lunedì 7 novembre 2022

Un giorno di svolta: eravamo più di 50 ...

Uno, nessuno e centomila ... sabato a Roma per il cessate il fuoco e il disarmo










«Beh, siamo più di 50, ma non siamo pericolosi». Così, ironico, Landini ha cominciato il suo discorso che ha concluso la manifestazione per la pace di Piazza San Giovanni a Roma. Poteva essere più che ironico nei confronti di Giorgia Meloni – ma anche di tutti quelli che avevano prevista una piazza semivuota, perché «gli amici di Putin sono una assoluta minoranza» – vista la gigantesca folla che è arrivata, molti solo quasi alla fine per via delle dimensioni del corteo.

Ai tempi del vecchio PCI il nostro metro per giudicare i raduni in quella piazza è sempre stata la statua di San Francesco che sorge dalla parte opposta della Chiesa, calcolando di quanto la folla esbordava il Santo dirimpetto a Giovanni. Ieri straripava, occupando anche le strade laterali, impossibile vedere tutti quanti.

IL POPOLO DELLA PACE. Non solo tante organizzazioni (600) ma anche tutte le persone dell’ampia area di sinistra che da tempo raramente rispondeva alle mobilitazioni. Riconoscerle è stata una gioia. C’erano anche Conte e Letta. Non so cosa abbia pensato il segretario del PD a trovarsi là in mezzo, sono contenta che sia venuto (e non sia andato a quella che a Milano Calenda e Renzi hanno promosso in polemica con quella di Roma, insieme a Letizia Moratti), ma spero che questo bagno di folla lo aiuti a capire quanto, con garbo, ha suggerito Raffaella Bolini, che ha parlato per l’Arci: «Per stabilire la pace non è utile partecipare alla guerra». Aspettare che le truppe si ritirino, e solo poi cominciare a parlare di pace, rischia di rendere così lunga l’attesa che potremmo nel frattempo essere tutti morti.

TUTTI DISCIPLINATI: nessuno con le bandiere di partito, come da consegna. Ma tantissimi striscioni che indicavano la società civile; e poi il rosso dominante per i vessilli della Cgil, una presenza davvero massiccia per un impegno straordinario che la Confederazione ha posto in questa battaglia.

Il fatto più nuovo, e di grande interesse, è stata però la presenza cattolica eccezionale che si è riflessa nei discorsi dal palco, che hanno pesato. Oltre quello di Ricciardi, presidente della Comunità di Sant’Egidio – che con tono polemico ha invitato Zelenski ad accettare una seria trattativa di pace, anziché rifiutare ogni incontro. E quello di don Luigi Ciotti, che senza mezze parole ha affrontato le «coscienze pacificate» che non si indignano per l’attuale sistema economico che produce disuguaglianze e ingiustizie. Don Ciotti ha definito la grande finanza, le grandi ricchezze, le multinazionali «terre meno visibili», «subdole», mai oggetto di critica, evidente allusione al peggio del fronte che irride al pacifismo: la grande commozione per l’Ucraina aggredita che però non ha riscontro in altrettanta preoccupazione per tutto quanto di male viene prodotto da questo sistema.

UN ATTACCO SACROSANTO perché ogni giorno più pesante si fa l’arroganza di questo nostro Occidente che pensa di poter permettere qualsiasi cosa che invece indigna se la fa qualcun altro. Non penso solo a quanto viene fatto ai danni della Palestina o dei curdi, all’Iraq o all’Afghanistan, ma a quanto si continua a fare silenziosamente pur continuando ad affermare che si vuole la pace. È recente la notizia che verrà accelerata la produzione su larga scala di B61-12, nuovi congegni nucleari sì da poterli avere a disposizione già a dicembre prossimo, anche nelle basi italianeDove del resto già ci sono gli F-16 C/D (ad Aviano e a Ghedi), che verranno ora dislocati anche in ogni parte dell’Europa, naturalmente intorno alla Russia. Nel 2021 è stato firmato da 50 paesi l’accordo sulla denuclearizzazione militare proposto dall’Onu. L’Italia, in quanto membro della Nato, naturalmente non l’ha ratificato. Chi dice che chiedere trattative è inutile perché Putin non le accetta, si rende conto che ratificare quell’accordo, rifiutare la presenza di armi nucleari nelle basi italiane, potrebbe aiutare a convincerlo? Perché allora non danno battaglia a questo scopo, aggiungendosi a quanti vogliono condurre una battaglia almeno sulla cosa più pericolosa di questa guerra, il rischio che lo scontro diventi mondiale e nucleare? Possibile che in otto mesi non sia emersa una, dico una, proposta di pace su cui cominciare a trattare con la Russia da parte dell’Unione Europea?

LA PACE NON È FACILE, ma dovrebbe essere un obbiettivo condiviso; e se è un obbiettivo bisogna cominciare col delineare e percorrere la strada che può permettere di raggiungerlo. Occorre preparare una mediazione possibile da proporre, che per prima cosa riguarda la sorte dei territori ucraini dove una larga parte della popolazione ha chiesto di ottenere le stesse condizioni di autonomia di tante altre regioni speciali europee.

È DIFFICILE, LO SAPPIAMO, ed è possibile che sul merito del compromesso necessario non saremo tutti d’accordo, ma quelli che si rifiutano persino di chiedere una trattative potrebbero almeno cominciare a fare proposte e a iniziare qualche battaglia contro quanto si fa per aggravare la guerra? Giustamente Landini concludendo ha insistito proprio su questo, aggiungendo il sacrosanto tema della riduzione della produzione di armi che continua ad avere, adesso con l’aiuto straordinario del ministro Crosetto, l’Italia come una protagonista di punta.

Luciana Castellina, il manifesto, 6 novembre


La prima pagina de il manifesto, con l'articolo di fondo di Luciana Castellina ... (6 novembre 2022)


La prima pagina di Avvenire, con l'editoriale del direttore Mario Tarquinio ... (6 novembre 2022)
 

"In quest'Italia e in quest'Occidente, che contrappongono vecchi e giovani per produrre e spacciare nuove e vecchie disuguaglianze e stratificare dure povertà, dà fiducia e accende speranza constatare che lo sguardo e la voce dei più vecchi e dei più giovani possono essere esattamente gli stessi, per chiedere pace, reclamare giustizia, volere verità" ... (Marco Tarquinio, Avvenire, 6 novembre 2022)


"Ecco perché oggi siamo in piazza a Roma" ... 31 testimonianze pubblicate su il Fatto Quotidiano (5 novembre 2022)


Da Rosy Bindi a Luciana Castellina, Giuseppe Conte, Graziano Delrio, Sabrina Ferilli, Paolo Flores d'Arcais, Anna Foglietta, Nicola Fratoianni, Maurizio Landini, Gad Lerner, Moni Ovadia, Gianfranco Pagliarulo, Carlo Petrini, Carlo Rovelli, Michele Santoro, Vauro Senesi, Barbara Spinelli, Alex Zanotelli ...


E ancora: Gianni Alemanno, Jasmine Cristallo, Alessandro Di Battista, Donatella Di Cesare, Ficarra e Picone, Luciano Ligabue, Flavio Lotti, Tomaso Montanari, Noemi, Alessandro Orsini, Michele e Brenno Placido,  Giuliano Sangiorgi, Francesco Vignarca

































































Roma, sabato 5 novembre 2022, ore 13, in via Cavour lo striscione di apertura della manifestazione ...


Sotto la bandiera della pace, Padre Alex Zanotelli...


Tra i Sindaci, Matteo Ricci ... 


Lavoratori e sindacalisti ...


Manifestanti "né con Putin, né con la NATO" ...


"Contro tutte le Guerre: Ucraina, Siria, Iraq, Yemen, Palestina, Afghanistan, Libia, Somalia, Etiopia" ... 


"No armi, No sanzioni. Dove è finita la diplomazia"?


Il Forum per il Diritto alla Salute ...


Medicina Democratica ...


Le Donne in Nero di Bologna ...


Coppia in pace ...


Ragazze e ragazzi multilingue ...


La Costituzione italiana "ripudia la guerra" ...


Maurizio Landini tra donne ...


Solidarietà da terrazzi e finestre in Via Merulana ...


Ancora Donne in Nero: "pace, giustizia, disarmo" ...












Il corteo in Via Emanuele Filiberto: "disarmiamo il mondo" ... 

Un attivista dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia ...


Una gigantesca bandiera portata da decine di persone di ogni età e colore ...


... fatica ad entrare in Piazza San Giovanni


Giuristi Democratici ...














"Solidarietà alle popolazioni" ucraine e russe "vittime della guerra" ...


"Il pacifismo non è scuola di viltà" ...
 

Foto di gruppo ...


Ragazze birmane chiedono libertà per il Myanmar oppresso da un regime militare ...


Una maglietta per la libertà di Julian Assange!


"Basta guerre. Salvare l'umanità dal genere umano"



Uno ...


Una coppia ...



Un'altra coppia ...


Migliaia ...


Memoria e futuro ...


Una giornata da ricordare ...


Sullo sfondo il grande schermo durante l'intervento appassionato di don Luigi Ciotti ...


In Piazza San Giovanni Rosy Bindi ...

... e Stefano Fassina


Dal palco e sul grande schermo Maurizio Landini ...














L'ultima immagine da Piazza San Giovanni: un tripudio di bandiere della pace e di Emergency ... (5 novembre 2022)


9 commenti:

  1. Eppure anche il giorno dopo c'è chi parla di sfida tra due piazze: Roma e Milano.
    s.

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    1. Tutto è lecito.
      Io ho vissuto Roma come una opportunità per manifestare a sostegno di: un cessate il fuoco su entrambi i fronti; immediate iniziative ed incontri per ricercare accordi politici tra Russia, Ucraina e NATO; percorsi internazionali di disarmo e di cooperazione fondati su un nuovo multilateralismo e sul rispetto dei Diritti e Doveri universali riconosciuti dalla Carta delle Nazioni Unite.
      Quella di Milano mi è parsa una occasione per sostenere le scelte di sostegno incondizionato alle decisioni del Governo Zelensky e della NATO (come fatto, fin qui, da Draghi e Meloni) e per lanciare la candidata Letizia Moratti alla Presidenza della Regione Lombardia.
      Tutto legittimo, interessi diversi.
      Gianni

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  2. Non so se sarà "svolta". Di sicuro utile per ristabilire un dato di realtà. Tanti in Italia pensano che con la guerra pochi vincono e moltissimi ci perdono.
    m.m.

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    1. Penso anch'io - da tempo - che le guerre vadano prevenute e non alimentate. Oggi il Pianeta Terra conta troppe potenze nucleari. Obiettivo comune deve essere quello di smantellare questi arsenali distruttivi, non possederli.
      Gianni

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  3. Bene Roma, un atto di speranza.
    Eppure la guerra continua e nessuno pensa a cessare il fuoco.
    Putin manda in prima linea carcerati criminali e Zelensky nazionalizza industrie per accrescere la produzione bellica in un paese che avrebbe bisogno di pace e ricostruzione.
    Al Cairo si apre COP27 ma l'Occidente finanzia riarmo ed energie fossili.
    Tempi duri. Arriverà la Primavera?
    L.

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    1. Per arrivare alla "Primavera" ritengo debba maturare in tutti noi la giusta consapevolezza che siamo in pieno "Autunno" e - per continuare con i sottintesi - che difficilmente potremo evitare, a queste latitudini, il freddo "Inverno" ...
      Gianni

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  4. Essendo autunno prima della primavera dobbiamo passare l'inverno. Per molti a rischio freddo. Scaldiamolo insieme! Come a Roma. O Napoli o Firenze con la mobilitazione degli operai dell'ex Gkn.
    DG

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    1. Piena sintonia. A volte succede. Mi pare positivo.
      Come le mobilitazioni e le idee prodotte (e tutte da sviluppare) da operai e lavoratori, inoccupati, disoccupati e precari, giovani e donne, intellettuali e popolo delle periferie che si sono ritrovati a Bologna, Napoli, Firenze con il collettivo di fabbrica della ex GKN e di diverse altre soggettività sociali e culturali.
      Gianni

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  5. Luciana Castellina e Norma Rangeri hanno fatto bene a valorizzare la giornata romana. Io penso che a determinare una possibile svolta possono contribuire due fatti che restano sottotraccia.
    Il primo. Le perdite già subite dai due eserciti nella guerra. Nell'ordine dei centomila su entrambi i fronti. Una vera, pesante carneficina.
    Il secondo. Il canale diretto di comunicazione e trattativa che da qualche tempo si è avviato tra russi e americani.
    Difficile un giudizio univoco.
    Perché se la guerra finisce è sicuramente un bene per tutti. Non altrettanto che sia frutto di un rapporto esclusivo tra grandi potenze. Senza la partecipazione di paesi e soggetti direttamente interessati ogni accordo sarebbe più che discutibile e renderebbe "la svolta" assai parziale e fragile.
    pl

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