mercoledì 16 maggio 2018

Al Bike Pride. Per una Città più vivibile

Bologna. Bike Pride 2018 (domenica 13 maggio)
Mi è stato proposto di fare il Paolo Celata, in occasione del Bike Pride di Bologna. Mancando Enrico Mentana e la diretta TV, scrivo di getto.


La delegazione di Legambiente, non molto folta ma decisamente qualificata (con Sandro Festi animatore della Consulta) mi propone un secondo impegno come "servizio d'ordine". Informo del doppio incarico e verificato che manca conflitto di interessi mi vengono impartite le dritte su cosa devo fare durante il percorso: affiancare i vigili urbani (poche pattuglie ma piene di buona volontà) e presidiare le rotonde, tante e anche pericolose. Evitare incidenti e liti con gli automobilisti, che sono - non tutti per la verità - molto nervosi e hanno una certa ostilità verso i ciclisti.
Al Parco della Montagnola, si scaldano i muscoli e si preparano le coreografie 









Partenza alle 14.50 dalla Montagnola. Giornata bellissima, soleggiata e ventilata. Percorriamo via Irnerio. Non ho ancora idea di quanti siano i partecipanti né come funzioni l'organizzazione. Obiettivo era manifestare ironicamente l'inciviltà dei ciclisti con travestimenti da primitivi o da animali feroci. Perché a Bologna si è ribaltata la realtà: i ciclisti da vittime della strada sono diventati osservati speciali non per essere tutelati ma per essere richiamati e multati per infrazioni al codice della strada. 
Singolare questo ribaltamento della realtà visto che i ciclisti sulle strade continuano ad essere vittime per colpa di automobilisti poco rispettosi del codice della strada e delle norme basilari della convivenza civica.
In via San Donato, tante mamme e bambini










Superati i viali ci immettiamo su via San Donato e superato il primo tratto incrociamo la prima rotonda prima di scalare il ponte di San Donato. Il mio senso dell'efficienza del "servizio d'ordine" mi spinge a fermarmi alla rotonda a dare una mano per fermare il traffico che veniva dalla San Donato verso il Centro. Grazie a questa sosta incomincio a capire quanti siamo e quante varietà umane sono presenti. Tanti ciclisti con bici di ogni tipo. Da città, da corsa,  mountain bike, tandem, coppie con bimbi con carrelli trainati e tanti bimbi con le loro piccole bici, i veri eroi della giornata. Ed uno soprattutto lo eleggo a mio eroe: Teo incitato dalla mamma a scalare i ponti. Teo che avra' avuto 4/5 anni e che ritroverò su altri ponti. Incitato da tutti ma fiero e fermo sui pedali. Conto quelli che passano. Non voglio esagerare. Azzardo tra 2.500 a 3000 ciclisti. Direi che dovrei essere vicino alla realtà. Una delle manifestazioni in bici più partecipate svolte a Bologna nei decenni di cui ho memoria. Tanti giovani, colorati, tante giovani mamme, tutti ironicamente arrabbiati con tanta contaggiosa allegria. Percorriamo la San Donato e superato il ponte dell'autostrada - tangenziale si svolta per il parco dell'arboreto. 
Sul ponte di San Donnino, strada al Passante?










Mi fermo sul ponte per fare una foto agli indomiti cittadini di San Donato che non vogliono il Passante di Mezzo. Li saluto. Solidarizzo con loro. Anch'io sono contro il Passante di mezzo. E per essere chiari anche contro le altre ipotesi - passante sud e passante nord. Penso alla cura del ferro, ad una città che finalmente promuove il trasporto pubblico su rotaia e su gomma. Una città in cui i ciclisti e i pedoni siano rispettati creando percorsi più a loro misura. 
Siamo sempre tanti e Teo, il giovane Teo di 4/5 anni, continua a pedalare imperterrito e fiero. Percorriamo una delle strade che più ho nel cuore: via Scandellara. Tanti ricordi personali. La biblioteca Scandellara. Il nido, la materna e le elementari dove sono andate le mie figlie. Il bar trattoria di Daniele. Un luogo mitico. Le belle case e i campi ed il parco Scandellara, che si congiunge al parco Tanara e alla estesa area verde ai bordi della tangenziale, che negli anni passati abbiamo difeso da tentativi di speculazione.
Il passaggio da via Cellini. Per un giorno, precedenza ai ciclisti. 










Poi si svolta per Via Cellini, dove c'e' il primo grattacielo di Bologna ora affiancato dal grattacielo dell'Unipol. E in via Cellini non posso non chiamare Gianni Tugnoli, convalescente, caro amico, grande ambientalista e militante nonché, per un pomeriggio, mio direttore. Con un difetto di non poco contro: a differenza di Chicco, è juventino. Nessuno è perfetto. Faccio una piccola deviazione per fare due commenti veloci (con Gianni sul balcone). Procedo per via Massarenti e capisco che siamo veramente tanti. Azzardo adesso 3000. Fermiamo il traffico. E da lì in avanti ad ogni incrocio ci scontriamo con automobilisti sempre più nervosi. Ultima baruffetta nei pressi del Sant'Orsola. Le liti sono condite da molta ironia e non sfociano in cose più serie. Niente di grave insomma. E poi nel gruppo dei ciclisti ci sono dei professionisti della mediazione e pacificazione (io, tra questi). Simulazioni di liti, per fortuna.
Mentre ci avviamo verso porta San Donato passando per via Zanolini, prima di via Irnerio per approdare, infine, alla Montagnola e fare festa, ripercorro i motivi per cui questa giornata di "orgoglio dei ciclisti" abbia quest'anno un significato particolare. E' una giornata nata all'insegna dello scontro frontale con la Giunta ed in particolare con l'assessore Irene Priolo, assessore alla mobilità e traffico e con il Sindaco Virginio Merola. Scontro motivato dagli atteggiamenti contraddittori che la Giunta ha assunto in questa esperienza amministrativa. 
Per la salute. Più bici e meno auto. Si può, si deve!  











Un notevole passo indietro di cultura politica di prospettiva di visione rispetto alle novità che si erano messe in campo con la precedente esperienza amministrativa, che con Andrea Colombo aveva finalmente incominciato a dare un senso compiuto al referendum del 1984, con la chiusura del centro storico nei fine settimana (i t-days), con l'affermazione del biciplan, con la nascita della velostazione e altre realtà che alla bici continuano a dedicare tempo anche in forma di attività lavorativa. L'estensione della limitazione del traffico nel centro, le zone 30 anche nelle periferie.
Sia chiaro: non santifico l'ex assessore Andrea Colombo a cui imputo tre errori gravi, forse non tutti addebitabili a lui direttamente ma su cui ha taciuto e comunque condiviso: prima l'adesione al Passante Nord; poi, l'adesione al Passante di Mezzo, quando il Sindaco Merola dopo aver abbandonato il progetto del a Nord lo propose in piena campagna elettorale; infine, l'adesione al progetto del people-moover, opera su rotaia di collegamento tra stazione FS e aeroporto Marconi, quando è già presente una linea ferroviaria con fermata predisposta. 
Incrocio l'assessore Priolo alla Montagnola. Aveva dichiarato che avrebbe aderito al Bike Pride in segno di interesse. Pare sia arrivata con un gruppo di ciclisti da Calderara (dove fa anche il Sindaco e mi sorge spontanea la domanda se non sia già abbastanza impegnativo fare l'assessore a Bologna e ancora più impegnativo sarebbe farlo bene). Le faccio una foto con discrezione. Mi sembra affaticata (forse va poco in bici). E non posso che riandare al commento di Simona Larghetti, portavoce della Consulta della bici e animatrice di tante iniziative per la bici. Simona dice di apprezzare la partecipazione dell'assessore ma le ricorda cosa non va proprio: non va proprio bene che biciplan non decolli, non va proprio bene che i ciclisti vengano penalizzati con scelte quanto mai contraddittorie e per la mancanza di coraggio, vanno aumentate  gli stalli x le bici. Va ribaltata la filosofia della mobilità riportando ciclisti e pedoni al centro del sistema dei trasporti, non marginalizzandoli. La Consulta della bici e le tante realtà associative devono essere sostenute anche finanziariamente (non chiudere i rubinetti come ha fatto la Giunta) se si vuole affermare una cultura della mobilita' sostenibile con pedoni e bici protagonisti.
Assessore Priolo, quando si sale in bici ... si deve pedalare!
Arrivati in Montagnola veniamo accolti da tanta gente, da musica e danze. Una gran bella giornata di festa. Mi fermo per salutare Claudio Borgatti che sta esponendo uno striscione contro la speculazione edilizia ai Prati di Caprara in cambio dell'ammodernamento dello Stadio, saluto Claudio Dellucca Presidente di Legambiente con magliettina gialla e cappello, scambio due parole con Ilde sua moglie e saluto Dario suo figlio, che da gande farà il fonico. Mi avvio verso casa. Soddisfatto penso che devo scrivere un pezzo per Gianni. 
Nino Pizzimenti
Il rientro alla Montagnola






Con il Bike Pride 2018 un altro messaggio chiaro e forte ... 


6 commenti:

  1. Grazie davvero, Nino!
    Perché il "pezzo" non lo hai scritto solo per Gianni ma per tutti noi che non siamo state/i al bike pride e che abbiamo perso una bella iniziativa.
    Complimenti a chi l'ha organizzata e ha coinvolto tante persone.
    s.

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  2. Tra il serio e il faceto colgo diverse considerazioni interessanti.
    Quel che è certo è che andare in bici in città non fa bene alla salute. Anche le persone più prudenti rischiano, tra moto che sfrecciano e aperture improvvise di sportelli degli automobilisti che hanno appena parcheggiato ai bordi di strade sempre super trafficate.
    Vorrei precisare che il doppio incarico insopportabile è quello della Priolo. Restando sindaco del comune di Calderara di Reno mai gli avrebbero dovuto proporre di fare l'Assessore a Bologna dove la mole di impegni è tanto impegnativa.
    Proprio lei oggi risponde sul P/Gassante di Mezzo che ci vuole responsabilità istituzionale e gli impegni vanno mantenuti. Ma allora perché sono tanti anni che i nostri politici dicono di voler fare (ma non realizzano) un trasporto pubblico più efficiente per i pendolari? Parlo di treni e vorrei ricordare che una mia collega che viene da Porretta sono mesi che è senza treno .... Mentre la fermata all'ospedale Maggiore della linea per Vignola, che sarebbe molto comoda per un'altra, non è mai stata fatta e così dovere scendere a Casteldebole, Borgo o in stazione centrale fa perdere ogni sicurezza di poter raggiungere il lavoro in orario. Quanto ai bus negli orari di punta si sta come sardine e di sera alcune linee cessano. Provi l'assessora a chiamare un taxi. Forse lei è più fortunata di noi donne comuni mortali.
    Anna

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  3. Passare sulla tangenziale una domenica pomeriggio si può anche incontrare la Morte e pochissime auto che corrono veloci (come da foto), ma posso assicurare che percorrerla una qualsivoglia mattina o sera di un giorno feriale il traffico è intenso, il tempo corre veloce e l'aria che si respira in coda è pessima.
    Voglio dire che soluzioni nuove vanno trovate con equilibrio e pensando ai problemi di tutti. Non di volta in volta a qualcuno e non agli altri.
    Quindi serve visione d'insieme.
    Si decidessero ad un piano che ricompone i bisogni e una visione di sintesi accettabile dai più.
    Antonio

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  4. Quando sul P/Gassante in Mezzo (alla città) sento l' Assessora alla Mobilità affermare solennemente: "le vostre preoccupazioni sono anche le nostre", vedo un naso che si allunga inesorabilmente...
    Ryan

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  5. Bella Gianni,mi piace Nino inviato speciale!Approvo la sinergia e la collaborazione, la giornata di festa e di protesta. Ciclisti, passante, prati di Caprara...
    Io ero sul ponte di San Donnino insieme a deliziose persone più che adulte che, reggendosi su "zannette", mostravano i loro cartelli di dura protesta, scritti su cartoni da pizza, al variopinto serpentone di stupendi ciclisti "selvaggi". A parte il fatto che questa amministrazione porta oltre al giovane Teo anche gli ottantenni per strada a protestare... il commento al momento di smontare tutto e andare a casa è stato :"non mi divertivo così da un bel pezzo"...

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  6. Domanda forse fuori tema. Secondo voi per tutte queste vertenze, che effetto avrà il nuovo governo Di Maio - Salvini?
    s.

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