giovedì 23 aprile 2015

Mediterraneo e Grecia. L'Europa alla prova.

Nel Mediterraneo si continua a morire.
Centinaia, migliaia di vittime. Donne, bambini, giovani. Fuggono dalla fame, dalla miseria, da paesi in guerra, da regimi militari o autoritari.
Che fa l'Europa? Che fa il Governo Renzi? Che fanno le grandi potenze?

1. Riducono le spese "umanitarie" e di cooperazione internazionale.
Non dimentichiamo. A fine anno l'Italia ha deciso di interrompere la missione Mare Nostrum (per soccorrere i migranti in difficoltà in vicinanza delle nostre coste). "Costava troppo": 9 milioni di euro al mese. In accordo con l'Europa della austerità, si è deciso l'operazione Triton (per presidiare militarmente le frontiere sud del Vecchio Continente): costa, a tutta l'Unione, 3 milioni di euro al mese. Così, dopo l'ennesima annunciata strage, ora si annuncia un cinico impegno per il raddoppio delle risorse: 6 milioni al mese. Una previsione (europea) per il 2015 complessivamente molto inferiore alla spesa (italiana) del 2014.
Nulla, invece, per combattere le fonti delle grandi migrazioni dall'Africa e da Oriente.
2. Mantengono e consolidano rapporti con ricchi regimi autoritari e militari "amici" o alleati.
Dall'Arabia Saudita agli Emirati del Golfo, che sostengono i miliziani dello Stato Islamico e prendono parte apertamente alla guerra civile nello Yemen con nuove azioni militari aeree.
Al Generale egiziano Al Sisi che ha preso il potere con un cruento colpo di stato militare contro le autorità politiche (ancorché discutibili) elette sull'onda delle primavere arabe ed ora è parte attiva nella guerra civile libica.
Non dimentichiamo le recenti visite al Cairo dell'Alto Commissario europeo, Federica Mogherini, e del Presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, con la relativa apertura di credito al regime golpista.
3. Aumentano in Italia e in Occidente le spese militari e per gli armamenti.
Questi, evidentemente, per le autorità europee e internazionali, per Renzi ed il suo Governo, non sono un problema. Sicuramente contribuiscono al PIL per i paesi produttori e le grandi industrie belliche!
Si. Di fronte alla povertà crescente, ai conflitti sociali, politici, religiosi, allo sfaldarsi di piccoli e grandi stati nazionali, all'instaurarsi di nuove dittature, al diffondersi di guerre, dichiarate e no, i nostri governanti decidono prioritariamente di protrarre i fallimentari interventi militari, di rinviare ulteriormente i ritiri delle truppe USA e NATO … pensano, progettano, discutono e trattano nuove "azioni di polizia internazionale" (Matteo Renzi).
A partire dalla Libia, naturalmente. Un chiodo fisso. Che ritorna, tra gli strateghi europei.
Prima contro il dittatore Gheddafi (già amico di Berlusconi e non solo), poi contro i miliziani dello Stato Islamico (precedentemente armati per combattere il regime del dittatore). Da ultimo, contro i criminali trafficanti di migranti.
Nei giorni scorsi, è toccato allo stesso Barak Obama raffreddare gli intenti interventisti del nostro Governo (e di altri politici di destra) che da tempo propongono la necessità di "agire per riportare ordine a Tripoli", lungo la costa da cui partono le navi della speranza e della morte …
"Agire" comporterebbe, secondo tutti costoro, ancora una volta "l'uso di droni, aerei e navi militari" in quantità.
Naturalmente, per questo impegno militare e di guerra non si pongono compatibilità di bilancio e tetti di spesa.

Quanta distanza dalla cultura politica dei Costituenti italiani che la guerra l'hanno vissuta, dal Presidente Sandro Pertini, comandante partigiano, che richiamava tutti a "svuotare gli arsenali e riempire i granai", o da Enrico Berlinguer, che si batteva "per il disarmo, per un nuovo ordine internazionale, per i diritti universali dei popoli, il riconoscimento e la cooperazione tra gli Stati" o, oggi, da Papa Francesco.
In queste classi dirigenti, manca totalmente la visione Politica, il governo della società umana come risposta positiva e partecipata ai problemi delle persone, del mondo, del presente e del futuro.

Anche il trascinarsi della vicenda Greca è una drammatica conferma.
L'Europa "ufficiale" non è disponibile a trattare nuove condizioni per la restituzione dei prestiti elargiti, in passato, disinvoltamente, interessatamente e irresponsabilmente a Governi di Atene, amici e corrotti, di destra e di sinistra, che mantenevano clientele e non facevano pagare le tasse adeguatamente e con giustizia (i grandi e ricchissimi armatori sono totalmente esenti da imposte, solo per fare un esempio).
Così, si pretende, dal nuovo Governo Tsipras, il sostanziale rispetto degli impegni (insostenibili e dannosi) presi con la Troika (Commissione e Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale) dallo screditato Governo Samaras, che già hanno provocato recessione ed impoverimento per tanta parte delle classi popolari e dei ceti medi. Dimenticando che, proprio per questi accordi, la destra di Nuova Democrazia ed i socialisti del PASOK sono stati puniti dagli elettori nell'autunno scorso e Syriza è stata votata per realizzare un programma di radicale cambiamento e di giustizia retributiva e sociale.
Continuare, oggi, come nulla fosse successo significa, semplicemente, negare la democrazia e la partecipazione popolare; mettere il nuovo Governo greco di fronte ad una difficile scelta: tradire gli impegni assunti con gli elettori e perdere la rappresentanza del popolo greco, oppure ricercare altrove vie d'uscita, fuori dalla Comunità Europea e dall'euro. Rivolgendosi ad altri grandi paesi (la Russia, la Cina, altri ancora?), forse ben disponibili e interessati ad inserirsi nelle divisioni europee ed a coltivare imprevedibili (pericolose) logiche di potenza.
Sarebbero, comunque, entrambe scelte sciagurate.
Il popolo e la democrazia greca sono parte fondante della cultura europea.
I popoli d'Europa ed i loro rappresentanti di Governo, nazionali e comunitari, debbono discutere ed incontrarsi su basi politiche e trattati nuovi, aprendosi alle legittime richieste della nuova classe dirigente di Atene ed alle diffuse e generali domande di lavoro, di benessere e di giustizia.

Per evitare di sommare tragedie umanitarie e di civiltà il tempo stringe.
Privilegiamo l'Europa della Libertà, dell'Uguaglianza, della Fratellanza a quella delle Divisioni, della Conservazione e delle Guerre.
Il comune futuro sta, per tutti, nella pace, nel disarmo, nella giustizia sociale, nei diritti degli individui e dei popoli di autodeterminarsi, di essere riconosciuti e di cooperare per vincere nel mondo fame, miseria e ignoranza.



9 commenti:

  1. L'intenzione di bombardare le carrette del mare per difendere i migranti in fuga verso l'Europa è cinica e malvagia.
    Un atto di guerra. Morirebbero più scafisti mafiosi o poveracci in cerca di un mondo migliore, pescatori inermi e persone pacifiche?
    Con questa decisione e con il NO al nuovo Governo greco l'Europa si riempirebbe di vergogna.
    E noi italiani ci cacceremmo in una avventura senza sbocco.
    Anna

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  2. I droni. Sono telecomandati. Non hanno umani a bordo che rischiano. Ma uccidono persone. Nemici e non solo. Le scuse di Obama per "l'incidente che ha ucciso il cooperante italiano è un atto di onestà, ma evidenzia che parliamo sempre di armi letali che non distinguono buoni e cattivi, bianchi e neri.
    Non incamminiamoci in vicoli chiusi.
    Franca

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  3. Una brutta news da ilcarlinobologna.it.
    M.

    Bologna, 23 aprile 2015- Lavorava per la Onlus GVC di Bologna Giovanni Lo Porto, il cooperante siciliano di 38 anni ucciso da un drone della Cia nel corso di un raid americano contro al Qaeda nel gennaio scorso, al confine tra Pakistan e Afghanistan. Lo Porto era stato rapito nel gennaio 2012.

    Nell’operazione è rimasto ucciso anche un ostaggio americano, Warren Weinstein.

    "Giovanni Lo Porto è stato ucciso da un drone statunitense nel gennaio del 2015. Il comunicato ufficiale della Casa Bianca parla di errore durante un'operazione anti al-Qaeda al confine tra Afghanistan e Pakistan. Al momento siamo senza voce. Ciao Giovanni, che la terra ti sia lieve". Gvc onlus, la ong bolognese con cui il giovane palermitano nel corso della sua lunga carriera da cooperante, affida a Facebook le lacrime per la notizia arrivata oggi dagli Stati Uniti.

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  4. Purtroppo la prova è persa. L'Europa si è sfaldata sotto gli egoismi nazionali. Tedeschi, Francesi, Inglesi guardano prima di tutto ai loro interessi.
    Grecia, Irlanda, Portogallo, Italia ... paghino per i loro errori.
    Ma così l'Europa non è una idea forte, attraente, che conquista.
    Si vede sui migranti. Obiettivo resta Frontex. Altro che corridoi umanitari!
    Nessuna accoglienza per i giovani africani in fuga e guerra ai giovani africani che speculano sulla disperazione.
    L.

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  5. Se si vuole affrontare il dramma umanitario che spinge tanti africani ed asiatici verso l'Europa occorre rivedere le regole sulla immigrazione.
    Dichiarando guerra agli scafisti e bombardando le carrette del mare si fa solo "giustizia" sommaria.
    L'Europa o riesce a fare altro o resterà per molte generazioni solo il vecchio continente, chiuso nei propri egoismi.
    s.

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  6. L'Europa, i migranti e la Grecia possono star sereni.
    Lui c'è è non perde tempo.
    Di fronte ai problemi dell'Italia e del Mediterraneo ha incontrato Obama e convocato i Capi di Governo.
    Risultati.
    La missione di difesa delle frontiere ha triplicato le risorse.
    La Mogherini tratterà per azioni di polizia internazionale con ONu e Paesi africani.
    I paesi europei contribuiranno in qualche modo.
    Obama non prevede di intervenire ed ha fiducia nell'Italia. I suoi aerei senza piloti non si sono dimostrati buoni chirurghi e sufficientemente intelligenti ...
    La Grecia ha ragione, basta rigore, ci penserà la Merkel ...
    Ora, risolti tutti i problemi di questa parte del mondo, pare che l'abbiano chiamato i cinesi. Debbono modificare la loro costituzione e vorrebbero un ottimo consulente, capace di rottamare anche la vecchia nomenclatura ...
    Mario C.

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  7. Perché 70 anni fa la maggioranza dei nostri nonni fecero festa e chiamarono il 25 aprile Giorno della Liberazione?
    A me, la risposta pare semplice: la guerra è rovina comune, distruzione, odio, infelicità.
    Non alimentiamo nuove guerre. Non accettiamole.
    Né contro "i tedeschi" o "i russi", né contro "gli ebrei" o "i mussulmani", né contro "i migranti" o "i nuovi schiavisti"!
    Franca

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  8. Per i migranti, corridoi umanitari sicuri.
    Per il popolo greco, solidarietà dei popoli europei.
    Raffa

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  9. Le ultime news dicono che Varoufakis, il ministro greco, è relegato in un angolo e che Tsipras rinuncerà presto al suo progetto di aumento dei salari minimi e dei diritti dei lavoratori.
    Un risultato illuminante. Viva l'Europa dei popoli e della solidarietà!
    Sic

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