sabato 25 gennaio 2020

Controcorrente?


Stefano Bonaccini e Matteo Renzi il 30 novembre scorso al Teatro delle Celebrazioni

















Domani in Emilia Romagna si vota. Per scegliere la guida della Regione e per contribuire a costruire un'Italia migliore, impegnata ad affrontare le grandi sfide ambientali e sociali del mondo d'oggi.
Dunque andiamo diritti al punto.
La presidenza di Stefano Bonaccini merita di essere difesa, sostenuta, rinnovata?
Su questo pare che molti commentatori concordino: l'Emilia Romagna è regione nota per il "buon governo", il Presidente uscente è un dirigente politico con alle spalle una lunga esperienza (PDS-DS-PD) ed ha mostrato, prima come consigliere regionale e poi come "Governatore" presenza, competenza ed efficienza. Dunque, perché cambiare? Perché correre il rischio di fare vincere Lucia Borgonzoni candidata di Matteo Salvini, spregiudicato leader nazionalista che invoca "pieni poteri"?
Sostengono questa tesi personalità di rilievo nazionale con storie assai diverse come Pierferdinando Casini e Francesco Guccini, Luca Cordero di Montezemolo e Marco Travaglio, Fabio Roversi Monaco e Norma Rangeri.
Da ultimi anche l'esperto di pensioni Giuliano Cazzola, già deputato di Forza Italia ed ora capolista con +Europa, e la giovane sardina Mattia Sartori.
Un fronte ampio, di salvezza nazionale ("repubblicano" lo chiamò Carlo Calenda).
Bastano queste valutazioni per il voto? E, soprattutto, per le sfide che abbiamo davanti dopo il 26 gennaio?
Per rispondere pare innanzitutto necessario approfondire le valutazioni sulla realtà emiliano - romagnola (perché qui si esprimeranno i cittadini) e nella consapevolezza delle interazioni di questa regione con il Paese e l'Europa.
Naturalmente azzardando sintesi e giudizi. Anche a costo di errori, che è sperabile possano essere corretti da chi commenta.

Su questa Regione non si può continuare a ragionare per differenza rispetto all'arretratezza delle altre. Per concludere che qui siamo messi bene ("campioni del mondo" ha addirittura azzardato il portavoce dei "6000 di Piazza Maggiore"). Vedere solo il mezzo bicchiere pieno non aiuta a dialogare con altri interlocutori, in particolare quelli che lo vedono mezzo vuoto. E, contemporaneamente, non ci stimola a ricercare nuove fonti.
Nè ci si può ridurre a snocciolare numeri positivi sul PIL, sull'export, sui livelli occupazionali, sul reddito medio procapite. Come fa con impareggiabile maestria Stefano Bonaccini.
Chi vuole davvero governare i processi e costruire soluzioni più avanzate deve correlare produzione ed ambiente, economia ed ecologia; indici quantitativi e dati sulla qualità della vita e del lavoro, sulla biodiversità; deve cogliere i contrasti crescenti tra ricchezze accumulate e diffuso impoverimento sociale, processi forti di marginalizzazione di persone e comunità; deve misurarsi con il cambio progressivo dei soggetti protagonisti del governo quotidiano della vita delle persone, degli investimenti e delle compravendite di proprietà, terreni, industrie, attività verificatesi negli ultimi decenni.
Insomma, questa Regione è profondamente mutata. Il sogno coltivato da alcune generazioni cresciute nel secolo scorso di contaminare ed esportare le originali esperienze di cooperazione, di solidarietà e di uguaglianza vissute in Emilia Romagna a Roma e nel resto del Paese è tramontato da tempo. Peggio: proprio in queste terre, negli anni della globalizzazione, si sono insediate ed anche radicate insieme a innovazioni positive anche pratiche, approcci, organizzazioni da combattere con consapevolezza e determinazione ben superiore a quanto avviene.

Il crollo della partecipazione nel voto delle Regionali del 2014 (con quel 37,8% di votanti) avrebbe dovuto essere un forte campanello d'allarme per tutte le forze democratiche e di sinistra. Con molte periferie e persone si sono perse le relazioni.
Ma il fatto è che né il PD di Matteo Renzi, né Stefano Bonaccini e la sua Giunta (portato a casa il 49% e la "vittoria") hanno preferito archiviare rapidamente ogni riflessione e aggiustamento di linea politica, di stile e di metodi di governo. Senza indugi hanno perseguito un ulteriore accentramento nella vita istituzionale, relazioni sempre più esclusive con centri di potere economico e finanziario, l'accelerazione di politiche neo liberiste orientate alla crescita senza qualità.
Si sono così aggravate le contraddizioni e le ingiustizie, ambientali e sociali.
Troppa supponenza e arroganza, pochi dubbi. Anche quando associazioni, movimenti, comitati hanno proposto soluzioni alternative.
Fino all'estate scorso, quando Giunta Regionale e Consiglio del Comune di Bologna di fronte a fatti e movimenti hanno dichiarato lo "stato di emergenza climatica ed ecologica".
Un passo positivo. Che ha alimentato attese.
Sono abbondantemente passati "100 giorni": purtroppo senza conseguenze logiche di visione strategica e di scelte concrete, operative.
Il Presidente uscente ha continuato a rivendicare con puntiglio ogni sua decisione. Forse non è nello stile del personaggio ammettere errori e rivedere scelte. Forse nessuno lo ha aiutato.
Stefano Bonaccini candidato prosegue con determinazione e risolutezza gli obiettivi e le priorità degli anni passati: l'autonomia differenziata, "riforme" istituzionali caratterizzate da unificazioni di comuni improvvisate, con enti provinciali svuotati e consigli di nominati; case e servizi formativi, scolastici, sanitari, di assistenza in sofferenza e inadeguati rispetto alle modificazioni demografiche e di composizione sociale intervenute negli anni; una Legge urbanistica e sul suolo che continua a consentire edificazioni e insediamenti oltre il ragionevole; il Piano Regionale dei Trasporti basato essenzialmente su asfalto e cemento.
Nessuna significativa concessione a "Verdi" o lista "Coraggiosa Ecologista e Progressista" che pure hanno espresso ed esprimono dissenso e alternative su alcune decisioni non marginali.
A fare da contraltare ci pensano le liste "Bonaccini Presidente" e "+ Europa" a spiccata impronta liberista ed entro cui hanno trovato spazio amici di Matteo Renzi, Carlo Calenda, Silvio Berlusconi e persino Bettino Craxi.

Insomma chi vorrebbe per l'Emilia Romagna un ruolo di avanguardia creativa nella conversione ecologica della società e nella costruzione di comunità multietniche democratiche basate sui principi della Costituzione italiana e sui diritti - doveri universali dei cittadini e dei popoli la scelta del Presidente di Regione non è semplice, naturale.
Di fronte al conflitto aperto tra potenti della terra (da un lato) e scienziati, ambientalisti, giovani generazioni mobilitate per esigere cambiamenti profondi, strutturali, di politiche e di classi dirigenti (dall'altro), simbolicamente proposto anche in questi giorni a Davos con il duello tra Donald Trump e Greta Thunberg, qui in terra d'Emilia si balbetta.
Da un lato il fronte "negazionista" trainato da Matteo Salvini e Lucia Borgonzoni che pure frequentando il Papete di Milano Marittima non si è accorto della tromba d'aria che a luglio ha sconvolto Cervia, migliaia di pini, tanti edifici ed attività.
Dall'altro una coalizione di Centrosinistra a guida moderata con promesse generiche e annunci forzati (come la progettazione di diverse linee di tram, la messa a dimora di 4,5 milioni di nuovi alberi, la sperimentazione di trasporti pubblici gratuiti per gli studenti) a fronte di interventi puntuali e tempestivi dalla parte delle grandi industrie estrattive (contro il blocco dell'estrazioni di idrocarburi in mare e a terra); dalla parte dei produttori di imballaggi (contro la "plastic tax"); dalla parte di Autostrade (su Passante di Mezzo e concessioni); dalla parte delle grandi multinazionali (nella realizzazione di nuovi centri commerciali, super ed ipermercati); dalla parte della crescita e del rilancio di ben 4 aeroporti regionali. Amministratori sempre pronti a trattare e concordare con gruppi imprenditoriali socialmente responsabili e no.

Pare dunque legittimo interrogarsi sullo scenario regionale e nazionale che si potrebbe aprire da un ritorno al bipolarismo ante 2013.
Con uno sfondamento ed una vittoria in Emilia Romagna del Centrodestra di Salvini, Meloni (e Berlusconi) che ribalterebbe dopo 50 anni una storica egemonia della sinistra e delle forze progressiste e democratiche, che si presentano a questo appuntamento con un Presidente uscente ed una Coalizione troppo sicuri di se e indisponibili ad allargare l'alleanza verso sinistra e M5S.
Ovvero con la conferma di un Centrosinistra a guida Bonaccini sostanzialmente disinteressato a costruire una alleanza politica regionale più larga e aperta all'insieme dei soggetti che hanno dato vita alla maggioranza in Parlamento, anche perché sempre ed ancora intento a contendere alla destra forze moderate e conservatrici con politiche di stampo neoliberista. Magari una vittoria ottenuta attraverso il voto "utile" che cancella o ridimensiona drasticamente la rappresentanza di ogni altro soggetto e voce critica.

Fosse così per Giuseppe Conte ed il suo Governo si annuncerebbero comunque tempi assai duri. E non di meno per Nicola Zingaretti ed il suo partito.
Matteo Renzi, Italia Viva ed un pezzo del PD che già hanno aperto numerosi contenziosi su questioni di grande rilievo (dalle "grandi" opere alle concessioni autostradali, da "quota cento" al "reddito di cittadinanza", dai diritti dei lavoratori alla giustizia) rinuncerebbero ad affondare l'offensiva? A stabilire nuovi equilibri politici entro e fuori il Parlamento? E con quali prospettive se non una rivincita rispetto al referendum del 4 dicembre 2016?
Come evolverebbe la crisi del M5S? Certamente fatto loro. Ma anche di una democrazia che vuole essere piena, plurale, rappresentativa, non solo di Capi (di destra o di sinistra) che comandano ed espongono il loro corpo e la loro immagine oltre la decenza.
Altre volte le politiche e gli appelli orientati "a fare da se" e alla "vocazione maggioritaria" hanno prodotto sconfitte o vittorie di Pirro.

Forse anche nell'interesse di un Paese da risanare e di una Europa da rinnovare non è opportuno un ritorno secco al vecchio bipolarismo e un passo indietro di molti anni.
Qui ed ora, serve davvero "un passo avanti" verso una democrazia partecipata e comunità eco-compatibili!

Un manifesto elettorale a Bologna. Su uno svincolo della Tangenziale, a due passi
da vari centri commerciali e tra camini fumanti (dicembre 2019)


Il Passante di Mezzo è stato e resta il principale investimento per la mobilità
del Presidente Bonaccini e della Ministra Paola De Micheli
(la Repubblica, 21 gennaio 2020)
























Il progetto (degli anni'80 del secolo scorso) di Autostrade contrastato
dalle precedenti Amministrazioni di sinistra di Bologna e della Regione
pare oggi al via ... (la Repubblica, 23 gennaio 2020)
























Nella settimana che precede il voto,
una pagina e mezzo de il Resto del Carlino pubblica l'elenco degli espropri ...
(22 gennaio 2020)
























Il Carlino Bologna pubblica un commento sulla iniziativa di Autostrade
(23 gennaio 2020)
























Il Carlino Bologna scrive sulle iniziative dei Comitati di cittadini ...
(24 gennaio 2020)

















































Il Resto del Carlino propone il confronto elettorale ad un ballottaggio a due
e sintetizza così i propositi di Stefano Bonaccini ... (22 gennaio)





































... e quelli di Lucia Borgonzoni, candidata del Centrodestra (22 gennaio)





































Programmi e progetti degli altri 5 candidati sono tutti contenuti in una pagina ...
(il Resto del Carlino, 19 gennaio)
Uno spazio minimo, solo parzialmente indotto, dalla consistenza e dalla soggettività dei candidati.
Sono evidenti gli interessi editoriali e gli orientamenti giornalistici.
Ancorché più pluralisti di altri.

30 commenti:

  1. Argomenti interessanti. Per fortuna ci sono ancora 24 ore.
    s.

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  2. E quindi? Facciamo vincere la Lega?

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    1. No la Lega, no!
      La si deve contrastare ovunque.
      Battendosi contro i progetti ed i cantieri delle infrastrutture inutili.
      Non inseguendola sulla autonomia differenziata delle regioni.
      Votando in parlamento perché la magistratura si esprima nell'inchiesta su Salvini.
      Chi non vuole la Lega al governo parte da qui.
      Titti

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    2. La Lega ed i nazionalismi sono un problema molto serio per il mondo e non la soluzione alle crisi ed alle ingiustizie sociali ed ambientali.
      Penso sia necessaria una alleanza di tutti i soggetti liberi e consapevoli per salvare il Pianeta e la biodiversità dai pericoli incombenti: mutamenti climatici e guerre per il controllo delle risorse.
      Da tempo apprezzo i messaggi alla pace ed al disarmo, alla giustizia sociale ed alla cooperazione internazionale, alla conversione ecologica delle comunità che propongono Papa Francesco e Greta Thunberg.
      In Italia i governi delle destre o con le destre a livello nazionale, locale e regionale hanno accentuato le contraddizioni.
      Ma neppure il "vecchio" Centrosinistra ha avviato i cambiamenti radicali che sono necessari per dare le risposte lungimiranti ed apprezzabili che sono necessarie.
      Anche in Emilia Romagna le scelte di crescita indicate e praticate da Bonaccini non migliorano le cose, anzi preparano il peggio.
      Credo dunque lecito sostenere progetti locali e nazionali alternativi.
      Il voto di oggi può essere una tappa di questo percorso?
      Gianni

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  3. In breve:certo Bonaccini dovrà fare meglio, certo la Bergonzoni farà molto molto peggio per la nostra regione

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    1. Condivido e ribadisco.
      La scelta di votare Borgonzoni e la Lega di Salvini non è la soluzione, ma un problema.
      E Bonaccini, se verrà rieletto, dovrà "fare" altro se vuole migliorare la vita dei suoi corregionali.
      Ma si può ridurre il voto a un ballottaggio tra Lucia Borgonzoni e Stefano Bonaccini?
      Gianni

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  4. Conclusione , che famo , facciamo vincere Salvini la Meloni e compagnia .....
    No sinceramente non me la sento , perchè i primi a rimetterci sarebbero gli strati sociali più esposti e non li sto ad elencare , il Pilastro dovrebbe insegnare .
    Ciao.

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    1. Forse mi sfugge qualcosa e chiedo di approfondire.
      Viviamo in una democrazia in cui chi oggi non vota Bonaccini è per la Borgonzoni e/o Salvini?
      Poi ragioniamo seriamente anche il giorno del voto.
      A Salvini e a questa Lega possiamo onestamente rimproverare la crisi climatica e le ingiustizie sociali del presente? La crescita senza qualità delle periferie nostre e/o del mondo? La fame persistente e l'impoverimento di tante persone e/o comunità?
      Oppure dobbiamo riconoscere che Borgonzoni e Salvini sono forti perché chi ha fin qui mal governato il mondo, l'Europa e l'Italia ha creato crescita insostenibile, lavoro precario, vita stressata, discrezionalità nei diritti e nei doveri, inquinamento, insicurezza ...
      E per l'Emilia Romagna va bene dire che stiamo meglio di altri (io lo ripeto spesso e dico: "abbiamo visto un bel mondo, noi"), ma davvero possiamo parlare ancora di "buon governo" emiliano? Discutiamo.
      Il Pilastro: inizialmente fu un e/orrore, poi sono state progettate e realizzate molte cose buone che hanno migliorato la situazione ... ma i problemi sociali ed ambientali sono sempre tanti e sta a tutti noi ed alle varie istituzioni contribuire ad affrontarli.
      Ora Salvini ha fatto l'ennesima (grave) provocazione ed ha appiccato fuoco tra persone esasperate e già in conflitto ... Nessuna giustificazione e critica netta (a proposito è lo stesso Salvini che si oppone agli sbarchi di migranti, perché in Parlamento M5S-PD-LeU-IV hanno preso tempo e non hanno detto si alla autorizzazione chiesta dalla Magistratura ?).
      Ma per smuovere amministratori, quotidiani e tv e parlare pubblicamente del Pilastro, della vita, delle contraddizioni, dei problemi aperti lì (come altrove per decine di migliaia di cittadini) abbiamo bisogno di provocazioni o bastano comitati, associazioni, petizioni, istruttorie pubbliche?
      Gianni

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  5. Duri e puri si finisce dritti all inferno. Pilastro, scritte naziste sulla casa di una partigiana... Cosa vogliamo ancora?? "." Compagni".. Se si perde la regione per un pugno di voti ne sarete responsabili anche voi.. E mi dispiace

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    1. A sinistra ci sono sempre compagni che sbagliano.......
      Ma agli elettori del movimento cinque stelle si possono chiedere "voti disgiunti" dopo che si è sostenuto che si vinceva "con o senza accordo?
      Giusto, a ognuno le sue responsabilità.
      *****

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    2. Sull'autostrada che porta "dritti all'inferno" mi sa che ci sia già un traffico bestiale ...
      Conosco "duri e puri" che votano in ogni modo e per ogni lista.
      Del resto che dire di un Presidente che prima assicura "vinco io, con o senza di te" ... poi "si appella" al voto utile e disgiunto!
      Oppure di politici che dicono "si vota per il governo della regione" e il giorno dopo "se si perde in Emilia Romagna crolla il Governo Conte" ...

      Dunque, credo davvero che per meritarci almeno il purgatorio dobbiamo fare un patto fin da ora: cercheremo di leggere e rispettare il voto degli emiliano romagnoli (e dei calabresi) comunque vada. Operando tutti da domani per isolare "nazisti", neo fascisti, razzisti, mafiosi, criminali, provocatori, affaristi senza scrupoli; per discutere e concordare misure urgenti per la giustizia sociale e per il risanamento dell'ambiente naturale; per fare assumere a eletti, Presidenti, Sindaci e Ministri provvedimenti nuovi e coerenti con le sfide aperte.
      Dopo il voto libero e consapevole di oggi, scommettere sulla capacità di avviare questo processo saremo si, "tutti responsabili".
      Gianni

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  6. Ma se Bonaccini si è quai prostituirsi.. Rousseau non ha voluto.. E 4 gatti manovrati lo hanno impedito. Svegliamoci. E comunque forse meglio così.

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    1. Bonaccini e i "4 gatti" hanno fatto le scelte che ritenevano più opportune o possibili. Ora il voto. Da domani valuteremo tutti ed ognuno se è "meglio così" o era necessario fare altro.
      Buon voto, secondo convinzione.
      Gianni

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  7. Il VOTO DISGIUNTO mi sembra una buona scelta per chi non vuole la vittoria della Lega e desidera portare in Consiglio regionale candidati del M5S, dell'Altra Emilia Romagna, di Potere al popolo, ecc. Si vota Bonaccini presidente (turandosi il naso) e si vota la lista preferita non collegata a Bonaccini!

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    1. E' una scelta possibile.
      Conosco altri che voteranno il disgiunto all'opposto: Verdi o Coraggiosa, Ecologista, Progressista e Stefano Lugli o Simone Benini.
      Gianni

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  8. La freddezza delle analisi ci consegna una conclusione amara.
    La sconfitta, in ogni caso, sarà dura e ci vorrà tempo per recuperare.
    Penso che in fondo è quanto succede nel mondo dove tocca ad una ragazza neppure maggiorenne farsi portavoce degli interessi dell'umanità e della critica al sistema economico e sociale esistente.
    Anna

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    1. In effetti troppe cose non muovono nella direzione auspicata. Nel mondo e qui.
      Da domani avremo ulteriori motivi per riflettere ed aggiustare il tiro.
      Importante sarà privilegiare il confronto politico alla propaganda.
      Gianni

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  9. Buon governo o no, sul tema delle infrastrutture, in primis quelle stradali come il Passante di Mezzo, si è registrata da parte degli attuali amministratori una totale insensibilità sui temi della partecipazione dell' ascolto e della tutela della salute dei cittadini (e dire che l' Articolo 32 della Costituzione Italiana, che lor signori dovrebbero conoscere bene, parla assai chiaro).
    In ogni caso, è un po' come il bambino che continua a commettere marachelle: se gliene perdoni tutte, si sentirà autorizzato a commetterne altre e di più grosse.
    Come contorno, osservo anche l' atteggiamento quasi "canzonatorio" negli obiettivi di programma: ci si riempie la bocca di solenni "svolte green", poi apri il giornale e leggi che Società Autostrade sta già piantando i picchetti sull' Asse Tangenziale-Autostrada, prodromici all' allargamento a 18 corsie.
    A prescindere dall' esito elettorale, credo che, con quello che si portano a casa ogni mese per il disturbo,(https://www.money.it/Consigliere-regionale-cosa-fa-quanto-guadagna) sia da esigere da queste figure meno ipocrisia e più coerenza e concretezza.
    Ryan

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    1. Forse non si può prescindere dall'esito elettorale.
      Ed è giusto così.
      Bonaccini e Donini hanno ottenuto consensi e preferenze invidiabili.
      Raccogliendo voti a destra (penso a tanti elettori passati e presenti di Forza Italia che sono andati anche oltre il voto disgiunto) e a manca (penso a tanti elettori di sinistra che hanno considerato preminente stoppare Salvini ed i nazionalisti).
      Tra loro ci sono molti ambientalisti e tante persone sensibili alla salute pubblica, delle persone e degli animali.
      Alcuni come i Verdi, ma non di meno i Coraggiosi ed altri ancora, condividono punti programmatici proposti da Legambiente Emilia Romagna e Comitati.
      Ed ora? Che faranno alla prova dei fatti?
      Anche di fronte all'ennesimo allarme smog (nei giorni 23, 24, 25 e 26 gennaio le PM10 hanno superato nuovamente i limiti di legge in tutte le province della Regione) credo sarebbe bene valutare una proposta forte!
      Perché per superare le tante contraddizioni obiettivamente in essere non dare la parola agli elettori a conclusione di un percorso concordato di confronto pubblico?
      Una sorta di pronunciamento di tutti i cittadini su ipotesi progettuali ed infrastrutturali serie ed argomentate.
      Volendo si può!
      Non sarebbe un passo avanti?
      Gianni

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  10. Anch'io penso ad un ritorno al bipolarismo, almeno in E.R. Motivato anche per via delle incredibili contorsioni dei grillini. Non so se sia un bene per il pluralismo. Come te, ne dubito. Ma soprattutto in prospettiva nazionale.
    Due domande: Bonaccini è nel PD, perché quella foto? perché tre liste a sinistra del centro-sinistra?
    VS

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    1. Posso rispondere sulla foto: considero che tra Bonaccini e Renzi un rapporto positivo sia rimasto dai tempi in cui il primo sostenne il secondo alle primarie per la segreteria del PD ... e credo che nella ricandidatura del Presidente uscente il leader fiorentino abbia avuto un ruolo determinante (insieme a Calenda). Vedo anche una affinità di contenuti ed obiettivi strategici.
      Quanto alle tre liste di sinistra (Partito Comunista, Potere al Popolo! e l'Altra Emilia Romagna) parla il complessivo 1,00% che hanno raccolto i tre candidati alla Presidenza della Regione.
      Gianni

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  11. Risposte
    1. Si, indubbiamente liberi.
      Dal 25 aprile 1945. Una libertà comunque condizionata da un sistema economico e sociale dominante ... e da una "costituzione materiale" che prevale sulla Costituzione redatta nel 1948.
      Gianni

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  12. Davvero complimenti.
    Per il fiuto. Molto fiuto.
    Mi sono segnato due punti che mi hanno colpito del ragionamento proposto ante voto emiliano.

    Il primo.
    L'incredibile convergenza su Bonaccini:
    "Sostengono questa tesi personalità di rilievo nazionale con storie assai diverse come Pierferdinando Casini e Francesco Guccini, Luca Cordero di Montezemolo e Marco Travaglio, Fabio Roversi Monaco e Norma Rangeri.
    Da ultimi anche l'esperto di pensioni Giuliano Cazzola, già deputato di Forza Italia ed ora capolista con +Europa, e la giovane sardina Mattia Sartori".
    Da quotidiano osservatore di media potrei aggiungere La7 di Cairo con Gruber, Floris, Formigli e Bianchi (Zoro) primi attori e il Resto del Carlino che ha sicuramente contribuito scegliendo l'alternativa secca tra CS e CD.

    Il secondo.
    Il ritorno al bipolarismo:
    "Pare dunque legittimo interrogarsi sullo scenario regionale e nazionale che si potrebbe aprire da un ritorno al bipolarismo ante 2013.
    ........ con la conferma di un Centrosinistra a guida Bonaccini sostanzialmente disinteressato a costruire una alleanza politica regionale più larga e aperta all'insieme dei soggetti che hanno dato vita alla maggioranza in Parlamento, anche perché sempre ed ancora intento a contendere alla destra forze moderate e conservatrici con politiche di stampo neoliberista. Magari una vittoria ottenuta attraverso il voto "utile" che cancella o ridimensiona drasticamente la rappresentanza di ogni altro soggetto e voce critica".
    E' andata così.
    Mi fermo qui. Le considerazioni finali preferisco non riproporle........

    Evidentemente la vecchia scuola di partito si conferma di valore assoluto. Anche a quarant'anni dalla chiusura delle Frattocchie e del PCI.
    Concludo con una considerazione in tema.
    La politica non si improvvisa.
    A testimoniarlo la Waterloo dei 5 stelle che a 12 anni dalla nascita sono ancora alle elementari, mentre il Popolo sceso dal Monviso e temprato a Pontida è stato rimandato in geografia (il Trentino non confina con l'Emilia) e dovrà tornare a settembre..........
    M.

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    1. Certo, guai improvvisare. Serve studio, ascolto, confronto, approfondimento, elaborazione, collegialità, verifica ...
      Ma sulle considerazioni finali che dici? Condividi?
      Gianni


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  13. Ultima ora!
    Matteo di buon ora ha suonato al campanello di Lucia per dirle che si partiva per il Papete.
    Lei è scesa con cuffia di lana, scarponi e sci.
    Mario Cinico

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  14. Evviva Bonaccini e Donini! Ora procederemo con le grandi opere, il passante di mezzo e tanta aria pulita ....................................

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  15. Meglio adeguarsi, non è mai bello andare controcorrente.
    Ma quale pluralismo politico? Viva il bipolarismo!
    *****

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  16. Molti punti sono condivisibili.
    Ma perché mettere nello stesso mazzo gli appelli al voto di Guccini e Casini, di Travaglio e Cordero di Montezemolo.
    Lo hanno fatto con argomenti molto diversi e con il comune obiettivo di sbarrare la strada a Salvini.
    Cero ora c'è da lavorare duro per la Regione e per il Paese che aspettano novità dal Governo.
    Altrimenti l'Emilia resterà isolata e comunque perdente.
    Quanto ai 5 Stelle il crollo è giustificato dalla palese inconsistenza del promesso cambiamento. Ora tocca di nuovo alle sinistre.
    Antonio

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