domenica 15 febbraio 2015

Paolo & Roberta, verso la guerra

Paolo Gentiloni e Roberta Pinotti hanno diverse cose che li accomunano.
Entrambi, dopo percorsi politici distinti nella Margherita e nei DS, sono fondatori e dirigenti nazionali del PD.
Entrambi, tra il 2012 e il 2013, si sono candidati a fare i Sindaci nelle loro città, Roma e Genova.
Entrambi, nel voto delle primarie, si sono piazzati al terzo posto.
Il 12 febbraio 2012, nel capoluogo ligure, gli elettori del Centrosinistra scelgono Marco Doria. Al secondo posto il Sindaco uscente, Marta Vincenzi. Segue Roberta Pinotti, con il 24% dei votanti.
Il 7 aprile 2013 nella Capitale, prevale Ignazio Marino su Davide Sassoli. Paolo Gentiloni si ferma al 14% delle preferenze.

Entrambi, vengono scelti da Matteo Renzi per il suo Governo. Il Presidente "rottamatore" è specializzato  nel circondarsi di donne e uomini di terza fila e di interloquire, preferibilmente, con "politici" in difficoltà o elaborati in provetta.
Lei, da subito, è nominata Ministro della Difesa. Lui, entra come Ministro degli Esteri, in sostituzione di Federica Mogherini, nominata Alto rappresentante dell'Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza.

Entrambi, da qualche settimana, sono i principali sostenitori della necessità di un intervento militare contro il terrorismo e lo Stato Islamico.
"Il Governo chiede unità al Parlamento non solo per rafforzare e riorganizzare il dispositivo che contrasta il terrorismo all'interno del Paese, ma per combatterlo fuori" attacca il Ministro degli Esteri l'11 gennaio scorso, subito dopo le stragi di Parigi (intervista a la Repubblica).
"L'Italia è pronta a guidare in Libia una coalizione di paesi dell'area, europei e dell'Africa del Nord, per fermare l'avanzata del Califfato che è arrivato a 350 chilometri dalle nostre coste. Se in Afghanistan abbiamo mandato fino a 5mila uomini, in un paese come la Libia che ci riguarda molto più da vicino e in cui il rischio di deterioramento è molto più preoccupante per l'Italia, la nostra missione può essere significativa e impegnativa, anche numericamente. Ne discutiamo da mesi, ma ora l'intervento è diventato urgente" afferma in questi giorni il Ministro della Difesa (intervista a il Messaggero).

Naturalmente, Paolo & Roberta fanno solo la loro parte. 
Come disciplinati Ministri del Governo Renzi.
È infatti il Presidente, in prima persona, che interviene al Consiglio d'Europa dei Capi di Stato e di Governo: "Siamo pronti a guidare un'operazione militare internazionale in Libia. È una crisi importante e drammatica come quella ucraina".
Di ritorno dall'Europa, Lui fa tappa notturna a Montecitorio dove la Sua maggioranza, nella seduta fiume imposta alla Camera dei Deputati, approva, in assenza delle minoranze (uscite tutte per protesta), e contro una parte del PD (Rosi Bindi in testa) una modifica alla Costituzione in cui "lo Stato di Guerra" è dichiarato dalla (sola) Camera (non più dal Senato) "a maggioranza assoluta", cioè con il 50% più uno degli aventi diritto.
Ciò significa, di fatto, che, una volta approvate definitivamente tutte le "Riforme" istituzionali volute da Renzi (e Berlusconi), anche il solo partito di maggioranza relativa (conquistando la maggioranza assoluta dei seggi) potrebbe decidere un provvedimento drammatico e straordinario, fin qui, sconosciuto nell'Italia Repubblicana.

Gli organi di comunicazione sono mobilitati.
Molti giornali e TV, in testa quelli di Berlusconi, "mettono l'elmetto".
Altri, relativamente più cauti, ci dicono che "Renzi pressa l'ONU" e "i membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (USA, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna)", perché questi sono comunque decisivi per rendere "possibile" e/o "accettabile" l'intervento militare internazionale.

L'impressione è che classi dirigenti in difficoltà e screditate (non solo italiane), di fronte alla crisi economica e sociale, mettano in conto di aprire un fronte internazionale di guerra, senza conoscere, sapere e misurare preventivamente le possibili gravi conseguenze locali e globali.
Non sarebbe la prima volta, nella storia passata e recente.

Occorre fermarli!
Prima che sia troppo tardi.
Prima che si inneschi una spirale inarrestabile.
In queste ore, miliziani armati hanno minacciato, in acque internazionali del Mediterraneo, i guardia coste italiani impegnati a soccorrere altri migranti alla deriva su improbabili gommoni.
Questa mattina, il Regime Militare d'Egitto di Al Sisi (riconosciuto ed apprezzato da Mogherini e Renzi) ha iniziato bombardamenti in territorio libico mentre Al Thani, capo del governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale, chiede all'Occidente di sferrare una offensiva aerea per stanare i jihadisti che controllano Tripoli, "altrimenti - avverte - la minaccia dilagherà nei paesi europei e specialmente in Italia" (la Repubblica.it).




6 commenti:

  1. Scrive un giornalista della Repubblica che la campana della Libia suona per tutti. E i piccoli fatti nazionali (come lo scontro alla camera sulle modifiche alla costituzione) vanno rapidamente superati adeguando si ad uno schieramento internazionale militarista ed interventista ...
    Io sto con Francesco e con Prodi.
    s.

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  2. Un giorno dopo.
    Renzi ha già cambiato opinione. Non è il tempo di azioni militari.
    Domani?
    Si vedrà. Dipende dalle pressioni internazionali e dai sondaggi.
    Viva il Segretario Presidente e la sua affidabilità.
    Ciao!

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  3. Classi dirigenti screditate ... usano la guerra come risposta ai problemi sociali ed economici.
    Impressione giusta!
    Ma scelta che aggrava la situazione e basta.
    Svuotiamo gli arsenali e riempiamo i granai diceva il socialista Pertini.
    Speriamo lo dica anche il democristiano Mattarella.
    Evviva il Centro Sinistra (di un tempo) si intende!
    Carlo

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  4. Attenti!
    Il mondo è cambiato.
    Che dire delle posizioni del Fatto quotidiano e di SEL?
    Forse è scattata la paura per l'offensiva dello Stato Islamico. E quelli sono integralisti e privi di valori umani.
    C'è di che riflettere ... Per tutti.
    pl

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  5. Tranquilli!
    Ci pensa Renzi. Con la sua offensiva diplomatica risolverà ogni problema.
    BiBi

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  6. Un quadro desolante.
    Ministri, generali, alti funzionari che parlano a ruota libera.
    Ma il Premier ha ancora in mano il Governo?
    O gioca con la sua squadra di quarta serie, sapendo che alla fine chi rischia siamo solo NOI?
    s.

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