martedì 15 luglio 2025

Matteo Lepore, "il vaso e la luna" ... Si "la luna"!

In Piazza del Nettuno, alcune decine di vasi con alberi, per fronteggiare le ondate di caldo ...










Per un Sindaco, per un amministratore in carica, per un Politico di professione l'ammissione di responsabilità non è sufficiente. Occorre anche il coraggio di compiere scelte lungimiranti di prevenzione e di governo delle trasformazioni sociali e produttive, territoriali ed urbanistiche. Questa è la sfida verso il 2030 - 2050. Su questo si possono percorrere percorsi di partecipazione e di rinnovata vita democratica. O, al contrario, involuzioni autoritarie ed esperienze dure di conflitto.

Matteo Lepore e la sua Giunta di fronte al giugno bollente forse si sono resi conto di dover approntare qualche risposta: "la sperimentazione" decisa è "un primo passo" ed ha l'obiettivo di portare più verde in Centro per affrontare le isole di calore". 

Ma emanare una "ordinanza sanitaria" per posare 160 alberelli in vaso in 7 piazze di Bologna testimonia soprattutto sorpresa e spiazzamento rispetto ad una realtà che si è voluto a lungo negare o non considerare, nonostante i ripetuti richiami della comunità scientifica e le mobilitazioni di ecologisti, giovani e cittadini. In Città, da anni, si continuano ad abbattere alberi di alto fusto e di folta chioma in parchi, giardini, aree ed interstizi verdi per dare spazio a nuovi edifici, ulteriori parcheggi, altre infrastrutture di cemento ed asfalto. E per procedere, nel 2024, si è anche ricorso, più volte, all'uso di Polizia e Carabinieri.

Dunque, ora, i 160 vasi possono anche essere considerati la presa d'atto ufficiale che il mondo critico e il popolo dei disobbedienti che sin qui si è mobilitato con determinazione crescente contro gli abbattimenti di alberi ed arbusti urbani era mosso da ragioni nobili e di salute pubblica. Come anche qualche Magistrato ha riconosciuto.  

Ma le parole del Sindaco tradiscono ancora una profonda sottovalutazione dei problemi. Quasi che le temperature insopportabili registrate nei primi giorni dell'estate 2025 riguardino il solo centro storico e i suoi "50 mila residenti" mentre le periferie e le centinaia di migliaia di persone che le vivono siano al riparo, in sicurezza e salute. Quasi che le ragioni del riscaldamento globale non risiedano nei caratteri propri del modello di crescita economica, delle produzioni e dei consumi consolidato delle nostre società. 

I giornalisti selezionati ed i quotidiani a cui Lepore ha rilasciato interviste nell'ultimo fine settimana hanno accettato la sua narrazione e la propongono ai lettori senza sostanziali obiezioni. Il Carlino titola "Lepore e gli alberi in città. Via a una rivoluzione verde". E come esempio il Primo Cittadino propone i suoi propositi per "Piazza Roosevelt: sotto un nuovo parcheggio, sopra la piazza alberata. I cantieri partiranno nel prossimo mandato". Cioè nell'arco di tempo tra il 2027 e il 2032 e precisa "stiamo elaborando il progetto, che deve passare dalla Soprintendenza". Della serie: nessuna urgenza e conversione ecologica a bassissima intensità. Per il Corriere "Polemiche sugli alberi? Come quelle per i T days. Verde e servizi in centro, il piano per la città". E la Repubblica: "arrivati fondi per oltre un miliardo, tanti usati per la mobilità sostenibile". Titolo "Per una città più verde". 
Un monologo. Con nessuna domanda scomoda e nessuna risposta su nodi presenti e controversi.

Per intenderci le questioni che in settimana erano state poste all'attenzione di Sindaco ed Amministratori da parte di WWF, di A.Mo. Bologna, dalla Consulta del Verde del Comune, di autorevoli ed accreditati esponenti della cultura e della scienza, come Stefano Mancuso o Francesco Ferrini (vedi sotto lettere, interventi, pronunciamenti, interviste). 

Le redazioni locali distratte quando si argomentano e si esprimono critiche e contenuti alternativi rispetto alle tesi mainstream, si confermano di supporto ad approcci e percorsi tradizionali e di conservazione. Di frequente raccogliendo voci del mondo imprenditoriale e del commercio organizzato o di una indistinta "Bologna" dove scompaiono diversità di interessi, di culture, di orientamenti politici e dove tutti si lamentano e protestano per "opere strategiche essenziali, mai realizzate". 
Tra queste emerge puntualmente il cosiddetto Passante di Bologna, "atteso da decenni" e per il quale si "deve andare avanti". Eventualmente "per tappe" se mancano i diversi miliardi necessari nei Bilanci e nei Piani nazionali degli investimenti (rivisti in questi mesi da Governo e partiti di maggioranza e di opposizione per finanziare il riarmo delle guerre in corso, degli Stati nazionali europei e della NATO). Di certo per le Amministrazioni di CentroSinistra a guida PD deve rimanere "La Scelta" fatta (il Passante di Mezzo) e il contesto asfalto & cemento del Piano Regionale delle Infrastrutture e dei Trasporti (PRIT). 
A seguire c'è il mix di "valorizzazione" (tanto caro a Destre e Imprese) e "rigenerazione" (preferito nel CentroSinistra) destinato a diverse grandi aree ex demanio ed ex militari (Sani, Perotti, STAMOTO, STAVECO, Mazzoni, Masini, Prati di Caprara) affidate a Enti di nomina dei Ministeri, come Cassa Depositi e Prestiti e INVIMIT. Su cui proseguono incontri e trattative "riservate", inaccessibili tanto per i cittadini e le loro associazioni, quanto per gli eletti nelle assemblee rappresentative di Comune e Quartieri.

Ecco "la luna", quella vera. Che al momento non lascia intravvedere nelle pratiche del Governo nazionale e delle Amministrazioni Regionali e locali alcuna "rivoluzione verde" ma scelte in piena continuità con modelli economici - produttivi e sistemi politico - sociali in crisi verticale e di guerra.
 
Dunque l'invito "a non guardare il vaso ma la luna" è colto. E la sfida per tutti coloro che amano la libertà, il protagonismo civico delle persone e la cooperazione è quella di misurarsi fino in fondo con progetti concreti e coerenti di disarmo, di conversione ecologica e di giustizia sociale. 
Forse a distanza di un anno esatto dal "passo di lato" del luglio 2024 è Matteo Lepore ad accorgersi di doverne compiere altri, ancor più importanti ed utili per Bologna, per l'Italia e l'Europa.




Dal WWF al Sindaco di Bologna

Gent.mo Matteo Lepore,

come anche lei afferma, non si può pensare che la collocazione di alberi in vaso nelle piazze sia una soluzione valida su larga scala per affrontare gli effetti negativi del clima e le criticità dell’ecosistema urbano.
Persone, animali e piante vivono dappertutto, in città e in periferia, e traggono i loro vantaggi da ambienti il più possibile integri e complessi sul piano biologico, che noi purtroppo vediamo diminuire sempre di più a tutti i livelli.
Solo per parlare di alberi, abbiamo assistito, negli ultimissimi anni, al taglio di migliaia di esemplari di grandi dimensioni in tutti i settori del territorio: lungo i corsi d’acqua, i cantieri del tram, la tangenziale, i
viali di Bologna, i parchi pubblici, le scuole; e, ancora, assistiamo al taglio di vaste aree alberate in corso di urbanizzazione, nelle quali vengono rasi al suolo interi boschi urbani con altre migliaia di alberi nelle zone di via Zambeccari, via del Lazzaretto, Prati di Caprara ovest, ecc.. 
Si tratta di perdite di valore incalcolabile per l’ambiente e per la salute umana. Ed ancora, su diverse aree ex militari, dove spesso è presente una vegetazione arborea spontanea di alto fusto, insistono progetti di ulteriore edificazione che non lasceranno scampo agli alberi esistenti annullando, nel contempo, la possibilità di averli in futuro su tutte le aree che verranno cementate; parliamo, a titolo di esempio, della
caserma Stamoto per la parte a Nord dell’attuale Bosco Tanari, della caserma Perotti nel quartiere Fossolo, della caserma Sani per il quartiere San Donato.
Lei ci dice che in cinque anni verranno piantati 100 mila alberi. È difficile crederlo, ma, se anche fosse, occorre ricordare che il valore ecologico di un albero è proporzionale alla sua età e alla sua massa: se si
taglia un albero centenario, si può pensare di compensarlo, solo in parte, con una enorme quantità di alberi giovani. Inoltre, occorre attenzione al fatto che devono essere scelte specie arboree giuste, che vanno seguite e curate sinché giovani e che non è affatto detto che diventeranno adulte: abbiamo sott’occhio tantissimi esempi in cui nessuna di queste cose sta avvenendo, né in centro città, né in periferia.
Se gli alberi del cortile comunale sono un bell’esempio soprattutto dal punto di vista estetico e lo condividiamo per il prestigioso contesto, l’introduzione nelle piazze, molto più aperte, rischia di essere assai meno efficace sotto il profilo termico e comunque dannosa per le piante, che verranno certamente sottoposte a forte stress, rischiando di seccare o deperire, comportando ciò la necessità di una grande manutenzione e di un grande uso d’acqua in periodo di siccità; meglio sarebbe rimandare a settembre con una messa a dimora diretta in piena terra. In ogni caso, l’uso di alberi in vaso non rientra in una strategia corretta per contrastare il clima che cambia, innanzitutto perché queste iniziative hanno un costo di acquisto e manutenzione insostenibile su vasta scala, in secondo luogo perché gli alberi non diventeranno grandi nei vasi, dato che gli alberi, semplicemente, non sono fatti per crescere in vaso.
I veri “rifugi climatici" vanno "costruiti” (ancora meglio mantenuti, ove già esistenti!) su terra: in tutti i parchi cittadini dovrebbe essere destinata una superficie di almeno il 20 per cento a boschi con elevata
naturalità, che producono biodiversità, resilienza ed enormi capacità di assorbire e stoccare il carbonio; questo tipo di boschi urbani sono in grado di evolversi spontaneamente con una minima manutenzione e costi assai inferiori. Anche l'erba, tranne le aree di sosta e di passaggio, andrebbe tagliata solo quando diventa secca, anche per favorire la presenza dei fiori che, insieme agli insetti impollinatori, andrebbero a popolare i prati; quando l'erba è verde e alta ha inoltre, anch’essa, una reale funzione rinfrescante, non dissimile da quella degli alberi. Nei parchi comunali non strettamente cittadini, la maggior parte della superficie dovrebbe essere trattata in questo modo e mai utilizzata per attività in contrasto con la vita di piante, animali (compreso l’uomo) e funghi di ogni specie.
Il verde pubblico a Bologna si estende su oltre 1000 ettari: se il 20% fosse destinato a vero “bosco urbano”, Bologna potrebbe disporre di 200 ettari di vero rifugio climatico in grado di mitigare le pericolose ondate di calore tipiche di una grande città come la nostra, e la situazione potrebbe ulteriormente migliorare lasciando a sfalcio ridotto tutte le aree meno fruite di parchi e giardini. Questa, secondo noi, è la strada che deve essere seguita, con evidenti caratteristiche di naturalità, semplicità e
costi ridotti, ma grandi vantaggi.
Molte volte le abbiamo inoltrato osservazioni sulla gestione del verde, simili o uguali a quelle che scriviamo adesso, ma raramente abbiamo riscontrato l’accoglimento delle nostre proposte e, spesso, non abbiamo avuto risposta alcuna: ci auguriamo, nel prossimo futuro e da ora, che le sue intenzioni di collaborazione con la popolazione giungano a comprendere anche il WWF come valido e stabile interlocutore.

(luglio 2025)


Dalla Consulta del Verde al Consiglio e alla Giunta di Bologna

Gentilissimo Presidente, gentilissimi Consiglieri, gentilissimi Assessori,

la Consulta del Verde, riunita in data 8 luglio 2025, ha affrontato il tema delle aree verdi, dei parchi e dei giardini interessati dal Lotto 0 del Passante di Mezzo, tema al centro del dibattito politico della città da molti anni, tornato prepotentemente alla ribalta per la posizione assunta dal Governo e dal Ministero competente che ha messo in discussione l'opera ed i relativi finanziamenti. 

Il Passante è ritenuto fondamentale dall'Amministrazione comunale per risolvere i problemi di congestione della infrastruttura (autostrada/tangenziale) di Bologna, mentre è avversato dal mondo ambientalista perché ritenuto soluzione trasportistica datata e non in linea con il Piano urbano mobilità sostenibile (PUMS), né con Bologna Missione Clima 2030 e a forte impatto ecologico e sanitario.

Durante la seduta è stata data la parola ad esponenti dell'Associazione AMO Bologna che hanno illustrato alcuni dei motivi del ricorso davanti al Tribunale Amministrativo Regionale contro la dichiarazione di compatibilità ambientale dell’opera (ritenendo peraltro opportuna, come richiesto da anni da molte realtà ambientaliste, una valutazione integrata di impatto sanitario e ambientale nonché un'aggiornata valutazione di impatto ambientale) e chiesto la riapertura immediata di parchi, giardini ed aree chiuse da due anni e mezzo.

Nel dibattito che si è sviluppato in Consulta sono state espresse valutazioni, sensibilità e punti di vista differenti, seppur nell'ambito di una condivisione di diversi aspetti.

Alla fine del confronto è stato votato a maggioranza (con 17 favorevoli, 1 contrario e 6 astenuti) il testo che qui si invia.

La Consulta ha valutato il progetto dal punto di vista delle proprie competenze, in merito agli effetti prodotti dal punto di vista ambientale (negativi sul contenimento dei gas climalteranti, negativi sulla vegetazione esistente). 

La Consulta auspica pertanto che il progetto di ampliamento dell'asse tangenziale/autostrada non venga realizzato, e che si vada nella direzione indicata dal P.U.M.S. (-28% di traffico motorizzato privato entro il 2030.

Chiede che il Comune di Bologna, in questa fase di ridefinizione del progetto, visti i tavoli aperti con il Governo, riprenda in consegna le aree verdi sottratte all'accesso della cittadinanza dai cantieri del Passante (il cosiddetto “lotto zero”), per restituirli alla loro funzione originaria: i parchi ritornino ad essere parchi, le aree verdi, aree verdi, per consentire ai cittadini di fruire di rifugi climatici naturali. Occorre che tali aree rimangano comunque caratterizzate da suolo completamente permeabile, capace di svolgere le sue funzioni ecosistemiche, a partire dalla capacità di assorbimento delle acque oltreché della CO2. Funzioni ecosistemiche che costituiscono capitale naturale fornito gratuitamente dalla natura.

La Consulta ha espresso contrarietà alla pratica della "compensazione", ritenendola in contraddizione con gli obiettivi di riduzione delle emissioni nocive stabilite da organismi internazionali (ONU/IPCC, UE, COP Parigi 2015).

La Consulta chiede che il Comune torni a considerare il progetto di fine anni 80 di fascia boscata di circa 212 ettari, individuando in esso una vera barriera naturale climatica. Naturalmente, considerando i quasi 40 anni intercorsi, è necessario che venga aggiornato, tenuto conto dello sviluppo urbanistico attuale ma dando sempre la priorità ad aree fittamente alberate e pienamente permeabili rispetto agli usi del suolo. 

Occorre agire, indipendentemente dall'esito della riprogettazione dell'asse autostrada/tangenziale, per l'impellente necessità - non esistente negli anni 80 - di mitigare le ondate di calore che, congiuntamente ai periodi di siccità, comportano il disseccamento di molti alberi - sia messi recentemente a dimora che adulti - il cui mancato apporto alla mitigazione del clima e all'assorbimento degli inquinanti, impatta negativamente in modo diretto sulla salute dei bolognesi, colpendo le fasce più deboli della popolazione, non solo dal punto di vista anagrafico (anziani e bambini), ma anche i ceti socialmente più esposti.

Distinti saluti.

(Bologna, 8 luglio 2025)


AMO Bologna Onlus alla Consulta del Verde di Bologna 

Innanzitutto desideriamo ringraziare la Consulta del Verde per questa opportunità.

Notizie di questi giorni è che il Passante, dopo le varie denominazioni che ha assunto nell’ultimo decennio (Passante di Mezzo, Evoluto, di Bologna, di Nuova Generazione) è diventato il “Passante Possibile”, segno della determinazione con cui l’allargamento di una infrastruttura stradale e autostradale urbana è stato ed è tuttora portato avanti dalle amministrazioni che si sono avvicendate.

Chiariamo che "trovare una soluzione efficace, più rapida e di minor impatto ambientale, economico e sociale" è sempre stata e resta una nostra preoccupazione.

Non dimentichiamo che fin dal lontano 2016, questa è stata presentata come una “Smart, green infrastructure per la ricucitura urbana”. Quando si vanno a leggere i progetti e gli studi che li accompagnano, la realtà appare però molto diversa.

Per questo motivo ci sentiamo di giustificare una certa cautela nel valutare le più recenti notizie che si leggono sui giornali, comprese quelle che riguardano le opere “green” di cui si fa un gran parlare anche in questa nuova tornata progettuale.

In attesa quindi di conoscere nei dettagli questa nuova soluzione al problema del nodo di Bologna, una volta che il “Passante Possibile” sarà stato definito a livello progettuale, desideriamo condividere con i membri della Consulta le motivazioni che ci hanno portato ad opporci al progetto iniziale e alle sue diverse rivisitazioni poc’anzi ricordate, rappresentando le carenze che abbiamo riscontrato nelle valutazioni che ne garantivano la compatibilità ambientale.

Considerata la sede del nostro intervento, pur avendo rilevato importanti carenze rispetto alla compatibilità del progetto con i limiti introdotti dall’OMS e dalla nuova direttiva UE sulla qualità dell’aria, ci soffermeremo sulle sue criticità rispetto al tema del contenimento delle emissioni climalteranti.

Secondo uno studio realizzato da ASPI nel 2021, il Passante di Mezzo comporterebbe la sottrazione di circa 30 ettari di aree boscate e un aumento delle emissioni di CO2, stimato al 2040, pari a 1.855 tonnellate per anno rispetto alla c.d. opzione zero, cioè di non intervento. Il progetto prevede di “compensare” quest’aumento di emissioni attraverso la piantumazione di nuove alberature in terreni di pertinenza ASPI o comunali: in realtà, la stragrande maggioranza di tali nuove alberature, volendolo, potrebbe essere messa a dimora già oggi.

Invece, dall’avvio nel 2023 del cosiddetto “Lotto zero” sono già state sottratte alla fruizione da parte dei cittadini e cittadine ampie fasce di verde con abbattimenti di alberi anche di grosso fusto e sigillatura del terreno. Questo proprio in un momento in cui la città ha particolare necessità di “rifugi climatici”, e l’aumento delle temperature è sotto gli occhi di tutti.

Autorevoli e riconosciute competenze scientifiche stanno apertamente ponendo a livello nazionale e locale (ultimo il prof. Stefano Mancuso) il tema degli alberi e dei boschi urbani come antidoto per i malanni che colpiscono la vita nelle città e, insieme, quello della necessaria deimpermeabilizzazione di spazi: almeno 1/5 di strade, di edifici, di aree asfaltate e cementificate. Il tutto sull'esistente, sulla realtà in essere. Non già su ciò che ancora "sarebbe da fare". Dunque la realizzazione del Passante di Mezzo impatterebbe e contraddirebbe pesantemente le tesi di climatologi, medici, neuroscienziati.

Tornando alle valutazioni effettuate da ASPI, esse non tengono nella dovuta considerazione il problema della crisi climatica: l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) indica il 2030 come termine entro cui adottare “drastiche riduzioni delle emissioni in tutti i settori” (tra il 40% e il 50% rispetto ai livelli del 2010) per raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’Accordo di Parigi del 2015 e, in Italia il settore del trasporto su strada è responsabile di circa un quarto delle emissioni di gas serra.

Mentre la comunità scientifica raccomanda “drastiche riduzioni delle emissioni”, lo stesso studio di ASPI evidenzia invece che il Passante comporta un notevole aumento delle emissioni di gas serra, e una relazione a firma del prof. Vincenzo Balzani dimostra come tale aumento sia peraltro sottostimato dal momento che lo studio di ASPI:

  • -  manca di un approccio al ciclo di vita del progetto perché non considera le emissioni dovute alla fase di cantierizzazione e costruzione;

  • -  non considera il contributo emissivo in termini di “CO2 equivalente” degli altri gas a effetto serra e agenti inquinanti.

    Un rapporto del 2020 sui cambiamenti climatici in Italia del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), dimostra che i centri urbani sono veri e propri “hot-spot”, cioè aree caratterizzate da vulnerabilità ed esposizione molto elevate a causa della presenza di superfici impermeabili (ricoperte da cemento e asfalto) e da poche aree di carattere naturale (suolo e vegetazione).

    Al calore da radiazione solare accumulato dalle superfici urbane si aggiunge quello prodotto dal traffico veicolare, dalla climatizzazione degli edifici e dall’attività industriale, dando origine così, insieme ad altri fattori, al fenomeno dell’isola di calore, particolarmente pericolosa per la salute, e di cui si attende un incremento nei prossimi anni.

    Sul territorio nazionale si osserva inoltre una tendenza all’aumento in frequenza ed intensità dei fenomeni di precipitazione estrema, con conseguente incremento nel rischio di esondazioni da bacini idrici e alluvioni urbane.

    La relazione tecnica a firma Federico Fabiano, ricercatore dell'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del CNR di Bologna, che riesamina la VIA del Passante alla luce di nuove evidenze scientifiche sul cambiamento climatico, riporta che diversi studi recenti mostrano un’accelerazione della crisi climatica evidenziata dall’aumento significativo in frequenza ed intensità di eventi estremi a livello globale, come temperature estreme, frequenza e intensità di ondate di calore e di eventi di precipitazione estrema, incremento della portata media dei fiumi e rischio di inondazione fluviale. La comunità scientifica ha ribadito negli ultimi anni la necessità di agire con estrema urgenza per tagliare immediatamente le emissioni di gas climalteranti. L’abbattimento massiccio di alberi in età adulta e il consumo di suolo, in parte già avvenuti nell'ambito del “Lotto zero”, vanno esattamente nella direzione opposta a quanto indicato dalla comunità scientifica in ottica di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.

Il Passante, conclude Fabiano, rappresenta un investimento strategico sul trasporto di merci su strada e sul trasporto con veicolo privato, in aperta contraddizione con il PUMS della Città Metropolitana di Bologna, che prevede invece una riduzione dei suddetti traffici. Lo scenario nazionale di circolazione sulla rete autostradale al 2040 che sta alla base dell’opera (nello studio proposto da ASPI) è incompatibile con gli obiettivi di riduzione delle emissioni del comparto trasporti previste dal Regolamento UE 2018/1999 , ora aggiornato dai più stringenti obiettivi del Regolamento UE 2021/1119.

Assieme ad altre realtà ambientaliste, già nel lontano febbraio 2022, più di 3 anni fa, abbiamo formalmente richiesto una valutazione integrata di impatto sanitario e ambientale (VIIS) che individui le ricadute sulla salute pubblica dell’infrastruttura esistente e le conseguenze del suo potenziamento, richiesta semplicemente ignorata dalle istituzioni locali a cui era rivolta.

Siamo dunque convinti di poter trovare qui, nei componenti della Consulta del Verde della Città di Bologna, persone sensibili ed alleati naturali per queste nostre preoccupazioni e convinzioni. Così come abbiamo trovato ampi consensi nella Assemblea Cittadina che ha discusso e approntato proposte e richieste fin qui eluse dalla Giunta Comunale. Soprattutto oggi, a dieci anni dai progetti di ASPI e con tendenze in atto che già smentiscono le previsioni ottimistiche considerate dagli estensori: tanto in riferimento all'incidenza delle innovazioni tecnologiche sul parco automezzi in circolazione, quanto sulla velocità registrata in merito al riscaldamento globale del Pianeta, della Pianura Padana e dell'area urbana bolognese in particolare.

Tutto ciò, a nostro parere, dovrebbe spingere il Comune, la Città Metropolitana, la Regione e tutti i suoi Amministratori a riflettere maggiormente sulle scelte fatte nel 2016 e a sostenere, oggi, una svolta in direzione di uno stop e di una ridiscussione generale sulle prospettive per la salute dei cittadini e delle comunità e per una Mobilità davvero Sostenibile ed amica della natura e della biodiversità.

A partire dalla difesa del patrimonio di Parchi, dei Giardini e delle aree verdi compromesse dai lavori per il Passante di Mezzo e chiusi a decine, da Savena a Borgo Panigale, oggetto di pesante taglio di alberi, molti dei quali pluridecennali, e di arbusti.

Questi, insieme alle aree ex demaniali ed ex militari della periferia sono un'enorme risorsa per i bolognesi. Un "bene comune" intangibile, per le generazioni future, al pari delle aree che sono state in questi anni oggetto di tante dispute e conflitti.

Siamo dunque convinte/i che essi anziché passare da "Lotti 0" a vere e proprie aree di cantiere, possano e debbano essere restituite alla città ed ai suoi cittadini di oggi e di domani. Sarebbero,"rifugi climatici" naturali, tutt'altra cosa rispetto ad ambienti condizionati da tecnologie tanto indispensabili quanto energivore, come quelli pensati nei centri commerciali o in edifici refrigerati.

Vi lasciamo con due immagini, che parlano da sole, di una cinquantina di piccoli alberi alti più di 2 metri: prima abbandonati per mesi da fine 2023 su terreni sottratti alla cittadinanza all’interno di reti arancioni (prima immagine) e poi spostati dentro un cantiere, a seguito di ripetute denunce fotografiche via social da parte di persone sensibili, che oggi sono completamente e irrimediabilmente secchi (seconda immagine).

(Bologna, 8 luglio 2025)


Foto 1. Giovani alberi che avrebbero dovuto essere piantati, abbandonati da ASPI per mesi all'interno delle reti arancioni ... (febbraio 2024) 










Foto 2. Gli stessi alberi completamente seccati dopo il trasferimento all'interno di un cantiere ASPI ... (luglio 2025)


Un passo indietro. Febbraio 2023: al Parco Eugenio Montale, su terreno pubblico del Comune di Bologna, inizia l'abbattimento di alberi all'interno del Lotto 0, propedeutico ai cantieri per il Passante di Mezzo ...
 







Alberi di alto fusto e di folta chioma: il diametro di questo esemplare è di 120 cm. ...








Pronta la ironica protesta di attivisti di Exinction Rebellion, di altre associazioni ecologiste, di cittadini liberi e pensanti ...

... di bambini delle scuole Scandellara che affiggono spontaneamente ai cartelli del Lotto 0 disegni "ammonitori" ... (marzo 2023)














Come si presenta ora, "bollente estate" 2025, il Parco Eugenio Montale ... (giugno 2025)





















I grandi tagli di alberi di inizio 2023: qui il Lotto 0 in Marco Polo, nei pressi dell'uscita Lame ...
 







Le reti arancioni, i tronchi abbattuti, il "cippato" da ardere ...
 













Ancora abbattimenti 2023. Là dove c'era un tratto della Fascia Boscata, tra via Zanardi e via Agucchi, ora solo la terra rimossa dagli operatori dopo avere estratto le radici ...














Donne denunciano la "strage contro natura" e manifestano davanti alla Regione Emilia Romagna ... (primavera 2023)
 



















Una insegnante ... di vita (primavera 2023)














Il progetto del Passante di Mezzo è "antistorico" ... (primavera 2023)














Da Angela Iacopetta, Legambiente e Presidente della Consulta del Verde: "Bologna Carbon Neutral, con il passante i conti non tornano" ...




















Dai Lotti 0 "propedeutici" ai cantieri del Passante di mezzo ai cantieri del Tram, davanti all'Ospedale Maggiore: altri abbattimenti di alberi ... (estate 2023)














Tronchi di grandi dimensioni in via Saffi: realizzare linee di trasporto pubblico efficiente e salvaguardare il verde urbano è compito di chi amministra le Città ... (estate 2023)














La protesta al Giardino Acerbi: i Fondi del PNRR vanno indirizzati verso opere di conversione ecologica, non contro natura ...














... invece per costruire un nuovo asilo "il Cavazzoni" si consuma suolo vergine e si abbattono altri alberi (primavera 2024)














La lotta al Don Bosco: Polizia e Carabinieri contro giovani ed anziani che lottano per impedire ulteriori abbattimenti ... (aprile 2024)














La Polizia in assetto antisommossa interviene per imporre il taglio di 7 grandi alberi del Don Bosco, poi l'Amministrazione rinuncerà alla costruzione della nuova scuola QuattroFoglie ... (aprile 2024)














La dimensione di uno degli alberi abbattuti al Parco Don Bosco ...














La catasta dei tronchi e dei rami ... sullo sfondo il cemento delle Torri del Fiera District (aprile 2024)














Studenti manifestano in Piazza Maggiore ad uno degli scioperi per il clima ... (autunno 2024)














Senza cultura e natura manca futuro! (autunno 2024)














L'iniziativa dei 160 alberi in vaso per rispondere all'estate bollente sulla prima pagina di la Repubblica Bologna ... (12 luglio 2025)














Sulle pagine interne de la Repubblica Bologna: "L'esperimento di Lepore: è solo il primo passo" ... (12 luglio 2025)








la Repubblica Bologna intervista Stefano Mancuso.Domanda: Lei collabora anche con Bologna? Risposta: Direi di No. Mi avevano messo in un comitato di esperti, che però non è mai stato convocato" (12 luglio 2025)
 

La prima pagina del Corriere di Bologna: "Ecco i primi 69 mini alberi anti caldo in piazza Nettuno" e, a fianco "Il Sindaco Lepore agli artigiani CNA: sul Passante il Governo taglia 2 miliardi ma arriveremo a un'intesa" ... (12 luglio 2025)

All'interno del Corriere di Bologna, pagina 3: "Carini, ma ..." (12 luglio 2025)

Ancora il Corriere di Bologna, a pagina 5, "Lepore: accetteremo le modifiche ma il Passante si deve fare presto" ... (12 luglio 2025)  

Per il Resto del Carlino "Bologna è la verde": alberi e critiche ... (12 luglio 2025)











Lo stesso giorno su Carlino Bologna, l'Assessora Irene Priolo su "il Passante che verrà: le mitigazioni ci saranno" ... (12 luglio 2025)








L'intervista a reti unificate di Matteo Lepore su la Repubblica: "Bologna non può lesinare risorse sul verde: è il nostro futuro ... Vogliamo portare alberi nelle strade dove non ci sono. Invito tutti a non guardare il vaso ma la luna" (13 luglio 2025)











"Che all'ombra degli alberi si stia meglio lo sa anche un bambino, è istintivo quanto immediato" inizia così l'articolo di la Repubblica Bologna sulla bicicletta del gruppo di attivisti Scift, composto da ricercatori e scienziati ... (13 luglio 2025)








L'intervista del Sindaco sul Corriere: "mi piacerebbe arrivare a fine mandato con un piano su verde, trasporto pubblico e spazi vuoti" ... (13 luglio 2025)











Carlino Bologna titola l'intervista al Sindaco "via alla rivoluzione verde" ... (13 luglio 2025)











"Le reazioni" su Carlino Bologna sotto il titolo "Destra ed estrema sinistre unite" ... (13 luglio 2025)






Piazza del Nettuno con turisti e "alberelli in vaso" ... (13 luglio 2025)




Con lo sguardo verso piazza Maggiore ... (13 luglio 2025)








Gli alberi in vaso in Piazza del Nettuno ... (13 luglio 2025)
Per Lepore "il primo passo, sperimentale ... di una rivoluzione verde"  

Piccoli tronchi. Cresceranno?











L'installazione di altri alberelli in vaso in piazza Re Enzo ... (13 luglio 2025)

L'accurato allestimento della Coop Avola ...

Si annaffia ...








Alcune piante esposte in piazza Re Enzo sono in fiore ... (13 luglio 2025)



















Da piazza Re Enzo al Giardino San Leonardo: in presidio residenti e studenti universitari per salvaguardare uno spazio verde pubblico minacciato ... (luglio 2025)
 













Nell'assemblea del giardino San Leonardo opposizione al taglio di alcuni alberi ed al Patto di collaborazione tra Comune e Johns Hopkins University ... (4 luglio 2025)














L'articolo sul Carlino: "cittadini e studenti chiedono di fermare il restyling del giardino" e propositi di privatizzazione ... (15 luglio 2025)
















Su Corriere di Bologna: "A Palazzo d'Accursio la protesta del San Leonardo" ... (15 luglio 2025)














Su Carlino Bologna una intervista all'architetto Mario Cucinella: "un primo passo, ma non basta ... A Parigi hanno iniziato venti anni fa ... Si potrebbero fare concorsi e bandi" ... (15 luglio 2025)
Concorsi e bandi sono anche lavoro e reddito.














A Bologna in realtà di Fascie Boscate si discute e delibera dagli anni '80 del secolo scorso: ecco il progetto di 211 ettari che il PRG approvato ha vincolato. Prima realizzazione nel 1989 per 2,6 ettari il Parco Chico Mendes, rinominato Virginia Wolf dalla Giunta Lepore ...




















Il pieghevole (in carta riciclata) predisposto dalla Giunta di Renzo Imbeni definiva le 4817 piante messe a dimora e discusse tra Assessorati competenti, Uffici comunali, Quartiere Navile, Dipartimenti Universitari, cittadini ...    















Dal secolo scorso a quello attuale, dalla scelta di piantare alla pratica delle motoseghe ...
C'è chi si mobilita e resiste! Domani ...

Un appuntamento alla mobilitazione per venerdì prossimo, 18 luglio ore 18, al Giardino San Leonardo ...

.


13 commenti:

  1. Sempre interessante. Diverse news mi erano sfuggite. Le foto del ricambio arboreo rendono bene l'idea del surriscaldamento termico.
    s.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. gtugnoli16@libero.it19 luglio 2025 alle ore 10:55

      Purtroppo la ricchezza culturale e di natura di questa Città "sfugge" a molti soggetti. Soprattutto con ruoli importantissimi nella vita economica, sociale, politica, istituzionale e della comunicazione. Per limiti e/o per interessi. E' successo anche nel secolo scorso (ad esempio negli anni '70 ed '80, con conseguenze che ancora gravano).
      Nella crisi locale e globale di questo tempo le dimensioni dei problemi e la ricerca di soluzioni e pratiche democratiche e di cambiamento non consentono pause. Per tutti è l'ora dello studio, della comprensione dei fatti e della lotta per costruire giustizia, eguaglianza, libertà non riconosciute.
      Gianni

      Elimina
  2. Davvero molto efficace il contrasto tra alberi tagliati e piantati o invasati.
    Convincente anche l'alternarsi di colpi subiti e voci critiche attive.
    Impressionante l'arretramento tra '85-'89 e 2023-2025.
    Molto positiva ladelibera della Consulta comunale del verde. Che sviluppi ha prodotto? È un organo che incidere nei processi amministrativi?
    V.

    RispondiElimina
  3. Il giornalismo d'inchiesta che ricerca fonti e documenta i lettori è sale per la democrazia. Come lo sono i movimenti di lotta di cittadini, di giovani e giovanissimi che si succedono.
    Dispiace invece quando associazioni nazionali come legambiente partendo da iniziative meritorie come Che caldo che fa si acconcino a ruoli di supporto di amministratori modesti ed ostinati come quelli bolognesi. L'Espresso che riserva alla tappa bolognese della campagna grande attenzione conferma il giudizio poco lusinghiero che è contenuto qui sul giornalismo mainstream.
    R.

    RispondiElimina
  4. https://lespresso.it/c/sostenibilita/2025/07/15/bologna-temperatura-60-gradi-suolo-legambiente/55607?fbclid=IwY2xjawLjpR5leHRuA2FlbQIxMQBicmlkETBrR0U2WjBYSFFSb1JGMFM0AR4nJ932AqUhyUgrH6gLyBux6rXrDEYShJYbVWjco9pI0tWrXxIcrYgM9tgN9A_aem_8rEbqN2n-NQk7Uz2thcs7A

    RispondiElimina
  5. Tutto e solo marketing per agenzie turistiche.
    Capisco / sottoscrivo la provocazione / auspicio finale, ma questa volta Lepore non si può permettere "il passo di lato". Troppi interessi sono in ballo e alcuni già costati denari pubblici da giustificare / equilibrare nei prossimi bilanci.
    ☆☆☆

    RispondiElimina
  6. Intanto il caldo fa secchi alberelli in vaso nel cortile di palazzo comunale....
    Leggo il documento approvato dalla Consulta del verde e domando: come si sono pronunciati i vari partiti? Chi pro, chi contro, chi astenuto? È voto segreto o palese?
    M.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Noi verdi siamo a favore di quanto la consulta afferma e abbiamo votato contro al passante

      Elimina
  7. Leggo sui giornali di questa mattina che Legambiente promuove gli alberi in vaso messi dal Comune nelle piazze del centro, mentre il prof. Minelli, del Comitato scientifico di Bologna Verde, li boccia.
    Forse il vero problema è guardare "la luna" e non soffermarsi troppo a lungo sul dito (mignolo, per altro!). Si lavora per una città con più asfalto e cemento, altro consumo di suolo ed ulteriori parcheggi multipiano (in pieno centro, a piazza Roosevelt, come sostiene il Sindaco) o la direzione di marcia è verso il taglio di percentuali consistenti di impermeabilizzazione esistente (il 20-30% rispetto ad oggi!), verso un effettivo consumo di suolo zero, con la piantumazione di alberi e piante ovunque possibile (come dice la Consulta per il Verde)?
    Penso anch'io che la rivoluzione verde si misura oggi dalla rinuncia al Passante di Mezzo e nella scelta di investire con determinazione nelle ferrovie (che ora pensano solo ai Treni Veloci!) e nel promuovere l'uso di trasporti pubblici anche attraverso abbonamenti vantaggiosi (mentre si sono aumentati i costi di viaggio). Ciò, per altro, comporta conversione industriale: dalla Motor Valley alla produzione di mezzi per Tper e affini.
    Che ne pensano in proposito de Pascale, Colla e Priolo? piuttosto che i sindacati e le organizzazioni imprenditoriali?
    La mia impressione è che la vita al 2050 impone da oggi questa ed altre scelte davvero radicali e rivoluzionarie.
    Ciao!

    RispondiElimina
  8. 136 e 167 sono gli ultimi due livelli di ozono registrati da Arpae a Bologna. Alti e pericolosi.
    ☆☆☆

    RispondiElimina
  9. Se traduco il "vaso" è il dito e la "luna" è il progetto di città c'azzecco?
    No, lo chiedo per risolvere una scommessa fatta sull'interpretazione autentica.
    Titti

    RispondiElimina
  10. A Bologna ozono a 132, ma Piacenza resta oltre quota 160 di media su 8 ore.
    Alta!
    ☆☆☆

    RispondiElimina
  11. Trovo decisamente interessante il commento e la documentazione, parte della quale inedita (ho verificato, non solo per me). E questo è un primo punto di discussione: certe tesi non risultano. Il WWF scrive al sindaco, la Consulta del verde prende posizione su temi delicati ed al centro di conflitti? Perché non diventano arricchimento comune? Qui c'è da pensare male. C'è un interesse comune a discutere di questioni minori e non di scelte strategiche e di visione delle città che vogliamo? Insomma "la luna"! Penso di sì. In fondo per chi governa la partecipazione è fatica, costi, sottrazione di potere, impegno continuo a studiare. Roba che appare sempre più merce rara. Comprensibile per chi ha una logica elitaria, non per chi si riconosce nella costituzione italiana.
    Dunque sveglia!
    In gioco c'è molto più di un "vaso" o tanti vasi, di un albero o più alberi, di un bosco o di una infrastruttura.
    La scelta è sulla società che vogliamo oggi e che intendiamo lasciare ai nostri figli.
    E qui le idee e gli interessi debbono esplicitarsi. Io non apprezzo Sala, né De Luca, né de Pascale. Al contrario, vorrei meno armi, come Cecilia Srada e Mario Tarquinio, meno automezzi in circolazione, come sostengono tanti onesti amministratori, piu giustizia, come rivendicano Landini, Cobas, greenpeace e movimenti ecologisti. Parliamoci!
    DG

    RispondiElimina