giovedì 23 maggio 2019

Due appuntamenti da non mancare

Lo splendido campo rosso-verde che costeggia A14-Tangenziale (22 maggio 2019)

















Venerdì 24 e domenica 26 maggio si avvicinano.
Il secondo sciopero globale per il clima c'è da augurarsi sia una nuova grande giornata di mobilitazione. Lo scorso 15 marzo all'appello di Greta Thunberg e di Fridays for future parteciparono tantissimi studenti in molte piccole e grandi città d'Italia e d'Europa. Con loro numerosi insegnanti, genitori, ambientalisti.
Questa volta sarebbe buona e saggia cosa si affiancassero ai giovani tanti lavoratori e cittadini preoccupati per la qualità e la sicurezza delle produzioni, del lavoro, delle periferie e interessati a perseguire uno sviluppo eco-compatibile e sostenibile.
Le critiche alle classi dirigenti che si sono alternate al governo di Stati, Comunità e imprese negli ultimi decenni è circostanziata, argomentata e ragionevole.
Viviamo da decenni in un mondo inquinato e disordinato, che antepone il PIL al benessere delle persone, che privilegia la quantità dei consumi alla responsabilità sociale ed ambientale delle attività umane, gli interessi di pochi alle condizioni di vita di tutti, il profitto privato al lavoro, la speculazione immobiliare all'ambiente.
Cambiare le priorità è necessario e possibile.
Occorre farlo ora: prima che sia troppo tardi, che i processi mondiali (che tutti possiamo vedere nelle esperienze quotidiane di vita) siano irreversibili e generino conflitti ingovernabili.

Serve ripetere alcuni esempi?
Per migliorare la qualità della vita di milioni di persone che vivono le grandi aree urbane inquinate e insicure:
1. è decisivo ridurre la dipendenza delle persone dalle auto private nonché lo spostamento delle merci su autocarri, privilegiando sistemi di mobilità delle persone e delle cose su infrastrutture e servizi alternativi competitivi, efficienti, gradevoli ed economicamente vantaggiosi. Si può fare, subito: deliberando "l'emergenza climatica ed ambientale", come ha fatto il Parlamento Britannico su proposta di Extinction Rebellion. Investendo - qui ed ora - su ferrovie efficienti, integrando a treni moderni un trasporto collettivo elettrico e l'uso diffuso e protetto delle bici. Incentivando per i diversi mezzi della mobilità proprietà multiple e condivise.
Le risorse necessarie ci sono, volendo. Possono essere recuperate riducendo all'essenziale le spese (ancora assai diffuse ed elevate) destinate a realizzare altre strade ed autostrade, nuovi tunnel e ponti.
2. è urgente procedere alla rigenerazione urbana e nella messa in sicurezza del territorio con progetti ed interventi di valorizzazione di boschi urbani e di riforestazione di zone ancora scarsamente abitate, limitando la costruzione di nuovi edifici, per case, attività produttive, commerciali e di servizio, su immobili dismessi, degradati ed abbandonati. Particolare cura deve essere rivolta alle realtà territoriali, produttive o alle infrastrutture fonti di emissioni nocive e da bonificare, senza ulteriori dinieghi. Nella consapevolezza che le risorse destinate alla prevenzione riducono nei bilanci annuali e prossimi i costi sanitari (pubblici e privati) e le risorse (statali o comunitarie) spese per fronteggiare i continui "stati di emergenza" (dovuti al dissesto idrogeologico, agli eventi sismici, alle irresponsabili mancate manutenzioni).
3. è necessario intervenire per ridurre i rifiuti, per aumentare il recupero di materie dai residui dei prodotti usati e dei processi industriali: agendo in origine, modificando i manufatti, le lavorazioni ed il packaging. Finalizzando a questo la ricerca scientifica.
L'abbandono di plastiche ed altri oggetti tecnologici o lavorati sul suolo e nei mari determinano inquinamento e morte della natura. Come i fumi e le scorie dell'incenerimento, i lasciti dello smaltimento in discariche, ancorché questi impianti siano pensati e gestiti con le migliori pratiche del momento. Le esperienze fatte consigliano di non dare mai nulla per scontato e sicuro; ovvero che il principio di cautela ambientale e sanitaria è continuamente da verificare e da assicurare, al di là delle "garanzie" fornite da sistemi di valutazione dell'impatto spesso condizionati da interessi e pressioni particolari. Soprattutto quando le logiche di mercato, la produzione di utili e la remunerazione immediata degli investimenti assumono la ossessiva centralità registrata negli ultimi decenni e mancano nei bilanci economici i conteggi dei danni alla natura ed ai beni comuni, sottratti soprattutto alle generazioni future.

Gli spazi elettorali in via Albertoni, a Bologna ... Emerge il "vuoto" (22 maggio 2019)

















Se è vero che "la nostra casa è in fiamme", se indignarsi, ribellarsi, mobilitarsi è giusto e utile nella misura in cui incide sulle politiche di paesi e comunità, merita attenzione e partecipazione attiva anche l'appuntamento per il rinnovo del Parlamento Europeo.
Si, domenica prossima - con le difficoltà di scelta che non si possono negare - è importante esercitare un diritto - dovere che a tanta parte delle persone che vivono il Pianeta non è consentito.
Essere europei propone anche questo elemento, da non sottovalutare nonostante la sua obiettiva parzialità. Altrove, in altri continenti, mancano Istituzioni rappresentative ed elette a suffragio universale in base ad un confronto di idee, di progetti ed esperienze.
Meglio non svuotarle e svalutarle.
Semmai sarebbe stato utile discutere nel merito, come rafforzarle.
Affidando maggiore ruolo all'Assemblea di Strasburgo rispetto ad organi di governo della UE che privilegiano i governi nazionali (come la Commissione), gli Enti nominati, poteri privati e certamente meno trasparenti.
Temi purtroppo affrontati da ristrette élite, più o meno (a volte anche molto meno) indipendenti.
Dunque che rappresentanze eleggere o, quantomeno, che messaggio mandare con il voto di domenica?
Potrebbe essere utile procedere per ordine.

1. Un cittadino europeo, consapevole del ruolo che le Istituzioni Comunitarie possono e debbono giocare su scenari globali e locali, può sostenere le forze politiche che hanno governato l'UE e la quasi totalità dei singoli paesi che vi aderiscono?
In altri termini, se "la casa nostra casa è in fiamme" possiamo continuare a sostenere e premiare chi, avendo avuto a lungo responsabilità, "competenze", ruoli decisionali, l'ha ridotta così? Cioè i partiti Conservatori e della Destra liberista (da Margaret Tatcher a Nicolas Sarkosy, a Teresa May), il New Lobour ed i Socialisti (da Tony Blair a Gerhard Schroder, a Francois Hollande), i fautori delle Grosse Koalition tra partiti Popolari e Socialdemocratici (da Jean Claude Juncker e Martin Schulz a Angela Merkel ed Emanuel Macron, fino ai nostri Silvio Berlusconi e Matteo Renzi ovvero Antonio Tajani e Gianni Pittella)?
Forze politiche e personalità che hanno mostrato una totale distanza dai problemi concreti del presente e del futuro ed una sostanziale subalternità verso gli interessi economici e finanziari dei principali gruppi monopolistici internazionali: dalle grandi industrie delle armi a quelle delle auto, dalle imprese multinazionali energetiche, edili, chimiche, farmaceutiche, agro-alimentari a quelle delle telecomunicazioni e della moderna logistica, dalle grandi banche alle assicurazioni.
Partiti e coalizioni che nonostante le recenti sonore sconfitte politiche ed elettorali hanno rinunciato ad ogni seria riflessione ed, ancora, rifiutano sostanziali correzioni di rotta (salvo flebili auspici e promesse).
Pare naturale, quasi ovvio, orientarsi verso altri soggetti.

2. Possono essere una risposta all'altezza delle sfide i partiti nazionalisti?
Rivendicare il primato di ambiti confinati, eludere il valore universale dei diritti e dei doveri delle persone, mostrarsi incapaci di cogliere l'interdipendenza dei popoli, delle economie e delle politiche, non riconoscere il valore e la forza dell'incontro etnico e culturale, la necessità di ricercare e rispettare soluzioni condivise e concordate di sicurezza, di cooperazione e di solidarietà possono aiutare a dipanare i nodi delle tensioni locali e planetarie che oggi occorre affrontare?
Le politiche dei muri, della difesa acritica delle tradizioni e del "fai da te" per proteggersi da indistinti "altri" che caratterizzano la pluralità di partiti in vari paesi del Vecchio Continente (dal Front National di Marine Le Pen, all'ADF in Germania, alla Lega di Matteo Salvini in Italia) risultano del tutto fuorvianti, inadeguate e distanti per chi opera quotidianamente con la volontà di risolvere questioni locali entro visioni globali, per chi sostiene politiche alternative e regole nuove, definite all'interno di Istituzioni comunitarie più democratiche, rigenerate e valorizzate dalla partecipazione dei cittadini.
Neppure in questo fronte ci si può, dunque, riconoscere.

L'interessante sintesi del Corriere della Sera sulle forze politiche in campo per le Europee 2019 ...
(23 maggio 2019) 



















3. Restano movimenti e forze politiche eredi di culture critiche radicali e di opposizione ai sistemi sociali e di potere dominanti.
Due coalizioni storiche e presenti a macchia di leopardo in tutto il Continente.

La Sinistra, che raccoglie in vari paesi partiti e personalità espressione della cultura critica marxista, radicata in particolare in alcuni paesi del Sud, partecipe del Governo in Portogallo e nella Grecia di Siryza ed Alexis Tsipras.
In Italia raccoglie SI, RC, esponenti eletti a livello locale e regionale con il Centrosinistra come - in Emilia Romagna - Silvia Prodi.
La loro azione nei confronti dell'Europa governata dalla Troika è decisa ed ha alimentato resistenze e battaglie significative quanto isolate - come lo scontro Atene - Bruxelles - Francoforte del 2016 - e tuttavia le contraddizioni lavoro - ambiente non appaiono risolte e molte politiche locali o regionali seguite dalle alleanze con i partiti socialisti e democratici restano subalterne alla pratica della crescita economica e produttiva senza qualità.

I Verdi, espressione della cultura critica ecologista, con significativi insediamenti e presenze in alcuni paesi del Nord, come la Germania, il Belgio e l'Austria (dove un esponente verde è stato eletto alla Presidenza della Repubblica).
In Italia la lista Europa Verde coalizza i residui esponenti del "Sole che ride", come Angelo Bonelli, alcuni interessanti gruppi locali vedi quello altoatesino di Norbert Lantschner, la sinistra di Possibile e Pippo Civati, singole personalità come la bolognese Fiorella Belpoggi, direttrice del Centro di Ricerca Scientifica dell'Istituto Ramazzini.
Non può sfuggire che una loro avanzata in Europa (dove la sensibilità ecologista si manifesta già con atti e normative più avanzate rispetto a quelle di molti singoli paesi, Italia inclusa) può rappresentare una sponda politica importante per la mobilitazione di giovani e cittadini in lotta per l'ambiente e la salute. Per loro, però, gravano la storica mancanza di risultati ottenuti all'interno del Centrosinistra e delle Istituzioni nelle molteplici esperienze di governo ed un eccesso di opportunismo politico. Del resto anche in questi mesi le prese di posizione dei candidati su molti conflitti sociali ed ambientali in corso si sono state quasi nulle (con la positiva eccezione della vertenza Taranto - ILVA Arcelor Mittal).

Il Movimento 5 Stelle propone in altro modo e misura analoghe riflessioni.
Dopo essere entrato in forze nel Parlamento italiano nel 2013 ed avere conquistato un ruolo di Governo in seguito al voto del 4 marzo, tenta ora di rafforzare la propria rappresentanza nella UE e di costruire un Gruppo parlamentare europeo, che esca dall'isolamento in cui si sono trovati gli euro-eletti dal 2014 in poi.
Il loro lavoro è stato in larga parte in sintonia con le conquiste ecologiste maturate tra Strasburgo e Bruxelles. Come del resto lasciavano intendere i Programmi 5 Stelle e parzialmente anche il Contratto per il Governo del Cambiamento di un anno fa e la nomina di Sergio Costa al Ministero.
Impegni programmatici, esperienze e fatti non sono tuttavia risultati conseguenti.
Sicuramente in ragione di una discutibile maggioranza parlamentare con la Lega, ma non solo. Hanno naturalmente pesato i lasciti delle "Grandi Opere" bipartisan, le "piazze del Si" che hanno unito da Torino a Bologna le opposizioni PD e FI a Salvini e Giorgetti, a Confindustria e Legacoop, a sindacati bianchi e rossi.
Resta il fatto che le retromarce ed il "realismo" di Di Maio, Toninelli, Lezzi e Dell'Orco su gasdotto TAP e sulle nuove autostrade emiliane, liguri e lombardo - venete appaiono scelte disarmanti, incomprensibili e contrarie al Cambiamento sollecitato ed ora sostenuto e rivendicato da movimenti in crescita.

Ecco perché la seconda giornata di Sciopero per il Clima promossa da Fridays for future ed il voto europeo (e per molti anche amministrativo) di domenica prossima sono appuntamenti da non perdere.

Solo una mobilitazione critica e consapevole, vasta e costante di giovani e di cittadini indignati può incalzare nuove rappresentanze istituzionali ad assumere la questione dei cambiamenti climatici e della conversione ecologica come assolute priorità politiche da non disattendere ulteriormente.
Perché, come scrivono i ragazzi new global e di Fridays for future non esiste un Pianeta B!

Bologna, via Scandellara. Uno spicchio di natura da valorizzare (22 maggio 2019)
















Verdi, rossi, gialli e bianchi naturali ... Per città dove vivere meglio, in salute (22 maggio 2019)

Roma, studenti in piazza "per le grandi opere utili" con Fridays for future (23 marzo 2019)







20 commenti:

  1. Una lettura molto rapida e ancora insufficiente per gli approfondimenti necessari mi spinge a proporre per il momento una domanda.
    +Europa e Italia in comune sono stati dimenticati o si considera non meritino alcuna considerazione?
    Lo chiedo perché credo che le idee di Emma Bonino e di Pizzarotti possono essere utili a chi ha in mente una alleanza per la trasformazione con radici radicali e istituzionali.
    Possibile?

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    1. Si, giusto considerare Radicali e Italia in Comune.
      Penso che siano persone e movimenti che possono continuare a stimolare il confronto culturale e politico per costruire un Paese migliore. Ma non mi sento di sostenerli. La loro collocazione europea nell'ALDE (alleati di PPE, Conservatori e/o PSE) e le posizioni liberal-democratiche che esprimono non mi convincono in Italia come in UE.
      Gianni

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  2. Per il 24 nulla da aggiungere salvo il fatto che la partecipazione dei lavoratori andrebbe organizzata dai sindacati, che fin qui si sono tenuti alla larga da qualsiasi impegno.
    Per il 26 la indecisione è ancora alta e qui trovo diverse opinioni condivisibili. Ma in due soli giorni si tratterà di maturare una selezione ulteriore.
    In base a alcune considerazioni.
    Intanto si vota per l'Europa. Non per eleggere camera e senato. Ne il per un sindaco o un governatore.
    Quindi per un raggruppamento che ha qualcosa non solo da rivendicare rispetto alla politica italiana, bensì progetti da illustrare e realizzare.
    Poi concentrerei le preferenze su una delle 6-7 forze che hanno consistenza sovranazionale: popolari, socialisti, conservatori, destre, liberali, sinistre e verdi.
    Mi sembrano sufficienti, no?
    Che senso ha votare formazioni locali?
    VR

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    1. Il 24 qualche delegazione di lavoratori ha presenziato. Ho visto personalmente il segretario FIOM di Bologna e mi hanno detto amici di avere intravisto anche il segretario CGIL Lunghi. Certo, Lui dovrà risolvere una bella contraddizione: come si conciliano le piazze e le assemblee con Amministratori, PD, FI, Lega, Confindustria per il Si a tutte le "grandi opere" e quella di Fridays for future?
      Per il futuro dell'Europa sono per sostenere le forze impegnate in un cambiamento delle Comunità nel segno della conversione ecologica, della giustizia sociale e della democrazia partecipativa.
      Mi pare che pensare globale ed agire locale si debbono saldare.
      Gianni

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  3. Mi permetto di ridurre la scelta tra Sinistra, Verdi e 5Stelle.
    Non mi sento di votare chi si allea con la Lega.
    Quanto alle altre due opzioni è vero che la solidarietà con il Sud spinge verso chi più si è impegnato pro ONG e che il movimento di FFF incoraggia una opzione pro ambiente. Temo però di essere ininfluente visto che i sondaggi dicono che entrambi non supereranno il 4%.
    Dunque non so ancora che fare.
    Si può sorteggiare non avendo reali alternative?
    L.

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    1. No, "il sorteggio" non mi pare opportuno. Meglio discutere, riflettere bene e scegliere in libertà, secondo coscienza e responsabilità.
      P.S.
      Ho pensato anch'io a "tempi supplementari" ... Pare impossibile e allora, entro le 23, votare si deve.
      Gianni

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  4. A proposito di "emergenza climatica ed ambientale" (di cui al punto 1) il Comune di Milano l'ha votata in Consiglio. Segnalo il fatto perché lo considero positivo e penso seguiranno iniziative conseguenti. Sarebbe importante seguissero anche Roma, Napoli, Torino, Bologna .
    Antonio

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    1. Anche oggi tante ragazze e ragazzi erano in piazza ma chi li ascolta?
      Il Comune di Milano ha fatto bene ma quali misure conseguenti ha assunto?
      E a Bologna? Qualcuno l'ha proposto a Palazzo? E la risposta?
      Domanda il Passante a 16 corsie è conseguente?
      E nelle scuole dopo i rilevamenti degli inquinanti che intende fare l'Amministrazione?
      Anna

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    2. Sono favorevole a proclamare "lo stato di emergenza per il clima e per l'ambiente". Ma occorre andare ben oltre mozioni nei Consigli Comunali, nelle Assemblee Regionali o nei Parlamenti nazionali. Sono urgenti politiche e normative (vedi il post di oggi con il programma di Guido Viale).
      Gianni

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  5. Ho visto che il TG della 7 (Mentana) ha associato le manifestazioni di oggi ai verdi europei. Tra i vari servizi ha anche intervistato il portavoce Bonelli.
    Che opinione avere? Secondo voi è un modo subdolo per sostenere la lista "ecologista" o un modo scorretto per "sputtanare" frideys for future?
    Personalmente non ho apprezzato: secondo me Greta e i suoi fanno un discorso molto più grande di una contesa elettorale e di parte.
    Anna

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    1. Concordo. Pessima "informazione", anche tra i migliori professionisti.
      Gianni

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  6. Ieri ero in piazza con tanto di striscione No (P)Gassante. Domani, dopo aver accuratamente scartato le principali liste con svariate motivazioni, voterò i Pirati. Qui il loro programma:

    https://www.partito-pirata.it/ceep19/

    Luca

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    1. Grazie per la sollecitazione.
      Ho letto qualcosa relativamente ad esperienze in altri paesi del Nord Europa. Troppo poco degli italiani.
      Gianni

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  7. Con Greta molte iniziative, meno partecipanti?
    Per l'Europa poca informazione, quanti votanti?
    Sul Governo molte critiche, quale alternativa?
    VR

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    1. Solo una considerazione: si vota in tutta Europa per rinnovare le rappresentanze al Parlamento dell'UE.
      Gianni

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  8. Oggi levataccia. I seggi sono un impegno, non solo di voto.
    Sul futuro dell'Europa e dei cambiamenti climatici non ho sentito nell'occasione nulla di concreto.
    Ho invece capito che:
    - votando Salvini si tengono i porti chiusi e si aprono cantieri
    - votando Berlusconi torna il vecchio Centrodestra ed a meno tasse
    - votando Meloni si va verso una Destra al quadrato
    - votando Zingaretti-Calenda si dice no al governo del cambiamento
    - votando Di Maio si vota moderato e continui compromessi
    - votando altri si disperdono voti, delegando le decisioni agli ultrà
    La levataccia di oggi nasce sotto un cielo grigio e all'insegna della pioggia.
    Sic

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    1. E, purtroppo, per tutto il giorno si sono alternati nuvoloni grigi e piogge ... Neppure un raggio di sole.
      Gianni

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  9. Interessante. Anche perché qui si parla solo del 26 (come?!) e si nasconde il 24 maggio.
    Tutta l'informazione buca le proteste studentesche.
    A destra come a sinistra. Vedi le pagine nazionali di giornali come il Carlino e il Fatto di sabato. Che tristezza!
    s.

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    1. Indubbiamente le redazioni (e gli editori) sono più attenti ed interessati ad altri fatti e notizie.
      Un segno grave della inadeguatezza delle classi dirigenti del Paese.
      Tuttavia, per la precisione:
      1) il Resto del Carlino, cronaca di Bologna, esce con due pagine (la 2 e la 3) e con una bella foto in prima (vedi nel blog sul post di oggi).
      2) il Fatto Quotidiano non propone articoli ma due righe in prima pagina, sopra la testata di sabato 25 maggio.
      Gianni

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  10. Mi vien da dire che il secondo appuntamento è stato colto si, ma prevalentemente da altri.
    Chi ha governato l'Europa è stato punito.
    Ma chi è stato premiato sono la Lega e i Fratelli d'Italia.
    Mentre le liste qui suggerite sono tutte arretrate.
    Meditiamo.
    L.

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