mercoledì 29 giugno 2022

Se la Democrazia è molto malata ... si può ripartire dai "compagni" di Bruno

Il discutibile titolo della prima pagina di Repubblica sul voto amministrativo ...

















L'ultimo degli incontri pubblici di giugno organizzati dall'Assemblea No Passante di Bologna ...


















Certi commentatori e politici in quanto a competenza e professionalità andrebbero bocciati. Li si capisce solo se si considera che seguono precisi interessi di parte e "narrazioni" strumentali. Ogni volta che aprono bocca fanno propaganda, senza il minimo rispetto per analisi obiettive e di verità. Mancano progetti credibili, valutazioni attendibili, scelte nette, azioni conseguenti, conflitti appassionanti ed appassionanti. Consideriamo le elezioni amministrative 2022.
Tra il primo e il secondo turno sono stati eletti i Sindaci in molte importanti città italiane. Una occasione per esprimere un giudizio sulle classi dirigenti locali (uscenti e/o candidate) e, insieme, sulle attuali forze politiche nazionali. Ne esce un quadro spietato, preoccupante. Che conferma e consolida ulteriormente la distanza tra politica e società, tra amministrati e amministratori, tra popolo ed eletti. 

Il dato che esce confermato è che nessun sindaco (tra quelli eletti al primo e al secondo turno) nelle 20 città capoluogo di provincia è stato sostenuto dalla maggioranza assoluta degli elettori. Scontato? Forse. Ma soprattutto se diamo per fisiologici alti livelli di astensione (che fisiologici non sono). Perché va pur detto che nel nuovo secolo Sergio Cofferati venne scelto dal 44% dei bolognesi, nella sfida con il Sindaco uscente Giorgio Guazzaloca. O che, a Napoli, Antonio Bassolino raggiunse il 46,4% nel 1997. 

In questo mese di giugno, invece, il sostegno massimo l'ha conquistato il Sindaco di L'Aquila, Biondi (confermato, di DestraCentro) con il 34,2% tra i suoi potenziali elettori (5 anni fa il suo consenso si fermava al 27.4%). E' l'unico che raccoglie più di un voto ogni tre aventi diritto. Tutti gli altri sono sotto. Bene anche Melucci (confermato, di CentroSinistra) a Taranto: è stato rieletto (al primo turno) conquistando il 30,4% della intera base elettorale (quasi raddoppiato il dato del 2017: 16,0%).
Bene Chiara Frontini (neoeletta, "civica") che a Viterbo, nel ballottaggio, ha ricevuto il 30,2% dei voti (contro il precedente 23,2% del Sindaco Arena, di CentroDestra). 
Tre sindaci in controtendenza, rispetto al progressivo crescere di astensioni e sfiducia.
In tutte le altre città i sindaci eletti sono sotto il 30% dei consensi esprimibili. Da Nord a Sud. Vediamoli. 

Eletti direttamente al primo turno (12 giugno).
Padova: Giordani (confermato, CentroSinistra), 28,9% (nel 2017, 29,2%).
La Spezia: Peracchini (confermato, Centrodestra) 26,0% (nel 2017, 27,2%).
Genova: Bucci (confermato, CentroDestra), 23,4% (nel 2017, 22,8%).
Palermo: Lagalla (CentroDestra), 18,4% (nel 2017, Leoluca Orlando, CentroSinistra, 22,6%). 

Eletti con il ballottaggio, di domenica scorsa.
Frosinone: Mastrangeli (CentroDestra) 29,3% (nel 2017, Ottaviani, CentroDestra, 39,8%).
Barletta: Cannito (confermato, CentroDestra) 28,0% (2018, Civico, 33,5%).
Parma: Guerra (CentroSinistra) 25,4% (2017 Pizzarotti, Civico, 25,6).
Verona: Tommasi (CentroSinistra) 24,7% (2017, Sboarina, Lega e FdI, 23,4%).
Catanzaro: Fiorita (Campo Progressista) 24,3% (2017, Abramo, Civiche e Forza Italia, 29,2%).
Carrara: Serena Arrighi (CentroSinistra) 23,4% (2017, De Pasquale, M5S, 31,4%).
Cuneo: Manassero (CentroSinistra) 22,8% (2017, Borgna, CentroSinistra, 34,0%).
Piacenza: Katia Tarasconi (CentroSinistra) 22,1% (2017, Barbieri, CentroDestra, 26,8%).
Gorizia: Ziberna (confermato, CentroDestra) 21,7% (2017, 25,6%)
Lucca: Pardini (CentroDestra) 21,2% (2017, Tambellini, CentroSinistra, 22,4%).
Alessandria: Abonante (Campo Progressista) 19,8% (2017, Cuttica, CentroDestra, 25,1%) .
Como: Rapinese (Civico) 19,5% (2017, Landrascina, CentroDestra, 18,3%).
Monza: Pilotto (Campo Progressista) 18,7% (2017, Allevi, CentroDestra, 22,9%).
Dunque, in 3 comuni del Nord, i sindaci eletti sono stati scelti addirittura da meno di 1 elettore su 5 degli aventi diritto. 
Che altro è se non l'indice preoccupante della scarsa considerazione dell'elettorato per i Comuni (l'Istituzione storica più vicina ai cittadini), per gli amministratori locali e per i partiti?

Eppure questi dati, che sono un indice dei malanni della nostra Democrazia e della politica da tempo praticata, vengono quasi sistematicamente elusi nei commenti post voto.
"Il PD di Letta vince a valanga" titola la Repubblica, il quotidiano di Maurizio Molinari acquisito nel 2016 dalla famiglia Exor - Agnelli. 
"Il centrosinistra vince nelle città" titola il Corriere della Sera di Luciano Fontana, proprietà di Urbano Cairo. Che riporta il commento di Enrico Letta: "E' un grande successo". 


La prima pagina del Corriere della Sera (lunedì 27 giugno)




























Pare che nessuno voglia vedere e capire i problemi, le "ferite", i "messaggi" di un elettorato sempre più distante, disilluso, critico. Nei partiti ci si esalta per le divisioni e la pochezza altrui. Ovvero per la "tenuta al ribasso" di un sistema di potere abbarbicato a difesa di un mondo vecchio, logoro, sempre più contraddittorio.
Probabilmente un sospiro di sollievo, dopo anni di grande paura per l'emergere di un movimento critico di contestazione all'alternanza senza alternativa politica e sociale. Certo, l'operazione per demolire il carattere "ribelle" e alternativo del M5S ha prodotto indubbi risultati: la contesa elettorale pare rientrare nel classico sistema bipolare, CentroDestra e/o CentroSinistra. Il terzo polo "grillino"  è saltato: eroso dall'attacco concentrico di forze conservatrici, del mondo Confindustriale e dei media; dalla risolutezza e dal paternalismo dei "vecchi" partiti, di leader storici o costruiti in provetta; dalla inadeguatezza e dal trasformismo di "capi politici" che in pochi anni hanno dilapidato un patrimonio tutt'altro che trascurabile nella prospettiva di consolidare e costruire un Paese migliore.

Eppure il voto amministrativo, seppure parziale e da approfondire ancora, conferma che ogni semplificazione è illusoria. 

Solo il bisogno di sostenere un Partito in difficoltà di strategia, di progetti qualificanti e di dirigenti all'altezza delle sfide globali del secolo (ecologica, climatica, sanitaria) può nascondere i rovesci del PD e dei suoi alleati a Palermo e Lucca, le nuove sconfitte e l'arretramento pesante in voti e percentuali di Genova e l'Aquila. Ma anche "vittorie" da leggere con massima attenzione: come quella di Parma, dove l'alleanza tra i Civici di Pizzarotti (ex M5S) e del CentroSinistra non consolida neppure al ballottaggio contro il CentroDestra oltre 13mila dei 50.430 voti ottenuti (al primo turno) nel 2017 dalle due coalizioni allora in competizione. 

Il fatto è che il tratto sostanzialmente moderato, conservatore, liberista di Enrico Letta (o di Stefano Bonaccini) non prospettano nessun cambiamento sostanziale della società e del sistema di potere economico e finanziario dell'Italia. Di conseguenza la prospettiva di un Campo Progressista o di un CentroSinistra "largo", di un "nuovo" Ulivo ad egemonia PD non conquistano che una parte irrilevante e marginale dell'elettorato critico e "ribelle" verso lo stato di cose presenti che per qualche anno si è riconosciuto o ha votato il M5S. E di sicuro seguire le passioni atlantiste di Luigi Di Maio, come il credito di Beppe Grillo verso il Governo Draghi - Cingolani o l'interesse dei Gruppi Parlamentari pentastellati per il compimento della Legislatura non sono interesse di molti. Altro sarebbe confrontarsi apertamente, pubblicamente e con pari dignità politica - culturale; lavorare insieme a nuove sintesi di trasformazione, a Programmi comuni condivisi che puntino ad una alternativa nel governo delle Istituzioni e dell'economia: per la conversione ecologica delle produzioni e della organizzazione delle comunità, per la giustizia sociale ed una equa distribuzione del lavoro, per la lotta al malaffare e alla illegalità, per il disarmo e la lotta alla fame nel mondo, per il riconoscimento dei Diritti e dei Doveri universali dei cittadini. 

Le divisioni nel CentroDestra hanno a che fare con questi stessi nodi. A dividere Giorgia Meloni, Salvini e Berlusconi, Mara Carfagna, Lupi e Brunetta, Musumeci, Toti e Zaia, Bucci, Sboarina e Tosi (e in diversi casi a farli perdere clamorosamente, come a Verona, Monza, Catanzaro) non sono solo questioni di leadership nazionale e locali. Bensì questioni concrete e scelte strategiche, di prospettiva che emergono su più versanti e che mancano ancora di soluzioni unificanti e forti: "sovranismo" regionale o nazionale o "atlantismo"; "liberismo" assoluto o preminenza dello Stato e "protezionismo", diritti individuali inviolabili o etica di Stato, aborto o no, meno tasse per tutti o più servizi di qualità, più soldi alla sanità per tutti o ai grandi gruppi privati, rispetto della vita e della natura o libertà totale nel possedere e fare circolare armi e speculazione garantita sulle proprietà private?

Così la situazione post voto amministrativo, lungi dal produrre riflessioni utili a tutti, soluzioni nuove e più avanzate, conflitti fecondi e produttivi, si complica, si aggroviglia. Alimenta tensioni e allontana Progetti di trasformazione.
Si apre a sviluppi imprevedibili, anche pericolosi. Almeno per chi ritiene i Principi e l'Ordinamento della Costituzione un riferimento attuale e imprescindibile per la convivenza civile e per un mondo nuovo capace di sconfiggere imperialismi e nazionalismi di ritorno, guerre e produzioni che minacciano la vita umana, la vita, gli ecosistemi naturali.

Avanti cosi?
O interrompiamo questo andazzo?
A volte, arrivano squarci di alternativa. 
Anche giornalisti del Corriere della Sera, come Massimo Gramellini, raccontano di persone, di valori e di azioni positive. "Il compagno Bruno" è un esempio. Non il solo, in questo Paese, sventurato ma ancora ricco di risorse e cultura. Sarebbe bene e utile che venissero raccontati, considerati, ascoltati anche in vita i compagni di Bruno. Non solo dopo la morte. 

 
Sulla prima pagina del Corriere della Sera di oggi la bella e triste storia del compagno Bruno ... (29 giugno 2022)

 

Bologna, Parco Eugenio Montale, ultimo incontro (di giugno) sul Passante di Mezzo promosso dall'Assemblea metropolitana No Passante: gli altri lunedì 6 al Parco della Zucca e lunedì 13 al Parco San Donnino (vedi qui).
Le sedie e le panchine portate sono già occupate, ma ancora altri cittadini arrivano ... (27 giugno 2022)





Diverse decine di persone preoccupate per la salute e per l'ambiente discutono ... sullo sfondo, il grattacielo di via Benvenuto Cellini 


Dietro gli alti fusti che ora offrono "ristoro" le scuole Scandellara, un campetto da calcio ... e, subito, il grande Asse viario a 12 corsie Tangenziale - A14 che Amministratori senza lungimiranza vorrebbero allargare ulteriormente a 16 - 18 corsie ...


In prima fila donne e giovani ...


Persone mature, consapevoli, tenaci ...


Diverse magliette, molti colori e argomenti ...


Le Autorità responsabili non hanno mantenuto gli impegni presi a tutela della salute e della biodiversità ...
 

Negli interventi (qui Sergio Fedele) proposte alternative di investimento: utili alla prevenzione dei malanni da inquinamento ed a migliorare la qualità della vita delle comunità ... 


"Il traffico privato va ridotto, costruendo soluzioni alternative competitive" ... 


Con la bici, la vita ...


"Per un futuro eco-compatibile" ...


"Un'altra idea di Città è possibile e praticabile: il tempo di agire è questo. Prima che si proceda con il Passante attraverso Bologna, con il completamento delle edificazioni concesse in via Scandellara" ... Sullo sfondo, oltre un recentissimo insediamento residenziale (già oggetto di parziale esproprio per il Passante) e le 12 corsie dell'Asse A14-Tangenziale, la Torre UNIPOL di via Larga


"Queste Amministrazioni rispondono alle grandi aziende private e cooperative piuttosto che ai loro elettori ... Sono in campo interessi non sempre legittimi e legali" ... La sfida è alta.


"Pandemia, guerra, siccità: i fatti sollecitano un cambio di priorità nelle politiche della Regione". Per Luca Girotti, VicePresidente di Legambiente Emilia Romagna "gli investimenti debbono partire dal potenziamento nelle infrastrutture e dei mezzi di trasporto pubblico, con abbonamenti e tariffe che incentivino gli utenti" ...


"Si impone un Progetto nuovo e lungimirante della Città, capace di considerare le tante aree pubbliche e private dismesse nell'interesse generale delle comunità" ...


Cittadini si informano e osservano carte e documenti ...


Qui nessun "compagno Bruno". Eppure tanti cittadini che esigono rispetto, che hanno bisogni e valori, che rivendicano cultura, democrazia e cambiamento nel rispetto della Costituzione ...


L'Assemblea metropolitana No Passante propone entro luglio, a tutti i cittadini e gli studi grafici, di partecipare ad un Concorso per produrre un Logo identificativo ... Poi, a settembre, un Festival.
Intanto molti altri appuntamenti per uno sviluppo eco-compatibile:
giovedì 30 giugno, alle 18,30, la bicicletta dal Centro sportivo Pizzoli, via Zanardi 228, all'Aeroporto Marconi ... 
E, quasi in contemporanea, Voci contro la Guerra, in Piazza San Rocco, ore 18, ...





16 commenti:

  1. Ma cosa si pretende? Se neppure la pandemia, se neppure la guerra, se neppure il riscaldamento del pianeta..... modificano le priorità e il Pnrr viene speso per rilanciare il vecchio modello di crescita e di ingiustizie sociali..... a me pare che il 59% di astenuti sia da mettere in conto. O si vogliono applausi?????
    L'indecenza è che l'unica opposizione parlamentare sia della Destra di sora Giorgia. E che a Sinistra si proceda divisi e al carro di un PD che non nasconde il sostegno incondizionato a Draghi, Nato e gruppi aziendali o multinazionali arroganti che hanno campo libero per realizzare affari privari di sicuro disinteresse pubblico.
    DG

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    1. gtugnoli16@libero.it4 luglio 2022 alle ore 11:54

      Si, questi "partiti" e queste "coalizioni" elettorali raccolgono consensi per ciò che fanno e meritano.
      Resta il dubbio se i critici, "quelli che non si riconoscono entro questa cultura politica" (che, volendo, possiamo anche declinare al plurale) possano limitarsi a prenderne atto (adeguandosi o astenendosi). Ovvero se (partendo dalle esperienze locali e internazionali) debbano e possano produrre sintesi più adeguate, una Politica più corrispondente alle sfide sociali ed ambientali, uno o più nuovi soggetti rappresentativi dei bisogni di protagonismo e delle aspirazioni di liberazione che caratterizzano questa epoca e questo mondo.
      Gianni

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  2. Da tempo giovani e lavoratori a sinistra sono senza una rappresentanza istituzionale adeguata. Quella che nonostante tutto c'è in Francia o Spagna o Grecia.
    I 5 stelle hanno sicuramente raccolto malessere e speranze, poi ottenuto qualche risultato con il RdC e quota100 ma poi?
    Sulle grandi opere, il reddito minimo, la giustizia fiscale nulla.
    Purtroppo non basta eleggere "uno" che vale "uno" o cento/duecento parlamentari per cambiare il modo.
    Ci vogliono cultura, organizzazione e pazienza. Non di Maio.
    Ciao!

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    1. gtugnoli16@libero.it4 luglio 2022 alle ore 12:58

      Penso che avremmo bisogno di soggetti politici europei, radicati nei diversi paesi e nelle comunità locali. Un percorso impegnativo ma da avviare con urgenza per chi vuole muovere verso un "nuovo ordine democratico pacifico e multipolare", una "conversione ecologica dell'economia e dei continenti", una maggiore "giustizia sociale" e "diritti - doveri universali delle persone e dei popoli nel rispetto della Carta ONU".
      Quattro capitoli su cui raccogliere accordi e dissensi. Le esperienze aiutano. E altrettanto le scelte per gli investimenti di oggi e di domani.
      Gianni

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  3. Con il M5s il canovaccio è sempre lo stesso. Concedergli "spazi" formali senza fargli praticare gli "obiettivi" politici sostenuti. Lo abbiamo studiato all'universita: da almeno un secolo le grandi "famiglie" capitaliste che comandano nel paese hanno riconosciuto a fascisti, popolari, socialisti, comunisti i ruoli che si sono via via conquistati. E regolarmente li hanno liquidati, rimanendo (loro) i padroni del comune destino.
    Ergo. Anche la nostra è una democrazia a "sovranità" limitata e la Costituzione resta un riferimento in gran parte privo di conseguenze fattuali.
    M.

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    1. gtugnoli16@libero.it4 luglio 2022 alle ore 13:23

      Sicuramente in Italia, come in Europa e nel mondo, si sono vissuti periodi diversi. Fascismo e guerre, conflitti sociali e regimi autoritari, nazionalismi e imperialismi vari, "socialismo" realizzato e capitalismo nei suoi diversi stadi di evoluzione dovrebbero avere suggerito antidoti e percorsi democratici e di innovazione da intraprendere per soddisfare i bisogni dell'umanità verso il 2100.
      C'è materiale abbondante per studiare, riflettere ed agire. Qui ed ora.
      Gianni

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  4. Basta inseguire i grillini dixit Bonaccini at Letta.
    Potrei concordare se fosse per essere un passo avanti rispetto a Conte su disarmo, ambiente, lavoro, giustizia, diritti.
    Purtroppo non è così.
    L.

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    1. gtugnoli16@libero.it4 luglio 2022 alle ore 13:31

      In effetti credo non sia così.
      Letta, Bonaccini e Franceschini pare privilegino "riarmo", "fonti energetiche fossili" ... alleanze sociali e politiche tradizionali e conservatrici.
      C'è bisogno di altro, in Emilia e in Italia, in Europa e nel mondo.
      Gianni

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  5. Vero. Con la scelte di Letta, Bonaccini e C. non si conquistano consensi tra chi è stanco di ingiustizie e chiede transizione ecologica.
    Io punterei su una nuova coalizione caratterizzata su riduzione delle spese militari ed aumento degli investimenti sociali e ambientali. Che abbia tra i garanti personalità credibili tipo Santoro, De Magistris, Di Battista, Montanari, Mercalli.
    Possibile?

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    2. gtugnoli16@libero.it5 luglio 2022 alle ore 10:24

      Non so se possibile. Ma credo sia un percorso da alimentare con un confronto aperto e capace di includere. Dando rilevanza innanzitutto agli obiettivi strategici che ci si prefigge. E stando sempre al merito delle questioni e degli atti di governo, alle priorità nei Bilanci e negli investimenti pubblici, alle esperienze, ai conflitti reali. Personalmente suggerirei altre personalità: Luciana Castellina, Lisa Clark, Chiara Saraceno, Barbara Spinelli. E farei tranquillamente anche nomi di donne di ultima generazione (in prima linea nelle lotte sociali e politiche) se avessi qualche concreto segnale che il loro comprensibile tentativo di governare un cambiamento all'altezza delle sfide non venisse contraddetto da pratiche quotidiane di riformismo debole assolutamente inadeguato alla profondità della crisi o da un conservatorismo di fatto che rischia di preparare il peggio.
      Gianni

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  6. Il fatto è che fatti e politica non si incrociano.
    L'estate segnato dal crollo del ghiacciaio della Marmolada o dalle 5 ore in auto per un sabato sulla spiaggia di Riccione non comportano considerazioni né per Draghi o Bonaccini, né per Franceschini o Colla.
    Tutti procedono senza remore lungo i percorsi tracciati e discutere le priorità del 2016 il Passante di Bo.) o del 2019 (i Progetti re pandemia e guerra) è pura perdita di tempo. Anzi. Irresponsabilità. E mette in discussione le alleanze 2023.
    Della serie: camaleonti.

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    1. gtugnoli16@libero.it5 luglio 2022 alle ore 10:55

      Nessuna sana Politica può permettersi di sottovalutare fatti ed esperienze.
      I tanti dati locali proposti nel post che stiamo commentando hanno esattamente questo scopo: rimuovere una "propaganda" insopportabile che non fa capire i problemi presenti e le correzioni necessarie nel governo del Paese e delle comunità.
      Nessuno può continuare impunemente a chiedere ed ottenere "stati di emergenza" per fronteggiare "eventi naturali" distruttivi effetto di "politiche sbagliate" di crescita che, contemporaneamente, si continuano testardamente a praticare, sostenere, finanziare (in Emilia Romagna come in Italia).
      Compito attuale e comune delle persone dotate di capacità critica e di buona volontà è costruire una alternativa culturale, sociale e di governo a classi dominanti irresponsabili.
      Gianni

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  7. Sindaci nelle città considerate: solo tre donne su 20.
    Molto meglio in Emilia Romagna dove nei 4 comuni al voto con doppio turno hanno vinto ben 3 donne (a Piacenza, a Budrio, a Riccione). Un bel segno, anche se non saprei dire se effetto di meriti della sinistra o della emancipazione delle donne in queste terre. Forse di entrambi i motivi.
    Sta di fatto che c'è ancora tanto da fare, ovunque. E la presenza delle donne in politica come già c'è nei movimenti e nelle associazioni contro la violenza e per i diritti sarebbe assai utile per migliorare la qualità della vita delle comunità. In particolare la sensibilità e la rappresentanza nelle istituzioni.
    Anna

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  8. Budrio, Parma, Piacenza, Riccione: l'Emilia Romagna è una Signora riformista e democratica. Qualche difetto? Sicuramente. Ma le alternative? Mancano.
    C.

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    1. Non è vero. Alle fonti di energia fossili e al nucleare ci sono alternative. Se il mondo è l'umanità hanno vissuto migliaia di anni senza ... si può.
      Il fatto è che bisogna scegliere, come sempre. Progetti e priorità, amici ed avversari.
      Ciao!

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