martedì 23 aprile 2019

Salvini, Di Maio, Zingaretti, Calenda e ... Greta

Danilo Toninelli ed Armando Siri, il "governo" del MIT (da il manifesto, del 19 aprile)

















Sarà difficile ricomporre lo scontro aperto negli ultimi giorni tra i due soggetti politici al Governo del Paese senza vincitori e vinti. Ovvero con un nuovo accordo onorevole per ognuna delle parti in causa.
Un Accordo con la A maiuscola, capace di fronteggiare con credibilità politica la crisi economica, sociale ed ambientale che occorre fronteggiare su scala nazionale e globale.
La questione politica Armando Siri, il Sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture, non è rapportabile a nessun'altra.
Innanzitutto perché alle altre si somma. Poi perché, al di là del naturale percorso giudiziario che avrà un suo autonomo sviluppo da rispettare fino in fondo, propone in tutta evidenza due enormi problemi politici (non nuovi):
1) le pressioni di gruppi affaristici e criminali su Palazzo Chigi e, in particolare, sul Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti;
2) l'intreccio di relazioni e di attività tra importanti esponenti della Lega e del Centrodestra con uomini indagati (ed anche condannati) per fatti gravi o per relazioni con imprenditori associati alla mafia siciliana.
Chi ha dubbi può approfondire ma, allo stato delle informazioni, escludere interferenze è impossibile e il principio di cautela deve sempre valere (come è successo per altri: Federica Guidi e non solo).
Lo stesso Matteo Salvini, se vuole raccogliere importanti consensi popolari e ricoprire alte responsabilità istituzionali, non può permettersi di sottovalutare questi fatti.
Dunque?

Allo stato delle cose si possono intravvedere tre sbocchi.
Primo. Uno "scambio al ribasso": come potrebbero essere le dimissioni di Siri (richieste da Luigi Di Maio) e quelle di Virginia Raggi (richieste, come reazione, da esponenti del Carroccio che fu) ovvero, e più probabilmente, con la sopportazione dei due "indesiderati" (obiettivo di Salvini).
Pessima scelta tanto per il M5S quanto per la Lega.
Squalificherebbe entrambi: per la logica di potere e per l'arroganza che sottende. Ma soprattutto perché eluderebbe il merito delle questioni che pone.
Inoltre, sul versante elettorale offrirebbe margini insperati ad una opposizione politica ancora tramortita dalle dure sconfitte politiche degli ultimi anni e dalla perdurante profonda incapacità di rappresentare domande sociali ineludibili, in particolare presenti tra le giovani generazioni.

"La Lega deve spiegare" ... Di Maio intervistato da la Repubblica (sabato 20 aprile)
















Il "muro" di Salvini (con Francesca Verdini) a difesa di Siri e Giorgetti
(il Corriere della Sera, 20 aprile) 



























Secondo sbocco. Un deciso "colpo d'ala": attraverso un salutare tuffo nella realtà, tra i problemi che macerano, irrisolti, ancora oggi; riconoscendo l'importanza e l'attualità di tutelare le Istituzioni pubbliche dagli interessi privati; facendo propria l'esigenza di ridefinire le politiche, le priorità e le persone impegnate sul fronte delle infrastrutture, dello sviluppo e delle risorse necessarie nei prossimi anni per il Paese e per l'Europa.
Insomma risposte di qualità, di sostenibilità ambientale, di giustizia sociale, di solidarietà e di liberazione delle persone più avanzate di quanto contenuto nel Contratto di Governo scritto nel 2018. Aggiornate ed adeguate ai mutamenti (internazionali e nazionali) intervenuti successivamente.
Oggi (più di ieri) si tratterebbe di: selezionare le grandi opere davvero utili a salvaguardare il clima, la vita delle comunità e dell'intero Pianeta; spostare significative risorse e patrimoni dai pochissimi detentori di ricchezza a persone, Istituzioni e servizi che registrano un progressivo impoverimento; di promuovere informazione, partecipazione e responsabilità dei cittadini.
A questo fine l'esperienza indica l'opportunità di affrontare insieme alla questione Siri anche quella di Danilo Toninelli. Un Ministro più volte mostratosi inadeguato a gestire le importanti sfide al centro delle attività del Ministero ed i conflitti sociali e culturali che interessano le principali scelte da compiere per il futuro: dal tunnel per la linea TAV Torino - Lione ai No - Non so - infine, Si al Passante di Mezzo e ad altre nuove autostrade e strade emiliane (come liguri, lombarde, venete o abruzzesi), dimenticando le attese ferrovie ed il potenziamento dei trasporti pubblici.
"Stop and go" che hanno lasciato in assai ampi settori della popolazione forti dubbi sulle competenze, sulla autorevolezza e, innanzitutto, sulla onestà e sulla indipendenza del Responsabile politico del MIT dai centri di potere e dai grandi gruppi economico-finanziari che operano per conservare il vecchio modello di relazioni ed una "crescita priva di qualità" (ASPI, FCA, ENI e molti altri).
Questa strada è naturalmente nelle mani di Giuseppe Conte e di Sergio Mattarella.
Ma forse, avendo il coraggio di percorrerla, M5S e Lega recupererebbe lo "spirito originario" ed una interpretazione onesta (ingenua?) dell'incontro di un anno fa. Sicuramente, darebbe nuovo respiro e prospettiva ad un Paese che attende ancora "il Cambiamento" rivendicato dagli elettori e promesso da forze politiche che dopo un anno di Governo non riescono a tradurre singoli obiettivi (valutabili più o meno convincenti) in una visione, in una sintesi e in progetti compiuti e sostenibili.

Terzo sbocco. La presa d'atto (consensuale o unilaterale) della fine di una difficile esperienza tra soggetti diversi e a lungo in conflitto: perché oltre gli obiettivi condivisi o mediati con il Contratto sottoscritto e fin qui parzialmente praticato dal Governo Conte (decreto dignità, "quota cento", reddito di cittadinanza, decreto sicurezza) troppe sono le distanze politiche, culturali, di rappresentanza sociale (ed anche geografica) che hanno caratterizzato M5S e Lega: sui diritti universali delle persone e sui beni comuni da tutelare; sulla grandi opere utili e sulla conversione ecologica dello sviluppo da avviare; sui servizi pubblici e sul sistema fiscale da garantire; sulle risorse dello Stato da decentrare e sui conflitti di interesse da regolare. In sintesi, sulla qualità della vita e sui caratteri dello sviluppo delle comunità locali e dei popoli d'Europa.
Per chiunque si riconosce nei principi fondamentali della Costituzione italiana e riflette sulle vicende di molti altri Paesi e del Vecchio Continente sarebbe naturale riconoscere, di fronte alla crisi di questo Governo, il diritto - dovere del Presidente della Repubblica e dei tre - quattro principali Gruppi politici di Camera e Senato di valutare l'esistenza di maggioranze alternative oppure di ricorrere a nuove elezioni (come avverrà in Spagna il prossimo 28 aprile).

In causa ritornerebbe dunque, innanzitutto, il Partito Democratico, passato da Renzi, a Martina, a Zingaretti. Per quale politica? Per quale prospettiva?
Sarebbe interessante capirlo.
Si è detto che Zingaretti avrebbe rappresentato discontinuità rispetto alle scelte precedentemente compiute in economia, lavoro e ambiente; che avrebbe unito una nuova sinistra e aperto il confronto con il M5S.
Si è scritto che Matteo Renzi (ancora leader indiscusso di una parte rilevante dei parlamentari) sta lavorando per un incontro con Matteo Salvini (che non vorrebbe essere relegato alla ennesima alleanza con i resti di Berlusconi).
Per il momento si deve constatare che il fronte del Si alle "grandi opere" inutili è animato ovunque da PD (Chiamparino e Bonaccini in testa) da Forza Italia e Lega di concerto con Confindustria, Legacoop e Sindacati Confederali; che il "commissariamento" di importanti organizzazioni territoriali arriva sempre dopo le indagini aperte della Magistratura per corruzione e mala gestione dalla sanità o pubblica amministrazione; che l'accordo elettorale per le elezioni Europee è con Carlo Calenda e include pontieri En Marche con Macron (Sandro Gozi candidato per l'Europarlamento in Francia; Caterina Avanza, collaboratrice del Presidente francese, in Italia); che il neo Vicesegretario (ed ex Ministro) Andrea Orlando sostiene che "la sola alternativa ai grigio-verdi è il PD".

E' difficile pensare che da questa lunghissima crisi ambientale, sociale, economica e politica si possa uscire con tanta confusione e senza più definiti progetti di cambiamento e nuove assunzioni di responsabilità.
Tanto la generazione ed il movimento internazionale di Greta Thunberg quanto le tantissime vertenze territoriali locali (dal Piemonte alla Puglia, dalla Sardegna all'Emilia) lo esigono: con fatti e non solo a parole.


Sostiene Eugenio Scalfari ... (la Repubblica, 14 aprile)

























Mentre Catiusia Marini ... Intervistata da la Repubblica (17 aprile)


















La mobilitazione degli studenti e il parere del Premio Nobel
(la Repubblica, 20 aprile) 


























"Se le soluzioni sono impossibili da trovare in questo sistema, significa che dobbiamo cambiare il sistema" sostiene una giovane di Fridays for future Bologna
(da la Repubblica Bologna, 20 aprile 2019)
















19 commenti:

  1. Due piccioni con una fava. Giusto?
    Anna

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    1. Due persone inaffidabili, per ragioni diverse. Non le sole.
      Per un Governo del Cambiamento sono importanti personalità credibili e al di sopra di ogni sospetto.
      Gianni

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  2. Uno.Non può essere che Conte sospende le deleghe a Siri in attesa degli sviluppi processuali? Mentre la Lega si astiene in C.d.M. sul decreto Salva Roma? Poi il voto di maggio stabilirà gli eventuali nuovi equilibri politici.
    Del resto il Siri era già un bancarottiere e il Giorgetti sottosegretario alla Presidenza del Consiglio è il gran tessitore delle relazioni.... Non ci si può meravigliare ora se ha portato Arata junior nelle stanze del Palazzo.
    Due. La tesi di Scalfari è alquanto originale: parrebbe di capire che per lui DiMaio rappresenta la destra e Salvini il centro (?), così da potersi intendere con Renzi per una sorta di "DC del 2020". Bah? Secondo me il direttore è molto anziano. Ciò che più mi ha colpito è che Zingaretti che ha prontamente risposto il giorno seguente (con una lettera al quotidiano dell'editore-imprenditore De Benedetti) non ha speso una parola sull'argomento, limitandosi ad assicurare impegno e pulizia rispetto alla vicenda dell'inchiesta sulla sanità umbra..... Come interpretare la scelta? Rispetto per l'anziano direttore o imbarazzo ad affrontare l'argomento?
    Ciao!

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    1. 1. L'esperienza del Contratto di Governo tra M5S e Lega mi pare confermi che si è trattato di un difficile e inadeguato compromesso in assenza di altre soluzioni (dopo il voto del 4 marzo 2018). Le diversità politiche e progettuali sono tali da non poter esprimere sintesi utili al Paese.
      Il problema è che allo stato non si intravvede alcuna alternativa.
      Nessun partito o coalizione pare poter conseguire in prossime elezioni la maggioranza assoluta dei consensi.
      Non è solo questione nazionale, pensiamo al nostro essere europei e al prossimo voto per il Parlamento dell'UE.
      Il confronto delle prossime settimane riuscirà a maturare sbocchi democratici e politici più avanzati? Dipende da ognuno e da tutti noi. Diamoci da fare.
      2. Scalfari e Zingaretti al pari di Salvini e Di Maio evidenziano la confusione, le contraddizioni e l'inadeguatezza di leader, partiti, intellettuali, gruppi editoriali ed imprenditoriali ... a fronteggiare con risposte adeguate la crisi ambientale, sociale, economica che viviamo.
      Il rispetto reciproco è necessario e condizione per fare passi avanti. Ma ancor più lo sono l'approfondimento dei temi e la ricerca di soluzioni nuove e condivise sui grandi temi che ci accomunano e che stabiliscono le priorità di azione.
      Gianni

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  3. Ma il fatto che i ministri dei 5 stelle non partecipano neppure alla riunione del Governo che significa?
    Che sono anche formalmente in crisi o che per il vice Di Maio è più importante una intervista tv che il Consiglio dei ministri?
    Personalmente non saprei che scegliere.
    Italia senza governo o ministri da tolk?
    Per finire l'opposizione Pd presenta una mozione per dimettere Conte. Ora ci sentiamo tutti meglio, sono ancora di questo mondo.
    Resta la domanda, che maggioranza vogliono loro?
    Zorro

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    1. Comunicare è importante. Ma il dubbio che la sfida della comunicazione si anteponga al governo dei problemi è, da tempo, più che lecito. Ed anche questa classe dirigente del M5S pare si sia rapidamente adeguata.
      Del resto debbono fronteggiare una offensiva potente di chi ancora si sente minacciato dal "Cambiamento" annunciato e ancora lontano da essere praticato con la coerenza e la determinazione necessari.
      Di certo le Istituzioni andrebbero rispettate e valorizzate.
      La comunicazione dovrebbe essere più ricca, su temi strategici, elemento fondante di una democrazia partecipata e capace di orientare le grandi scelte delle comunità.
      Quanto al PD, mi pare chiaro che anziché puntare a ottenere risultati e costruire un futuro alternativo si preferisce l'orgoglio di partito e si coltiva l'illusione di una rivincita. Che altro senso ha la mozione presentata al Senato? Non interessa rendere maggioritario il fronte che chiede le dimissioni di Siri, si preferisce puntare direttamente sulle dimissioni di Conte e del Governo. Forse così potranno recuperare un 2-3% in più?!
      Gianni

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  4. Dice Salvini che siccome il fascismo non tornerà lui il 25 aprile va a Corleone perché la mafia è un pericolo reale. Pare glielo abbia suggerito Armando Siri, sottosegretario informato dei fatti.
    Sic

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  5. Dice Di Maio che il 25 aprile festeggerà la liberazione d'Italia. Pare che lo abbia incentivato la quotidiana frequentazione dell'alleato Salvini.
    Sic

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  6. Dice Zingaretti che lui manifesterà il 25 aprile. Almeno questa volta in piazza non si troverà insieme a Salvini come nelle piazze del Si alle grandi opere.
    Sic

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    1. Ancora viva il 25 aprile!
      In fin dei conti: Salvini è andato a Corleone; Di Maio ha ricordato la Brigata ebraica; Zingaretti ha manifestato con l'ANPI e i nuovi partigiani.
      Forse non tutto questo era scontato.
      Gianni

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  7. Pensando anche per un solo momento a fatti e personaggi di questo scritto mi sento orgogliosa di essere donna europea.
    Viva il 25 aprile!
    L.

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    1. La lotta di Liberazione ha visto tante donne protagoniste.
      La lotta per liberare le donne dalla violenza di troppi uomini continua.
      Gianni

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  8. Si, "fatti e non solo parole". Ecco perché chi ha scelto 5stelle (o anche lega) pensando di chiudere la stagione di Prodi, Berlusconi, Monti, Renzi....... oggi è deluso.
    Taranto è capitale nazionale di inquinamento industriale e di vittime del cancro, Roma e Lombardia sono le nuove terre dei fuochi, in Emilia si processano gli insediamenti mafiosi al nord ma si continuano ad alimentare infrastrutture e produzioni nocive alla salute......
    Sinistra e sindacati sembra non sappiano liberarsi dalla soggezione nei confronti di imprenditori e banchieri di pessimo livello. Ancora si discute se il primo Maggio ha da essere festa dei lavoratori o del lavoro.......
    Aiuto!

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    1. Si, in questi decenni classi dominanti sempre più ristrette - in Occidente come in Oriente - si sono arricchite sfruttando insieme "risorse naturali" del Pianeta e "lavoro" delle persone (donne, uomini ed anche bambini).
      Ora, per liberarsi dalle grandi contraddizioni del presente e del futuro, le comunità - tutte le comunità locali e sovranazionali - debbono unire progetti eco-compatibili di sviluppo civile e lotta delle lavoratrici e dei lavoratori per affermare "diritti e doveri universali" delle persone.
      Nessuna soluzione corporativa o nazionalista sarà duratura.
      I sindacati dei lavoratori piuttosto che manifestare con le organizzazioni imprenditoriali per "tutte le grandi opere" (utili e inutili progettate da decenni, per un mondo insostenibile) farebbero bene a preoccuparsi di rappresentare "tutto il mondo del lavoro" e obiettivi avanzati di qualità della vita dei cittadini (privilegiando le opere sociali condivise e democraticamente selezionate). Si deve, si può.
      Gianni

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  9. A proposito di questione immorale, chi non ha visto la puntata di report di questa sera (RAI3) ha perso un esempio. Anzi più di uno.
    Per saperne di più di Salvini..... e compagnia, ma anche di mafia, Confindustria, chiesa, servizi segreti e Stive Bannon si può recuperare via internet.
    M.

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  10. Ma forse che la questione Siri si è risolta con il ritiro delle deleghe da parte del ministro Toninelli?
    Tanto rumore per nulla?
    Grandi annunci e polemiche finite così?
    Di Maio è contento?
    E Conte?
    E Salvini? Un Sottosegretario senza deleghe è sempre un sottosegretario?
    Possibile?

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    1. E' caduto giù l'Armando .... titola M. Travaglio (ricordando una nota canzone di E. Jannacci).
      Si, ora pare proprio che qualcosa si sia rotto. Quanto si vedrà.
      Spiazzato il povero Zingaretti che continua a dire che Mi Maio e Salvini "litigano come se non fossero dello stesso partito". Testuale: "partito" e non governo.
      Poi come non bastasse indica G. Sala prossimo candidato premier per il PD .... Grazie Beppe, ora mi è più chiaro: il PD post Renzi vuole fare dell' Italia un grande Expò!
      Zorro

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    2. Dopo Matteo Renzi anche Matteo Salvini è arrivato al capolinea.
      Spiace rilevarlo. Non è un bene per l'Italia. Ma il Ministro non capisce il valore di essere uomo di Governo. Oltreché di partito.
      Quando sostiene che non è da uomo abbandonare "gli amici", vuole dire che per lui la Lega prevale rispetto alla funzione generale ricoperta. Che deve essere riconosciuta anche da alleati e avversari. Lo hanno fatto in passato anche altri: Idem, Guidi, Cancellieri, Lupi (solo per fare alcuni esempi).
      Ci si aspettava di più da chi voleva "cambiamento".
      Una vera delusione.
      Ora la sfida passa nelle mani di Conte.
      Ci vuole coraggio e coerenza.
      L.

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