venerdì 10 febbraio 2017

Bologna - Roma, oltre il calcio

I Prati di Caprara e le Due Torri. Vista dall'Ospedale Maggiore (gennaio 2017)

















E' insopportabile il modo con cui molti giornalisti RAI continuano ad affrontare le vicende di Roma e della Amministrazione di Virginia Raggi.
Sia chiaro, non è contestabile il diritto - dovere di dare notizie, di approfondire, di contraddire, di fare domande e pretendere risposte, di evidenziare contraddizioni ed esprimere punti di vista.
Ciò che non va sono l'unilateralità, la faziosità, la rimozione di fatti e lo spirito di parte (o di partito?) che emerge da troppi conduttori e servizi "pubblici". Un male vecchio e, purtroppo, mai rimosso della radio-televisione pubblica italiana.
Elementi che rischiano di determinare ed alimentare ulteriori incomprensioni, arroccamento, pregiudizi, faziosità. Mentre sarebbero necessarie ulteriori conoscenze, inchieste, contributi critici, verità.
Su Roma, certo. Come sull'Italia. Ed anche su Bologna, magari.
Su Roma.
E' difficile dare torto a chi parla di "impreparazione ed inadeguatezza di Virginia Raggi", di "gravi errori" compiuti in questi mesi, di "impresentabilità politica di parte dei protagonisti" della nuova leva politica a "5 stelle" e dei dirigenti selezionati a questo fine.
Le affermazioni dell'Assessore Paolo Berdini sono assolutamente condivisibili. Come il suo impegno personale e di tanti altri romani (in forme diverse ed ugualmente sincere) per cambiare le cose che non vanno, secondo principi di interesse generale e di giustizia.
Ciò che evidenzia l'incongruità e i limiti culturali e politici di altri approcci è il concentrarsi anomalo e ripetuto solo su alcuni aspetti delle complesse vicende affrontate.
Due i più clamorosi.
1. La totale rimozione di una parte significativa e decisiva dei protagonisti sociali ed imprenditoriali delle vicende romane, delle indagini avviate e degli arresti effettuati dai Magistrati inquirenti: in particolare il piccolo - grande e potente "mondo" che gira attorno a quel vecchio e ricchissimo proprietario di immobili, Sergio Scarpellini, che risulta avere interloquito, trattato, corrotto, fatto affari per molti decenni con gli uomini delle Istituzioni, locali e nazionali, ai danni di fisco e Bilanci dello Stato. Un uomo ed un mondo che sono parte del sistema da cambiare e che ancora opera nella Capitale. Interessanti, al riguardo, le riflessioni e le considerazioni di Vezio De Lucia, su il manifesto di oggi.
2. L'interesse ricorrente ad esprimere (da Roma) un giudizio semplificato, strumentale e definitivo contro un intero Movimento politico, i "5 Stelle", sicuramente complesso e contraddittorio, ma che ha raccolto e rappresentato, nella Capitale come in Italia, tanta parte della rivolta popolare e democratica contro il potere dominante ed una nuova speranza per molti di coloro che vogliono davvero cambiare le politiche di governo e le classi dirigenti nazionali.
A Roma, in questi  mesi, si sono fatte scelte politiche difficili e per nulla scontate: la rinuncia a concorrere per le Olimpiadi 2024, con tutti gli investimenti (già iniziati e non ancora interrotti) ad esse orientati; la predisposizione di nuove regole per le gare di appalto, là dove si era abituati a procedere con scelte discrezionali e in deroga; la rappresentazione di interessi pubblici e di programmazione urbanistica o del territorio, là dove erano prevalenti gli interessi tra pochi palazzinari, grandi imprese e cordate politiche "bipartisan".
Ultimo e rilevante oggetto di contrasto un grande Progetto immobiliare a Tor di Valle, presentato come "nuovo Stadio per la Società Roma Calcio". In sostanza, al di là degli spot di Spalletti, Totti, di parte del mondo sportivo, di Sky e Mediaset Premium, la costruzione di una nuova grande speculazione edilizia, con torri ed immobili su un terreno ancora vergine e a rischio idrogeologico. Risultato dell'accordo tra proprietari americani della squadra giallorossa, costruttori romani, grandi gruppi imprenditoriali che includono importanti organi di "informazione".
Sarebbe interessante ed utile concentrare su tutto questo l'attenzione dell'opinione pubblica nazionale. Per incalzare tutte le Istituzioni e i loro rappresentanti a svolgere in autonomia e fino in fondo il proprio ruolo e le proprie responsabilità di rappresentanza degli interessi generali. Presenti e per il futuro sostenibile della Capitale e dell'Italia.

Su Bologna.
Dove da tempo si preme, si parla e si tratta su argomenti analoghi.
Il nuovo Stadio.
Anche qui avvertito dai proprietari della squadra di calcio e da una parte della Città come priorità. Esigenza lecita e comprensibile. Per investimenti privati oculati, in cambio di un giusto profitto e di un equo ritorno sportivo e sociale.
Altro, invece, è chiedere, come spesso viene fatto da uomini e gruppi di affari spregiudicati, un rilevante investimento protetto e garantito da contropartite urbanistiche ed edilizie destinate a incidere sullo sviluppo urbano e a compromettere ulteriormente la sostenibilità ambientale e dei bilanci della intera comunità.
Anche a Bologna risultano accordi in corso di perfezionamento e di verifica tra la Società di calcio dei Saputo, potenti imprenditori multinazionali nel settore agro alimentare e dei latticini, aziende bolognesi del settore, del commercio e delle costruzioni (Gruppo Maccaferri) per "compensare" l'investimento privato nel nuovo Dall'Ara con un rilevante progetto urbanistico.
Si dice che la proposta dovrebbe essere pronta entro pochi giorni.
Risulta che l'area più accreditata per l'intervento sia quella dei Prati di Caprara.
Una importante e vasta area - parco, nei pressi dell'Ospedale Maggiore, a poche centinaia di metri dal centro storico, già del demanio militare e su cui da tempo sono puntati gli appetiti della speculazione immobiliare. Ne scrive oggi il Corriere di Bologna, con dovizia di particolari e di soggetti interessati: "ecco Despar e l'outlet di lusso".
E' allora il caso che sulla questione si alzi immediata l'attenzione generale della opinione pubblica.
Che i giornalisti si attivino.
Per verificare e garantire la effettiva coerenza tra gli impegni annunciati dagli Amministratori pubblici bolognesi ed emiliano romagnoli sul "consumo zero" di territorio, sulla "rigenerazione urbana", sulla "valorizzazione del verde", sulla "compatibilità ambientale" rispetto ad ipotesi che pare si orientino in tutt'altra direzione.
E purtroppo si confermerebbe un indirizzo politico e culturale noto.
Non può sfuggire che Merola e la sua Giunta insistono nel procedere con la realizzazione di un'opera ad alto impatto ambientale e scarsamente lungimirante come il nuovo Passante in Città.
Ancora una volta si investe in asfalto e cemento. Nonostante lo smog ed il rumore.
Si cerca di sfruttare la forza economica, finanziaria e relazionale della potente Autostrade SpA per portare a casa briciole di risorse destinate a compensare i tagli nazionali agli Enti Locali ed a risolvere esigenze decennali dei territori e interventi promessi nelle Periferie sofferenti. Ovvero per mantenere in vita imprese edili e delle costruzioni bisognose costantemente di ulteriori opere e lavori. Soprattutto in assenza di adeguati ma sempre più vitali progetti di conversione ecologica e di ricollocazione produttiva del lavoro e delle imprese.
Ecco il fronte vero dei conflitti e del contendere.
A Roma come a Bologna e in tutta Italia.
Per chi vuole scrivere una pagina nuova del rinascimento civile, morale e culturale dell'Europa.

I Prati di Caprara. Vista dall'Ospedale Maggiore verso nord (gennaio 2017)



20 commenti:

  1. Colgo la richiesta di professionalità per i giornalisti Rai. Vuoi evidenziare l'importanza del servizio pubblico.
    Ma quelli dei quotidiani "indipendenti" sono spesso peggiori.
    Vogliamo parlare di Libero di oggi?
    O della operazione (politica?) della Stampa di Torino con la registrazione e la pubblicazione delle parole scambiate dall'Assessore al l'urbanistica con amici? Trappole interessate che la dicono lunga sulla qualità della informazione in Italia. Non a caso denunciato a livello internazionale dalle classifiche sulla libertà di stampa e tv.
    Il resto è conseguente del sistema. Imprenditori, editori, sportivi e politici che curano sempre il business ... Mai l'ambiente, le persone, la responsabilità sociale ...
    Ciao!

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    1. Si, credo sarebbe buona cosa riflettere tutti maggiormente sulle ragioni che portano Reporter senza frontiere a collocare l'Italia al 77° posto nella classifica sulla libertà di stampa.
      Ma una attenzione specifica va rivolta alla Riforma (parola ancora utilizzabile?) del Servizio Pubblico radio televisivo.
      Gianni

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  2. Vi invito a leggere anche La Repubblica. Prima pagina, Michele Serra.
    Anche lui l'unico Romeo che conosce è l'estimatore di Virginia Raggi e i suoi amici sono quelli che ... il M5s sono fascisti riciclati.
    Ma lui, confuso, non si arrende: "magari".
    Almeno capirebbe "cosa sta succedendo".
    In realta' basterebbe si informasse sul l'altro Romeo. L'imprenditore napoletano che corrompeva per conquistare gli appalti Consip e per avvicinare politici di potere pensa di investire sul quotidiano l'Unita' ...
    Il quotidiano fondato da Antonio Gramsci ed oggi finito nelle mani di Renzi e Romano.
    Un segno del ribaltamento del secolo.
    pl

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    1. ... ed anche di una sconfitta storica. Di cui è necessario prendere finalmente atto. Per ripartire.
      Gianni

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  3. Considerazioni condivisibili.
    Come dice V.DeLucia la vicenda di Tor di Valle (non Tor Vergata) ci dirà chi sono e cosa vogliono i grillini che da opposizione si cimentano con il governo.
    Quanto a Bologna, non mi risulta che siano già state fatte proposte formali al Comune. Diamo tempo. Senza pregiudizi.
    Anch'io penso che si debbano preservare i parchi verdi urbani. A partire dalle storiche aree di Preti di Caprara. Penso che il Comune agirà di conseguenza.
    Antonio

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    1. Grazie!
      Per l'osservazione. Ho cambiato Torre. Ora correggo.
      Per Bologna. La speranza, incoraggia.
      Gianni

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  4. Roma - Bologna? Non c'è partita. Per l'informazione di regime. Come non ci fu partita in passato nel confronto Quarto - Roma, quando ancora la città campana era retta da una sindaca del MoVimento e Roma da Marino.
    Come si vede le dimensioni non contano.
    E vogliamo parlare di Genova? Quanti sanno che il Sindaco Doria è stato sfiduciato dalla sua stessa maggioranza di centrosinistra?
    E perché? Avete ascoltato o letto notizie su tv e giornaloni?
    A Roma lo stadio si può fare se si rinuncia al milione di cubature.
    Vedremo a Bologna se Merola saprà dire no a Saputo-Maccaferri-Calzolari.
    *****

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    1. Si, vedremo ...
      Combattendo per una informazione più libera e per uno sviluppo eco-compatibile.
      Gianni

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  5. Sull'argomento hanno scritto un appello a Raggi un gruppo di urbanisti ed intellettuali. Per opportuna conoscenza.
    M.

    "Non per amicizia ma perché stimiamo profondamente Paolo Berdini quale urbanista competente, coraggioso, schierato da sempre a favore degli interessi generali contro la piaga della speculazione, dell’urbanistica contrattata, dei peggiori abusi, chiediamo a lei, sindaca di Roma, di cancellare la “riserva” e di respingere in modo netto le dimissioni presentate da Berdini dal ruolo-chiave di assessore capitolino. Sarebbe un gesto di grande intelligenza politica". Così comincia la lettera, firmata da personalità della cultura nazionale, inviata alla sindaca di Roma Virginia Raggi in merito al caso Berdini.
    La lettera è firmata da Alberto Asor Rosa, Alessandro Bianchi, Pier Luigi Cervellati, Nino Criscenti, Vezio De Lucia, Andrea e Vittorio Emiliani, Maria Pia Guermandi, Adriano La Regina, Elisabetta Kelescian, Eugenio Lo Sardo, Paolo Maddalena, Cristiana Mancinelli Scotti, Tomaso Montanari, Gaia Pallottino, Fulco Pratesi, Vittorio Roidi, Bernardo Rossi Doria, Carla Sepe, Orietta Rossini, Lorena Timi, Gualtiero Alunni.
    "Quanti credono che a Roma, dopo tanti, troppi anni di governo del territorio realizzato con l’assenso dei principali detentori di aree, dei maggiori costruttori e immobiliaristi, si debba risolutamente voltare pagina – aggiungono – la chiamata di Paolo Berdini nella Giunta capitolina da parte dell’attuale maggioranza rappresenta un atto di radicale novità e una garanzia di storica discontinuità rispetto ai pesanti fardelli e ai guasti speculativi del passato che hanno sfigurato Roma e cementificato l’Agro. Un incidente frutto di una desolante smania di «scoop» ad ogni costo non può, non deve bloccare un processo di riforma dell’urbanistica romana che può risultare davvero epocale. Si farebbe ancora una volta il gioco dei cementificatori e dei distruttori di Roma" scrivono i firmatari di questa lettera/appello alla sindaca Raggi.

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    1. Segnalo che Asor Rosa ha smentito di avere firmato.
      Su la Repubblica sostiene anzi che è Berdini che deve andarsene dalla Giunta Raggi. Lui considera che i grillini siano di destra e che con loro non si va da nessuna parte.
      Antonio

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    2. Ho letto.
      Indubbiamente Raggi senza l'Assessore Berdini perderebbe molto.
      Asor Rosa, purtroppo, arriva a dire "che ci vorrebbe una dittatura illuminata".
      Anche lui, mi pare, fatichi a prendere atto dei cambiamenti sociali, culturali e politici intervenuti ... e a ripartire.
      Pessima china "la dittatura".
      Gianni

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    3. I politici - politici sono trasformisti e insopportabili.
      I cittadini - tecnici sono ingenui e fondamentalisti.
      Anche lo stimato Berdini ha detto su Raggi e colleghi cose pesanti e gravi.
      Come possono convivere ora?
      Su stadi e immobili vari ci sono interessi in contrasto.
      Sarebbe bene esporre idee precise e da mantenere una volta votati e al potere.
      Se si è eletta Raggi si sa che non si faranno le Olimpiadi e nuovi quartieri insieme allo stadio.
      Se si elegge Merola si sa che si faranno il Passante di Bologna, la ristrutturazione dello stadio, nuove aree verdi e consumo zero di suolo.
      Come da rispettivi Programmi.
      Niente di più e niente di meno. Altrimenti la democrazia non è credibile.
      t68

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  6. Consumo di suolo zero? Non scherziamo. Continua la devastazione. E gli appetiti non finiscono mai. Da Roma a Bologna.
    Sai perché non si parla di Scarpellini? Perché gli Scarpellini danno le carte e distribuiscono i profitti a "partiti" e "informazione".
    E "vendono" casa ai tanti Scajola e Marra in circolazione nei palazzi del potere. Pensi che Bologna sia immune?
    Mario C.

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    1. No. Assolutamente. Non lo penso.
      Gianni

      PS. Questa volta non mi sembri neppure Cinico

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  7. Si, non si parla di calcio. Quello è un pretesto per costruire nuovi quartieri. Si dice che sono un recupero di aree degradate. Ma se questo è l'intento perché non intervengono in zona Stazione Termini o in Piazza Verdi?
    Altro che Torna di Valle e Prati di Caprara.
    E allora?
    Sveglia!

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    1. Da appassionato di calcio non ho nulla contro gli stadi.
      Apprezzo le Società sportive che in giro per il mondo li costruiscono belli e confortevoli con i soldi incassati dalla valorizzazione e dalla vendita di campioncini ...
      Ciò che vanno respinti sono i progetti urbanistici fuori programmazione e ambientalmente insostenibili che accompagnano spesso i "nuovi stadi".
      Ricatti inaccettabili di cordate di potere che cercano di costruirsi basi sociali tra tifosi che dimenticano di essere cittadini.
      Gianni

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  8. Per promuovere gli Stadio hanno usato anche Sanremo.
    Lo scorso anno. Ricordate? Vinsero loro.
    E quest'anno hanno portato Totti.
    Rai maledetta!
    Sic

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    1. Sic, apprezzo gli Stadio.
      Tanto il gruppo musicale di Gaetano Curreri e c., quanto come luoghi di sport.
      Sono anche per difendere e cambiare il Servizio Pubblico radio televisivo. Meno spot e propaganda di parti politiche e gruppi imprenditoriali o di potere e più informazione critica - formativa e giornalismo di inchiesta al servizio dei cittadini e delle comunità.
      Gianni

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  9. Vorrei che Virginia Raggi avesse almeno la stessa pazienza con l'urbanista Paolo Berdini di quanta ne ha dimostrata con Muraro, Marra o Romeo che di ben altri fatti erano criticabili.
    L.

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  10. Dopo l'accordo sullo Stadio c'è da chiedersi se a sbagliare sia stata Virginia Raggi ora, oppure Ignazio Marino prima.
    Se le cubature sono passate da 1 milione a 500 mila e la Roma esulta, è una rimessa ora o erano stati fatti regali prima?
    L.

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