domenica 18 maggio 2014

Intervista a Barbara Spinelli

Il quotidiano il manifesto ha pubblicato una intervista a Barbara Spinelli che ho molto apprezzato e che ripropongo a chi passa di qui.
La scrittrice e giornalista di la Repubblica interverrà lunedì 19 maggio, ore 21, in Piazza Maggiore, a Bologna, alla manifestazione della Lista un'Altra Europa con Tsipras, insieme a Moni Ovadia ed al leader greco candidato alla Presidenza della Commissione Europea.

REPORTAGE

Barbara Spinelli: «Schulz rifarà le larghe intese»

Intervista. «Barbara Spinelli: giusto imporre il voto su Genovese, rischiavamo di essere complici dei rinvii del Pd. Su molti temi siamo vicini al M5S. Ma senza alleati nel parlamento europeo loro si condannano al limbo della testimonianza». «La provocazione del bikini? Si è trasformata in sberleffo che ha oscurato il progetto»


Barbara Spinelli, capolista di L'Altra Europa con Tsipras
Il can­di­dato del Pse Mar­tin Schulz dichiara a Repub­blica: «Se vince la destra ci saranno altri cin­que anni di auste­rità». Se vince il Pse l’austerità sarà cancellata?
Que­sta dichia­ra­zione è una vera beffa agli elet­tori. Gli anni di auste­rità li abbiamo avuti gra­zie alle intese fra socia­li­sti e popo­lari. In Ger­ma­nia l’accordo sulla Grande Coa­li­zione è stato nego­ziato fra Angela Mer­kel e Schulz, per la parte euro­pea. Il risul­tato è stato che la Spd ha rinun­ciato a ogni cri­tica dell’austerità, all’idea del piano Mar­shall che pure aveva difeso in cam­pa­gna elet­to­rale e ha ’dimen­ti­cato’ gli euro­bond. Insomma sull’Europa ha ceduto su tutto. Le parole di Schulz non cor­ri­spon­dono a quello che i social­de­mo­cra­tici hanno fatto negli anni di crisi.
Schulz non esclude lar­ghe intese future con il Ppe. Dice: «Prima del voto non è il tempo di par­lare di accordi».
Que­sto non è leale verso l’elettorato. In realtà si pre­para alle lar­ghe intese senza dirlo. Schulz sa bene che se il Pse diventa il primo gruppo e se lui vuol fare il pre­si­dente della Com­mis­sione avrà biso­gno dell’appoggio del Ppe.
Invece voi cosa farete? Farete pesare i vostri voti, even­tual­mente, nell’elezione di Schulz? E innan­zi­tutto: quando dico ‘voi’ dico la ‘Sini­stra europea’?
Non è detto che il futuro gruppo si iden­ti­fi­chi tutto con il Gue. Si è impe­gnato comun­que a «stare con Tsi­pras», cioè a non entrare in altri gruppi. In ogni caso peserà molto per­ché, quale che sia il risul­tato ita­liano, è una for­ma­zione che aumen­terà note­vol­mente. In Fran­cia, Spa­gna, Ger­ma­nia la sini­stra non socia­li­sta è in aumento.
Tsi­pras dice: «Saremo la terza forza».
È pos­si­bile. Spero che la lista per Tsi­pras abbia la forza e l’indipendenza di giu­di­zio per aprire un dia­logo con i 5 stelle e deci­dere su punti spe­ci­fici poli­ti­che con­cor­date. Ci sono molte cose in comune. Per esem­pio l’idea della con­fe­renza che riduca e comu­ni­ta­rizzi il debito è una nostra idea che il M5S ha fatto pro­pria. Ora Tsi­pras ha appro­vato il ‘New Deal 4 Europe’ dei fede­ra­li­sti: è un’iniziativa cit­ta­dina che sta rac­co­gliendo firme in tutta l’Unione per un grande piano comune di inve­sti­mento. Sarebbe inte­res­sante sapere cosa nel pensa il M5S.
Per la verità Grillo sem­bra più inte­res­sato alla cam­pa­gna for­sen­nata con­tro il Pd.
Ci sono molte posi­zioni di Grillo com­ple­ta­mente con­di­vi­si­bili, e fra l’altro simili se non iden­ti­che alle nostre. M5S potrebbe svol­gere un ruolo molto impor­tante. Mi chiedo però cosa faranno i suoi eletti, nel par­la­mento euro­peo. Se non si alleano con altri dovranno entrare nel gruppo dei non iscritti, una sorta di gruppo misto. Saranno con­dan­nati ad un ruolo di testi­mo­nianza. A un limbo.
In Ita­lia però siete in com­pe­ti­zione con loro. L’ultimo scon­tro è di ieri, alla camera, fra Sel che fa ostru­zio­ni­smo con­tro il decreto Poletti e il M5S che ci ripensa per anti­ci­pare il voto sull’arresto di Genovese.
Il decreto Poletti sarebbe pas­sato comun­que, l’ostruzionismo era ormai sim­bo­lico. Con­di­vido la linea del M5S: il voto su Geno­vese era l’emergenza. È stato giu­sto met­tere il Pd di fronte alle sue respon­sa­bi­lità e costrin­gerlo a votare sull’arresto. Il reato di cui è accu­sato Geno­vese è gra­vis­simo. Si rischiava di essere com­plici di una stra­te­gia del rin­vio, acca­rez­zata nel Pd.
Renzi ha tagliato il nodo impo­nendo il voto subito.
Ma è stato pos­si­bile solo gra­zie alle pres­sioni di M5S.
Torno al voto. Tsi­pras è ancora poco conosciuto.
Cer­chiamo in tutti i modi di spie­gare per­ché la Gre­cia è un caso para­dig­ma­tico, e che Tsi­pras sta inven­tando un modo di fare sini­stra total­mente nuovo. Ma è una strada in salita
Le tv non vi aiutano.
Spesso ci boi­cot­tano addi­rit­tura. Rispetto a noi hanno più spa­zio sia Fra­telli d’Italia sia la Lega. Un po’ per­ché nes­suno vuole più avere a che fare con le sini­stre radi­cali. Ma soprat­tutto per­ché il nostro poten­ziale elet­to­rato porta via voti al Pd.
Per que­sto avete preso anche ini­zia­tive pro­vo­ca­to­rie, come quella del bikini?
Non è una stra­te­gia della lista. È una mossa pro­vo­ca­to­ria nata all’interno del gruppo comu­ni­ca­zione, dan­nosa per il nostro pro­getto e per molti can­di­dati: per giorni lo sber­leffo ha oscu­rato il pro­gramma. Non so dirle per­ché sia nata; so solo che si tende a tra­sfor­marla in un’offensiva ideo­lo­gica con­tro il fem­mi­ni­smo, e anche con­tro la mia can­di­da­tura. Per quanto mi riguarda, con­si­dero la dia­triba del tutto assurda: non ho mai fatto parte né del movi­mento «Se non ora quando», né di altri movi­menti femministi.
Renzi dice che le euro­pee non deb­bono essere un refe­ren­dum sul suo governo.
Renzi ha una sin­go­lare poli­tica sull’Europa. Attri­bui­sce tutti i suoi mali alla ‘buro­cra­zia’ di Bru­xel­les. Ma è una vec­chia stra­te­gia, risale ai tempi della That­cher: è un alibi die­tro il quale si nascon­dono i governi, che invece sono i veri ese­cu­tori delle poli­ti­che euro­pee. Non esi­ste la Fede­ra­zione euro­pea, pur­troppo. Se esi­stesse, l’Europa sarebbe più soli­dale. Ma la respon­sa­bi­lità delle poli­ti­che è dei governi. Quindi è ine­vi­ta­bile che nel voto euro­peo si parli dei governi.
Lei fer­me­rebbe l’Expo di Milano, come dice Grillo, o la farebbe andare avanti per dimo­strare di avere uno stato più forte dei ladroni, come dice Renzi?
È dif­fi­cile fer­mare le mac­chine ora. Ini­zia­tive di que­sto genere in una crisi così pro­fonda è meglio non farle. In Ita­lia poi tutte le grandi opere sono infil­trate dalle mafie: non siamo di fronte a una nuova Tan­gen­to­poli, ma alla pro­se­cu­zione di quella dei primi anni 90.
Lo scan­dalo favo­rirà Grillo nelle urne?
Direi di sì. Potrebbe anche favo­rire noi, che diciamo cose ana­lo­ghe su cor­ru­zione e mafia.
C’è chi sospetta del tem­pi­smo dei pm.
In Ita­lia la cor­ru­zione c’è da lungo tempo. Ogni tanto ci sono degli arre­sti. Sic­come siamo una demo­cra­zia con con­ti­nue ele­zioni dob­biamo dire che ogni volta il tem­pi­smo è sba­gliato? Allora deci­diamo che la magi­stra­tura non fac­cia più niente. Un modo per evi­tare gli arre­sti in cam­pa­gna elet­to­rale c’è: la poli­tica e le classi diri­genti evi­tino la cor­ru­zione prima che inter­venga la magi­stra­tura. In demo­cra­zia non c’è un momento buono per un arre­sto: c’è nei regimi auto­ri­tari dove la giu­sti­zia è al ser­vi­zio della politica.

2 commenti:

  1. È una scelta di voto?
    Ciao!

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  2. Non condivido la valutazione che PSE e PPE governeranno comunque insieme l'Europa.
    Credo dipenda molto dal voto di domenica prossima.
    Antonio

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