lunedì 6 novembre 2017

Ostia, che botta!

Il Municipio di Ostia, X Circoscrizione di Roma Capitale, conta 180 mila elettori e quasi 300 mila abitanti.
Domenica si votata per il rinnovo del Consiglio e per eleggere il Presidente, sciolto (il primo) e commissariato (il secondo) due anni fa dal Ministro dell'Interno del Governo Renzi - Alfano.
Lo si è fatto in una giornata di maltempo e con una pioggia intensa che ha provocato allagamenti e interruzioni di elettricità. Problemi che sempre più frequentemente colpiscono i cittadini nella loro vita quotidiana e che, questa volta, hanno portato disagi anche in alcuni seggi e probabilmente nella affluenza di qualche potenziale votante.
Ma il dato altissimo dell'astensione, al 63% (sessantatré per cento!), non può certo essere attribuito a questo. E' piuttosto un dato che conferma la crescente distanza "politica" di grande parte dei cittadini dalla politica e dalle istituzioni. Si affianca infatti al dato siciliano, dove ieri (senza maltempo) si sono recati ai seggi il 46% degli elettori. Meno della metà degli aventi diritto. Confermando il "non voto" di molte altre recenti elezioni amministrative o referendarie, tra cui quello (clamoroso) degli emiliano romagnoli alle regionali del 2014 (che registrarono il 37,7% dei partecipanti).

Il pronunciamento dei votanti è netto, ancorché non definitivo. Perché si dovrà andare al previsto ballottaggio, non avendo nessuna forza in campo superato il 50,1% dei consensi al primo turno.

La coalizione di Centrosinistra, che nel 2013, aveva conquistato oltre 37.500 voti, pari al 42,5%, è naufragata sull'inchiesta Mafia Capitale. Il Presidente in carica, Andrea Tassone, è stato prima arrestato, poi condannato nel processo di primo grado a 5 anni di detenzione. 
Così ieri il nuovo (vecchio) candidato del PD si è ritrovato con 8.909 voti, pari al 13,6% dei voti espressi. Terza forza, fuori dal ballottaggio. In caduta libera: in quattro anni ha perso oltre i 3/4 dei voti. 
Ma anche il risultato del Centrodestra merita riflessione. La candidata, una esponente di Fratelli d'Italia sostenuta da Forza Italia e Lega di Salvini (già Nord), ha perso ben 8 mila voti rispetto al candidato del 2013. Successo? E il partito di Berlusconi, Forza Italia, prende 5.355 voti e perde quasi 10 mila consensi, confermando solo poco più di 1/3 dei suffragi del 2013. Superato dalla lista del partito di Giorgia Meloni (che avanza di 1.800 voti).
Il M5S, che si afferma come prima forza e coalizione, ottiene 19.777 mila consensi, il 30,2%. Consolida il proprio risultato del 2013 (di quasi 5 mila voti) ma perde rispetto ai voti conquistati nelle comunali del 2016 da Virginia Raggi per il Comune.

Da segnalare i risultati del candidato di Casapound (5.944, il 9,1%, più di Forza Italia!) e quello di Laboratorio Civico di don Di Donno (5.640, l'8.6%) una aggregazione sociale, solidale e di sinistra (con il sostegno di SI e di Art.1-MDP).
Più deludente quello di Sinistra Unita di Bellomo (già SEL), 2.366 voti (3.6%).

Insomma, da Ostia, che botta! E diversi segnali politici.
Un invito per molti a meditare, a riflettere, a cambiare!

9 commenti:

  1. Tre cose sulla "botta" del voto.
    1. Il M5s paga tutti gli errori di Virginia Raggi e dei "grillini" italiani. C'è ne sono diversi. Tuttavia la campagna politica-mediatica contro "il nuovo nemico" della politica-politicante-affaristica non ha impedito che il "movimento dell'onesta e del l'alternativa al sistema" continua a crescere e ad affermarsi come "prima forza" territoriale.
    2. Il commissariamento del PD romano da parte di Orfini e Renzi, a distanza di 2 anni, non ha prodotto risultati e il partito perde rovinosamente militanti, voti ed alleati. Contenti loro, peggio per tutti (loro e noi, noi astenuti e noi paese). Una sinistra distinta e sociale raccoglie parecchi voti, ma deve ancora convincere sulla sua funzione futura.
    3. La destra cambia. Con il sorpasso di quella "sociale" e "nazionalista" della Meloni sull'ex Cavaliere e il suo piccolo grande Mondo d'affari e di sudditi. Con i fascisti di Casa Pound che raccolgono un successo maturato con la presenza quotidiana tra poveri ed emarginati abbandonati dalla narrazione e dalle politiche "renziane" e di una sinistra salottiera.
    Ripartiamo da qui ........
    Ciao!

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    1. C'è sicuramente da approfondire e da percorrere tanta strada (impervia).
      In sintesi, dico questo:
      1. Sul M5S ci sono troppe letture superficiali ed approssimative. Sono un soggetto composito e complesso, che propone valori e contraddizioni. Tuttavia, chiunque si propone di uscire dalla crisi della società italiana attraverso la partecipazione, la democrazia ed una maggiore giustizia sociale deve considerare questo movimento come interlocutore politico essenziale e potenziale alleato. Non mi convince assolutamente una sorta di equidistanza tra Destre e Grillini (come oggi scrive Michele Serra), né una alleanza (di fatto) con il piccolo o grande, vecchio e nuovo Centro (sociale e politico).
      2. Il PD è condizionato dalle sue originali ed irrisolte contraddizioni e la sua progressiva trasformazione muove sempre più verso un partito volto a gestire potere e relazioni con le classi sociali e le culture dominanti. Possibile non prenderne atto?
      3. Parlerei di Destre e non di "una" Destra. Sono forti e possono vincere finché mediano e si aggregano. Come a Ostia o in Sicilia: hanno bisogno di inglobare mondi diversi, inclusi ambienti mafiosi, aggressivi e illegali. Altrimenti non prevalgono. Ma non le vedo maggioritarie e non condivido la battuta o la giustificazione che "l'Italia è un Paese di destra". Dipende infatti anche dagli altri soggetti che sono in campo: quali progetti di trasformazione sociale e di conversione ecologica mettono in campo, quali donne e uomini scelgono, quali pratiche propongono ed esercitano, quale rigore, sobrietà e coerenze dimostrano ...
      Insomma, la partita è aperta e tutta da giocare.
      Gianni

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  2. Interessante.
    Voglio segnalare un altro dato, sicuramente locale: il bipolarismo pare essere tra destra e cinquestelle. Con il PD e la sinistra in crisi.
    Attenzione.
    Sono sicuramente realtà particolari, ma attenti a non considerarle per ciò che dicono anche sul piano nazionale.
    L.

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    1. Sicuramente convivono specificità locali e dinamiche nazionali.
      L'arresto e la condanna di Andrea Tassone per Mafia Capitale, il lungo "commissariamento" del PD locale da parte di Matteo Orfini e un candidato sconfitto (con il 13,6%) che di fronte al ballottaggio dichiara che il PD non ha indicazioni di voto tra la rappresentante del M5S e la esponente di destra delle Destre configurano una realtà assolutamente particolare.
      Tuttavia impossibile non vedere contaminazioni e rapporti con le dinamiche nazionali.
      Destinate anche nel presente e nel futuro a incidere.
      Gianni

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  3. Manca un confronto con il voto di un anno fa e poi adesso?
    Risulteranno decisivi Casa Pound, considerando il disimpegno del PD?
    Antonio

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    1. La "fuga" del PD dalle sue responsabilità ........ Dopo non avere visto Mafia Capitale e le collusioni Carminati - Buzzi - Politici Pd e FI ora si chiama fuori dalla sfida al ballottaggio.
      La candidata della destra è pari a quella del M5s?
      Altro che "fuga" di Di Maio dal confronto tv ....
      BiBi

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    2. 1. Il confronto con il voto del 2016 per eleggere il Sindaco di Roma Capitale è certamente possibile e indicativo. Ovviamente in un contesto politico e mediatico assai diverso.
      Al primo turno, ad Ostia, Virginia Raggi ottenne oltre 42 mila voti; Roberto Giacchetti quasi 19 mila; Giorgia Meloni ed Alfio Marchini, sommando, quasi 29 mila. Dunque, M5S e PD sono più che dimezzati. Meglio è andata alle Destre riunite.
      2. Al ballottaggio risulterà decisivo il voto di tutti gli elettori, non solo quello di chi ha scelto Casapound. Non dimentichiamo che Laboratorio Civico di don De Donno ha raccolto domenica oltre 5 mila voti (l'8,6%) e Sinistra Unita di Bellomo altri 2 mila (il 3,&%). Insieme più della destra neofascista.
      3. La scelta di De Luca e del PD di non pronunciarsi per il ballottaggio pare azzardata e discutibile per molti. Grave.
      Imparagonabile rispetto alla discutibile vicenda del faccia a faccia Renzi - Di Maio. Oggi, anche Michele Serra ne scrive su la Repubblica in modo assai critico. Verrà mantenuta anche dopo l'aggressione di ieri al giornalista RAI da parte di un boss di quartiere?
      Gianni

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    3. Riprendo il tema, attualizzando.
      Primo. Se i 2/3 di elettori non votano è certo un brutto segno. Per me chi non vota sbaglia.
      Secondo. Tuttavia al ballottaggio ha vinto netto la Grillina. Forse i 5 stelle a Roma non si sono ancora sputtanati come qualcuno dice.
      Terzo. Forse il chiamarsi fuori non ha prodotto i risultati preferiti da molti pidini e limitrofi. E così ora alcuni diventano più espliciti, come Eugenio Scalfari. Lui dice chiaro che se dovesse scegliere tra Di Maio e Berlusconi sceglierebbe il secondo.
      A me non convince per nulla. E come Michele Serra, sempre di Repubblica, farei esattamente l'opposto.
      BiBi

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