martedì 28 aprile 2015

Matteo Renzi

Chiede fiducia.
La merita?
No.


14 commenti:

  1. Un bugiardo.
    Ha giustificato il Patto del Nazareno con l'obiettivo di fare le Riforme istituzionali insieme, maggioranza e minoranza.
    Ora le vuole fare addirittura con la sola maggioranza della maggioranza.
    Screditato.
    Anna

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  2. Attenti!
    1. Lui, ci mette la faccia.
    2. Lui, procede. Contro tutti i politici di professione.
    3. Lui, scommette in Parlamento. Se lo sostengono vi è una corresponsabilità del l'organo di rappresentanza. Se no, sono dimissioni. E si torna al voto. Democraticamente.
    4. Lui, al voto (prossime regionali) sposta il confronto (locale, De Luca o Liguria) e ne fa un referendum (pro o contro le Riforme)!
    5. Lui, con il ritrovato tesoretto, deciderà anche un provvedimento economico sociale. Per i meno abbienti.
    In sostanza.
    Un grande Politico Italiano.
    Per Lui, sarà un successo.
    Scommetto.
    Mario C.

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    1. Osservazioni da approfondire.
      La tesi di accentrare il confronto e togliere peso al confronto su Paita, Moretti, De Luca, Rossi, ... ci sta.
      Un REFERENDUM su Renzi, in presenza di grandi divisioni ... può portare una minoranza a vincere ovunque.
      E Lui procede così. Verso il partito della NAZIONE.
      Ciao!

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  3. Qualcosa bisogna pur fare per uscire da questa situazione.
    O tutto va bene?
    Vogliamo tornare a Berlusconi, Prodi, Monti, Letta?
    O a D'Alema, Veltroni, Bersani, Epifani?
    In fondo, con questa legge, Alla fine vince chi viene votato dagli italiani.
    Come si può parlare di fascismo?
    Marco Ricci

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  4. Vedo questa fiducia come una grande operazione di immagine.
    Matteo, contro tutta la vecchia politica, ruba lo spazio dell'antipolitica.
    Avrà nuovo consenso.
    Per un gioco delle parti. Ed anche per incapacità altrui.
    s.

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  5. Renzi, un baro. Senza carte, ne soldi.
    Andiamo a vedere.
    Nessun fugga.
    Nik

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  6. Bersani?
    Se "in gioco è una cosuccia che si chiama democrazia", si combatte!
    Si vota alla Camera contro questo pericolo e contro chi lo vuole fare correre al paese.
    Se si crede nella democrazia e nel proprio partito si viene ridicolizzati e messi a tacere, si organizza un soggetto politico adeguato, con chi ci sta.
    O si vuole restare nel Ni, un po No e un po Si?
    Ne carne, ne pesce?
    Fiorella

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  7. Fiducia in Renzi?
    Chiedere a Letta.
    Poi a Landini.
    Quindi ai Sindaci.
    Se preferite, ai giovani in cerca di lavoro.
    Oppure ai precari ed agli esodati.
    Si può raccogliere una impressione anche dai senza casa.
    Dimenticavo, gli insegnanti della scuola pubblica.
    Infine, parlando di altre comunità, verificate con Tsipras oppure con profughi africani o del medio oriente.
    Che ne penso io? Ma importa a qualcuno?
    Franca

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  8. Renzi non va. Ma quelli che "è in gioco la democrazia", non sono d'accordo e votano ugualmente la fiducia e la legge (come de Maria) o la fiducia ma non la legge o escono dall'Aula?
    Non se ne può più!
    E di questo passo potrebbero affondare nella loro arroganza.
    Nessun obiettivo deve essere considerato irrealistico.
    BiBi

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  9. Conoscere, anche per criticare.
    Ecco il testo della lettera di Matteo Renzi a la Stampa di Torino.
    M.

    il dibattito sulla nuova legge elettorale è molto acceso. Credo che i toni dipendano in larga parte da un giudizio duro e molto diviso sull’azione mia e del governo che presiedo. Rispetto naturalmente ogni diversa valutazione. Ma credo che sia un mio dovere tornare al merito della legge: la verità, vi prego, sull’Italicum.

    La verità, fuori dalla rappresentazione drammatica di chi grida all’attentato alla democrazia. O di chi considera fascista la scelta di mettere la fiducia sulla legge elettorale, ignorando che fu Alcide De Gasperi a farlo, affidandone le ragioni in Parlamento all’arte oratoria di Aldo Moro: due grandi democratici, due grandi antifascisti. La verità, solo la verità, sull’Italicum.

    Questa legge elettorale prevede un ballottaggio come per i sindaci, anche se la percentuale necessaria ad evitarlo scende al 40%. Attribuisce 340 deputati a chi vince le elezioni, al primo o al secondo turno, consentendo dunque un piccolo margine di sicurezza nell’attività parlamentare. Più o meno la metà degli eletti sarà espressione di un collegio grande poco meno di una provincia media e l’altra metà verrà eletta con preferenze: al massimo due, di cui una donna. Per venire incontro alle richieste di minoranze e anche di alcuni partiti di maggioranza, la soglia di sbarramento è stata abbassata al 3% (in Germania per intenderci è al 5%).

    Il premio viene attribuito alla lista vincente, non più alla coalizione: con questo atteggiamento speriamo di arrivare a un compiuto bipolarismo. Il mio sogno è che in Italia si sfidino due partiti sul modello americano, Democratici e Repubblicani.
    Ma in ogni caso, indipendentemente dai sogni, si impedisce di rifare le solite ammucchiate elettorali chiamate coalizioni che il giorno dopo si sciolgono come neve al sole: chi di noi ha votato l’Unione nel 2006 – una coalizione che andava da Mastella e Dini a Bertinotti e Turigliatto – ne ricorda la tragica fine. Ma analogo potrebbe essere il giudizio sull’esperienza della Casa delle Libertà due anni dopo. Torneremo a vedere i candidati sul territorio; torneremo a fare campagne elettorale tra persone sui collegi e non solo nei talk-show; torneremo dopo anni a scegliere le persone e, finalmente, la sera stessa del voto sapremo chi ha vinto.

    Rottamato il cosiddetto Porcellum (perché l’ultima legge elettorale approvata da chi oggi grida al fascismo è stata definita dal suo ideatore una «porcata»), mandiamo in soffitta anche il desiderio strisciante di un neocentrismo consociativo teso a mantenere per sempre il proporzionale puro uscito dalla Corte Costituzionale, riservando ai gruppi dirigenti la scelta di governi costanti di grande coalizione.
    (continua)

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  10. Renzi. Continua. Da la stampa.
    M.

    ...
    L’Italicum non sarà perfetto, come nessuna legge elettorale è perfetta. Ma è una legge seria e rigorosa che consente all’Italia di avere stabilità e rappresentanza, che cancella le liste bloccate, che impone la chiarezza dei partiti davanti agli elettori. Soltanto uno potrà dire di aver vinto: non come adesso quando, dopo i primi risultati, tutti affollano le telecamere per cantare il proprio trionfo.

    Abbiamo messo la fiducia perché dopo aver fatto dozzine di modifiche, aver mediato, discusso, concertato, o si decide o si ritorna al punto di partenza. Se un Parlamento decide, se un governo decide questa è democrazia, non dittatura. Se il Parlamento rinvia, se il governo temporeggia, il rischio è l’anarchia. È una grande lezione del miglior pensiero costituzionale di questo Paese, non è necessario aver fatto la tesi su Calamandrei per saperlo.

    La nuova legge elettorale è stata promessa nel 2006, ma purtroppo non si è realizzata.

    È stata promessa nella legislatura successiva e non portata a termine né durante il governo Berlusconi, né durante il governo Monti: tante trattative e poi nulla di fatto.

    È stata promessa nella legislatura successiva dal governo Letta, ma il suo iter si bloccò quasi subito, impantanata come altri progetti.

    Adesso ci siamo: approvata in prima lettura alla Camera, in seconda al Senato, poi in Commissione alla Camera. Discussa in Parlamento e nelle sedi dei partiti. Approvata da Forza Italia nella stessa versione che oggi viene contestata. Modificata più volte, ma adesso finalmente pronta.

    Che facciamo? Facciamo altre modifiche per ripartire da capo?

    La legge elettorale perfetta esiste solo nei sogni: decidiamo o continuiamo a rimandare?

    Mettere la fiducia è un gesto di serietà verso i cittadini.

    Se non passa, il governo va a casa. Se c’è bisogno di un premier che faccia melina, non sono la persona adatta. Se vogliono un temporeggiatore ne scelgano un altro, io non sono della partita.

    Se passa, significa che il Parlamento vuole continuare sulla strada delle riforme. Per come li ho conosciuti la maggioranza dei deputati, la maggioranza dei senatori hanno a cuore l’Italia di oggi e quella dei nostri figli. E se lo riteniamo necessario ci sarà spazio al Senato per riequilibrare ancora la riforma costituzionale facendo attenzione ai necessari pesi e contrappesi: nessuna blindatura, nessuna forzatura.

    Con lo scrutinio palese – imposto dal voto di fiducia – i cittadini sapranno. Sapranno chi era a favore, chi era contro. Tutti si assumeranno le proprie responsabilità. Il tempo della melina e del rinvio è finito. C’è un Paese che chiede di essere accompagnato nel futuro, sui temi più importanti della vita delle famiglie. Se non riusciamo a cambiare la legge elettorale dopo averlo promesso ovunque, come potremo cambiare il Paese? La politica ha il compito di dimostrare che può farcela, senza farsi sostituire dai governi tecnici e dalle sentenze della Corte. Occorre coraggio, però. E questo è il tempo del coraggio. Alla Camera il compito di decidere se è il nostro tempo. Ma a scrutinio palese, senza voti segreti, assumendosi la propria responsabilità.

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  11. No. Nessuna fiducia, naturalmente.
    Ma segnalo il passaggio d'epoca.
    Scompare la sinistra, per come l'abbiamo conosciuta. Espressione del mondo del lavoro e della produzione. Marxista.
    Nasce un PD che anche culturalmente nulla c'entra con il Centrosinistra classico della 2 Repubblica. Renzi è il Capo di una nuova formazione di Potere Trasversale che raccoglie e rappresenta ceti dominanti e privilegiati.
    All'opposizione si consolida un MoVimento 5 Stelle radicale e fortemente insediato nei ceti medi emarginati e precari, ancorché istruiti.
    Una partita tutta nuova.
    pl

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  12. Fiducia a Renzi quando crescerà il lavoro, ridurrà la disoccupazione, riconoscerà il diritto alla casa e a un reddito di cittadinanza, darà maggiore sicurezza sul lavoro, farà pagare tasse con equità, migliorerà trasporti e sanità pubblici, ...
    Titti

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