Il Passante con 16-18 corsie in Mezzo a Bologna è tra i "130 cantieri" di #ItaliaVeloce |
"Un elenco lunghissimo di opere definite prioritarie, commissari per sbloccarle, riduzione delle gare e dei pareri ambientali, tanti chilometri di asfalto e pochi di ferro nelle aree urbane. Come venti anni fa, solo che questa volta non si chiama Legge Obiettivo, e Silvio Berlusconi è all’opposizione di un Governo con il Pd e il Movimento Cinque Stelle.
Il panico per la crisi economica e la fretta di sbloccare qualche cantiere, sta producendo conseguenze inimmaginabili. Qual è il senso politico di stravolgere il Codice degli appalti approvato quando Graziano Delrio era al Ministero delle infrastrutture, per tornare a ricette per aggirare le gare come ai tempi di Lunardi e che avevano portato ad arresti per corruzione, ritardi e spreco di denaro pubblico? Nessuno.
E davvero non si comprende come queste ricette possano contribuire a rilanciare il Paese. Nel Piano #Italiaveloce della ministra De Micheli sono previsti circa 3mila chilometri di nuove strade e autostrade: pedemontane in Veneto e Lombardia, Val d’Astico, Tibre, autostrada Cispadana, Pontina, Gronda di Genova, solo per citare le più note. Tutte opere che risalgono ai tempi della Legge Obiettivo, oramai inutili e che potrebbero essere sostituite da alternative ben più sostenibili, ma costosissime a beneficio dei soli concessionari.
Soprattutto mancano proprio le opere più urgenti ai tempi del Covid, quelle che riguardano le aree urbane".
E' questo il giudizio espresso da Edoardo Zanchini, VicePresidente nazionale di Legambiente, su il manifesto.
Totalmente condivisibile.
Osservando le scelte dall'Emilia Romagna si può solo aggiungere che il giudizio critico è motivato da due presenze e da diverse assenze tra i "130 cantieri da sbloccare".
Per la Ministra alle Infrastrutture e Trasporti (l'emiliana) Paola De Micheli (il Presidente della Regione Stefano Bonaccini) ed il Governo Conte 2 sarebbe prioritario il cosiddetto Passante di Bologna, con le ulteriori 4-6 nuove corsie che si andrebbero a sommare alle 12 attuali nel tratto A14 - Tangenziale che attraversa la Città nei suoi quartieri popolari. I cui residenti - giova ripeterlo - sono colpiti 364 giorni l'anno da polveri sottili, biossidi di azoto e decibel che le Autorità competenti si rifiutano, da decenni, di monitorare, rendere pubblici e contenere con adeguate misure a difesa della salute e della sicurezza. Tra queste, la barriera naturale di 211 ettari di bosco che caratterizzava il PRG del 1985 e realizzato, in oltre 30 anni, solo per il 5%. Ora, l'impegno di allora, è parzialmente riproposto, ma condizionato alla accettazione e realizzazione di nuovo asfalto e cemento ("altrimenti mancherebbero i finanziamenti" sostengono Virginio Merola e Valentina Orioli).
A fronte di questa discussa e discutibile opera viaria, stimata - nell'ultima versione - attorno al miliardo di euro, nulla risulta in #ItaliaVeloce per il potenziamento delle infrastrutture e dei servizi ferroviari regionali (esempio il raddoppio della linea Bologna - Ravenna, oggi ancora ad un solo binario) e locali (esempio il completamento del Servizio Ferroviario Metropolitano) che da decenni i pendolari bolognesi ed emiliano - romagnoli attendono per muoversi, ogni giorno, in base alle promesse fatte da Regione e Comuni oltre 20 anni fa.
Per De Micheli (Bonaccini) ed il Governo Conte 2 altra priorità sarebbe la "bretella stradale modenese Campogalliano - Sassuolo" che dovrebbe collegare il distretto delle industrie ceramiche al sistema autostradale nazionale ed europeo. Una irresponsabile conferma della volontà di perseverare negli spostamenti delle merci su gomma, anziché promuovere e programmare una conversione eco-compatibile capace di ridurre i traffici trasferendo almeno una parte delle merci prodotte su ferrovia.
Sull'asse Bonaccini - De Micheli - ASPI il Passante di Mezzo avanza ... (il RdC, 17 giugno 2020) |
L'articolo del Vicepresidente di Legambiente prosegue:
"dobbiamo augurarci che questa ennesima approvazione «salvo intese» porti a un risveglio politico nella maggioranza, perché se il nostro Paese è in crisi lo deve proprio alle scelte sbagliate realizzate negli ultimi venti anni. Se le città italiane vivono una condizione ambientale e sociale così difficile la ragione è in una mobilità dove a prevalere sono gli spostamenti in automobile. I ritardi sono storici ma nel frattempo si è continuato nella stessa direzione, visto che dal 2010 ad oggi sono stati inaugurati 275 km di autostrade, 1543 km di strade nazionali a fronte di 70 chilometri di metropolitane e 34 km di tram. Mentre si parla di cura del ferro per le città nel 2019 non è stato inaugurato neanche un chilometro di metropolitane.
E ancora, la tesi per cui occorre affidare gli appalti senza gara e stravolgere il codice appalti, perché non starebbe funzionando e rallenta i cantieri, è falsa. Basta leggere le analisi del Cresme sulle gare d’appalto in corso o ascoltare le richieste di costruttori e sindacati per capire che in realtà il Governo sta seguendo altri interessi, ossia di chi punta a ottenere appalti senza gare e controlli.
Ma in una crisi drammatica come quella che stiamo vivendo non è accettabile che si rinunci a correggere le cose che non funzionano – che pure ci sono nelle stazioni appaltanti, nei tempi delle procedure, nelle valutazioni ambientali – abdicando all’idea che l’unica strada per uscire dalla crisi sia questa. Anche perché un’alternativa credibile esiste, ed è quella di puntare sulle città come cuore del rilancio del Paese.
L’elenco è già negli uffici della ministra De Micheli, sono gli interventi che i Comuni hanno previsto nei Piani urbani della mobilità sostenibile. L’obiettivo è di raddoppiare entro il 2030 i chilometri di piste ciclabili, di realizzare 330 km di tram e 154 km di metropolitane. Inutile aggiungere che queste opere non sono prioritarie e in larga parte non hanno finanziamenti.
Sempre dall'osservatorio emiliano si potrebbe chiosare che l'autorevole esponente nazionale di Legambiente manifesta una buona dosa di ottimismo sulle virtù dei nostri Enti Locali.
Se infatti non sono mancati in questi mesi nuovi annunci ed obiettivi per promuovere l'uso delle bici per gli spostamenti urbani, tantissimo è ancora da fare nel governo dell'area metropolitana per la sicurezza dei ciclisti.
Una recente inchiesta di Repubblica ha evidenziato i pericoli della mobilità su due ruote (qui già più volte denunciate, proprio in riferimento a quella "tangenziale delle bici" che ha contato il maggior numero di vittime dei "170 travolti" che il quotidiano ha denunciato nel bolognese). Per cui non bastano gli incentivi economici del Governo e si rendono decisivi visione e pianificazione urbanistica, degli spazi e delle funzioni, della mobilità che includano strade riservate, percorsi protetti, interconnessioni tra rete ciclabile, punti strategici della vita quotidiana e trasporti pubblici .
A proposito di Tper la riduzione dei servizi diurni e serali (con bus ogni 30' su linee importanti) nelle Fasi 2 e 3 della "ripresa" dopo il lockdown, non va assolutamente sottovalutata. Anche perché si pone in aperto contrasto con gli orientamenti e gli obiettivi del PUMS bolognese: incredibilmente costruito, a Bologna, in assenza del Passante di Mezzo ma dando già per scontata questa "grande opera" nonostante manchi ancora il voto finale del Consiglio Comunale.
Il titolo di Repubblica Bologna sui "170 ciclisti travolti" a maggio ... (24 giugno 2020) |
... da "Ciclisti in bilico sui viali" a "Ciclabili pericolose" (25 giugno 2020) |
Torniamo al VicePresidente nazionale di Legambiente. Conclude:
"l’altro grande limite di questo progetto del Governo riguarda il Sud, dove si annuncia l’ennesimo elenco di cantieri ma nulla è previsto per far tornare i treni a circolare. Quando il problema oggi è che tra Bari e Napoli, tra Reggio Calabria e Taranto, tra Potenza e Lecce i treni sono scomparsi.
A proposito di ricette per il rilancio, quei treni che mancano si potrebbero produrre nelle fabbriche dell’ex Ansaldo a Napoli e Reggio Calabria, con l’acciaio proveniente da Taranto.
L’augurio è che si apra un dibattito politico vero sulle idee per far ripartire il Paese, magari puntando ad aprire milioni di cantieri, grandi e piccoli, in ogni Comune e su cui costruire l’ossatura della proposta italiana per il green deal da finanziare con risorse europee".
A completare il quadro descritto da Edoardo Zanchini e a chiudere il cerchio di questa impostazione politica di conservazione ci ha pensato Paola De Micheli: con la improvvida lettera spedita ieri a Marco Bucci per indicare in ASPI il soggetto a cui affidare "temporaneamente" il nuovo Ponte di Renzo Piano a Genova.
Difficile dire se la Ministra piacentina, già inefficiente Commissaria straordinaria per il Terremoto nel Centro Italia (verificare per credere), è incappata nell'ennesimo autogol ovvero se ha voluto marcare la sua propensione, mai nascosta, ad una intesa con gli attuali concessionari.
Sta di fatto che l'episodio conferma le divisioni ed il conflitto aperto anche all'interno del Governo tra uomini e partiti che sono parte dell'establishment politico - imprenditoriale nazionale e chi, forse ancora estraneo, cerca ancora di capire le dinamiche del potere e di farsi largo alternando rinvii (spesso irrispettosi di esigenze obiettive) e mediazioni (a volte più che modeste e non risolutive).
Siamo al dunque.
Le scelte di governo che verranno compiute ad ogni livello nelle prossime settimane segneranno i prossimi decenni ed intere generazioni.
Occorre orientarle verso sbocchi eco-compatibili, di giustizia sociale e di democrazia partecipata.
La mobilitazione, il confronto critico e propositivo, la determinazione e l'unità su contenuti forti e chiari di cambiamento sono la condizione per scongiurare il rischio di ridurre promessi "Avvocati del popolo" in tradizionali Azzeccagarbugli. E magari trasformarli in Presidenti del Consiglio capaci di portare un Paese in crisi ed emergenza ad un livello più alto di qualità della vita, del lavoro, degli ecosistemi naturali, dei diritti e dei doveri universali delle persone.
La pagina del Corriere della Sera: "tutte le strade e i nodi d'Emilia entrano nel piano Italia Veloce" (8 luglio 2020) |
IL GIORNO DOPO. Uno scritto di Luca Mercalli su il Fatto Quotidiano. IMPERDIBILE. (venerdì 10 luglio 2020) |
Domanda difficile.
RispondiEliminaFinché viviamo in un mondo in cui premia il denaro e non l'obiettività.
Le grandi società private che si sono arricchite nel tempo si sono strutturate e procedono secondo sistematiche logiche di profitto. Mentre l'interesse pubblico è stato sostanzialmente rimosso.
Ora togliere le concessioni ai privati (Aspi o altri) ed assegnarlo agli enti pubblici è una grossa scommessa.
Questo è l'effetto di politiche sconsiderate fatte da chi si è alternato al governo: i diversi (Lunardi o Bersani) in fin dei conti hanno seguito lo stesso indirizzo.
Come uscirne?
Facile dirlo.
Facendo piazza pulita dei manager e dei funzionari che si sono formati in questo contesto nei ministeri e nelle aziende. Ma politici e imprenditori lo vogliono? e gli artigiani? ed i lavoratori?
Un ruolo fondamentale lo avranno i "corpi intermedi".
Da che parte spingeranno?
In fondo pagano di più le imprese private. Poi aggiustare le cose e seguire percorsi sperimentati e più confortante che avventurarsi in mondi nuovi..........................................
O no?
Osservazioni interessanti. Contengono molte verità.
EliminaConto (o, meglio, spero) che almeno una parte dei "corpi intermedi" si schierino (più prima che poi) per un forte rinnovamento del Paese in direzione della conversione ecologica.
Di questo c'è bisogno per assicurare salute, lavoro, pace, diritti e doveri più equamente distribuiti.
Diversamente temo passeremo di emergenza in emergenza.
Gianni
Giusto vedere insieme locale e globale.
RispondiEliminaSolo due sottolineature.
Si, i trasporti pubblici sono trascurati. Bus rari e pieni.
Si, ai ciclisti manca la sicurezza.
Ecco perché stabilire che si parte con i cantieri per nuove strade è demenziale.
Altro che Pums, più smog e rumore.
Lo scontro sulle concessioni autostradali che divide il governo si motiva con il fatto che senza Benetton, Gavio & Company. non saranno sbloccati i fondi necessari per aprire i cantieri. Un ricatto bello e buono verso i politici dalle famiglie ricche. Sono casuali gli amorosi sensi di Prodi e Berlusconi che dopo essersi divisi il potere per vari lustri ora mandano segnali convergenti per "salvare" il paese e l'europa?
Conclusione. Solo una nuova Internazionale ed una Rivoluzione possono cambiare prassi consolidate. Oh Internazionale e Rivoluzione pacifiche e del Terzo Millennio intendo, mica del secolo scorso.
Ciao!
Un nuovo spettro s'aggira per l'Europa ... Greta Thunberg, i FfF e gli XR.
EliminaCerto, una Internazionale pacifista ed ecologista; una Rivoluzione partecipata e democratica (da Roma a Berlino, da New York a Pechino, da Mosca a Rio, a Calcutta).
Gianni
Meno Azzeccagarbugli e più Popolo di avvocati a difesa dei Beni comuni.
RispondiEliminaBologna, ore 18, Lunetta Gamberini, a difesa del verde e della socialità alla ex caserma Mazzoni.
Corsini? Corsini chi?
Mercalli? Yes!
Ho seguito l'assemblea alla Lunetta Gamberini.
EliminaLa proposta di una mobilitazione di cittadini, comitati ed associazioni impegnati in vertenze locali e globali e di una elaborazione comune per la Città futura mi pare interessante e da perseguire.
Innanzitutto per ottenere risultati concreti ed apprezzabili nelle battaglie aperte.
Gianni
Ma che paese è quello in cui per avere aria pulita bisogna vivere all'epoca del lockdown e per bloccare nuove autostrade bisogna subire il crollo di ponti e 43 vittime?
RispondiEliminaE che città è quella che per richiamare l'attenzione dei giornali sulla insicurezza dei ciclisti deve contare 170 travolti al mese?
VR
Si, quel Paese è, ancora oggi, l'Italia e quella Città è, purtroppo, Bologna.
EliminaMa guai disperare, meglio reagire, impegnarsi, organizzare una "Rivoluzione pacifica, ecologica, democratica". Si può, si deve.
Gianni
Solo quando messi alle strette i responsabili del degrado delle infrastrutture autostradali tentano di limitare i danni. La giustizia faccia il suo corso, ma la politica e le istituzioni non possono trattare come se questi interlocutori fossero credibili. Perché, passato il pericolo, ritornerebbero quelli di sempre: primo dividersi profitti, infine pensare alla sicurezza ed alla salute dei cittadini.
RispondiEliminaDa Genova a Bologna i comportamenti sono sempre stati e sempre saranno gli stessi. Ovviamente forti del lassismo di autorità deferenti e subalterne. E questo è problema tutto nostro.
D.G.
Concordo. Solo una (piccola) nota di fiducia (dalle Istituzioni): oggi ho letto una molto dignitosa ed onesta intervista su la Repubblica rilasciata dalla terza carica dello Stato, il Presidente della Camera Roberto Fico, ad Annalisa Cuzzocrea.
EliminaDice tante cose condivisibili. Tra cui: "stiamo dentro a un meccanismo di produzione sfrenata e infinita in un mondo di risorse finite. Così ci distruggiamo. Per questo dico che ogni politica, in qualsiasi settore, deve essere anche ambientale. Il Governo deve fare ancora e molto di più. Deve avere più visione".
Ma merita una lettura integrale (parla della vicenda Regeni, di disarmo e conversione; di migranti, decreti sicurezza, Consulta e Parlamento; di sanità, salute e MES; di elezioni e di alleanze).
Gianni
Come in passato si privilegiano strade ed autostrade a treni e trasporti pubblici (anche se mi pare di avere letto che nel decreto Italia Veloce è contenuto anche un impegno per il tram di Bologna).
RispondiEliminas.
Ho letto la stessa notizia.
EliminaColgo l'occasione per esprimere un parere preciso.
Finanziare il trasporto pubblico è una indiscutibile priorità. Tuttavia anche questi investimenti debbono essere parte di una strategia coerente e coordinata a livello istituzionale.
Ad esempio, il People Mover che dovrà collegare la Stazione Centrale FS con l'Aeroporto Guglielmo Marconi è stata una scelta sbagliata.
Più linee ferroviarie costeggiano le piste aeroportuali e l'uso di questi binari sarebbe stato molto più utile, logico e competitivo. Come già previsto da precedenti Amministrazioni locali. Cambiare sistema di trasporto collettivo non è stata certo una scelta di responsabilità sociale ed ambientale.
Dunque è bene partire da un serio ammodernamento della rete FS esistente. E per questo c'è ancora molto da fare. Il Servizio Ferroviario Metropolitano di Bologna è al palo. Da 20 anni. Perché non viene completato, come tante volte promesso?
Sostenere il tram va bene se le linee sono un completamento ed una qualificazione dei servizi per i cittadini e si integrano al SFM.
Fin qui non è così. Per progetti e tempistica.
Per capirci.
Se si parte con i cantieri del Passante di Mezzo, poi con il finanziamento del tram e si lasciano indietro i servizi ferroviari basilari ed ancora inadeguati alla domanda presente e potenziale, non si è coerenti e buoni amministratori.
Gianni
Quelle di Legambiente e di Luca Mercalli mi sembrano critiche motivate e ragionevoli a differenza delle parole dell'assessore Corsini che mi sembrano imbarazzanti.
RispondiEliminaSe davvero è questo il livello di sintesi della Giunta di Bonaccini mi chiedo quali siano i margini di azione ambientalista per persone di tutt'altra cultura come Elly Schlein e Silvia Zamboni.
E penso che sia il momento di uno shock per un partito che continua a raccogliere culture contrapposte.
Ho letto che i comitati contro il tram raccoglieranno le firme per un referendum già dichiarato ammissibile.
Mi chiedo perché non farlo coincidere con una seconda consultazione sul Passante di Mezzo. Possibile che gli appelli al popolo o alle elezioni vengano avanzati solo da destra? mentre a sinistra e tra gli ambientalisti si continua a stare sulla difensiva?
Anna
Possibile Anna. Lo dicono i fatti. Naturalmente discutibile.
EliminaIl mio parere lo ho espresso (qui e altrove) più volte.
Per impedire scelte costose e sbagliate a carico di tutti proporrei ad ogni interlocutore politico e sociale: di mettere tutte le carte in tavola; di confrontarsi pubblicamente per alcuni mesi sui diversi progetti esistenti e possibili; di sottoporre le eventuali soluzioni A, B, C, Z a consultazione popolare (si anche un referendum, non avrei nessunissimo problema) e a conseguenti delibere delle Istituzioni competenti in materia.
Ciò che non è più tollerabile è lo scarico continuo di responsabilità politica tra partiti e livelli Istituzionali. Nè le chiacchiere su presunti "orientamenti" si merito dei cittadini e degli "elettori" che hanno scelto Sindaci (nel 2016), Presidenti di Regione (nel 2014 e nel 2020) e Parlamentari (nel 2018). Mai le infrastrutture e le politiche più opportune. A parte un referendum cittadino, nel lontano 1984, a cui parteciparono il 90% degli elettori e dove "la progressiva riduzione del traffico privato" nel centro storico di Bologna ottenne il 70% dei consensi.
Una nuova sfida nel 2020? Piuttosto che procedere con scelte strategiche incompatibili con le emergenze che viviamo, perché no?
Gianni
Nel 2020 non è certamente un obiettivo realizzabile dacché anche l'iter per il referendum sul tram (già partito) prevede tempi più dilatati, oltre le elezioni amministrative del 2021.
Eliminag.
Calo della natalità + flessione nelle aspettative medie di vita + boom degli acquisti on-line + diffusione del lavoro da casa + incentivi alla mobilità sostenibile + auto elettriche a costi maggiori = flussi + alti si traffico veicolare?
RispondiEliminaLe 130 grandi opere di #ITALIAVELOCE e gli investimenti voluti della Regione Emilia Romagna mi sembrano un enorme spreco di risorse pubbliche.
Chi paga?
C.P.
Ovviamente pagano sempre e comunque i cittadini.
EliminaAnche per questo sarebbe bene approfondire, confrontarsi, scegliere democraticamente e con responsabilità.
Gianni
Se sono vere le notizie che sento, bravo Conte.
RispondiEliminaEssere "presi in giro" da chi per anni si è spudoratamente arricchito senza preoccuparsi della sicurezza di milioni di italiani, anche no!
Se il governo domani revocherà la concessione ad ASPI avrà l'apprezzamento di molte persone di ogni parte.
Ma il problema non è punire chi ha mostrato ingordigia ed arroganza, come certamente hanno fatto per lungo tempo i soci di Autostrade.
Il Governo deve rompere con un sistema diffuso di affarismo senza limiti. I profitti degli imprenditori sono leciti se ottenuti con il rispetto di leggi e contratti, esercitando responsabilità sociale. E qui viene il difficile. Perché le autorità pubbliche mancano di competenze, controlli, protagonisti e progetti all'altezza dei compiti.
Quindi bene Conte, ma il lavoro è impegnativo ed aprire i 130 cantieri non è la soluzione.
Titti
Sottoscrivo.
EliminaAggiungo solo che le argomentazioni proposte oggi dal Presidente del Consiglio su il Fatto Quotidiano e la Stampa mi sembrano da sostenere senza riserve.
Restano tutte le considerazioni critiche su #ITALIAVELOCE.
Gianni
Ma siete sicuri che la revoca delle concessioni autostradali alla Società controllata dai Benetton faccia gli interessi nazionali e crei le condizioni migliori per dare sicurezza a chi tutti i giorni deve utilizzare per lavoro le grandi arterie viarie?
EliminaPD-mda
Un' altra perla dell' intervista all' assessore regionale ai trasporti (nonchè al turismo) Andrea Corsini è che "il Passante di Mezzo è un'opera che guarda 30 anni avanti"...
RispondiEliminaOnestamente, credo che con queste competenze e queste mentalità che anno dopo anno continuano ad occupare i posti di comando e a decidere della nostra qualità della vita, al territorio e alle comunità rimangano poche speranze.
Ryan
Condivido e colgo l'occasione per pubblicare qui la lettera che sabato mattina sull'argomento ho inviato al Corriere. Spero, prima o poi, sia pubblicata.
EliminaCara Redazione,
sono passati tre giorni dalle "insostenibili" dichiarazioni rilasciate dall'Assessore regionale Andrea Corsini a Daniela Corneo.
L'assenza di rettifiche o critiche deve dunque essere interpretata come conferma e condivisione da parte dei suoi colleghi di Giunta e del Presidente Bonaccini?
Su tre punti in particolare.
1. "Già avere la possibilità di ridurre della metà i tempi della VIA, la valutazione di impatto ambientale delle opere, sarebbe importante" afferma Corsini.
2. "A noi non interessa chi sia il concessionario, ma che ci sia velocemente" dice l'Assessore.
3. "Il Passante è un'opera pensata e progettata guardando a 30 anni in là" sostiene.
Mi chiedo:
1. Ma davvero la causa principale dei ritardi nella realizzazione di grandi opere pubbliche va attribuita ai tempi lunghi previsti per la VIA? Forse che il potenziamento delle ferrovie regionali, il Servizio Ferroviario Metropolitano di Bologna o la "Fascia boscata" di 211 ettari prevista lungo il già grande Asse viario A14-Tangenziale dalla pianificazione del Piano Regolatore Generale 1985 del Comune di Bologna (in accordo con la Regione!) a difesa della sicurezza e della salute dei cittadini, sono dovuti ai tempi lunghi della VIA?
2. Davvero gli Amministratori ed i partiti della maggioranza politica al governo in Emilia Romagna sono indifferenti ai soggetti privati che hanno il compito di assicurare il pieno rispetto dei contratti sottoscritti con le Istituzioni? Per intenderci, le più importanti e drammatiche esperienze e inchieste maturate in Italia, dalla Liguria all'Emilia Romagna, non suggeriscono nulla ai nostri attuali rappresentanti?
3. Che fondamento hanno per Corsini e Bonaccini i Piani Urbani per la Mobilità Sostenibile, discussi in questi mesi in Regione? Possono convivere contemporaneamente nella pianificazione (a 30 anni) "riduzione" della dipendenza dei cittadini dalle auto e "mantenimento o peggio incremento" dei flussi di traffico su gomma"? E COVID-19 con il lungo lockdown non comportano proprio alcun cambiamento?
Gianni