mercoledì 3 maggio 2017

Il ritorno di Renzi ...

Il pronunciamento di centinaia di magliaia di donne e di uomini è sicuramente un momento significativo di partecipazione democratica.
Matteo Renzi ha giustamente parlato di una "forte comunità".
Con cui occorre continuare a fare i conti. Tutti. Comunque la si pensi.
E dunque facciamoli "i conti".
Partendo dalle Primarie.
Per capire le tendenze politiche in atto.
E non archiviare, troppo velocemente, un risultato che evidenzia successi e sconfitte, contraddizioni e varie letture.
"Due milioni al voto", "Renzi al 70%". E' stato sintetizzato, fin qui.
Tutto vero. O quasi. I votanti, infatti, secondo i dati ufficiali del PD, si fermano un po' sotto: a 1.848.658 persone.
Ma è altrettanto vero che l'8 dicembre 2013 l'allora Sindaco di Firenze contò 1.895.332 consensi mentre, domenica scorsa, il suo "ritorno" a segretario è stato votato da 1.283.389 elettori.
Cioè, in poco più di 3 anni Matteo Renzi ha perso ben 610 mila sostenitori; un terzo di quelli che lo vollero come successore di Bersani.
Evidentemente l'esperienza da Segretario - Presidente del Consiglio dei Ministri non ha motivato molti che inizialmente avevano creduto in lui e nelle sue capacità di risolvere positivamente i problemi del Paese.
Ed anche il tentativo di consolidare consensi popolari tra i 13.432.208 che hanno detto Si alle modifiche costituzionali il 4 dicembre scorso, tenacemente volute e sottoposte a referendum, si è dimostrato illusorio.
Qualcuno preferisce dire che "si è trattato di una competizione complessivamente sottotono". Scontata. Che "i concorrenti non si sono dimostrati all'altezza". Può essere. Andrea Orlando ha raccolto 357.526 voti e Michele Emiliano 192.219. Molti meno di quelli conquistati precedentemente da Gianni Cuperlo e Pippo Civati: rispettivamente 510.970 e 399.473. Alcune altre centinaia di migliaia di voti in meno.
Ma, attenzione.
Questa tesi propone un altro argomento di rilevante importanza.
L'indebolimento complessivo del gruppo dirigente del PD; la progressiva mutazione e la perdita di radici sociali e culturali, il calo di credibilità come soggetto politico collettivo e riformatore, utile per costruire un'Italia migliore, più giusta e più sicura.
Un problema che trova riscontro negli altri partiti socialisti e socialdemocratici d'Europa (dalla Francia alla Grecia, dalla Spagna, all'Olanda, all'Austria) e che si sostanzia anche a livello locale.

Colpiscono al riguardo le parole pronunciate dal Sindaco di Bologna in una intervista pubblicata il primo maggio su il Corriere della Sera (pag.5).
Alla constatazione della giornalista sul "forte calo di affluenza anche nella sua Bologna" e in Emilia Romagna e alla precisa domanda "si rimprovera qualcosa"? Virginio Merola risponde: "No. Io faccio il sindaco e non mi sono impegnato direttamente in questa corsa".
E' noto, invece, che Lui, non solo a livello locale, ha sostenuto il Ministro Orlando. Come buona parte del gruppo dirigente del Partito bolognese: segretario di federazione, amministratori e parlamentari (oggi sotto attacco della maggioranza renziana, che punta a conquistare le direzione del Partito bolognese).
Ma non è questo il punto.
Ciò che non convince una parte sempre più significativa di cittadini sono proprio le scelte di governo del territorio fatte e praticate dal PD, locale e nazionale. La cultura debole con cui si amministra una città storica come Bologna e una Regione ricca come l'Emilia Romagna.
La mancanza di Progetti lungimiranti, forti e condivisi capaci di aggredire efficacemente la crisi sociale, ambientale e produttiva che colpisce fascie estese di lavoratori, di giovani e di ceti medi, che sono stati sempre rappresentati dalla sinistra.

Il prevalere - nell'esperienza concreta e quotidiana - di un confuso ed indistinto civismo, quasi neutro, che non distingue più schieramenti sociali e forze politiche, né sfida i vari protagonisti su visioni e progetti alternativi, ancorché contaminati da un duro confronto (vedi il contenuto dell'omaggio tributato da Merola a Giorgio Guazzaloca, efficacemente sintetizzato nel titolo su la Repubblica di sabato scorso).
La Repubblica Bologna, sabato 29 aprile

















Oppure, la pratica di scelte sociali quotidiane che non rispondono ai bisogni primari dei cittadini e forse neppure a quelli di imprese socialmente responsabili (vedi i contenuti della lettera di un cittadino bolognese, pubblicata sempre il giorno prima delle Primarie, sulla "chiusura di un punto vendita per famiglie al CAAB") e del mondo medico e scientifico (vedi la denuncia delle esperienze maturate nella sanità pubblica e in quella privata).
La Repubblica Bologna, sabato 29 aprile

























La Repubblica Bologna, mercoledì 3 maggio

























Infine "scelte strategiche" imposte e gestite con atteggiamenti autoritari o burocratici da Sindaco e Assessore (con insostenibili doppi incarichi istituzionali) che comunicano con comitati e migliaia di cittadini solo in seguito a sollecitazioni del Difensore Civico (vedi - a fondo post - il testo della risposta di Irene Priolo alla petizione che chiede rilevamenti e studi adeguati sui livelli di inquinamento provocati dal traffico urbano e dall'Asse A14-Tangenziale, che si vorrebbe potenziare).

Probabilmente, il risultato delle Primarie bolognesi di domenica (Matteo Renzi meno 90.100 sostenitori rispetto a 3 anni fa, Orlando ed Emiliano complessivamente meno 45.700 voti rispetto a Cuperlo e Civati) indicano semplicemente una distanza crescente di molte persone dal PD e da una politica incapace di dialogare e di ricercare soluzioni lungimiranti e condivise.
Negarlo (o scaricare ogni volta su qualcuno responsabilità comuni) avrebbe solo la conseguenza di incancrenire problemi e provocare altre reazioni e defezioni.
O no?
Parliamone!
Oppure è preferibile cavarsela con i più abituali: "basta gufi!" e "contenti Loro ..."


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Da: Mariele.Lodi@comune.bologna.it
A: Comitato@passantedimezzonograzie.it
Cc: Cleto.Carlini@comune.bologna.it, GabinettoSindaco@comune.bologna.it, Patrizia.Bolelli@comune.bologna.it, Daniele.Ara@comune.bologna.it, Simone.Borsari@comune.bologna.it, Vincenzo.Naldi@comune.bologna.it
Data: Thu, 27 Apr 2017 10:11:28 +0200
Oggetto: In: Sollecito del Difensore Civico - Pg.n. 119882/2017 -mancata risposta a petizione P.G.n.227799/2016 allargamento autostrada e tangenziale -

Gentilissimi, 

in risposta alla petizione allegata, si comunica che le indagini sulla qualità dell'aria, ai fini della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, sono iniziate a settembre 2016 e dureranno fino a luglio 2017. 
La campagna di indagini è stata avviata presso siti in prossimità della tangenziale tramite laboratori mobili attrezzati.
E' prevista una estesa campagna di misure (4 indagini di tre settimane in 4 siti).
La durata delle indagini è stata convenuta con ARPAE per la copertura dell'intero anno meteorologico.
 

I siti individuati sono 4, ed in particolare Via della Birra per ambito Birra, Giardini di Via Rolli per ambito Croce Coperta, Via Macchiavelli per ambito San Donnino e Via Scandellara per ambito Massarenti.
Tali indagini verranno poi ripetute nell'ambito del Piano di Monitoraggio Ambientale dei lavori, per 1 anno di ante operam, per l'intero periodo di corso d'opera, e per almeno1 anno di post operam.
 

Il Comune di Bologna, nella procedura di VIA attualmente in corso, si farà carico di richiedere un maggiore dettaglio circa le modalità di svolgimento del Piano di Monitoraggio Ambientale, e di richiedere l'installazione di centraline fisse di monitoraggio a carico di Autostrade nei punti sopraindicati. 
Maggiori dettagli su tali monitoraggi e le tabelle analitiche dei valori ottenuti sono riportati nella documentazione depositata per la consultazione nella fase di V.I.A., AMB0201 Studio Atmosferico (pag. 13) e AMB0800 Indagini Atmosferiche. 

Relativamente alla richiesta del Comitato di inserire un proprio rappresentante nel "Comitato di Monitoraggio" si segnala che esso, ai sensi dell’Accordo del 15/04/16, è costituito dai rappresentanti degli Enti sottoscrittori dell’Accordo stesso. 

Un cordiale saluto 
Irene Priolo 






 
Irene Priolo 
Assessore Politiche per la Mobilità 
Angela Bastia +39 051 2194729 
Mariele Lodi  +39 051 2194728 
indirizzo email: assessoremobilita@comune.bologna.it 
Sede: Piazza Maggiore, 6 - 40124 Bologna 
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19 commenti:

  1. Con queste primarie il PD completa la sua trasformazione in partito di centro(destra), in cui le tematiche di sinistra – dalla solidarietà sociale alla redistribuzione del reddito, dai diritti civili alla partecipazione, ecc. – restano solo come verniciatura utile a salvare la faccia verso gli elettori rimasti fedeli più per tradizione che per convinzione. Nella pratica di governo, dal livello nazionale a quello locale, il PD è di fatto un comitato d'affari che smista appalti e concessioni in cambio di elemosine al mitico “territorio” (le famose “compensazioni”).

    Il blocco sociale di riferimento di Renzi è noto: finanza e grande industria al vertice, e il cosiddetto ceto medio alla base, che è poi quel che resta di quella che una volta si chiamava piccola e media borghesia. In estrema sintesi, e con inevitabile banalizzazione, è la stessa base elettorale della DC. Dei lavoratori, dei precari e degli ultimi, che tanto non vanno a votare, Renzi non sa che farsene, salvo usarli come slogan per mantenere la facciata di sinistra a colpi di bonus e contentini. E non è minimamente preoccupato dal calo di consensi alle primarie, tanto sa bene che la base del partito alle elezioni politiche conterà meno di zero, visto che lui punterà consapevolmente all'elettorato di centro-destra, esattamente come ha fatto Macron in Francia.

    Renzi almeno è coerente con la sua visione del mondo, che è poi una rimasticatura in salsa finto socialdemocratica del neoliberismo dominante: libertà per i capitali, servitù della gleba per tutto il resto, politica e informazione comprese. Molto meno coerenti mi sembrano le minoranze del PD che continuano a restare nel partito come foglie di fico che Renzi può usare a suo piacimento quando gli serve una patina di sinistra per coprire politiche oggettivamente destrorse.

    Il giochetto renziano si romperà solo se e quando gli ultimi torneranno in massa alle urne. C'è già stato un aperitivo il 4 dicembre. Se la partecipazione al voto resisterà fino alle prossime politiche, il PD di Renzi si prenderà la seconda e forse definitiva sberla.

    Luca

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    1. A me pare che "il re" sia "nudo".
      Occorre lavorare sulle contraddizioni. Numerose.
      Costruire progetti coraggiosi e condivisi.
      Battersi con generosità e determinazione.
      Una alternativa è possibile.
      Dipende da tutti noi.
      Gianni

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  2. Hanno votato in tanti. Anche troppi. Ma se non avessero votato alcuni sarebbe stato meglio per la democrazia: migranti, capi bastone del sud, sindaci di destra.
    Riflessioni politiche sul calo della partecipazione? Non pare proprio. Anzi. Si va all'incasso da parte dei vincenti. Che già reclamano posti.
    Basta leggere quanto dicono a Bologna i renziana che hanno sconfitto gli orlandiani.
    Non aspettiamoci novità.
    Ciao!

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    1. Fare votare il segretario di una forza politica a militanti di un altro partito mi pare incredibile. Altrettanto fare partecipare alle "primarie" cittadini a cui non si riconosce normalmente il diritto politico di voto.
      Penso anche che la mancanza di analisi e di riflessioni adeguate sui risultati producano nuovi problemi e rovesci.
      Detto questo, mi auguro correzioni di rotta. Nell'interesse generale.
      Gianni

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  3. Le prime analisi dicono che Renzi si è imposto consolidato in parte di un elettorato tradizionale del PD, ha perso il sostegno della sinistra, ha mancato di affermarsi tra giovani e non ha conquistato quasi nulla tra gli elettori di altre forze politiche.
    La sua stella è ancora lucente ma non più brillante.
    Ma alternative non nascono dai vari Merola. Troppi attenti al potere e incapaci di progetti coraggiosi.
    Anna

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    1. Il PD che esce dalle "primarie" è sempre più "di Renzi" e sempre meno rappresentativo di soggetti che chiedono una alternativa democratica al sistema economico, sociale e di potere.
      Fa riflettere il primo atto parlamentare votato dalla maggioranza dopo il ritorno del Segretario (e Presidente): quello sulla licenza dell'uso delle armi per "legittima difesa" nelle "ore notturne". Un "pasticcio". La cui sostanza appare in linea con la cultura "meno Stato, più privato": siccome Forze dell'ordine, Magistratura e Servizi vari non riescono a garantire giustizia e sicurezza ai cittadini, riconosciamo ai singoli individui "la difesa" personale e delle proprietà.
      Di non minore rilevanza altre tesi di attualità. Si riducono servizi pubblici strategici: dall'educazione, alla formazione, alla sanità. La soluzione è sviluppare risposte del "privato": se gli asili pubblici non accolgono tutte le domande, le istituzioni aiutano le famiglie a sostenere le spese per quelli privati; mancano pediatri nelle AUSL, più vaccini obbligatori per prevenire le malattie ...
      Penso anch'io ci sia necessità di altri, più coraggiosi progetti.
      Gianni

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  4. Renzi?
    Merola?
    Idee poche e confuse.
    Gestori di situazioni.
    Vigili che provano a governare il traffico nelle ore di punta.
    Nik

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    1. Giusto. La congestione del traffico si affronta promuovendo una mobilità alternativa.
      Gianni

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  5. A integrazione del primo commento, segnalo l'esemplarità della legge sulla legittima difesa appena approvata:
    1) ammiccamento all'elettorato di centrodestra: il PD approva la legge e la difende pubblicamente. Da notare che la difesa è affidata a un deputato di seconda linea, mentre i big si tengono in disparte.
    2) verniciatina di sinistra: Renzi dichiara che la legge così non va, ma solo perché la questione della notte "crea confusione". Il principio ispiratore resta valido.

    Siamo alle prime prove di caccia ai voti della destra, altre ne seguiranno.

    Luca

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    1. La "caccia ai voti di destra" non è detto riesca e sia vantaggiosa.
      Gianni

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  6. Come se armarsi servisse a difendersi ... In realtà ha l'effetto esattamente opposto. Il pericolo aumenta. Meglio operare per una più adeguata difesa collettiva (la latitanza di Igor il russo lo dimostra) e per maggiore solidarietà sociale e di vicinato. Ma su questo non si lavora (vedi sfratto di XM24 per una caserma dei carabinieri che non verrà).
    Altro argomento, la scuola. A Bologna il Comune (nonostante il referendum) manda (e paga) bambini che non entrano nelle "pubbliche" alle "private".
    No, così non va.
    Questo non è un partito democratico. Gestisce la cosa pubblica per conto di pochi e contro i diritti dei cittadini.
    Vale

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    1. Forse non sempre è così (vedi una serie di servizi per la terza e la quarta età), ma su troppe questioni decisive per il comune futuro lo è.
      Occorre battersi per affermare scelte di interesse generale.
      Gianni

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  7. Un ritorno con tre parole chiave: lavoro, casa e mamme.
    Vogliamo di più?
    BiBi

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    1. Si, Barak Obama!
      Più Monti, Montezemolo, Elkan, Tronchetti Provera, Marcegaglia, Todini, Della Valle .....
      Sic

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    2. Trovo nelle "tre parole da cui ricominciare" di Matteo Renzi ed anche nella sua articolazione (che ho ascoltato e riletto) la conferma di una incapacità di volere un Paese e un Mondo nuovi e diversi.
      In positivo?
      Mi riconoscerei in una forza politica che si propone una conversione ecologica e pacifica della economia e della società.
      Tre parole?
      Salute, Ambiente, Disarmo.
      Gianni

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  8. Con i tempi (bui) che corrono in Italia (primarie in calo, caso Boschi, riproposto da de Bortoli) Renzi prova a riabilitarsi con le relazioni internazionali: prima il sostegno a Macron in Francia (ma lui non era entrato con il PD nel PSE?) poi con l'accompagnamento di Obama ("il leader dei Democratici" nel mondo!) a Milano, che fa lezione - a pagamento - di ambiente e clima (ma lui non indica una trilogia fatta di Lavoro - Casa e Mamme?).
    Boh!

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    1. Macron è Presidente. Ora deve governare. Il suo europeismo è fondato sul tradizionale asse con la Germania? Sarà il caso di verificare.
      Obama propone al Mondo una svolta ecologista. In Italia i vari Governi praticano altre scelte. Coerenza vorrebbe cambiare Progetti, politiche ed alleati.
      O si pensa di costruire sostenibilità ambientale e sociale con I vari Montezemolo, J. Elkan, Tronchetti Provera e amici?
      Gianni

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    2. Qualcuno potrebbe dire che il Socialismo europeo non se la passa bene (tra Francia, Germania, Olanda ... e ieri la Grecia e la Spagna). Ma Renzi del Socialismo europeo se ne frega. Ha aderito per mostrarsi più libero ed efficiente di Bersani e C., poi ha fatto politiche neo-liberiste su lavoro, welfare e tasse. Infine ha sostenuto Macron e amici ...
      Purtroppo il problema non è suo. Lui è così.
      Il problema è di chi si sente davvero Socialista e vuole cambiare la società ingiusta nella quale viviamo.
      At salut!

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  9. Se l'ISTAT dice che in Italia non ci sono più operai, mi pare naturale il ritorno di Matteo Renzi e del suo comitato elettorale alla guida del partito che fu .....
    Mario C.

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