domenica 14 luglio 2019

Monti - Gramellini: 2 - 0

Milano Marittima, alcuni pini marittimi abbattuti dalla tromba d'aria (mercoledì 10 luglio)



















Da Milano Marittima a Numana, a Pescara. La costa Adriatica è stata nuovamente colpita dagli effetti disastrosi dei cambiamenti climatici. Piogge intense e vento forte, violente trombe d'aria e grossa grandine hanno provocato danni gravi al patrimonio naturale, edilizio, privato e pubblico.
Ha fatto bene Massimo Gramellini sulla prima pagina del Corriere della Sera a rendere omaggio all'operosità ed all'efficienza delle comunità che in poche ore hanno rimosso alberi abbattuti, macchine distrutte, cornicioni crollati, ombrelloni e sdrai volati ed accatastati sulle spiagge sconvolte. Grazie alla pronta mobilitazione ed al coordinamento di istituzioni, cittadini ed associazioni si è prontamente ripresa la vita quotidiana.
"In fondo non sarebbe difficile risollevare l'Italia. Basterebbe chiamarla Milano Marittima" ha concluso il giornalista e conduttore televisivo di successo il suo pezzo "Romagna capitale".
Sulle pagine locali, il più venduto giornale nazionale propone titoli coerenti: "Danni in Riviera da 2 milioni di euro, ma in tempi record torna tutto a posto". Ancora: "Prima la sciagura, poi il lavoro e gli applausi" testimonia un intervistato. Insomma: "Dopo la tempesta, un miracolo di normalità".

Di diverso tenore l'editoriale di Vittorio Monti.
In "La Riviera e le tante rinascite" ricorda "l'estate di disgrazia del 1989" con "l'orribile Mucillagine" che "trasformava i sogni in incubo".
Scrive il saggio giornalista: "davanti al massacro (di oggi), ho voluto collegare i due eventi, non per un banale paragone ma per capire se esista un messaggio di continuità. Nei ruggenti anni '80 la ribellione della natura colpì un asmatico non ancora cronico che, al ritorno del respiro, dimenticò il rischio corso".
E conclude: "mancava la consapevolezza del globo avvelenato per autolesionismo. Se il mare è impraticabile, faremo le piscine. Adesso sappiamo. Greta è tra noi. La terra maltrattata ha perso la pazienza. Rimini e dintorni, curate le ferite, tornano subito ad essere ospitali. Ma il Grande Danno resta e incombe. Luglio 1989, luglio 2019: il tempo è sempre meno".

Chissà se Bonaccini, Donini e Zingaretti oltre alla sollecitazione di un ennesimo stato di emergenza e di rapidi risarcimenti alle tante persone colpite, sapranno unire solerte mobilitazione e giusta solidarietà ad una svolta netta nelle priorità di investimento della Regione e del Paese.
Le nuove grandi infrastrutture stradali ed autostradali, l'ulteriore consumo di territorio per altre edificazioni, la proroga delle autorizzazioni industriali a sfruttare il sottosuolo, il sostegno a produzioni nocive ed inquinanti che ancora sostengono sono infatti i pilastri della crescita insostenibile e contraddittoria del presente e della crisi ambientale e sociale che viviamo.

Ma purtroppo soluzioni non si scorgono neppure nel cambio di leadership invocato da Matteo Salvini, Lucia Borgognoni ed esponenti del Centrodestra emergente. Loro addirittura negano le ragioni economiche e sociali dei cambiamenti climatici e vorrebbero la immediata apertura di tutti i cantieri delle "Grandi Opere" per rafforzare la concorrenza tra Regioni, comunità, popoli, Stati ed individui.
Nè l'esperienza concreta di governo del M5S a livello locale e nazionale rassicura della capacità e della tenuta dei principali critici del sistema, delle lobby organizzate e dei partiti tradizionali di sapere mantenere fede agli impegni presi negli anni di giusta opposizione: troppe retromarce ed accomodamenti sono stati operati su vari fronti della necessaria conversione ecologica dello sviluppo, della moralizzazione e della trasparenza della vita pubblica, della partecipazione effettiva dei cittadini ai processi decisionali locali e nazionali.

Ecco perché oggi, caro Gramellini, non possiamo fermarci a eleggere la nostra "capitale" d'Italia preferita e virtuale. Restando passivi, come ci ricorda Vittorio Monti, in attesa della prossima "tempesta" che colpirà le nostre comunità locali ed il Pianeta.
Qui ed ora urgono scelte forti ed alternative: di prevenzione, di governo lungimirante del territorio e delle produzioni.


Viale 2 Giugno al tramonto: vigili del fuoco e municipali, volontari e autorità
valutano i danni alla vegetazione, agli edifici e alle auto. I danni ed i pericoli ...


























I "resti" di un pino marittimo e di un'auto di grossa cilindrata
su cui l'albero si era abbattuto in viale 2 Giugno (mercoledì 10 luglio, ore 20)



Una Traversa, verso il mare: qui un solo albero ha retto, gli altri sono caduti
in strada, sulle auto e sugli edifici (mercoledì 10 luglio, ore 20,10)


Uno dei pini marittimi sradicato da terra e già segato ... (10 luglio, ore 20,15) 
















































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Lo scritto di Massimo Gramellini sulla prima pagina del Corriere della Sera di venerdì 12 luglio

L'editoriale di Vittorio Monti sul Corriere di Bologna di venerdì 12 luglio
A fianco il ricordo di Bruno Papignani, dirigente storico della FIOM  





































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La pagina interna del Corriere di Bologna, con la seconda parte dello scritto di Vittorio Monti







































La pagina di Repubblica Bologna: ... "la spiaggia è tornata come prima" (venerdì 12 luglio)

La notizia rassicurante su la Repubblica, a pag. 23. Le pagine precedenti sono dedicate a "Moscopoli", alle polemiche
politiche, al Salone dell'auto (che si trasferisce a Milano), al confronto Iran - Occidente, al giallo di Manuela Orlandi,
agli 85 anni di Armani, alle pubblicità di ENI, del Gruppo Generali, di Ford, di Prada, di Moschino, di Cartier ...
(venerdì 12 luglio)

9 commenti:

  1. Ma giornali e tv (Viitori Monti a parte, si intende) ci sono o ci fanno?
    E questi possono permettersi di dare patenti di guida a tutti?
    Perché nella loro rappresentazione della politica ci sono i competenti ed affidabili contrapposti agli incompetenti ed incapaci.
    Ma se è così, allora viene da dire: perché tanta smaccata partigianeria nella selezione dei fatti e dei giudizi?
    Leggendo la didascalia dell'ultima pagina di Rep. forse concordiamo sulla risposta: il condizionamento delle grandi aziende.
    Zorro

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    1. In Italia la concentrazione in poche mani del potere economico, editoriale e delle comunicazioni è noto e, come ovvio, ne risente la corretta e libera informazione.
      Secondo Rsf (Reporters sans frontières) nel 2018 il nostro Paese è oltre il 40 posto in una apposita classifica sulla libertà dei giornalisti nel mondo. Ovviamente c'è chi sta peggio, molto peggio. Ma per raggiungere posizioni accettabili c'è davvero tanta strada da percorrere.
      Gianni

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  2. Non concordo. il fatto che un giornale milanese proponga la Romagna Capitale è da rimarcare. Da molte parti si vorrebbe il capoluogo lombardo come Capitale morale d'Italia e il sindaco Sala come prossimo Premier.
    Va mo' la!

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    1. In effetti molto dipende dai parametri che adottiamo per valutare situazione, problemi e tendenze.
      Se ci basiamo prevalentemente su PIL e redditi medi, ad esempio. Oppure se facciamo bilanci e valutazioni che valutano sostenibilità sociale ed ambientale di città, regioni, paesi.
      In quest'ultimo caso Lombardia ed Emilia Romagna meriterebbero approfondimenti critici molto seri e proposte radicali di innovazione.
      Nei giorni scorsi i giornali della catena QN (Carlino, Nazione, Giorno e Telegrafo) sulla condanna a 6 mesi del Sindaco Sala per una firma retrodatata in merito al più importante appalto di EXPO sono addirittura riusciti a titolare "Colpevole a fin di bene". Una lettura davvero straordinaria: candidato Premier subito.
      Gianni

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    2. Non scherziamo. Sala è bene completi l'esperienza a Milano. Se ha ben fatto, è a metà dell'opera.
      Per il candidato alla presidenza del consiglio dei Ministri è il caso di pensare ad altro/a, più forte e senza macchie.
      Io avrei diverse proposte e se ne può parlare. Meglio se avendo prima ragionato con i possibili alleati.
      Antonio

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  3. Per troppo tempo non ci siamo preoccupati delle cose più importanti da tutelare: aria (quanto smog!), acqua (il mare è ancora molto inquinato!), e terra (lo sfruttamento continua!).
    Le produzioni agricole ed industriali hanno cambiato tutto ed ora potrebbe essere tardi....
    Comunque, come dice Greta, non c'è più tempo, si deve agire!
    Continuare così sarebbe una follia.
    Ma la domanda sorge spontanea pensando all'Emilia Romagna: che prospettive possono offrire Bonaccini, Borgonzoni o Bugani?
    Anna

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  4. Dopo Milano Marittima, Cervia allagata....
    Una emergenza continua si può continuare a chiamare emergenza?
    IP

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    1. No.
      Occorre intervenire sulle cause: ridurre l'inquinamento ed i pericoli che ne derivano.
      Le scelte primarie sono: prevenzione, conversione ecologica delle produzioni, dei territori, della vita delle comunità.
      Ne deriverebbero progetti decennali, lavori utili e qualificati, ricerca applicata e nuove competenze per tanti giovani.
      Gianni

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