giovedì 21 ottobre 2021

Dalle piazze e dal (non) voto l'urgenza di cambiare sistema economico e sociale

Tantissimi alla manifestazione nazionale di sabato scorso a Roma per la democrazia e la giustizia

 










Le piazze di Milano, di Roma e di molte altre città d'Italia si riempiono di persone critiche e combattive. Sempre determinate, spesso incazzate, in alcuni casi confuse. Troppe cose non vanno: il lavoro, i servizi, la sanità, la scuola, il reddito, la giustizia ... La crisi è profonda. In discussione sono produzioni e consumi, libertà personali e responsabilità comunitarie che ci hanno portato al nuovo millennio. 

La crescita demografica mondiale, la gestione della innovazione tecnologica, le emergenze ambientali, il riscaldamento climatico, la/e pandemia/e hanno esasperato ed aggrovigliato tutte le contraddizioni che da decenni viviamo. 

Ecco, dunque, mobilitarsi ragazze e giovani che comprensibilmente temono per il futuro. E dicono "basta" con lo scarico dei problemi sulle generazioni prossime. Il movimento internazionale di Greta Thunberg denuncia l'insopportabile "bla, bla, bla" ... delle classi dirigenti mondiali, delle Autorità di governo e finanziarie, di grandi gruppi imprenditoriali.

Studenti e ambientalisti in piazza a Milano il 2 ottobre scorso in occasione degli incontri pre COP26










Contemporaneamente protestano lavoratori precari, a chiamata, in nero ... e quelli esposti a "morti bianche" o licenziati (anche via cellulare) da proprietà ingorde (o subalterne) che si arricchiscono (o vivacchiano) sfruttando, senza responsabilità, risorse naturali (limitate) ed umane (illimitate).

E scendono in strada commercianti, artigiani, "ceti medi" impoveriti, lavoratori "autonomi" di fatto dipendenti da grandi gruppi che stabiliscono "regole", condizioni, priorità ed obiettivi del mercato. Lo fanno contro Istituzioni nazionali e locali (progressivamente svuotate di risorse nonché di poteri efficaci di intervento e di controllo) che provano a fronteggiare complesse situazioni di emergenza sanitaria, compromesse dalle politiche di privatizzazione e di ridimensionamento dei servizi pubblici praticate negli ultimi decenni tanto da Governi di CentroDestra quanto da Governi di CentroSinistra.

Chi dialoga, chi si confronta nel merito e chi porta a nuove sintesi questi movimenti, queste lotte, queste istanze?

Manca un soggetto politico (un "intellettuale collettivo"?) all'altezza delle sfide. Mancano partiti o coalizioni capaci di misurarsi, di capire e di rappresentare, di fare maturare queste domande sociali verso un progetto eco-compatibile di riorganizzazione della società, delle produzioni, dei servizi e dei consumi; verso la giustizia sociale ed ambientale; verso una democrazia partecipata, comunitaria e globale in cui valgono diritti e doveri universali, riconosciuti e rispettati ovunque. Come del resto stabilisce la Costituzione Italiana. Come indicano le elaborazioni culturali più interessanti degli ultimi decenni. Ne parla frequentemente, purtroppo inascoltato, anche Papa Francesco: con visione e proposte concrete.


Il quotidiano cattolico titola sull'appello del Papa per "reddito minimo, orario di lavoro ridotto, cure e vaccini anti Covid a tutti. Rimettete i debiti ai Paesi in crisi, fermate le armi, non distruggete l'ambiente".
(17 ottobre 2021) 











Dorme la Politica.

In Italia il PD è ancora sostanzialmente quello denunciato dal suo penultimo Segretario nazionale e Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Ora alternato da una personalità moderata come Enrico Letta, già Presidente del Consiglio del Governo PD - PDL (vice Presidente Angelino Alfano!) e rieletto il 3-4 ottobre  in Parlamento in un seggio di Siena dal 49,9% del 35.6% di elettori. Un Segretario che insiste nel considerare il Governo Draghi, sostenuto anche da Forza Italia e Lega di Salvini, la migliore soluzione del presente e per il futuro. Un Segretario che di fronte al risultato delle recenti Amministrative parla di "trionfo" e di avvenuta "fusione" tra gli elettorati di un "campo vasto" di soggetti politici.

Valutazioni assolutamente errate e fuorvianti (analizzando i dati).

A Roma l'ex Ministro Roberto Gualtieri è stato eletto Sindaco con il sostegno del 24,0% dell'intero corpo elettorale. Il minimo storico: nel 2013 Marino era stato votato da oltre il 28% e Virginia Raggi, nel 2016, da quasi il 33% degli aventi diritto. Al primo turno il neo Sindaco ha ricevuto 300mila voti, 212mila in meno di Marino e 25mila voti in meno del PD Roberto Giachetti nel 2016. Al ballottaggio ha conquistato 565mila voti, 100mila in meno di Marino.

A Torino il candidato Stefano Lo Russo è stato eletto al ballottaggio con il 24,5% dei consensi. Gli stessi voti (168mila) ottenuti nel 2016 dal perdente Piero Fassino (che nel 2011 venne eletto con il 36%), sconfitto da Chiara Appendino, eletta con il 29%. 

Ma anche a Milano Giuseppe Sala è stato eletto al primo turno per il secondo mandato dal 27% degli elettori (in lieve crescita rispetto al 2016: 26,3%). Però nel 2011 Giuliano Pisapia conquistò il Comune con  il 36,7%.

A Napoli l'ex Ministro Gaetano Manfredi, frutto di un accordo PD - M5S, raggiunge il 28% contro il 32,6 del primo Luigi De Magistris.

A Bologna il candidato PD Matteo Lepore, nonostante il "campo larghissimo", scende per la prima volta sotto quota 100mila, fermandosi a 94.565 voti, sotto il 31% dell'elettorato potenziale. Il primo Virginio Merola, nel 2011, superò il 35%.

Dunque il PD si insedia nuovamente nei principali Municipi d'Italia principalmente per mancanza di alternative credibili e convincenti. Come forza politica particolarmente esperta nel gestire amministrazioni e sottogoverno. Quasi sempre anche la più affidabile anche per il potere economico e finanziario costituito.

Il CentroDestra nelle sue diverse versioni (a guida di candidati civici indicati da Meloni, Salvini o Berlusconi) in valori assoluti resta al palo (a Roma e Torino) o perde significativamente (a Milano, a Napoli e a Bologna).

Il M5S paga duramente il passaggio da "terza forza" di alternativa politica e sociale al "sistema" a "partito" di Governo disponibile ad ogni maggioranza (dal Conte1 con la Lega, al Conte2 con PD e LeU, al Draghi1 comprensivo di Forza Italia, Lega e Italia Viva) e ad ogni politica (prima innovatrice, poi riformista infine restauratrice) sacrificando un approccio conflittuale e progetti caratterizzanti (ecologia ed ambiente su tutti) che lo avevano contraddistinto e fatto apprezzare per diversi anni. Il crollo è diffuso, ancorché differenziato. Ma è impossibile rimuovere o sottovalutare un dato politico per chiunque nel MoVimento o fuori abbia davvero voglia di riflettere. 

A Roma Virginia Raggi, dopo cinque anni di Amministrazione, di isolamento politico e di "malgoverno", dimezza abbondantemente i voti raccolti al primo turno nel 2016: 212mila contro i 461mila che la portarono al ballottaggio e quindi al Campidoglio. Ma a Bologna il M5S, dopo anni di opposizione al "sistema di potere del PD" che lo hanno portato (nel 2016) a raccogliere quasi 29mila voti per "Bugani Sindaco" e in concorrenza con la sinistra critica di Coalizione Civica del candidato Sindaco Martelloni (oltre 12mila), con i Verdi ed altre liste minori di sinistra, alleandosi con il "rinnovato" CentroSinistra di Matteo Lepore, di Coalizione Civica, della lista "Anche tu Conti", dei Verdi ... si ferma sotto i 5mila voti e perde almeno 4 elettori su 5

Ovviamente la tesi del "soddisfatto" neo Assessore della Giunta Lepore, Max Bugani, è da considerare: "avevamo al nostro interno persone che non c'entravano niente l'una con l'altra ... Adesso si riparte". Ma viene anche da chiedersi "per andare dove"? E se un qualsiasi osservatore o protagonista della storia del M5S può accontentarsi di una simile auto assoluzione e di una così misera lettura del voto politico ed amministrativo. 

Resta il fatto, la sostanza: se la scelta politica per il governo dei Comuni è tra questo CentroSinistra e questo CentroDestra (o se vogliamo questa DestraCentro) è una sfida a perdere, la sfiducia cresce e gli astenuti diventano maggioranza. 

E' un segnale chiaro.

Il fascino del popolo italiano verso due Coalizioni che si caratterizzano, l'una, per la sfida tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini per la successione a Silvio Berlusconi e, l'altra, per l'incondizionato sostegno al Presidentissimo Mario Draghi e per la riunificazione di un "campo larghissimo" da Carlo Calenda e Matteo Renzi a Elly Schlein e Giuseppe Conte è sempre più ridotto. Comprensibilmente.

Per i giovani di Fridays for Future o di Extinction Rebellion e per il popolo inquinato che rivendicano conversione ecologica, ora! E che nei prossimi giorni torneranno nelle piazze per cambiare il PNRR del Governo Draghi - Cingolani, per dirottare le ingenti risorse indirizzate da Comuni, Regioni e Ministeri su "grandi" opere insostenibili e sbagliate verso Progetti maturi e utili a contenere emissioni e riscaldamento della Terra. 

Per cittadini stanchi di sentire ripetere che la pandemia è prodotta dai mutati habitat e che impone maggiore rispetto per la biodiversità che ci dà vita ... ma poi governi e classi dominanti pretendono di riaprire tutte le attività come sempre (parametro la crescita del PIL) con la sola "novità" dei vaccini (magari ripetuti infinite volte, per chi può permetterselo). Per il resto i grandi investimenti restano gli stessi prospettati nel passato. Magari, in qualche caso, presentati con la postilla "di ultima generazione", cioè dotati di mitigazioni e compensazioni per i danni certi e riconosciuti arrecati alle comunità (come nel caso del Passante di Mezzo a 16-18 corsie di Bologna). 

Per i lavoratori che in ogni città d'Italia e sabato a Roma hanno manifestato per lo scioglimento delle formazioni neofasciste (prima Forza Nuova) che compiono azioni squadriste e per rimuovere (quanto prima ed ovunque collocati) i responsabili dell'ordine pubblico che hanno accompagnato caporioni e gruppi d'assalto alla sede nazionale della CGIL. Un atto anche simbolico grave e che non può essere certo derubricato in ragione di equilibri politici che vanno salvaguardati. Già Antonio Gramsci ci ha avvertito, nel secolo scorso, sulle ragioni sociali e di potere dell'avvento del fascismo in Italia, sul brodo di cultura e sulle protezioni altolocate di cui hanno goduto personaggi e manipoli inizialmente più che modesti; sulla necessità di contrastare l'indifferenza saldando lotte sociali e di libertà, conquiste economiche per le classi sociali subalterne e rispetto per diritti - doveri universali.

La fotocronaca della manifestazione di sabato è testimonianza di un impegno da consolidare e sviluppare.


Lavoratrici e lavoratori "antifascisti" si concentrano con bandiere, cartelli e striscioni tra la Stazione Termini e la Chiesa di Santa Maria Maggiore ... (16 ottobre 2021)



Giornalisti e cine-operatori ascoltano le motivazioni dei partecipanti ...

 

Militanti della "Funzione Partigiana" della CGIL con il bianco - rosso - verde della bandiera nazionale



Uno striscione della FILLEA CGIL: "Noi con i fascisti abbiamo finito di parlare il 25 aprile 1945"



Tra le lavoratrici ed i lavoratori distanze di sicurezza e mascherine di protezione ... Ma non tutti e non sempre ...



Passano sindacalisti ed operatori della sanità pubblica bolognese ... 



Dalla stanchezza per il viaggio e per il caldo della bella giornata ... al sorriso per il ritrovarsi nella comune mobilitazione ...



  






Attivisti di mille battaglie sociali e civili e amministratori rieletti a pieni voti ...



Da Milano militanti della Associazione Nazionale Partigiani d'Italia e da Reggio Emilia lo stendardo con Papà Cervi  ...



Giovani, striscioni e popolari canti partigiani ... Bella Ciao!

 

Delegazioni operaie dalla Carnia alla Basilicata ...



Folta la presenza di Reggio Emilia ...



... e di operaie ed operai metalmeccanici dalla Lombardia



In prima linea anche ... pensionati 



Da Verona delegati della Funzione Pubblica della CISL ...









Operai, impiegati e intere famiglie ...



Studenti medi ed universitari ...



"Siamo tutti antifascisti" scandiscono i manifestanti ...



Ragazze e giovani di Roma e di molti altri borghi e città ...

 

Lungo via Emanuele Filiberto si mischiano le persone e le bandiere ...

 

Tra i partecipanti politici ed amministratori ... Ecco Antonio Bassolino e Anna Maria Carloni



Studenti rivendicano "lavoro, istruzione, reddito" ...



Marciano fianco a fianco verso Piazza San Giovanni lavoratrici e lavoratori di CGIL e UIL ...

 

Davanti alla Basilica di San Giovanni in Laterano una grande folla ...



Un mondo multicolore, che mischia razze, culture e bandiere ...



Varie generazioni ...



Fotografi professionisti e dilettanti ...



Fotografi di fotografe della Piazza gremita ...




Il culmine della partecipazione con l'intervento di Maurizio Landini ...



"Siamo il popolo del cambiamento sociale" ... "Democrazia significa riconoscere diritti e doveri universali e battersi per realizzare una società più giusta e sostenibile" ...

 

Sulla via del ritorno ... Molto lentamente i partecipanti lasciano la Piazza (16 ottobre 2021)



Nessuno smobilita ... L'Italia vuole giustizia!







2 commenti:

  1. Vecchi saggi.
    In effetti il disordine pubblico a Roma è usato a Trieste.
    Meglio tacere?
    DG

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  2. Apprezzo che le elettrici e gli elettori abbiano preferito Gualtieri, Lepore e compagni ai rispettivi avversari della destra di Salvini, Meloni e Berlusconi .
    Penso però che un centrosinistra a guida Letta o Bonaccini non dia risposte adeguate all'Italia che corre verso il 2030.
    Le ragazze e i ragazzi che animano i movimenti per una rivoluzione ambientale non possono aspirare alle opere che questi esponenti PD sostengono. Se dopo il Passante di mezzo la Regione Emilia vuole la quarta corsia della A1 potrà intendersi con il Governatore Fontana, ma sempre meno con il popolo di Greta e i comitati di cittadini.
    Anna

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