mercoledì 25 gennaio 2017

Giulio, non siamo soli

È cominciato tutto un anno fa. Un anno da quando il buio è entrato a far parte delle nostre vite. Un anno da quando ci informarono che il nostro Giulio era sparito.
Un anno da quando, a casa sua, al Cairo, ricevemmo quella telefonata nella quale ci comunicarono che stavano per raggiungerci l’ambasciatore Maurizio Massari e l’allora ministro Federica Guidi per comunicarci “notizie non buone”.

In questo anno abbiamo visto e stiamo ancora vivendo tutto il male del mondo. Questo male continua a svelarsi pian piano, come un gomitolo di lana, ma questo oltre ad essere il frutto di un costante lavoro di chi segue le indagini e’ anche il risultato della vicinanza di tutte le persone che in Italia e nel mondo chiedono con noi ‘verita’ per Giulio’.
In questi 12 mesi intensi, terribili, quello che ci ha dato piu’ calore sono stati i segni dei cittadini, di quelle famiglie come la nostra, semplici, normali, che sono state toccate, sconvolte dalla storia di Giulio e oggi ci scrivono, lasciano un fiore sulla sua tomba, ci fanno sentire che non siamo soli. Quegli scatoloni pieni di lettere e cartoline sono sempre accanto a noi, e non e’ un particolare: la solidarieta’ e’ qualcosa di tangibile, di umano, e’ tutto il bene del mondo.
Giulio non aveva confini ma soltanto curiosita’, aveva solide radici e tradizioni ma voleva conoscerne sempre di nuove e diverse. Era un contemporaneo, ma soprattutto un ragazzo del futuro. E’ a lui, alla sua storia, alla sua vita che dobbiamo la nostra battaglia per la verita’. E’ Giulio, il suo corpo torturato, quello delle altre centinaia di “Giulio d’Egitto” , che lo chiedono e lo reclamano. Per il nostro dolore ci sara’ tempo. Ora e’ soltanto il momento della verita’: vogliamo sapere chi, come e perche’, senza saltare nessun passaggio della catena, ha ucciso e torturato nostro figlio.
Sappiamo che non siamo i soli a volerlo. Per questo speriamo che oggi questo fiume in piena d’affetto si riversi nelle piazze con fiaccole accese per Giulio e per la giustizia di coloro che non sono rispettati nei loro diritti umani. ‘Verita’ per Giulio’ e’ un grido di dolore. Ma anche di speranza.
Paola e Claudio Regeni, la Repubblica, mercoledì 25 gennaio 

4 commenti:

  1. Se vogliamo capire la crisi dell'Occidente eccone un esempio.
    L'Egitto. La vicinanza con i militari golpisti ha accomunato tutti i governi e le imprese multinazionali europee e americane. Ricordiamo le visite ed il riconoscimento di Mogherini, Renzi, Guidi, Gentiloni. Gli affari in comune.
    I silenzi sugli scomparsi o gli assassini e l'imbarazzo per la vicenda Regeni.
    Manca una strategia coerente con i valori liberali e democratici di cui siamo stati protagonisti per decenni nella seconda metà del secolo scorso ...
    Anche così si fanno strada la May e Trump.
    Nazionalismi che fanno paura nel groviglio Mediorientale. Con i russi in armi, con Israele aggressivo, milizie armate di ogni risma.
    pl

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    1. Voglio evidenziare le due facce d'Italia: l'imbarazzo di chi dirige e la dignità di chi vuole verità.
      Solidarietà alla famiglia di Giulio.
      Ciao!

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  2. I genitori di Giulio, persone fantastiche.
    Meritano tutta la solidarietà possibile. Ma la loro richiesta è nell'interesse di tutti noi.
    s.

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    1. Concordo.
      Un impegno per la verità e la giustizia che ha un valore generale.
      Che riguarda un regime militare al Governo. Un "alleato" dell'Occidente e dell'Europa. Contraddizione evidente di una insostenibile lettura unilaterale dei fatti del mondo.
      In tempi bui, di guerre e di tensioni crescenti è un elemento che spinge tutti a letture approfondite, alla ricerca di soluzioni politiche, di pace e di rispetto per i diritti fondamentali della persona. A prescindere da nazionalità, religione, ceto sociale.
      Gianni

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