|
Ieri in Piazza Maggiore, a Bologna, confronto tra Extinction Rebellion e l'Amministrazione ... |
Centodieci giorni fa un partecipato corteo di giovani e donne, di lavoratori e vecchietti ha attraversato le strade di Bologna e un tratto del grande asse viario A14 - Tangenziale aderendo ad una parola d'ordine non scontata: "Convergere per insorgere". Frutto di un primo, meditato e pregevole impegno di confronto politico e culturale tra attivisti bolognesi, Consiglio di fabbrica della GKN di Firenze e altre realtà sociali presenti sul territorio nazionale. Ora, nei giorni della ennesima tragedia "naturale" con migliaia di morti (possibile solo per insipienza ed irresponsabilità delle classi dominanti e/o dirigenti) vale la pena ritornare sul valore e sulle ragioni di quel "Convergere per insorgere". Che, merita d'essere rivalutato. A prescindere da ogni orgoglio di parte. Ma per l'esigenza comune di una riappropriazione diffusa e popolare della Politica.
Gli effetti devastanti e tragici del terremoto che ha colpito ieri Siria e Turchia stanno ancora una volta nelle scelte degli uomini: costruzioni "in un giorno" (si dice là) o "abusive" (si è detto in Italia per l'Irpinia, il Sud o il Centro Italia) senza adeguata prevenzione antisismica e attenta valutazione dei periodici eventi naturali. Per rispondere a presunte "emergenze": demografiche nonché migratorie, indotte (sempre) da scelte ed atti di governo o di non governo.
E' bene non dimenticare, oggi, che quei territori del Medio Oriente sono un'area di incessanti conflitti armati. Dove si scontrano da anni, molti anni, l'esercito del regime di Assad e quello di Erdogan, milizie armate laiche e religiose islamiche e militari russi, aerei USA, missili israeliani. Su quelle terre vivono da sempre popoli oggi non riconosciuti, i curdi, nonché profughi e sfollati di conflitti mai adeguatamente considerati. Miliardi della UE sono stati contrattati con il Governo di Ankara, alleato NATO, per fermare milioni di sfollati che intendevano, indesiderati, raggiungere l'Europa.
Da mesi le classi dominanti e i governi d'Oriente e d'Occidente anziché preoccuparsi di rispondere ai grandi bisogni fondamentali di centinaia di milioni di persone e di una umanità internazionale che chiede giustizia e libertà si sfidano in atti di guerra e logiche di potere, in processi di riarmo e di concentrazione delle ricchezze e delle decisioni.
Oggi chi si sente orgogliosamente europeo, "cittadino del mondo", internazionalista sente che le risposte non possono essere "localiste", nazionaliste, isolazioniste. Né si possono negare le interconnessioni tra paesi, popoli, individui o tra demografia, società, economia, ecologia. Lo sviluppo delle conoscenze, delle culture e delle tecnologie sono, possono essere una grande opportunità ... solo se governate, condivise, orientate all'interesse generale, delle comunità e degli individui.
I fatti del mondo e quelli locali ci dicono che "convergere" su priorità sostanziali è urgente e possibile: la lotta alla fame ed alla povertà che si estende ovunque; politiche di conversione pacifica ed ecologica delle produzioni e dei consumi; investimenti nella salvaguardia degli ecosistemi naturali e nel contrasto al riscaldamento climatico e al crescente degrado ambientale; grandi opere di prevenzione e di adattamento ai mutamenti in atto e messa in sicurezza dei territori e delle città. Di questo occorre ragionare e su questo trovare soluzioni nuove, sagge, convincenti.
Contemporaneamente, tanti interessi muovono in direzione ostinata e contraria. Nei regimi autarchici d'Oriente come nei paesi dell'Occidente retti da Costituzioni democratiche quasi sempre disattese, contraddette, violate. Vale per l'Europa e un Parlamento dell'Unione colpito da pratiche che lo minacciano nella sua funzione più alta di indirizzo politico, di rappresentanza e di autonomia politica da grandi lobby e potenze. Vale per il Paese europeo più popolato e ricco, la Germania, che decide di derogare da impegni storici solenni ed investire 100 miliardi nel suo riarmo nazionale e in un rilancio delle proprie industrie di carbone e fossili. Vale per l'Italia dove l'escalation della guerra, di conflitti e di crisi porta rappresentanze economiche e sindacali, partiti di destra, di centro e di sinistra a compiere scelte convergenti ed irresponsabili di conservazione di "un sistema" diffuso di ingiustizie e di illegalità, che svuota progressivamente le Istituzioni della Repubblica e la partecipazione del popolo e delle comunità locali. Con una politica che si rinchiude sempre più nei Palazzi del potere, che concentra decisioni e che, di tanto in tanto, si limita a verificare il consenso su candidature di leadership preconfezionate in ambiti ristretti (e mediaticamente governati) o in elezioni regolate da leggi maggioritarie discutibili (non a caso significativamente definite "porcellum" o "porcate"), non di rado riconosciute incostituzionali. Con astensioni dal voto sempre più significative. Da qui la forza (per molti sorprendente!) del "per insorgere" del 22 ottobre 2022.
Nel contesto dato e all'interno di queste Istituzioni in cui convivono e si rigenerano pratiche personalistiche, correntizie, clientelari, doppi incarichi, "porte girevoli" che alimentano "doppi incarichi", conflitti di interessi, corruzione, malaffare anche l'impegno politico democratico più sincero ed intellettualmente onesto rischia di essere offuscato, silenziato, travolto. A destra, al centro, a sinistra.
Ciò che in situazioni di normale vita democratica sono necessarie attenzioni e rispetto procedurale, nella crisi e nelle nebbie di questo lungo "inverno" diviene causa di confusione e di corresponsabilità. Senza percezione di differenze politiche e culturali sostanziali. A tutto vantaggio di chi regge il timone di una nave o di un transatlantico in difficoltà che attraversa un oceano agitato con tanti scogli. E, soprattutto, a vantaggio di armatori o di oscure società di bandiera che stanno sulla terraferma avendo incassato lauti profitti dagli sventurati che navigano (passeggeri più o meno consapevoli e equipaggio con ruoli significativi o no).
Un piccolo esempio. Ieri a Bologna si è manifestato e discusso in Piazza Maggiore di Assemblee Cittadine, richieste da tempo da Extinction Rebellion e da un composito mondo di associazioni democratiche ed ambientaliste critiche nei confronti del modello di crescita economica e produttiva in crisi. Meritoriamente e con un proficuo lavoro il Consiglio Comunale le ha inserite nello Statuto. Ovviamente per tutti sono uno strumento per il confronto e non un obiettivo fine a se stesso. Dunque debbono essere utili rispetto ai tempi delle scelte. Affinché le soluzioni migliori siano compiute con chiarezza e responsabilità nel governo delle comunità.
Per intenderci, se il tema sono le misure necessarie ed urgenti per investire bene le risorse pubbliche e private su "emergenza climatica ed ecologica" (dichiarata dal Consiglio Comunale nel 2019) le pratiche gestionali ed amministrative (burocratiche, di "privacy" o "di adesione di tutti i gruppi consiliari di maggioranza e di minoranza") non possono portare il necessario confronto e la dialettica naturale a tempi lunghi di mesi (o di anni) che finirebbero per arrivare dopo scelte strategiche unanimemente considerate condizionanti per la riduzione dell'inquinamento ed il contenimento delle emissioni al 2030, per il Climate City Contract, per liberare quanto prima la Città dalla "mal'aria" e renderla effettivamente "capitale di benessere" e di "vita bella" per le generazioni attuali e future. Cioè "a babbo morto", dopo l'apertura dei cantieri per opere "pesanti" e "contrastate", con "miliardi di investimenti" già decollati su strade ed autostrade regionali anziché su traporti pubblici, collettivi e non inquinanti; su Passanti di Mazzo e "varianti di collegamento in asfalto e cemento tra le Valli" piuttosto che ferrovie; su "Rigassificatori" e trivelle anziché energie rinnovabili; su nuovi impianti di carburanti fossili e grandi poli della logistica su gomma o ipermercati anziché alternative mature di rigenerazione della biodiversità e di risparmio di risorse essenziali e limitate ...
Qui ed ora la sfida politica e culturale è per cambiare le priorità di governo e costruire nella società una "convergenza" che promuova "conversione".
|
A Bologna, ieri, il presidio di Extinction Rebellion e di rappresentanze ambientaliste in Piazza Maggiore ... (6 febbraio 2023)
|
|
Attivisti sotto Palazzo d'Accursio, a fianco del Nettuno ...
|
|
Pasquale di XR motiva le ragioni della protesta e delle richieste a Giunta e Consiglio Comunale ...
|
|
Ad ascoltare e confrontarsi il consigliere "Verdi Europei" Davide Celli ...
|
|
Presenti giornalisti e video operatori RAI ...
|
|
A Palazzo d'Accursio, le luci nel salone del Consiglio Comunale sono accese ...
|
|
A fianco delle bandiere di Extinction Rebellion quelle di Legambiente Bologna ...
|
|
Dal Palazzo scendono la ViceSindaca, Emily Clancy (di Coalizione Civica) e l'Assessora ai Fondi europei - PNRR, transizione ecologica e relazioni internazionali, Anna Lisa Boni (indipendente) ...
|
|
Parte un confronto pubblico serrato ...
|
|
Che coinvolge attivisti e anche passanti ...
|
|
Le Amministratrici evidenziano complessità e percorsi inesplorati ... "di esempio per tutti i Comuni d'Italia e di Europa" ...
|
|
Le repliche degli attivisti di XR sono puntuali: "aspettiamo da anni, l'Assemblea dei 100 era annunciata per l'autunno" ... le decisioni politiche e di governo "procedono su vari fronti" e in diversi "Enti e Società" ...
|
|
Il "cappanello" si ingrossa, nonostante freddo e vento ... Tra i presenti il Comitato Rigenerazione, No Speculazione impegnato nell'Istruttoria Pubblica sui Prati di Caprara e non solo
|
|
Con Clancy e Boni si prosegue nel confronto per diverse decine di minuti ... C'è "disponibilità e lavoro quotidiano" sostengono ViceSindaca e Assessora, ma i tempi si allungano alla primavera ...
|
|
Al termine, sono le 18.30, un portavoce di Extinction Rebellion Bologna riferisce ai presenti e ribadisce la volontà di continuare la mobilitazione ...
|
|
Il trafiletto di oggi del Carlino Bologna ... (7 febbraio 2023)
|
|
E quanto annunciato il 18 agosto 2022 dal Canada dalla ViceSindaca per la ripresa autunnale ... (Repubblica Bologna). Con la dichiarazione di XR: " se parliamo di urgenza climatica a Bologna non possiamo ignorare il Passante: è l'elefante nella stanza".
|
|
Intanto eventi climatici, naturali e frutto delle azioni "umane" e di governo segnano la quotidianità ... (Carlino Bologna, 7 febbraio 2023)
|
|
"La frana a Monterenzio" titola Repubblica Bologna "apre la terra, due case distrutte, 18 persone evacuate" ... (7 febbraio 2023) Nuovi risarcimenti a perdere, altre calamità, altre spese ...
|
|
Capitolo infinito Autostrade: profitti, pedaggi e mancate manutenzioni ... Nuovi tracciati, investimenti e scarichi di responsabilità nella gestione ... (il Resto del Carlino, 7 febbraio 2023) |
|
In mondo pinge migliaia di morti per un terremoto annunciato e non prevenuto ... Per investimenti a perdere e orientati al riarmo anziché alla messa in sicurezza delle comunità ...
|
|
"Macerie infinite" titola il manifesto. "Colpita la zona dove da anni sopravvivono decine di migliaia di profughi" ... (7 febbraio 2023) "Convergere per insorgere" non è forse la strada per evitare "Macerie infinite"? |
Le ragioni per insorgere di fronte ai governanti che ci ritroviamo ci sono tutte. Personaggi autoritari ovunque e quando va bene democrazie zoppe, mutilate. Incapaci di convivere tra parti ideologiche o sociali contrapposte (negli Stati Uniti o in Brasile) e di trovare risposte valide sempre e per tutti (conosciuti e sconosciuti, amici e no).
RispondiEliminaMi pare però molto difficile convergere. Magari necessario ma tante, troppe peculiarità, diversi interessi, molte distinzioni. E in fondo impossibilità o disinteresse a trovare sintesi comuni.
Gli ambientalisti faticano a ritrovarsi: Greenpeace, Wwf, Fai, Italia nostra, Lega Ambiente, Amici della terra Guardie Ecologiche, Mare vivo, Lav. Altre ancora, locali.
Poi i pacifisti: laici e cattolici, Movimento non violento, Associazione per la pace, Donne in nero, Comunità di Sant'Egidio, Sbilanciamoci, Portico della pace, eccetera, eccetera.
E i sindacati confederali e di base. Delle varie categorie del lavoro autonomo, professionale, dipendente. E i pensionati che sono stati lavoratori.
Ecco una frammentazione che pesa, tante culture e logiche di caratterizzazione, relazioni, presenza.
Questo pesa negativamente di fronte alla concentrazione del potere economico, mediatico, istituzionale.
Quindi capisco perorare la convergenza ma per ora vedo frammentazione.
E così i problemi purtroppo si moltiplicano e si aggravano.
M.C.'62
Anche a me pare che il vero problema sia la "sintesi" politica su cui convergere tra soggetti diversi (e spesso anche in competizione): un comune Progetto di trasformazione sociale o, se si preferisce, di rivoluzione. Naturalmente "gentile", democratica e popolare, non violenta, capace di cambiare progressivamente e in modo duraturo i rapporti di forza tra i "ricchi" della Terra e la grande maggioranza delle persone e delle comunità ai margini degli attuali sistemi economici e produttivi, a cui non vengono garantiti diritti, benessere e futuro. A Est come a Ovest.
EliminaVedo però esperienze da coltivare: nel mondo (nel Sud del mondo, ad esempio in America Latina), in Europa (il piccolo grande mondo che ha prodotto il movimento Fridays for Future e Extinction Rebellion), in Italia (appunto il potenziale mostrato - anche il 22 ottobre a Bologna - da "Convergere per insorgere).
Nulla di scontato e lineare, ma un processo ricco di stimoli e lezioni da non trascurare per le sfide aperte.
Gianni
Si, i regimi di Siria e Turchia fanno guerra e non pensano alla grande maggioranza dei siriani e dei turchi. Né ai diritti dei curdi e di altre minoranze.
RispondiEliminaLe grandi potenze imperiali (Russia, Usa, Cina, Inghilterra, Francia) fanno i loro interessi e difendono gli alleati. Oggi privilegiano il riarmo e da tempo non si curano della prevenzione dai rischi sismici, ambientali e climatici.
Lo capiamo in tanti, ma agire diversamente è difficile. Hai ragione. Chi ci prova rischia di non essere capito e di bruciarsi.
Ma dobbiamo continuare metterci la faccia e insistere nelle convinzioni che abbiamo è necessario. Altrimenti non avremo più il rispetto che chiediamo quando operiamo nelle istituzioni o nella vita di ogni giorno.
L.
Che dire, sottoscrivo.
EliminaLe battaglie che si considerano giuste e di interesse generale vanno fatte fino in fondo. Semmai sapendo analizzare limiti ed errori per correggerli ed attrezzarsi meglio nelle ulteriori sfide.
Gianni
Assemblea sul clima , potrebbe essere una ottima idea , anche se i criteri di selezione della suddetta mi paiono francamente un poco bizzarri , un tot di persone ,100 se o ben capito , scelte a sorteggio, e con carattere non vincolante . Rimane comunque uno strumento di partecipazione e come ogni strumento dipende anche da come lo si usa . Strumento e non fine dovrebbe essere , qui mi pare che strumento e fine siano in osmosi ,lo strumento è il fine ,per chi Governa la città , una parvenza di partecipazione fine a se stessa .
RispondiEliminaSbaglierò ma l'impressione è sempre stata quella , un tentativo neppur tanto nascosto di ingabbiare la protesta e la voglia di contare , non solo di partecipare .
Questo avviene a Bologna ,una città che da sempre ha avuto nella partecipazione un tratto distintivo , una sordina a chi non si regola .
Questo nel piccolo a Bologna , nel ormai sempre più martoriato panorama mondiale , faccio sempre più fatica a dire che esistono Democrazie " Buone " e " Autocrazie " cattive , vedo una propensione sempre più spiccata nelle cosidette Democrazie ad un restringimento delle libertà reali , di contare , espresso verso ogni forma di reale divergenza sociale ed economica che metta veramente in discussione il modello di sviluppo .
Il concetto di Democrazia " Buona " è ormai diventato un paravento per perpetrare ogni nefandezza , tanto si combatte sempre contro i " Cattivi " e tutto diventa permesso .
Diventa difficile il che fare ,se non si prova a rimettere insieme un movimento ( Partito ) che esca dal proprio particolare e sia capace di unire tutti i " particolari " con un obiettivo comune .
Provarci sempre è l'unica strada ,ma sta diventando sempre più stretta , presto diverrà un vicolo cieco .
Ciao
G.
Il risultato che potrebbe derivare da Lepore + Boni + Clancy - (Extinction + Legambiente) / Galeazzo Bignami mi pare comunque preferibile a quello che esce da Erdogan + Bashir Assad + Putin + Biden / Rojava.
RispondiEliminaMa in ogni caso il futuro di Greta + Nakate resta ???
Quello di Fridays for Future, dei Parent for future e dei nonni for future, degli scienziati e dei cittadini che lottano per la giustizia climatica e sociale, è un punto di vista imprescindibile!
EliminaPer tutti. Al di là di ogni negazione e propaganda di parte.
Gianni
Terremoto? In Siria non pervenuto. In Turchia Erdogan blocca i social. Politica? No, potere di rais. Una tendenza da contrastare anche qui. Le A.C. di XR potrebbero essere un contributo in una città in cui hanno votato per il sindaco ed il consiglio comunale 1 elettore su 2. Ma i tempi lunghi fanno pensare che almeno nella maggioranza della maggioranza resta la logica del "non disturbare l'autista".
RispondiEliminaDG
Pessima "logica" quella che predica "non disturbare chi governa". La critica e la dialettica sono un fattore essenziale per la democrazia e per affrontare problemi e contraddizioni delle società. Comunque e dovunque.
EliminaGianni
Chiunque pensa di poter affrontare terremoti e controversie politiche investendo nelle armi, nell'autarchia o nella guerra non è a posto. Ovvero si è bevuto il cervello. Questi problemi richiedono un mix adeguato di cultura, condivisione, cooperazione. Local e global.
RispondiEliminaBiBi
In un Pianeta che registra una straordinaria crescita demografica si pongono problemi nuovi di governo, di comprensione, di condivisione e di cooperazione.
EliminaLe guerre nell'era del nucleare sono un pericolo da scongiurare e l'illusione del "vincere" un conflitto armato con una potenza militare si fonda su una scommessa azzardata e irresponsabile.
Gianni
La mia impressione è che nella testa di chi sta ai vertici del potere economico e delle istituzioni la politica sia diventata solo amministrazione dell'esistente. Qua e là i terremoti si ripetono e le risposte sono aiuti umanitari, mai (salvo eccezioni) grandi investimenti per prevenire e ridurre i rischi. Altrove il riscaldamento globale del pianeta provoca siccità continentali, disastri naturali e migrazioni "economiche"? Dunque, gli stessi governanti, operano per fermare i flussi quanto più possibile, mai interventi radicali per mutare le cause dei processi. Fin qui, sempre e solo toppe. Fino a quando qualche grande comunità o madre natura non convergerà e insorgerà davvero.
RispondiEliminaAnna