giovedì 17 novembre 2022

Elly Schlein e/o Stefano Bonaccini: il PD in versione Emilia?

Il tronco di un albero tagliato al Parco bolognese del Paleotto: urge una nuova strada ... 










A metà mandato la Vicepresidente ha abbandonato l'impegno istituzionale assunto nel febbraio 2020 per fare la parlamentare e contribuire ad un "cambio generazionale" nel PD, che ha scelto come suo partito di riferimento. Per la seconda volta, avendolo abbandonato da eurodeputata per dare vita a Possibile nel 2015. Da tempo vari commentatori la vedono come candidata alla Segreteria nazionale. Altri come "seconda" in un ticket che vedrebbe al vertice del Nazareno il Presidente della Regione, Stefano Bonaccini. A perorare esplicitamente questa causa onorevoli dirigenti di lungo corso che pare antepongano la nostalgia alla ricerca storica, presunti nuovi leader a politica partecipata, conservazione a trasformazione sociale.

"L'Emilia è rossa, l'Italia lo sarà" gridavano i comunisti italiani degli anni '70, fieri di quello che all'epoca veniva considerato (anche oltre la sinistra) il "buongoverno" locale (caratterizzato da pianificazione urbanistica, salvaguardia della collina, servizi sociali e sanitari di qualità, valorizzazione delle assemblee elettive e della partecipazione popolare) e stanchi di dover sottostare al regime clientelare e corrotto della DC e dei suoi alleati di centro e di sinistra. In verità già allora almeno una parte del PCI ed Enrico Berlinguer in prima persona criticavano questo slogan perché consideravano queste terre più realisticamente "un punto alto delle contraddizioni della società capitalistica e della lotta di classe". Dunque, non un "modello" da esportare altrove, bensì un luogo di conflitti più avanzati per aprire, qui e ovunque, percorsi inesplorati di cambiamento sociale e di liberazione per i lavoratori e le comunità confinate ai margini della crescita economica e produttiva sperimentata. 

In questi decenni di globalizzazione l'Emilia Romagna ha vissuto processi profondi di omologazione e di normalizzazione. Le grandi contraddizioni del terzo millennio hanno inciso profondamente nel suo tessuto sociale e politico: disuguaglianze crescenti, ingiustizie profonde, emergenze climatiche ed ecologiche continue, insediamenti di multinazionali con prodotti "nocivi" e "criminali", crisi della vita democratica e partecipata, perdita di potere degli Enti Locali e delle rappresentanze popolari nel controllo pubblico di risorse strategiche.

Non è bene rimuovere questi dati di realtà (come fanno troppi politici e commentatori). Né presentare partiti, uomini e donne che sono al governo dell'Emilia Romagna come "esempi virtuosi", portatori di risposte all'altezza di sfide aperte (e irrisolte).

Perché qui tutti i segnali giunti nell'ultimo decennio dicono semplicemente che gli elettori non credono che la crisi profonda del presente possa essere affrontata con i propositi indicati dalle destre neo liberiste, berlusconiane, leghiste o nazionaliste. 

Si considerino i dati.

Nel 2014 Stefano Bonaccini è stato eletto alla guida della Regione con il più basso consenso mai registrato  da un Presidente e nel 2020 sono risultate decisive per la sua conferma l'alleanza con Verdi, con "Coraggiosa, Ecologista, Femminista" e, soprattutto, la mobilitazione giovanile delle "6000 sardine" contro la tentazione - diffusa in molte provincie - di affidare il futuro a Matteo Salvini e a Lucia Borgonzoni.

A Bologna nel 2016 il Sindaco Virginio Merola per essere confermato fu costretto al ballottaggio e nel 2021 Matteo Lepore, nonostante il "campo largo" che lo ha sostenuto e che includeva tanto i liberisti locali di Renzi e di Casini quanto la sinistra di Coalizione Civica e il M5S di Max Bugani (passato ora ad Art.1) ha scontato l'astensione record del 49%. Una macchia, per chi narra sulla "Città più progressista d'Italia" ... E un anno dopo la situazione non pare cambiata: la nuova Amministrazione arranca tra l'incancrenirsi di vecchi problemi e il palesarsi di recenti errori e di nuove contraddizioni. Sempre riconducibili all'assenza di pratiche ed investimenti davvero alternativi al conservatorismo imperante.

Si ragioni sui problemi.

La guerra in Ucraina e la crisi internazionale anziché accelerare processi maturi verso il risparmio energetico e le fonti rinnovabili porta Amministratori, Ministri, partiti di Destra e di Centrosinistra a sostenere le multinazionali dai grandi profitti, le multiutility privatizzate che distribuiscono dividendi a soci pubblici e privati e ulteriore dipendenza dai carburanti fossili e dalle armi.

La pandemia e la crisi sanitaria piuttosto che promuovere nuove politiche di prevenzione e investimenti per la salvaguardia della salute, della natura e della biodiversità (con il rilancio di presidi territoriali di base della medicina e della scienza ed una riorganizzazione delle comunità che responsabilizzi e renda protagonisti singoli cittadini ed aziende) vede donne e uomini al governo privi di iniziativa, galleggiare sulle difficoltà, affidarsi alla libera intraprendenza degli individui e ai vaccini delle multinazionali del farmaco, al dinamismo delle lobby d'affari ed al ricorso sempre più sistematico alla sanità ed alle assicurazioni private, che succhiano i risparmi di chi ne ha ed arricchisce i portafogli ed il potere di ristrette élite. 

Le emergenze climatiche ed ambientali che sono causa e concausa di troppe morti premature e di danni permanenti al patrimonio comune non hanno portato a modificare alcuna "priorità". Ai cittadini, alle associazioni ed ai soggetti che manifestano per avviare la rivoluzione ambientale - che auspicano ed indicano anche i grandi consessi internazionali dell'ONU e le COP - le classi dirigenti che siedono nelle Torri del Fiera District e nei Palazzi del Centro storico rispondono con cocciuta arroganza: "aprire subito i cantieri" del Passante in Mezzo a Bologna, "collo di bottiglia di un sistema regionale e nazionale di strade ed autostrade che deve essere potenziato con terze e quarte corsie"; avviare senza incertezze le attività per un nuovo "Rigassificatore" a Ravenna e il prolungamento delle concessioni per le trivellazioni di carburanti fossili in Adriatico. Per Bonaccini e C. la sfida pare unicamente quella dell'efficienza dei decisori e del taglio dei tempi della "burocrazia". Per loro, pare che il merito non conta e alternative (possibili!) non sono contemplate. Semmai, vengono richiamati all'ordine anche le voci dubbiose della Destra: il neo Viceministro Galeazzo Bignami, di Fratelli d'Italia, che dice di voler rivedere il progetto di Passante (che considera "non risolutivo") o i leghisti veneti (Presidente Zaia incluso) che dalle estrazioni di gas e/o petrolio in Adriatico temono nuovi rischi di subsidenza e terremoti, dunque chiedono "prudenza e rassicurazioni scientifiche". 

Bonaccini e i suoi, no. Loro vogliono procedere determinati. Il Patto per il Lavoro e per il Clima (condiviso con Istituzioni locali ed Enti pubblici, Confindustria, organizzazioni economiche e sindacali, Istituti finanziari e Banche ...) traccia un percorso di crescita che fa dimenticare anche alcuni obiettivi di transizione ecologica ("riduzione dei trasporti privati al 2025") che pure risultano scritti, ma forse da soggetti "minori" e, prima o poi, saranno corretti o non rispettati. Così vengono bruciate le tappe previste da una (contestata) Legge Urbanistica regionale che consente ulteriore "consumo di suolo" e crescono su terreni vergini nuovi poli logistici, centri commerciali, quartieri residenziali. In barba alle tendenze demografiche e l'impoverimento in atto tra fasce estese di popolazione, inoccupata e al lavoro.

Del resto a Bologna e in Emilia Romagna per assicurare occupazione e redditi (sempre più inadeguati) si è oramai rinunciato a programmare e contrattare sulla qualità delle produzioni, dei processi e degli investitori. E si sono aperte le porte e predisposti tappeti rossi anche per spregiudicate multinazionali del fumo cancerogeno di "ultima generazione" o per grandi gruppi della "Motor Valley" che sfornano auto e moto per le élite che viaggiano ad altissima velocità. O, ancora, per i maghi mondiali degli imballaggi più accattivanti e capaci di incentivare il consumo di ogni tipo di merce o per gli industriali più spregiudicati nel produrre e commercializzare alimenti tipici della gastronomia locale.

Con queste politiche la "missione" di portare nel 2030 Bologna tra le 100 Città Europee Carbon Free è pura propaganda: obiettivo non raggiungibile. Come contraddittoria risulta la proposta di Città che si muove entro i 30 km/h. Un progetto decisamente condivisibile, ma che richiede politiche ed investimenti ben più coerenti: che diano assoluta priorità a infrastrutture e mezzi per una mobilità collettiva e non inquinante, ad una riorganizzazione degli spazi pubblici, delle piazze e delle strade realizzati a misura delle persone e dei bambini, capace di valorizzare anche in ambito urbano alberi, arbusti, acqua ... Insomma, vera "rigenerazione", piccoli e grandi parchi naturali piuttosto che asfalto, cemento, mattoni, gas e petrolio come si continua a impiantare e deliberare.

L'esatto contrario - per esempio - di quanto si fa in queste settimane al Parco del Paleotto, nell'area Sud di Bologna, verso Pianoro dove di tagliano importanti esemplari di alberi e arbusti per completare la Fondovalle Savena a fianco dell'omonimo torrente, una tratta tutta "ponti e tunnel". Che certo sposterà di qualche decina di metri la mal'aria dalla frazione abitata di Rastignano, ma che non sposta assolutamente quote di trasporto dalla gomma a sistemi di trasporto meno inquinanti. Eppure questa valle è notoriamente attraversata dalla ferrovia e il Servizio Ferroviario Metropolitano bolognese prevedeva stazioni e mezzi, anche su questa linea, ogni 15 minuti fin dai tempi della pianificazione del TAV Milano - Roma o, meglio, dei Treni ad Alta Capacità (per passeggeri e merci). Da ultimo, anche l'occasione dei fondi del PNRR è stata irresponsabilmente (!) persa da Stefano Bonaccini, Pierferdinando Casini, Andrea Demaria, Virginio Merola, Andrea Corsini, Irene Priolo, Raffaele Donini ... E, purtroppo, anche da Elly Schlein, il cui rapido passaggio al governo della Regione è risultato quantomeno impalpabile.

Conclusione: per rianimare la Sinistra e i Democratici di idee forti e di protagonismo popolare questi uomini e donne d'Emilia non bastano. Serve molto più studio e cultura, radicamento sociale, elaborazione e lotta politica.


Bologna, Parco del Paleotto, luogo di vita e d'incontro tra natura e arte ... (13 novembre 2022)


Una delle bacheche che accoglie i cittadini e guida al patrimonio naturalistico del grande spazio libero ... (13 novembre 2022)


I colori dell'autunno tra prati e filari di alberi in una grigia giornata che annuncia pioggerella ... (13 novembre 2022)


Il recente taglio di alberi interrompe bruscamente un filare di alti fusti ... Si è aperto il cantiere per realizzare il completamento della strada fondovalle Savena ... (13 novembre 2022)


Una delle "montagne" di rami e radici accatastati dagli operai del cantiere ... (13 novembre 2022)


Una panoramica d'insieme della stretta vallata: oltre i cumuli, la strada, il torrente e l'abitato (in evoluzione) di Rastignano (collegato a Bologna e Pianoro anche da una linea ferrata attualmente sottoutilizzata in assenza del SFM) ... 


A fianco della strada attuale: auto parcheggiate e (in arancio) i resti di alberi ed arbusti tagliati ... (13 novembre 2022)


Oltre i "lavori in corso" scorre il Savena e la natura: vegetale e animale ... (13 novembre 2022)


La realtà quotidiana smentisce la propaganda: qui, nessuna rigenerazione e continuo consumo di suolo e di spazi naturali ... (13 novembre 2022)


"Dissenso" sta scritto su un muretto sotto "Paleotto 11" all'entrata del Parco ... (13 novembre 2022)








Dal Parco del Paleotto agli "Ecomostri alla bolognese" ... L'Espresso del 6 novembre 2022 pubblica alcune pagine sul "cemento sulle colline" e scrive "democrazia urbanistica addio" ...


"Norme di favore per i costruttori, Asili pubblici a rischio. Viaggio nell'Emilia del nuovo sacco edilizio" ... (6 novembre 2022)
Parole forti che meritano un adeguato approfondimento ...


Sul Corriere di Bologna la cocciutaggine dell'Assessore Andrea Corsini, i dubbi del neo Viceministro Galeazzo Bignami, un parere del Presidente dell'Osservatorio Regionale per l'educazione alla sicurezza stradale ... (5 novembre 2022)
  

Ancora a proposito di natura e attività umane ... Titola il Corriere "Nuove trivellazioni e polemiche. Ravenna pronta, ira ambientalista. Il Sindaco De Pascale: in regione ci sono molte aziende che hanno disperato bisogno di gas" ... (5 novembre 2022) 


Dal Democratico De Pascale al leghista Zaia ... Titola il Corriere della Sera: "No alle trivelle, io non cambio idea. Ci siamo scottati e ancora paghiamo. Qui la scienza dice che i problemi ci sono e ci saranno" ... (10 novembre 2022)
Parliamone!





17 commenti:

  1. Penso che il PD non abbia ancora scoperto il suo prossimo segretario.
    Schlein non è neppure iscritta. Non avrà i voti.
    Bonaccini è già Governatore, è per l'autonomia differenziata delle Regioni ed ha il sostegno di Base riformista e dei renziani. Non credo ce la farà.
    Poi in Emilia c'è anche Paola de Micheli. E Franceschini, Lepore ed altri hanno idee diverse.
    Quindi partita ancora aperta.
    Al Paleotto uno sfregio. Il fatto è che le strade hanno priorità, mentre il verde ed il Sfm no.
    pl

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    1. "Partita ancora aperta"?
      Può essere. Tuttavia, allo stato - da attento e interessato osservatore - non vedo le condizioni per correzioni di rotta in grado di rispondere alla forte domanda di alternativa sociale e politica matura nel paese ...
      Gianni

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  2. Paleotto e Montagnola parchi feriti. Aree ex militari sequestrate. Cantieri per infrastrutture sbagliate. Abbandono di investimenti utili.
    Amministratori poco lungimiranti.
    Elisa B.

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    1. Forse troppo propensi a gestire e dividere posizioni di (piccolo) potere ...
      Gianni

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  3. Mi piace questo mix tra vita di quartiere e politica. Farebbero bene a considerarlo pidini e sinistre.
    Lepore ad esempio dice che sarebbe bene non scambiare le adesioni dei gruppi dirigenti con quella dei cittadini. E io penso che si riferisca proprio alla sua esperienza: Bugani in coalizione e i 5 stelle astenuti oppure Clancy in Giunta e 30000 in tangenziale contro il Passante.
    Per cui il sindaco conclude che dobbiamo recuperare la scissione con l'elettorato. Va be, ma allora servono segnali chiari che ancora non sono negli atti delle amministrazioni pubbliche e nelle indicazioni di partito: Passante e Paleotto appunto. Oppure Aeroporto e People Mover, Servizio Ferroviario Metropolitano e rete tramviaria integrata, più case per studenti fuori sede e per poveri. Poi sanità e scuole potenziate e di qualità.
    Possibile?

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    1. Possibile e necessario. "Convergere per insorgere" si è ripetuto il 22 ottobre. Una lunga e impegnativa marcia di approfondimento, confronto e lotta politica ...
      Gianni

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  4. Io dico che Elly è scappata dalla Giunta per non entrare in aperto conflitto con Bonaccini. Il suo pensiero è molto diverso da quello dei colleghi di viale Moro e del partito di Letta, basta leggere l'intervista di oggi pubblicata su Repubblica. Cosi la prima occasione è stata colta al volo....
    Restano naturalmente tutti i problemi irrisolti indicati qui.
    Anna

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    1. Anche questa è una possibile lettura di fatti e personaggi ...
      Per me restano alcuni punti fermi.
      1. Gli impegni presi vanno portati a termine e, se interrotti, vanno motivati.
      2. Non esistono uomini o donne "della provvidenza" e la politica è una splendida esperienza quando viene vissuta collettivamente. Candidarsi ad ogni elezione (europea, regionale, nazionale) non è indice di buona politica.
      Gianni

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  5. Che dire? Ricevere a gratis mentre stai seduto in poltrona un resoconto ed una analisi politica dettagliata nella sua radicalita' e' certo dovuto all'era digitale in cui siamo immersi. Ma e' dovuto soprattutto al lavoro certosino di un cronista attento ai fatti e ai destini di Bologna (e con cronista non voglio certo sminuire l'attivita' di Gianni Tugnoli). Solo un appunto. Manca - se non mi e' sfuggito - un capitoletto dedicato alle autonomie differenziate, cui Bonaccini ha aderito dalla prima ora, nel silenzio regale della Schlein. Poiche' il ministro Calderoli gia' autore di una riforma elettorale definita dallo stesso una porcata (parente stretta in termini di porcata dell'attuale legge elettorale), ha aperto un tavolo con le regioni per accelerare il processo delle autonomie differenziate, che se realizzate traccerebbero una ulteriore frattura nel tessuto dellunita' nazionale, sarebbe bene che il dibattito pubblico facesse molta attenzione.
    Nino Pizzimenti

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    1. Per un cronista libero commentatore di fatti e personaggi è bello ricevere osservazioni condivisibili che alimentano il dibattito. Grazie!
      Gianni

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  6. Che dire, se non che non si può non essere concordi su tutto?
    Dall'Emilia considerata in tutta Italia e non solo simbolo di buon governo e dalla capacità amministrativa bolognese capace di difendere il proprio territorio ed essere esempio di capacità amministrativa e partecipativa, siamo passati ad una mera e mediocre visione regionale e bolognese basata su un modello di sviluppo incapace di andare oltre all'esistente. Senza radicalità e visione prospettica.
    Triste da constatare ma mi pare una realtà ormai consolidata.

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    1. Consolidata, inaccettabile e da modificare.
      Gianni

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  7. Emiliani che escludono che altri emiliani possano dirigere il PD oltre le recenti sconfitte ci sta. Ma il PD può escludere che il suo segretario venga espresso dalla comunità dove raccoglie i maggiori consensi?
    M.

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    1. Naturalmente il PD è libero di fare le scelte che ritiene più utili per la comunità che vuole rappresentare.
      Gianni

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  8. Il PD nazionale affidato a Bonaccini, Schlein o De Micheli sarebbe come il calcio italiano nelle mani di Bologna, Sassuolo e Parma ...
    Sic

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    1. Vuoi dire una forza di centro (classifica)?
      Gianni

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  9. Mi associo alle osservazioni qui proposte e ve ne propongo una ulteriore: come può un presidente di regione impegnato in funzioni operative svolgere contemporaneamente un ruolo di capo partito? So che anche Zingaretti..... e che pure Salvini o Meloni a destra..... ma a me questo pare irrispettoso per le istituzioni e i partiti.
    Ale

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