mercoledì 29 aprile 2015

Dal Nepal all'Italia. Una sfida.

Un altro disastro umanitario.
Migliaia di morti, centinaia di migliaia di vittime.
Causa la natura? 
No. Decisivi ancora una volta gli uomini. Le loro costruzioni, la loro organizzazione, le loro scelte.
Sappiamo che nel Nepal, in Giappone, in Haiti, nell'Abruzzo, in Emilia Romagna o in California gli effetti di un terremoto (della stessa energia) non sono gli stessi. 
E' importante, decisivo prevenire.
Investire, per tempo, risorse adeguate in opere ed interventi antisismici sulle infrastrutture, sugli edifici.
Prevenire è sempre meglio che curare.
Costa meno, molto meno. In lutti, in spese di cura e di ripristino, in investimenti per fronteggiare gravi emergenze.

Il Nepal richiede, dunque, solidarietà immediata. Poi, cooperazione allo sviluppo. Con cambio delle politiche che (mal) governano il mondo. Soprattutto riconversione produttiva nel segno dell'ambiente e della qualità della vita delle persone.
Fatturati, utili, bilanci economici aziendali e pubblici, prodotto interno lordo, prestiti e debiti degli Stati non sono tutto. Debbono essere finalizzati. Orientati e regolati entro una visione generale, entro un progetto di società sostenibile e capace di futuro.

Ma il nuovo dramma, nel Nepal, chiede anche una verifica sulle nostre priorità.
Sulla puntuale coerenza tra annunci, parole, azioni e realizzazioni.
Che fine ha fatto la scelta annunciata da Matteo Renzi al momento dell'insediamento del suo Governo (apprezzata su questo blog) di investire "2 miliardi" nella messa in sicurezza delle nostre scuole, dei bambini, dei ragazzi, degli insegnanti e degli operatori?
Ci ricordiamo dell'impegno ad aprire tanti cantieri nell'estate 2014, utilizzando la sospensione delle lezioni e della piena attività di insegnamento.
Qual'è il risultato concreto? In quante scuole si è intervenuti, a livello locale e nazionale?
Quali lavori sono stati ultimati? Dove? In quali quartieri?
Proposta.
Si potrebbe organizzare una giornata di verifica, di festa e di ringraziamento per ogni intervento concluso nel prossimo mese di giugno?
Organizzata dalle istituzioni, pubblicizzata dagli organi di comunicazione.
Almeno in questo caso, non sarebbe propaganda. Ma riscontro collettivo del corretto utilizzo delle risorse dei cittadini contribuenti. Stimolo positivo a combattere evasione ed elusione fiscale.
Quindi, un secondo appuntamento, ad ottobre, alla riapertura dell'anno scolastico 2015-2016.
Per conoscere e verificare i risultati del lavoro di ri-progettazione e di "messa in sicurezza" con la manutenzione straordinaria programmata nel prossimo estate?
Avanti, Sindaci, di mille città e d'Italia, coraggio!
Siamo pronti a riconoscere ed applaudire pubblicamente il "cambiamento" nella giusta direzione.
Nell'interesse di tutti e di ognuno.


4 commenti:

  1. Bella proposta.
    Ma quanto è stato fatto? A me non risulta nulla.
    Franca

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho sentito dire che i plessi scolastici interessati sarebbero più di 40 mila. Mentre un primo elenco di interventi non ancora conclusi riguarderebbe 7 mila edifici.
      Di più non so.
      Bar

      Elimina
  2. Su ilcorrieredellasera.it segnalo un filmato ripreso in una classe della capitale del Nepal durante la scossa di magnitudo 7.9. Da vedere.
    Quella scuola ha retto. Studenti e operatori si sono salvati. Solo molto spavento.
    La prevenzione paga!
    Facciamolo anche noi.
    M.

    RispondiElimina
  3. Verifiche? Sarebbe bello. Ma quando mai?
    Emergerebbero le falle. Una dopo l'altra.
    Leggi i dati sulla disoccupazione o sulla inoculazione giovanile ...

    RispondiElimina