sabato 21 settembre 2019

Quello che serve per cominciare a fare sul serio

"Cambiamo sistema, non il clima! Venerdì prossimo tutti in piazza ...",
ragazze e giovani in piazza XX settembre a Bologna (venerdì 20 settembre)




















Ieri in mezzo mondo il nuovo sciopero globale per il clima, sciopero che in Italia avrà luogo venerdì 27. È un momento importante per fare pressione prima dell’Assemblea dell’Onu di lunedì prossimo che farà il punto – politico ma non negoziale – sullo stato delle azioni per combattere i cambiamenti climatici. A dicembre avremo la Conferenza delle Parti in Cile che proseguirà il negoziato sul clima che, a fine 2020, dovrebbe sancire i nuovi «obiettivi volontari» che dovrebbero essere molto più alti di quelli espressi a Parigi nel 2015. Com’è noto, con gli obiettivi volontari attuali il pianeta è destinato a «cuocere» con un aumento della temperatura globale ben superiore ai 3°C invece di stare “ben al di sotto dei 2°C” e meglio entro i 1,5°C.

Questa traiettoria va assolutamente modificata se l’umanità vuole evitare le conseguenze più disastrose dei cambiamenti climatici.
Gli effetti già oggi visibili, infatti, sono relativi all’aumento di meno di 1°C globalmente rispetto all’era preindustriale (anche se la temperatura sulla sola terraferma è già aumentata di 1,53°C).
L’Era dell’Antropocene – secondo la definizione proposta dal premio Nobel Paul Crutzen, l’era geologica in cui l’ambiente è fortemente condizionato a scala globale dall’azione dell’uomo – nella quale siamo immersi fino al collo ha infatti modificato anche il significato dell’espressione «battersi per un futuro migliore».
Infatti, anche se riuscissimo a vincere questa sfida epocale, e cioè riuscendo a contenere l’aumento globale della temperatura globale entro il 1,5°C, avremo comunque un mondo in cui il clima sarà peggiore di quello che sperimentiamo oggi.
I Fridays For Future, e il messaggio di Greta, sono mirati ad averlo ancora un futuro, come società umana se non addirittura come specie.
Vedremo se e come la politica, a livello globale risponderà: non abbiamo più tempo da perdere.

All’Assemblea dell’Onu a New York parlerà anche il presidente Giuseppe Conte e a lui vorremmo dire che tipo di misure vanno prese se si vuol prendere sul serio la sfida. Innanzitutto, gli obiettivi del Piano Energia e Clima – redatto in modo burocratico rispetto a obiettivi europei che sappiamo verranno rivisti – vanno alzati, e di molto, per renderli coerenti con l’azzeramento delle emissioni di CO2 nei prossimi 20 anni.

Col piano attuale, infatti, non arriveremo alla «decarbonizzazione» (zero emissioni di CO2) nemmeno nel 2070, come del resto pensa buona parte dell’industria fossile anche nazionale.
Questo significa detronizzare dalle politiche energetiche non solo il carbone (se ne prevede l’uscita al 2025, ma al momento non ci sono piani o scadenze precise) ma progressivamente anche il petrolio e il gas naturale. E dunque progettare un piano energetico basato essenzialmente su efficienza e rinnovabili.

Un piano di questo genere avrebbe peraltro conseguenze positive sia sull’inquinamento in generale che sulla creazione di nuovi posti di lavoro, se attuato con strategie adeguate.
In questa prospettiva, come in alcuni Paesi hanno già iniziato a fare, va posta una data (2028 la richiesta di Greenpeace) entro cui far cessare le vendite delle automobili con motore a combustione interna (diesel, benzina, gas).
Un’altra misura da prendere è quella di ridurre progressivamente i sussidi agli allevamenti intensivi, che sono parte non marginale del problema.

Se si vuol fare sul serio, queste rappresentano il tipo di misure da prendere. Altrimenti si continuerà a prendere tempo per proteggere le posizioni di chi – dal settore del gas e petrolio a quello dell’auto – non ha ancora mosso nemmeno i primi passi per il cambiamento necessario.

Giuseppe Onufrio*, il manifesto, 21 settembre

*Direttore Greenpeace Italia

13 commenti:

  1. Ma se l'obiettivo è ridurre drasticamente dalle strade le auto e gli autocarri e nel 2028 non produrre più mezzi con motore di combustione interno, perché si vogliono costruire strade a 15-20 corsie?
    A chi serviranno quando saranno realizzate?
    DG

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    1. È con tutta evidenza una contraddizione.
      Non bisogna costruire nuove strade, superstrade ed autostrade (salvo eccezioni).
      Piuttosto è bene conservare in buono stato quelle esistenti ed investire le risorse necessarie per accrescere la competitività e l'efficienza delle infrastrutture e dei mezzi di trasporto pubblici e non inquinanti.
      Gianni

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  2. Cambiare sistema , cambiare stile di vita , cambiare i consumi , tutti , come diceva " Mafalda" fermate il Mondo .
    Sinceramente la vedo estremamente dura , non vedo volontà politiche reali .
    Non vedo cambiamenti nei comportamenti sociali quotidiani .
    Non rinunciamo a provarci ma l'ottimismo è solo di facciata.
    E non paghino sempre i soliti .
    Ciao

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    1. Per il momento vogliamo fermarci al pessimismo della ragione?
      Eppure questo è il tempo di Greta e dei suoi compagni ...
      Ci aggiorniamo a venerdì 27 settembre!
      Gianni

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  3. Forse saranno questi giovani a cambiare il mondo.
    Non certo i corrotti di destra, centro e sinistra.
    Quelli che da giovani sono socialisti e da adulti fascisti.
    Quelli che prima fanno la rivoluzione e poi aprono i gulag.
    Quelli che la domenica vanno in Chiesa e nei giorni feriali dimenticano Dio.
    Quelli che rivendicano sempre i diritti e non riconoscono mai i doveri.
    Quelli che vogliono rottamare gli altri e sono sempre li.
    Quelli che iniziano coi vaffa e finiscono come Toninelli.
    A fianco dei vari Parlamenti proporrei di eleggere una Assemblea con diritto di veto e di proposta eletta e composta dai ragazzi dai 10 ai 25 anni.
    Nico

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  4. Ma chi sono quelli che vogliono fare sul serio?
    Se qualcuno ha certezze, accetto di buon grado....
    Vale

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  5. servono idee chiare, non solo alleanze tra partiti sradicati dai contesti sociali.
    presto si voterà nelle regioni: la lega torna con berlusconi e il m5s si presenta con il pd-leu?
    sarebbe questo il cambiamento?
    o qualcuno vuole anche occuparsi di:
    a. questione morale (la corruzione pervade ancora istituzioni e società)
    b. lotta all'evasione fiscale (lo stato non può basarsi solo sulle tasse dei ceti produttivi)
    c. bonifiche ambientali e messa in sicurezza dei territori.
    masi

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    1. Si, confrontiamoci, organizziamoci e incalziamo le istituzioni sui problemi. Chi ci rappresenta non può sfuggire e deve agire.
      Gianni

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  6. Come Fridays for Future Bologna invitiamo tutte le soggettività che attraversano le nostre città a scendere in piazza il 27 settembre, alle ore 9:30 in Piazza San Francesco, per il Terzo Sciopero Globale per il clima. Scendiamo in piazza per chiedere un reale cambio di sistema e non del clima, a livello nazionale e globale, con politiche che portino a una transizione energetica entro il 2030, pagata dai pochi responsabili e non dalle tante e dai tanti vittime di questo sistema. E vogliamo che questa transizione non sia fatta a discapito di lavoratrici e lavoratori, non creando orde di disoccupati, ma tutelando posti di lavoro e implementandone i diritti.
    Ma anche a livello cittadino vogliamo un cambio di rotta ben chiaro: - Vogliamo trasporti gratuiti, ecologici e capillari, unica vera soluzione all’inquinamento causato dalle automobili - Vogliamo un netto stop alle grandi opere inutili e inquinanti sul nostro territorio: il Passante di Mezzo e la cementificazione dei Prati di Caprara - Vogliamo che si smetta con la scellerata politica di apertura di nuovi supermercati sul nostro territorio - Vogliamo che Hera metta in atto una transizione verso le energie rinnovabili, per ottenere il 100% nel più breve tempo possibile. - Vogliamo un’istruzione e una ricerca pubblica, libera e nettamente rifinanziata. Vogliamo che l’Università di Bologna termini qualsiasi collaborazione o tirocinio con aziende inquinanti. Lo stesso per gli istituti superiori per quanto riguarda l’alternanza scuola-lavoro.

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  7. Il fatto che i politici oggi al governo promettano realizzazioni per il 2050 fa semplicemente ridere!!!!!!!
    O forse no e vorrebbe essere una assicurazione sul loro futuro?!?!
    Titti

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