle società. Il contrario di ciò che molti fatti e processi in atto dimostrano.Così anche di fronte al "terzo evento catastrofico mondiale" di quest'anno, quello verificatosi in Emilia Romagna a maggio, e ad eventi successivi come i temporali e "le grandinate" o "l'emergenza granchio blu" Stefano Bonaccini e gli amministratori locali rivendicano nuovi "stati di calamità" e fondi speciali" ma proseguono, imperterriti, lungo i percorsi tracciati in precedenza: continuo consumo di suolo, ulteriore potenziamento di strade ed autostrade, favori alle industrie produttive, della logistica e del commercio a prescindere dalla loro qualità sociale ed ambientale. Inoltre il rilancio delle energie fossili.
Al tempo delle pandemie, della crisi climatica, delle frane e delle alluvione non solo non si leggono riflessioni critiche ed autocritiche sull'irresponsabile abbandono dei più lungimiranti Progetti inseriti nelle ultime pianificazioni degne di questo nome (a Bologna il Piano Regolatore Generale, in Regione il Piano Paesistico degli anni '80), che vincolavano vaste aree urbane e fluviali, dell'Appennino e di pianura a boschi e parchi, agricoltura e verde rigenerante. Peggio, si continua come sempre, come nulla fosse accaduto e stesse verificandosi.
E se "grandi" opere o modesti interventi mettono in conto di abbattere alberi secolari o con molti decenni di vita, parchi e giardini pubblici "il sacrificio è giustificato".
Lunedì, anche un "Profilo Aldo" di la Repubblica, come il saggio Balzanelli risponde ad una argomentata lettera critica dell'agronoma Maria Teresa Salomoni verso l'Assessora Orioli (vedi sotto) con queste parole: "... non sono esperto né di tram né di piante, ma sento, come la maggior parte dei lettori, la necessità di dotare Bologna di un sistema di trasporto efficace che riduca, e di molto, il traffico su gomma".
Inevitabile notare che la risposta dell'autorevole giornalista non si confronta, nel merito, con i temi posti dalla competente lettrice: quasi che il percorso scelto da questa Amministrazione Comunale per il tram fosse oggettivo, l'unico possibile, senza altre e condivisibili soluzioni. Detto questo, si può anche cercare di interpretare Repubblica Bologna. A patto che Aldo Balzanelli e i suoi colleghi della Redazione siano coerenti ed accettino una sfida semplice e diretta: per una comune, quotidiana campagna di informazione contro le centinaia di abbattimenti già avviati ed annunciati per i prossimi mesi in nome di altre infrastrutture che prevedono "l'aumento, e di molto, del traffico su gomma" come il Passante di Mezzo a 18 corsie urbane. O le quarte corsie delle Autostrade A1 ed A14 e la terza dell'A13 che di certo muovono in direzione ostinata e contraria alle aspettative esposte da Aldo Balzanelli e "dalla maggior parte dei (suoi) lettori".
Comportando - queste nuove infrastrutture stradali - per Bologna una deforestazione di fatto del patrimonio comune costruito nei decenni successivi la seconda Guerra Mondiale, un declassamento di decine di parchi, giardini ed aree di verde che, oggi, nessuna nuova messa a dimora (al Parco Nord o altrove) potrà compensare per molti anni.
Coraggio!
Settembre si avvicina e sarebbe bello avere la Redazione di Repubblica ed eventualmente di altri quotidiani cittadini e nazionali impegnati insieme a cittadini, associazioni ecologiste e premi Nobel a "mettere a terra" il titolo proposto neppure un mese fa in pagina nazionale dal quotidiano di Maurizio Molinari nei giorni "dell'ebollizione globale": "E' ora di ripensare le città. Gli alberi le salveranno. Le piante rallentano il deflusso dell'acqua, assorbono grandi quantità di energia. E fanno bene".
Appunto!
(2, continua)
Una pagina nazionale de la Repubblica: "l'ONU lancia l'allarme sul clima", "il monito di Guterres", "Mattarella: siamo in ritardo", "l'appello di cento scienziati" ... (28 luglio 2023) |
UE: il ripristino dell'ambiente vale quasi 2 trilioni di euro
Il ripristino dell’ambiente in Europa si tradurrebbe in un miglioramento della salute umana e della mitigazione climatica assumendo un valore, anche economico, di enormi dimensioni. È il messaggio lanciato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (European Environment Agency, EEA) in un documento diffuso in questi mesi.
Al momento, segnala tuttavia l’organizzazione di Bruxelles, “la mancanza di ripristino degli ecosistemi, combinata con la pressione dell’uomo che provoca inquinamento, degrado del territorio e l’uso eccessivo delle risorse, sta mettendo a dura prova la natura”. Il contesto generale, insomma, resta problematico.Quadro critico
A livello globale, spiega l’Agenzia, il 75% delle terre emerse e il 66% degli oceani sono oggi gravemente alterati dalle attività umane. Non va meglio alle aree sotto tutela che, nonostante le norme pensate per la loro conservazione, si trovano nella maggior parte dei casi in condizioni critiche. Nella UE, in particolare, l’81% degli habitat e il 63% delle specie protette sono in cattivo o pessimo stato.
A determinare questa generale impotenza sono l’isolamento delle aree stesse e la carenza di risorse sufficienti a garantire una tutela completa degli ecosistemi. In Europa, prosegue l’Agenzia, “si stima che l’area degli habitat protetti da ripristinare sia pari ad almeno 259.000 km2, circa la metà della superficie della Spagna continentale. Anche altre zone, come gli habitat di alcune specie specifiche, necessitano di ripristino per arrestare il declino della biodiversità”.
Il risanamento dell’ambiente paga fino a 38 volte l’investimento
Il suolo, come noto, è un altro osservato speciale. A oggi il fenomeno del degrado, a livelli diversi, interessa dal 60 al 70% dei terreni UE. Nel Vecchio Continente, in particolare, si calcolano 2,8 milioni di siti contaminati. Mentre per il 65-75% dei suoli agricoli l’apporto di nutrienti raggiunge livelli tali da creare possibile eutrofizzazione e da incidere sulla biodiversità. Il ripristino dei terreni e dei loro ecosistemi si rende, insomma, più che mai necessario. Ma il risanamento delle aree naturali, osserva ancora l’Agenzia, non offre solo vantaggi sul piano strettamente ambientale. Impressionanti, infatti, sono anche le favorevoli ricadute economiche.
Il saldo costi/benefici non è l’unico aspetto in gioco. Ancora più rilevante, in proporzione, è infatti l’attesa redditività dell’investimento. Secondo Bruxelles, nel dettaglio, “gli investimenti nel ripristino della natura forniscono un ritorno tra gli 8 e i 38 euro per ogni euro speso, grazie ai benefici più ampi forniti dai servizi ecosistemici che sostengono la sicurezza alimentare, la salute umana e la mitigazione climatica”.
In gioco salute, clima e sicurezza alimentare
Non è casuale, dunque, che l’Agenzia per l’Ambiente definisca il ripristino degli habitat naturali come un “intervento di salute pubblica“. In gioco, sottolinea la UE, c’è la protezione di risorse genetiche che potrebbero essere usate in campo farmaceutico e clinico e che sono ancora da scoprire. Senza contare il nesso positivo tra il risanamento ambientale e la riduzione del rischio della diffusione di malattie e dei fenomeni di salto di specie dei patogeni, una dinamica alla base delle epidemie.
Infine il clima: l’impatto del riscaldamento globale si manifesta oggi con l’aumento della frequenza e della portata di eventi estremi come inondazioni, ondate di calore e tempeste, sottolinea la EEA. In questo contesto, per contro, la tutela e lo sviluppo di foreste, torbiere e praterie consentirebbe di far crescere il sequestro di carbonio, una risorsa fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica a lungo termine nella UE.
Matteo Cavallito, Re Soil Foundation, luglio 2023
Su via dell'Arcoveggio "la Fascia Boscata, oasi verde" 27 anni dopo si presentava così ... (primavera 2016) |
E all'interno dell'area di 2,6 ettari che collegano il "Chico Mendes" al Canale Navile ... (primavera 2016) |
Una panchina ... Il Chico Mendes è stato gestito per decenni dai volontari del Cerchio Verde ... (primavera 2016) |
Sulla destra la "quinta vegetale" del Chico Mendes, a sinistra l'Asse A14 - Tangenziale ... (primavera 2016) |
La stessa area in direzione opposta, ripresa da via dell'Arcoveggio ... (primavera 2016) |
Una passerella collega l'area prossima al Canale Navile con la Fascia Boscata ... (primavera 2016) |
Una immagine d'insieme dalla passerella: l'Asse A14 - Tangenziale e il Bosco urbano Chico Mendes ... (primavera 2016) |
Di nuovo su via dell'Arcoveggio ... dove il bus 11B collega Corticella al Centro ed alla Ponticella ... (2016) |
Un'altra immagine della realtà bolognese 2023: il Giardino Eugenio Montale viene chiuso ai cittadini per il Lotto 0 del Passante di Mezzo ancora in attesa di Progetto Esecutivo ... (febbraio 2023) |
Un pomeriggio estivo di 7 anni fa dal ponte delle Roveri, uscita 10 della Tangenziale: si notino le alberature sulla destra, attorno al grattacielo di via Cellini ... (agosto 2016) |
Le locomotive d'Italia, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna si muovono insieme e tutte, a prescidere da chi governa, vanno a soldi. Vuoi con il Made in Italy, con il business rifiuti, con lo sport, ..... con il "granchio blu". Infesta i mari? E noi lo cacciamo, lo cuciniamo (quanti ristoranti stellati lo mettono in lista?) e lo commercializziamo.
RispondiEliminaCi adattiamo, siamo resilienti. Anche con meno alberi!
Mario Cinico
Sarà difficile adattarsi alla mancanza di ossigeno, o all'aumento di fenomeni distruttivi come uragani e frane. A me sembra tutto terribilmente tragico, e i ragionamenti tutti terribilmente urgenti. Daniela Valdiserra
EliminaCapisco lo spirito di adattamento e conosco l'importanza del denaro. Tuttavia ci sono limiti ed esperienze che suggeriscono Progetti alternativi ed azioni positive che rendono intere comunità felici ed orgogliose nei secoli di non avere chinato la testa e di avere combattuto nell'interesse generale.
EliminaGianni
Detto a proposito del Granchio blu che quest'anno lo potremo trovare anche alla Festa Unità di Bologna (Ristorante del Pesce di Borgo Panigale), forse in nome dell'adeguamento costante del Partito al contesto socio politico culturale, veniamo agli alberi. Sui social circola uno scritto rassicurante di tal Fausto Tomei, funzionario di Arpae, Consigliere di Quartiere e candidato al Senato per Alleanza Sinistra Italiana - Europa Verde. Quando si dice Politica & Competenza, a Bologna il pranzo è servito.
RispondiEliminaSic
Non seguo "i social" e so di perdermi tante cose.
EliminaHo smesso di partecipare alle Feste de l'Unità quando ho avuto l'impressione che servissero a perpetuare "un sistema" economico e sociale, anziché costruirne uno nuovo. E so di perdermi non solo "granchi blu".
Gianni
Condivido la proposta di più alberi e boschi. Così si contrasta il caldo da bollino rosso nelle città. Non con gli impianti di condizionamento che gettano aria fredda attraverso il funzionamento di motori che surriscaldano e inquinano l'aria.
RispondiEliminaPrevenire è sempre meglio.
L.
Si. Anche a me non piacciono abusi e/o indifferenze.
EliminaGianni
Oggi Orioli su Repubblica lamenta che molti alberi soffrono il surriscaldamento in atto e debbono essere abbattuti. Capisco ma proprio per questo è doppiamente grave sottovalutare il danno di tagliare quelli sani per realizzare opere innaturali.
RispondiEliminaL.
Sottoscrivo.
EliminaGianni