giovedì 1 ottobre 2015

Pagati per andare in bici

Il governo francese ha deciso di versare un’indennità di 25 centesimi a chilometro percorso per i cittadini che vanno al lavoro in bicicletta. E’ una delle misure anti-smog annunciate ieri dal ministro dell’Ecologia francese, Ségolène Royal. 
Una riforma a sorpresa, mentre il ministro delle Finanze, Michel Sapin, annunciava la legge di Stabilità. Non è ancora chiaro infatti come saranno finanziati i nuovi incentivi ma Royal ha già precisato che si tratterà di somme esentasse sia per i dipendenti che per i datori di lavoro. Non sarà il governo a versare direttamente il bonus. Sarà compito delle aziende verificare e distribuire l’incentivo ai propri impiegati, in base agli accordi con lo Stato.

A meno di due mesi dal vertice mondiale sul Clima, che riunirà a Parigi 196 paesi dal 30 novembre, la Francia vuole dare l’esempio. Il governo ha da tempo favorito l’uso della bicicletta. Parigi è stata la prima capitale a inventare otto anni fa il bike sharing, Velib’, usato ormai da 270 mila persone e copiato in tutto il mondo. In pochi anni l’utilizzo delle due ruote è aumentato fortemente. L’anno scorso è stato toccato un nuovo record: oltre 2 milioni di biciclette vendute, più delle immatricolazioni.


Ma non basta. Secondo il governo di Parigi è necessario fare di più per abbandonare l’automobile se non in casi strettamente necessari. L’idea di pagare i ciclisti non è nuova. Una fase sperimentale di sei mesi era già stata avviata nel giugno 2014 dall’allora ministro dei Trasporti, Frédéric Cuvillier, proprio con le stesse modalità annunciate ieri da Royal. Il test era stato realizzato su 8mila persone e aveva dato ottimi risultati: i tragitti casa-lavoro in bicicletta erano aumentati di quasi il 50 per cento, facendo passare la percentuale di lavoratori dal 2 al 3,6%. All’epoca dell’esperimento la distanza media percorsa in bici è stata di oltre cinque chilometri.



Con la nuova riforma, un cittadino potrebbe incassare 50 euro al mese per un tragitto per andare a lavorare di cinque chilometri al giorno. Il guadagno, stimano gli esperti, in realtà è superiore visto che si risparmia anche sulle spese di benzina e manutenzione dell’automobile. Altre misure potrebbero accompagnare il bonus bicicletta. Il governo vuole aumentare le rastrelliere e le piste ciclabili in città, e aumentare delle multe per gli automobilisti che non rispettano le corsi riservate alle due ruote. Solo per Parigi l’obiettivo è arrivare entro il 2020 ad almeno un quarto dei trasporti pubblici sarà fatto su due ruote.



È un cambio culturale. Il fattore economico conta, ma non è sufficiente come dimostra il caso del Belgio dove esiste da tempo un incentivo pari a 22 centesimi per chilometro. Nel “plat pays”, il paese piatto, l’utilizzo delle biciclette nei tragitti casa-lavoro non è aumentato molto nonostante il bonus dello Stato. In pieno Dieselgate, Royal ha comunque deciso di lanciare un segnale forte. Tra le altre misure anti-smog annunciate, è stato riformato il provvedimento che permette di istituire il traffico alternato delle auto che si potrà disporre in base alle previsioni ambientali e non solo dopo aver raggiunto i picchi di inquinamento. Inoltre, i veicoli saranno contrassegnati in sette classi, dalle auto elettriche, fino alle più inquinanti. La suddivisione della auto in classi permetterà in futuro di istituire zone a traffico limitato nelle maggiori città francesi, incentivando così l’uso di auto elettriche e di veicoli meno inquinanti.

Anais Ginori, la Repubblica, giovedì 1 ottobre 2015

4 commenti:

  1. Viviamo tutti nella stessa Europa?
    Francia ed Italia sembrano mondi diversi.
    Anna

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    1. Si Anna. L'Europa è la stessa. Come la moneta, unica.
      Non per tutti, ma quasi.
      Quanto alla maggior parte delle scelte, invece, ognuno per se.
      Dalle politiche per l'ambiente a quelle per la mobilità.
      Qualcuno (a nord) le ha collegate entro un progetto di società eco-compatibile. Altri no, come l'Italia.
      Sarebbe tempo di farlo.
      Gianni

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  2. Mi pare giusto!
    Chi va in bici non inquina. Non è come Volkswagen, Fiat, ect.
    s.

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    1. Come no, s.
      Tutti in bici (chi può, naturalmente) per la Primavera delle città.
      E meno auto per respirare tutti meglio.
      Volkswagen, Fiat, Toyota, Nissan o altre.
      Ma per farlo occorrono politiche coerenti di governo e delle amministrazioni locali.
      Radicalmente diverse da quelle fin qui perseguite e praticate.
      C'è bisogno di aria nuova e fresca!
      Gianni

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