martedì 21 novembre 2017

Ma F.I.CO. è davvero "fico"?

L'entrata di Fabbrica Italiana COntadina a Bologna (novembre 2017)

















Occuparsi di cibo, di alimentazione, di animali e di prodotti della terra è indiscutibilmente più apprezzabile di chi progetta, produce e commercia armi o altri strumenti ed oggetti che sono una minaccia per la vita delle persone e per la natura.
E' necessario ripeterlo. Perché viviamo in un mondo in cui per la crescita del PIL e della occupazione troppi sono disposti a sacrificare principi e regole della civile convivenza, Trattati e Convenzioni internazionali.

E' poi condivisibile la tesi di Oscar Farinetti secondo cui "è assolutamente dimostrato che grandi numeri e qualità possono andare insieme, non c'è corrispondenza tra la dimensione di un'azienda o di una realtà culturale e la qualità di quello che propone".
Queste due premesse sono necessarie ed opportune per chiarire (a tutti) che nelle critiche a F.I.CO. non sono in campo (prevalentemente) riserve e pregiudizi generali e generici.
Bensì, questioni di merito sull'approccio e sulla gestione concreta dell'iniziativa realizzata da Eataly e Coop in sintonia con Comune di Bologna, Regione Emilia Romagna e Governi nazionali.
Eccone alcune, frutto delle prime verifiche.
L'area stalle di F.I.CO: spazi ampi, ben diversi dalle pratiche più diffuse.

















Gli "casette" delle oche (F.I.CO., novembre 2017)

















I maiali, in un ambiente "invidiabile"

















Afferma l'amministratrice delegata, Tiziana Primori, che F.I.CO "incarna lo spirito italiano di coesione, bellezza e unicità. Un luogo vero, dove ci sono 200 animali. Tutte le mattine vedo le mucche, le pecore, i campi, l'orto, i vigneti. In ogni angolo vedo la ricchezza del nostro Paese".
Al di là dell'enfasi (anche comprensibile per chi ha la necessità di "vendere" la propria realizzazione) colpisce la totale rimozione delle contraddizioni che attraversano il Paese e la realtà agro industriale nazionale.
Perché, ovviamente, è giusto valorizzare e proporre ai visitatori del Parco le esperienze positive e di qualità: "fattorie" modello, colture biologiche o bio-dinamiche. E sono meritevoli attività informative e formative, se volte a fare crescere consumatori ed operatori consapevoli e partecipi di scelte responsabili mirate alla sostenibilità. Ma perché proporre una ricostruzione tutta (solo) simbolica, parziale e onirica dei processi di coltivazione, di allevamento, di cura e di produzione agro-industriale? C'è troppo contrasto tra le condizioni degli animali esposti a F.I.CO. e le realtà degli allevamenti intensivi denunciate in numerose inchieste giornalistiche e giudiziarie. Si possono tacere le pratiche insostenibili che ancora vivono nelle campagne italiane ed emiliane, che causano inquinamento, malattie e vittime tra consumatori, lavoratori ed altri viventi? Si possono sommare e confondere benemerite "aziende contadine" con gruppi, marchi o circuiti che antepongono a tutto il business e/o che dispongono di significative disponibilità finanziarie?
Emblematico Oscar Farinetti: "abbiamo allestito un grande show per capire la filiera, si parte dall'agricoltura e si arriva al ristorante". E ancora: "mi interessa solo il successo di F.I.CO. Anche per l'EXPO c'erano tanti gufi, poi ... Se questo posto sembrerà fantastico ai visitatori come appare a me, conto sul fenomeno moltiplicativo".
Il Salumificio di F.I.CO
















L'esposizione di prosciutti e insaccati

























A tavola, in uno dei 16 ristotanti di F.I.CO.

















Scaffali di pasta ed altri prodotti

















Un frantoio per la produzione di olio
























Le botti della bottega del vino

















Nella Disneyland del cibo "non dimentichiamo chi non ne ha ..."

















Il business delle magliette "... è FICO"


















In sintesi: la "Disneyland del cibo" pare perseguire, nelle dichiarazioni e nei fatti, il business e lo sviluppo quantitativo alla qualificazione e conversione (legale ed ecologica).
La sfida ripetuta dei 6 milioni l'anno di visitatori è programmatica.

Come sono significative le parole di Virginio Merola: "F.I.CO ha l'obiettivo di fare conoscere la bellezza di Bologna, farla entrare nel circuito turistico internazionale, farla diventare una scelta e una meta. Ci siamo riusciti".
Fantastico!?
Peccato che il Sindaco (insieme al "Governatore" Bonaccini, a Renzi e Gentiloni) non abbiano ancora affrontato (a F.I.CO. inaugurato) i problemi sociali, urbanistici e della mobilità che questa nuova grande realizzazione comporta.
Solo ora, ad esempio, dopo le iniziali ripetute sollecitazioni di cittadini ed associazioni ambientaliste e le successive sferzanti battute di Romano Prodi sulla "mancanza di trasporti collettivi", gli Amministratori studieranno "un progetto di tram". Lo hanno annunciato in occasione della settimana europea della mobilità sostenibile.
E in attesa? Un costoso bus fa la spola (frequenza ogni 20') con il centro storico e la Stazione FS. Risibile, rispetto ai numeri di visitatori per cui si lavora.
E infatti, secondo i primi riscontri, per ragioni di prezzo e di tempi di attesa, risulta preferito il "vecchio" bus 35.
Le bici di F.I.CO., con i cestini per la spesa. Eco-consumismo?

























La navetta Stazione - F.I.CO.
























Aggiungi didascalia


















Dunque, dominatrice assoluta (per anni e anni) sarà ancora e sempre l'auto!
Per cui, ovviamente, è stato costruito un grande parcheggio da 2.500 posti.
Per cui si prevedono nuovi investimenti e insediamenti in aree vergini (oggi ancora terreni agricoli): impianti per la distribuzione di benzina. Addirittura 7 (altri sette), nel solo quartiere San Donato - San Vitale. Se ne è discusso nei Consigli di Quartiere.
Insomma, altro traffico, altro inquinamento da polveri, ozono, biossidi di azoto e benzene, altro rumore.

Distributori di benzina lungo via Massarenti, nel Quartiere San Donato - San Vitale, all'uscita 11 della Tangenziale


Il distributore di benzina su viale Lenin, all'uscita 11 bis della Tangenziale
































La cartina di Bologna con la localizzazione dei distributori di benzina (esistenti e previsti)

In un ambiente già in costante "emergenza" per l'ambiente e la salute dei cittadini continuano scelte di conservazione.
Dai nuovi distributori di benzina (mentre mancano le "colonnine elettriche" di ricarica per i veicoli meno inquinanti) ai tanti supermercati avviati e il costruzione (mentre soffrono le attività commerciali di vicinato), dal Passante di Mezzo (mentre mancano efficienti ferrovie locali ed il SFM) alle nuove strade ed autostrade (in assenza di manutenzioni adeguate e di una rete competitiva di percorsi ciclabili protetti).
Pratiche, scelte e sviluppo del secolo passato. Mentre il Consiglio Regionale discute una Legge sul suolo che definisce limiti allo sviluppo per i prossimi decenni ...
Dunque non ci resta che insistere, argomentare e batterci: non è questo il Mondo "fico" che vogliamo!
Sono altri gli investimenti prioritari.
Per una trasformazione delle attività agricole ed industriali davvero sostenibile, per una seria conversione ecologica delle società in cui viviamo e della cultura dei cittadini.

28 commenti:

  1. A Fico non sono ancora stata. E' stata fatta una pubblicità mondiale. All'incontro con la stampa mi hanno detto c'erano 700 giornalisti. Una "operazione" in grande stile, con mezzi economici ingenti. Fuori dalla portata dei piccoli e medi commercianti bolognesi.
    Si, penso che tu abbia ragione su un primo punto. La città sta cambiando (i flussi di turisti, i nuovi distributori di benzina!) e tutto avviene per tappe successive senza una piena consapevolezza dei più. A partire dagli stessi amministratori e dai politici che si trovano sempre trascinati in giochi più grandi di loro.
    Non è una buona cosa.
    Ci aggiorniamo a quando ci sarò stata.
    Anna

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  2. Pare partito alla grande. Con molti problemi da risolvere, tra cui i parcheggi e le code di auto.
    Ma ciò che mi ha colpito di più (prima di leggere qui che c'è anche l'indotto dei distributori di benzina) è il giudizio di questa giornalista di un giornale inglese: http://www.bolognatoday.it/cronaca/fico-eataly-the-guardian-farinett.html.
    Antonio

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    1. Un punto di vista interessante (ancorché interessato).
      Gianni

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  3. Io ci sono stato e non ne ho ricavato una grande impressione, mi è parso un Luna park grande, ben organizzato ma un luna park.Non so quanto possa essere educativo. Concordo con leosservazioni sui trasporti e con le preoccupazioni per il cambiamento della città e su come sta avvenendo. Non credo, quindi che FICO sia così fico!

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  4. Tre osservazioni.
    1. Si meglio realizzare FICO che Philips Morris.
    2. Questo FICO non è ciò che avrebbe potuto essere: troppo show e poca valorizzazione dei progetti di sostenibilità.
    3. È una realizzazione fuori programma: non è nella pianificazione esistente, precede quella necessaria. L'esempio mobilità è calzante. Come ha scritto anche Repubblica Bologna domenica scorsa.
    Ciao!

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    1. Osservazioni che mi pare possano ricondurci ad un grande tema: la Costituzione Italiana non ispira più le classi dirigenti di questo Paese.
      Il punto: è "vecchia" la Costituzione o sono "da cambiare" queste classi dirigenti?
      Gianni

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  5. Quindi:
    l'agricoltura biodinamica è quella per cui sulle ultimissime frange di terreno agricolo (coltivabile e permeabile) si seminano pompe per il rifornimento della mobilità insostenibile, Corredate da ristoranti, sammai andando a Fico venisse fame.
    Diversi terreni di quelli pensati dai gestori per i nuovi impianti sono privi di collegamenti fognari che, in caso di autorizzazione a procedere, realizzerebbero a loro spese, costruendo opere di "urbanizzazione" pronte per nuove costruzioni.
    Tra via Massarenti e via Mattei ci sono otto distributori sullo stesso lato nell'arco di tre chilometri scarsi e ne vogliono mettere un'altro, a questo punto arriverei a 10, così facciamo cifra tonda e diamo continuità alla nuvola di benzene!
    Scusate il sarcasmo, ma degli slogan FINTO GREEN di questi pazzi ne ho piene le tasche.

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    1. Sarcasmo più che giustificato.
      Resto però convinto che "questi" non sono "pazzi". Penso piuttosto siano "uomini d'affari" spregiudicati e irresponsabili.
      Da rimuovere prima possibile. Unendo su progetti alternativi e positivi tutti quelli che "ne hanno piene le tasche".
      Gianni

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  6. Sabato scorso ho visitato Fico, curiosa per la campagna pubblicitaria orchestrata dall'onnipresente Oscar Farinetti e dal consorzio con Coop. Ho portato tutta la famiglia, contribuendo così al successo di cui hanno parlato i giornali. Ovviamente siamo andati in auto (senza bisogno di fare benzina in zona).
    La prima impressione è di trovarsi in una fiera organizzata delle industrie alimentari, con l'originalità di essere permanente.
    Quanto ai marchi sono rimasta colpita dalla presenza di Molino Casillo e di Pollo Amadori, di cui ricordo bene i servizi su Report di Milena Gabanelli.
    Il pranzo non è stato esaltante ed alcuni piatti vengono proposti a prezzi inaccessibili.
    L.

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    1. Molini Casillo e Pollo Amadori a F.I.CO.
      Milena Gabanelli via dalla RAI.
      Vincitori e vinti?
      Chi ci guadagna e chi ci perde?
      Le risposte non mi sembrano scontate.
      Gianni

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  7. Penso che mai andrò a al Parco dei Divertimenti del cibo non mi interessa.
    Un paio di considerazioni però mi sento di farle , Fico così come Eataly, rappresentano ad ora la massima essenza della logica del consumo e del consumismo , si è trasformato, ciò che dovrebbe essere un cosa normale per il vivere quotidiano , il cibo , in un status simbol , Fico ed Eataly , non rappresentano il mangiare per vivere ma il mangiare per essere .
    Non contesto Fico in quanto tale ,ma la" Cultura" che lo ammanta . Poi ognuno è libero di fare le proprie scelte.
    Fico è Status Simbol perchè i prodotti in vendita sono ,ormai ,in ogni Supermercato o negozio specializzato .
    Fico è Status Simbol perchè sostituisce il vero contadino/allevatore con finte rappresentazioni agresti/agricole ma vende prodotti reali.
    Questo è , per me , Fico un ulteriore grande luogo per il consumo e per l'asocialità , cosi come è asociale un qualsiasi grande Centro Commerciale , con l'aggravante del simbolismo che si porta dietro .
    Come si è soliti fare ,da sempre, in Italia prima si costruisce ,in subordine vengono le altre tematiche , viabilità, faremo il Tram FORSE , per ora, da quel che ho capito esiste una navetta dedicata a costi esorbitanti , Chi la paga quella navetta , noi o FICO , non so , ed il normale Autobus di linea , quindi tutti in auto .
    Purtroppo la classe dirigente bolognese mi pare molto poco lungimirante e molto poco Dirigente , hanno trasformato Bologna in un grande mangificio ,camminando per il centro si sente odore di MAC DONALD perfino in Piazza Maggiore , ma va così ,siam più famosi per gli "Spaghetti alla Bolognese" che per i nostri monumenti .
    Ultima considerazione , come fanno Farinetti è gli ideatori di Fico a proporre cibo di qualità senza pensare all'ambiente che ci circonda ,se vivi in un ambiente sano e sereno è buona ogni cosa che mangi in un ambiente malsano puoi provare a mangiare bene ma sempre in un luogo malsano ti trovi ,per cui non vedo i benefici.
    PS;
    Un merito FICO ce l'ha ha riportato all'attenzione cittadina L'Inceneritore di cui tutti ci eravamo dimenticati .
    Ciao
    G

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    1. L'inceneritore di via del Frullo e il sistema di recupero e smaltimento dei "rifiuti" bolognesi. Si, argomenti da approfondire.
      Gianni

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  8. Non sono ancora stato. Prima o poi andrò.
    Per farmi un'idea anch'io.
    Intanto due cose da considerare.
    L'area su cui sorge Fico era del Centro Agro Alimentare Bolognese. Un progetto sovradimensionato e mai decollato. Quindi questa destinazione ha risolto un problema per gli E.L.
    L'area è effettivamente molto vicina all'inceneritore. Il principio di cautela avrebbe suggerito altra localizzazione, per La Disneyland del cibo come precedentemente per il Caab. Ma chi controlla i fumi rassicura e i responsabili sanitari non paiono preoccupati.
    Come per il traffico veicolare presente e in divenire.
    Qui la sensibilità ecologica è stata rimossa dopo i tempi del referendum sul centro storico.
    Per una svolta credo non si possa contare su Merola ne su Galletti, Ministro o candidato sindaco. Ma questo è un altro discorso.
    VR

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    1. Utili osservazioni per ulteriori riflessioni e approfondimenti ...
      Gianni

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  9. Bellissime le magliette!
    Sic

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  10. L'incontro Farinetti - Coop mi pare un'operazione frutto dei tempi. Quando la Ditta politica-sociale-imprenditoriale sceglie di scommettere sul Giglio Magico democristiano-massonico per rinnovarsi e protrarre il potere acquisito.
    La fase si è bruciata più rapidamente del previsto e FICO è un lascito impegnativo ......
    Vale

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    1. Per Bologna una nuova sfida.
      Con elementi di arroganza e di improvvisazione che chiamano in causa irresponsabilità imprenditoriali, politiche ed istituzionali.
      Contraddizioni del nostro tempo, su cui lavorare per un cambiamento in direzione dei principi costituzionali e della sostenibilità.
      Gianni

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  11. Sono stata sabato scorso. Per me deludente, nel rapporto tra cibo e prezzo. Poi il caos all'uscita con le code per pagare il ticket auto e per passare i caselli.
    s.

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  12. I 6 milioni di visitatori di Fico che arrivano prevalentemente in auto esigono strade ed autostrade più larghe e tanti parcheggi. Non si può volere, fare e restare a piedi.
    Il tutto mi sembra logico e conseguente.
    E deciso da istituzioni deputate e rinnovate democraticamente.
    In quanto al l'inquinamento la tecnologia può dare una mano con i veicoli elettrici.
    Trovo molto catastrofismo in certe contrarietà.
    Sergio

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    1. Sergio, il punto è che quei 6 milioni di visitatori possono arrivare a Fico *esclusivamente* in auto (a parte una navetta da 5 euro a corsa ogni 20 minuti, cioè praticamente una barzelletta).

      Costruire un polo di attrazione di quella portata lontano da collegamenti alternativi, e non prevedere nemmeno un piano di mobilità pubblica decente, è segno di scarsissima competenza da parte delle istituzioni deputate. E i risultati si vedono: traffico in tilt e inquinamento alle stelle.

      L'elezione democratica non è garanzia di buon funzionamento. Per quello serve una cittadinanza attiva e capace di organizzarsi per far sentire la propria voce.

      Luca

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    2. Non è certamente utile il catastrofismo.
      Come con sono apprezzabili elementi certi di arroganza e di improvvisazione che chiamano in causa irresponsabilità imprenditoriali, politiche ed istituzionali.
      Contraddizioni del nostro tempo, su cui riflettere, confrontarsi, proporre, agire ...
      Una nuova sfida per chiunque vuole un mondo migliore, più sano e sostenibile.
      Gianni

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  13. "Fico" o no, c'è una indubbia coerenza in questi professionisti della politica e della imprenditoria.
    Perché Fico chiama il Passante. E l'uso delle auto spinge ad investire sulle strade.
    Tutto si tiene. Un'idea c'è. Magari decrepita!
    pl

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    1. Si, un mix di idee. Troppe del secolo scorso.
      Da combattere, per affermare una conversione ecologica delle produzioni e delle comunità, locali come internazionali.
      Gianni

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  14. Eppure ieri su il Corriere di Bologna il prof. Roda, gastroenterologo del Sant'Orsola, ha promosso Fico: tutto nella giusta misura.
    M.

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    1. Parliamone.
      Le sfide si colgono. Con capacità critica. Per modificare eccessive semplificazioni, luoghi comuni, bugie, inganni e parzialità.
      C'è materia di confronto politico e culturale.
      Gianni

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  15. Dopo l'avvio c'è stata una pausa, forse anche utile per mettere a punto la macchina organizzativa e le cose che ancora non vanno.
    Del resto meglio per chi abita da quelle parti e già ha sofferto di code.
    Però dalla primavera sarà FICOssimo!
    Promettono Farinetti (che vuol convincere anche il direttore di The Guardian) e Primori.
    Il che farebbe bene a Bologna, se si risolvesse anche il nodo traffico, parcheggi e navette (più frequenti) in attesa del promesso tram (tra qualche anno).
    Antonio

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    1. Evidenti ed irresponsabili contraddizioni.
      E' possibile avviare ora la discussione sui trasporti pubblici (tram dicono Merola e Priolo) dopo aver inaugurato F.I.CO.?
      Il Progetto di verifica della sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell'investimento non doveva anticipare la realizzazione dell'intervento?
      Il ruolo delle Istituzioni (e delle assemblee elettive in particolare) va decisamente cambiato e rivalutato rispetto alla prassi praticata da questi amministratori e uomini di (non) governo (e di potere).
      No?
      Gianni

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