sabato 13 gennaio 2018

Uniti si, per cambiare

Chi (giustamente) critica una coalizione (quella di Centrodestra) perché raccoglie progetti ed obiettivi politici contrastanti può, contemporaneamente, rivolgere ripetuti sfinenti appelli all'unità tra soggetti e forze (di sinistra e di centro) che vogliono fare cose diverse al governo del Paese, di Regioni e Comuni?
Che serietà, coerenza e credibilità si dimostrano operando in questo modo?

Eppure, politici, sindacalisti, editori e giornalisti insistono.
Molti di questi negli ultimi tempi hanno voluto superare con atti simbolici e leggi forti istituti sociali, di solidarietà e di cooperazione, o beni comuni, faticosamente conquistati e a lungo rispettati. Ed ora vorrebbero ricostituire relazioni e mondi che hanno distrutto. 
Operazione ambiziosa. 
Possibile? Solo riconoscendo apertamente ragioni altrui e affrontando, con rinnovata disponibilità, discussioni critiche ed autocritiche; alla pari, senza alcuna presunzione e arroganza.
Non pare questa la situazione. Nel Paese come nelle realtà locali.
In Lombardia, dopo aver scelto unilateralmente il candidato ed il progetto "fare, meglio" (di Maroni e del Centrodestra, evidentemente), ci si sorprende che i "non considerati e coinvolti" percorrono, ora, una loro strada distinta, autonoma e di netta "discontinuità". 
Infine, Giorgio Gori afferma, su la Repubblica di oggi, che i corteggiati potenziali alleati "sono accecati dall'odio per i dem". Buonanotte!
Si discute ancora nel Lazio. 
La Regione dove negli ultimi 5 anni la maggioranza di Nicola Zingaretti ha vissuto pericolosamente e tra contraddizioni che non sembrano affatto superate. 
Da un lato il ciclone di Mafia Capitale, aperto dall'Inchiesta della Magistratura, che ha colpito duramente la classe dirigente del PD romano, ancora oggi commissariato; dall'altro il non governo di grandi questioni territoriali ed ambientali: dalla mancata messa in sicurezza di un territorio esposto ad uno sviluppo economico ed urbanistico insostenibile e sempre più esposto ai mutamenti climatici, al perdurante caos rifiuti dovuto all'assenza di una rete impiantistica in grado di raccogliere in modo differenziato i rifiuti, di trattare adeguatamente e recuperare materie prime, di smaltire in poche discariche controllate o in termo-valorizzatori sotto continuo controllo gli scarti residui di RSU, "speciali", "industriali" e "pericolosi". E' infatti del tutto evidente che nessuna persona obiettiva, informata e libera può capire ed accettare la propaganda che scarica sulla Amministrazione romana di Virginia Raggi (al di la dei giudizi di merito su questa) le principali responsabilità che vivono romani e laziali, in particolare dopo i colpi (giudiziari e politici) inferti ai potentati imprenditoriali del settore igiene - ambiente e con la (sacrosanta) chiusura della grande discarica di Malagrotta di Manlio Cerroni.
Dunque, al di là di ogni pregiudizio, quali scelte di cambiamento di vogliono concretamente portare avanti per affermare "discontinuità" e per costruire una nuova esperienza di Governo della Regione nel segno della trasparenza, della sostenibilità, della giustizia sociale e dei diritti per tutti i cittadini ed i lavoratori? Non "contro" qualche "mostro" reale o presunto. Ma "per" politiche e pratiche sociali "comuni" e davvero innovative. Non risultasse chiaro si andrebbe incontro a sconfitta certa. 

Insomma, ciò che sarebbe urgente capire prima del voto politico del 4 marzo è la reale consistenza delle riflessioni prodotte dalle diverse forze politiche in campo su tutto il territorio nazionale. 
Per cogliere meglio il profilo progettuale e sociale dei partiti e dei movimenti che si sfidano, che competono, a cui dobbiamo e vogliamo affidare la nostra rappresentanza istituzionale.
Per questo attendiamo con curiosità ed interesse le messe a punto dei Programmi politici, la scelta dei candidati per le liste proporzionali e di quelli per la quota di maggioritario. E vorremmo anche ci venisse esplicitato da partiti, movimenti e coalizioni quali alleanze sono eventualmente ritenute possibili o auspicate e quali al contrario vengono categoricamente escluse. 

Di più. 
Sarebbero importanti segnali di coerenza e di affidabilità politica. Che, purtroppo, sono stati messi in discussione da tristissime vicende del recente passato. In particolare ciò che abbiamo vissuto nel 2013, quando - a poche settimane dal voto - chi aveva votato a sinistra per Italia Bene Comune (come chi aveva sostenuto l'Alleanza di destra tra il Popolo delle Libertà di Berlusconi e la Lega Nord di Salvini) si è sentito "tradito" o, comunque, catapultato in uno scenario assolutamente diverso e distante. Senza nemmeno poter esprimere un giudizio ed una nuova valutazione. Nemmeno quella che, per esempio, in Germania avranno ora la possibilità di esprimere i socialdemocratici della SPD attraverso un congresso straordinario, per valutare se e come modificare la scelta - sostenuta in campagna elettorale - di non rinnovare la Grosse Koalition con i popolari della CDU-CSU.

Si vuole un esempio concreto? 
Prendiamo l'Emilia Romagna.
Chi, come Liberi ed Uguali, chiede voti nazionali per determinare "discontinuità politica e di governo" ed ha, sul territorio, dirigenti di rilievo e quadri storici importanti, può e deve dimostrarlo. 
Non si può continuare a vivere di memoria storica; molte delle conquiste sociali del passato sono superate, compromesse o in grave crisi. 
Sono emersi problemi nuovi, complessi, irrisolti: l'inquinamento e le malattie da smog, con troppe morti premature; i crescenti squilibri territoriali con gli eccessi di urbanizzazione e lo spopolamento dell'Appennino; le crisi industriali di marchi storici e l'arrivo di multinazionali con produzioni socialmente nocive (come la Philips Morris); la crisi di piccole e medie imprese artigiane e commerciali e l'insediamento continuo di grandi catene di super ed ipermercati; le trasformazioni incontrollate nell'agro-industria con l'uso diffuso di sostanze chimiche dannose alla salute ed allevamenti intensivi e pericolosi di animali; la riduzione di servizi essenziali e le privatizzazioni di settori strategici, come sanità e scuola; i tanti pasticci istituzionali, con la crescita di Enti ed apparati di nominati (Province, Associazioni ed unioni comunali, Bonifiche e Comitati di gestione) e la perdita di peso delle Autonomie Locali (elette direttamente); l'impoverimento della partecipazione dei cittadini, la mancanza di ascolto (con la negazione esplicita di pronunciamenti referendari e occasioni sprecate di "confronto pubblico"); le pratiche ripetute di spreco di risorse pubbliche, l'emergere di fatti di corruzione e di malaffare, il consolidarsi di organizzazioni criminali e mafiose. Si, un lungo elenco, che potrebbe continuare.

Gli emiliano romagnoli hanno manifestato un progressivo disagio ed una crescente critica.
Alle regionali del 2015 il Centrosinistra di Bonaccini ha avuto la maggioranza su un elettorato che si è pronunciato solo nel 38% degli aventi diritto. Un campanello di allarme sin qui inascoltato.
E allora, come si sostanzia, qui ed ora, una credibile ed effettiva "discontinuità"?
Sarebbe bello che l'intera maggioranza politica ci riflettesse e la perseguisse. Come probabilmente qualcuno ha pensato potesse avvenire con l'affermarsi del primissimo Matteo Renzi.
Perseguendo priorità nuove e coerenti, investimenti di chiara impronta sociale ed eco-sostenibile.
Non è ciò che avviene, se le scelte qualificanti sono quelle della Legge sul suolo approvata a dicembre (con il No dei 3 gruppi di sinistra presenti in Consiglio e l'astensione benevola di Forza Italia), se continuano i finanziamenti alle scuole private e ... se permangono gli obiettivi di nuove strade ed autostrade con il Si al Passante di Bologna e alla Cispadana, per soddisfare un previsto ulteriore aumento dei traffici di auto (del 10%) e dei veicoli commerciali (del 18%).
Altro che Mobilità Sostenibile: treni, tram e bici chissà quanto verranno.
Di fronte a questa arrogante determinazione e a questa pesante arretratezza culturale e progettuale della Giunta Bonaccini - Gualmini come si risponde? 
Ci si può limitare a un No "tecnico"?
Oppure, in assenza di svolte sostanziali su questioni precise e simboliche (come ad esempio il Passante di Mezzo) il No deve assumere rilevanza politica piena, chiara e precisa? 
Per dare coerenza e forza attrattiva alla battaglia nazionale e locale. 
Per verificare ed avviare la costruzione di nuovi e costruttivi rapporti con altri movimenti e soggetti politici e sociali di opposizione e di proposta. 
Molti cittadini e comitati sono impegnati su questioni importanti ancorché specifiche o parziali. Sono sicuramente tutti orgogliosi della propria autonomia, ma ugualmente interessati a trovare interlocutori e sponde con forze politiche serie, aperte, disponibili ed interessate al cambiamento.

Uniti si può. 

25 commenti:

  1. Il messaggio riassunto nel titolo è condivisibile.
    In Lombardia hanno fatto tutti errori. Tuttavia considero Gori preferibile a Fontana.
    In Emilia ci si deve dare una mossa. Tuttavia eviterei di dividere il Centrosinistra.
    Intanto alle politiche bisogna sconfiggere Berlusconi e Salvini.
    Poi nessuna alleanza con FI.
    Antonio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se dopo oltre 20 anni dalla "discesa in campo" di Silvio Berlusconi il problema politico è ancora e sempre quello di sconfiggerlo ed evitare il governo delle destre credo che ci sia un problema: l'adeguatezza, "la competenza", l'affidabilità e le politiche di chi ha diretto in Italia le forze di "Centrosinistra" che si sono alternate ai Governi di Centrodestra.
      Una debolezza riformatrice e strategica tutt'altro che risolta.
      Mi riferisco alle idee, ai progetti (grandi) ed alle alleanze (sociali e politiche) che debbono essere messi in campo per cambiare il mondo, per offrire una prospettiva di pace e di progresso per miliardi di persone, per decine di milioni di italiani.
      La prima questione è: indicare e sostanziare un percorso coerente per una conversione pacifica ed ecologica delle produzioni e dell'organizzazione della società.
      Di questo, vogliamo parlare?
      O pensiamo prevalentemente alla cucina (le liste, gli schieramenti, i candidati), nella propaganda (le incapacità degli altri, concorrenti o ex compagni di partito), ad un riformismo debole (che si limita a distribuire con minore arroganza di classe la ricchezza prodotta da un modello di sviluppo capitalistico insostenibile)?
      Io credo che questa è la sfida vera per chi vuole costruire una vera alternativa.
      Gianni

      Elimina
  2. È evidente che la continua polemica di Renzi e di Berlusconi con I 5 stelle riapre la strada al Nazzareno 2.
    Del resto l'iniziativa di oggi a Milano tra Matteo, Calenda, Sala e Gori non è una anteprima di un PD che lavora al Partito della Nazione? Anzi, lo costruisce, pezzo a pezzo.
    Come a Bologna dove nel maggioritario "dovremmo" votare uno tra Casini, Galletti o Lorenzin.
    Prendere o lasciare. Fate voi.
    Ciao!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Messa così è fin troppo semplice.
      Ma "lasciare" non è sufficiente.
      Occorre anche costruire. E sta a tutti noi.
      Gianni

      Elimina
  3. Fossi toscano voterei Verdini.
    Fossi campano voterei Bassolino.
    Fossi friulano voterei Serrachiani.
    Fossi molisano voterei Razzi.
    Fossi lombardo voterei Maroni.
    Fossi calabrese voterei Minniti.
    Dove voto?
    Sic

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A Bologna.
      E voterai Casini, brutto stronzo!
      Mario Cinico

      Elimina
  4. Considerato adeguatamente il sistema elettorale?
    Il sistema proporzionale induce al voto di rappresentanza per cui sapere prima le alleanze non è sempre possibile e logico.
    Uno vota il partito più vicino poi i parlamentari hanno la delega per trattare con gli altri ... Naturalmente in base ai voti che prendono le diverse forze.
    Vedi la Germania.
    VR

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il fatto è che quello con cui voteremo il 4 marzo non è un sistema proporzionale.
      Un terzo dei parlamentari sarà eletto con il maggioritario: nei collegi chi ottiene il primo posto, viene eletto.
      Con un solo voto si sceglie automaticamente la lista del proporzionale e il candidato corrispondente, oppure il candidato nel maggioritario e automaticamente le liste che lo sostengono.
      Gianni

      Elimina
  5. Nel collegio di Bologna gli elettori del Partito Democratico avranno come candidato da votare Pierferdinando Casini, uno dei principali sponsor di colui che, dopo 50 anni, fece avere alla città un sindaco non espressione della sinistra pigliatutto.
    Questi ora diventa l ' uomo giusto perchè, come dogmatizza il PD , "ha una profonda radicalizzazione nel territorio "(abita a Roma da decenni...).
    Ma la vogliamo finire una buona volta di costringere l' elettore servente petroniano a mettere a nudo la disarmante ideologia che il pensier uccide?

    Ryan

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ideologia? Elettore servente?
      Vorrei approfondire.
      Per il passato.
      Nel presente.
      Ora parlerei soprattutto di pensiero debole, di assenza della Politica, di pragmatismo, di fideismo, di trasformismo. No?
      Gianni

      Elimina
  6. Due contro-considerazioni:
    A) non vi ha colpito la rapidità con cui Grasso ha concordato il programma con Zingaretti? Solo due giorni fa era stato detto che bisognava ancora discutere e nulla era scontato. Ora tutto pare chiarito. Il fatto è (per quanto ho capito io) che Sinistra Italiana era contraria al l'intesa mentre Boldrini ed altri sono pro. Così il leader ha deciso per evitare tormentone ma sacrificando i contenuti, che non si possono certo trattare e chiarire in 48 ore? Come dimostrano i ben più seri tedeschi, che entrano nel merito, scrivono possibili impegni e sottopongono i risultati agli iscritti che debbono poi vigilare;
    B) Di Maio ha rassicurato tutti coloro che capiscono che il successo del M5s non può essere assoluto, ovvero da soli. Dunque sono disponibili ad accordi con altri. Ma dicono, chiunque essi siano. Ridicolo oltreché opportunista. La storia e la cronaca dovrebbe suggerire maggiore serietà. Perché qualora Verdini, Scilipoti o Razzi e un gruppo di loro simili rientrassero in Parlamento e continuassero nei loro giochi ..... Per Grillo e Casaleggio si potrebbe governare con questi onorevoli?
    Purtroppo il quadro non è rassicurante. Perché come dice il post e questo blog il resto non è meglio.
    Per un voto convinto dovrà ancora passare molta acqua sotto i ponti. Ed è noto che siamo in tempi di siccità ........
    pl

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Personalmente (A) Grasso non mi ha convinto; le questioni del governo di una grande Regione non si risolvono tra due persone in 24 ore; l'accordo con Zingaretti dopo la scelta di candidare Onorio Rosati in Lombardia pare più un bilanciamento politico nazionale che un progetto articolato per il Lazio; (B) Di Maio ed il M5S dovrebbero proporre in questi giorni le priorità e la visione delle trasformazioni sociali che perseguono. Hanno anche detto di voler presentare, almeno una parte significativa delle personalità che intendono impegnare e coinvolgere nel Governo. Attendiamo con interesse. Per capire di più l'affidabilità di un movimento che fin qui ha amministrato solo poche, ancorché importanti, città, Con risultati controversi e discutibili. Sarebbero ugualmente utili ulteriori passi avanti sui loro possibili interlocutori post voto.
      Gianni

      Elimina
  7. Mi piace il purtroppo lungo elenco di cose che non vanno in Emila Romagna e naturalmente non solo qui.
    Credo che chi vuole rappresentare nelle massime istituzioni i cittadini da questi problemi debba ripartire. Riguardano la vita di tutti.
    Anche una certa retorica del lavoro (tutti oggi sono per il lavoro!) non costituisce un elemento di utile differenziazione tra le liste da votare. Poi quale lavoro e con quale rispetto per le lavoratrici ed i lavoratori.
    Ma vorrei farvi una domanda, da donna, al femminile. Rivolta a tutti, uomini, lesbiche e gay inclusi.
    Ho visto in tv alcune recenti interviste fatte a Bordini e a Raggi.
    Premetto che io non voglio dare giudizi definitivi o strettamente politici.
    Ebbene, la sensazione che mi hanno fatto le due, da tempo impegnate con cariche istituzionali importanti, sono queste.
    Laura, una persona molto presa dal ruolo, costruita, altezzosa. Anche quando condivisibile nel merito, abbastanza distante. Una prof. antipatica, anche un po stronza. E che spesso sbaglia giudizio sui suoi studenti.
    Virginia, una persona certamente con responsabilità più grandi delle sue minute spalle. Catapultata ad un ruolo assai problematico anche per molti uomini maturi e di lunga esperienza, comunque protetti da partiti e da relazioni che spesso si sono scoperte non solo interessate, ma anche pericolose per gli interessi dei romani e degli italiani. Tuttavia una donna normale, con diverse debolezze ma anche qualche idea che prova a perseguire con pazienza e determinazione.
    Siamo sicure e sicuri che c'è bisogno sempre di "competenti" e introdotti? come dicono insieme (casualmente!) Renzi e Berlusconi?
    Secondo me abbiamo molto bisogno anche di donne e uomini normali, con le loro convinzioni e con le loro debolezze, capaci di lavorare e di apprendere, capaci di fare errori e di riconoscerli.
    Anche ai massimi livelli.
    Gente come noi, per farci capire che siamo davvero una comunità che deve rimboccarsi le maniche e fare insieme. Lasciando per una volta (almeno una!) quelli già arrivati e saputi (che fanno sempre tutto bene e che insegnano sempre agli altri come vivere) in minoranza.
    Anna

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Riflessioni interessanti. Anche condivisibili.
      Gianni

      Elimina
  8. Gli appelli all'unità mi sembrano sempre validi. È bello e confortante essere uniti. In tanti, possibilmente. Una larga maggioranza.
    Per la Costituzione. Io ci sono. Mi riconosco. Altri no, hanno provato anche di recente a modificarla. Questi, sono forse anti unità?
    Per il disarmo. Si, ci sto. Ma qualcuno, no. Spende in armi, in missioni militari. Piuttosto che in servizi sociali e di accoglienza. Io non vorrei. Chi è contro l'unità? Io e chi pensa come me, o loro?
    Per i diritti dei popoli. Io vorrei uno Stato per i palestinesi. Come l'Onu ha deliberato tanti anni fa. Trump e gli Israeliani no.
    Gentiloni e Alfano che vogliono? E Renzi? E Berlusconi? E Grasso? E Salvini? E Di Maio?
    Insomma basta appelli in base a tradizioni passate.
    Decidiamo per il domani.
    Raffa

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo. L'unità è un bene prezioso che si sostanzia sugli obiettivi sociali e politici, non sulla gestione del potere.
      Gianni

      Elimina
  9. Domanda interessata: è più facile vincere in Lombardia divisi o perdere il Lazio uniti?
    Sic

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si può perdere uniti e si può vincere divisi.
      Importante è rappresentare una parte importante della società, interpretare ed esprimere bisogni ed aspirazioni di persone che vogliono un mondo migliore.
      Gianni

      Elimina
  10. Tra le cose che sono cambiate (non in meglio) in questi anni vedo l'igiene urbana e la salute delle persone.
    Problema nazionale, vero.
    I vari governi di centrodestra e di centrosinistra non hanno curato la prevenzione e l'ambiente. Con le ovvie ricadute sulla sanità.
    Anche in Emilia (solo centrosinistra).
    Oggi ne scrive Repubblica. Interventi programmati rinviati per il picco delle influenze....... È solo l'iceberg.
    Il fatto è che ci sono ancora e sicuramente eccellenze, ma si sono fatti passi indietro sulle risposte ai malanni ed alle patologie ordinarie e sempre più diffuse. Mancano politiche adeguate e servizi.
    Brutto segno.
    E non si recupera con le campagne mediatiche sui vaccini.
    Discutiamone. O vogliamo lasciare il campo a professori, tecnici e amministrativi?
    Ci pensano i vari Venturi? Poi non meravigliamoci del distacco e della partecipazione elettorale al 38%.
    Silvia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Giusto. Poi abbiamo un assessore comunale che dice che l ' aria è Bologna è buona ( nonostante gli sforamenti a ripetizione) per cui niente provvedimenti "ecologici" perchè ci sono i saldi. Poi, mentre ci gonfiamo di orgoglio con il Piano Urbano Mobilità Sostenibile, facciamo di tutto per rispettare il cronoprogramma del potenziamento di TangenzialeAutostra, con il suo aerosol da 180.000 veicoli al giorno.
      L' incremento delle patologie tumorali e dell ' apparato respiratorio da smog non concorreranno all' aumento delle spese per la sanità pubblica, un comparto che di problemi ne ha già tanti? Non è meglio pensarci due volte prima di favorire certe politiche?

      Ryan

      Elimina
    2. Si, innanzitutto la prevenzione. Per contenere le spese sanitarie bisognerebbe perseguire politiche strutturali orientate a migliorare la qualità dell'aria e dell'ambiente. Insomma, bene i PUMS, male gli investimenti sul Passante o la Cispadana. Bene la conversione ecologica, male una crescita a prescindere.
      Quanto alla sanità, in questi anni si sono ridotti i servizi pubblici e sono cresciute le spese individuali. Una evidente contraddizione. La realtà è che si è alimentato il settore privato e sono cresciuti i profitti nelle tasche di pochi.
      La sanità pubblica deve essere qualificata e deve garantire a tutti i cittadini i servizi essenziali e l'assistenza necessaria. Altro che "meno tasse" a prescindere dai diritti universali. Semmai le tasse debbono essere eque e pagate da tutti con la dovuta progressività, combattendo con misure adeguate evasione ed elusione fiscale.
      Gianni

      Elimina
  11. Io non mi sono ancora fatto un'idea precisa su quanto LeU sia un vero nuovo soggetto politico "per cambiare" oppure più semplicemente un PD senza Renzi.
    Due scelte che contribuiscono a non farmi propendere per la prima auspicata soluzione sono:
    Uno. Le tesi di Boldrini ed altri "mai con il M5s". Per politici esperti (e non grillini ingenui) le alleanze sono nel DNA. Dunque vuol dire che il PD resta il vero interlocutore e magari anche il "grande centro" di Casini (edizione Lorenzin) e all'occorrenza anche l'ex Cavalliere o un manipolo dei suoi.
    Due. Sabato risultava che sul Lazio era necessario un serio approfondimento sui progetti (parole di Fassina ed altri) ma domenica Grasso ha già chiarito tutto. Si sostiene Zingaretti. Cosa è cambiato in mezza giornata? Si è svolta nottetempo una impegnata discussione tra militanti e dirigenti che ha consentito di risolvere contrasti precedenti? Non risulta dalle cronache quotidiane. Si è valutato che occorreva bilanciare lo strappo lombardo (no a Gori)? E dopo un colpo al cerchio si doveva un colpo alla botte? Questo pare più probabile.
    Ma se è così, di quale discontinuità si parla? cari compagni.
    Nik

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Zingaretti 2 e c?
      No, grazie!
      Anzi! Per merito e metodo resterà una macchia sul groppone della Sinistra.
      Chi conta su un candidato meno compromesso del giglio magico rifletta sul sostegno al Presidente uscente di tal Alfredo Antoniozzi, già coordinatore Berlusconiano, candidato perdente per soli 3 punti, in Provincia proprio contro Zingaretti 2 nel 2006 e assessore comunale a Roma negli anni di Alemanno sindaco.
      Anche questo è Zingaretti 2. Senza voler scomodare i rapporti e i silenzi di tutto il PD romano e laziale su mafia capitale e dintorni.
      Nessuno si era accorto di nulla? Possibile?

      Elimina
    2. Sinceramente non mi risulta .
      Ciao
      G

      Elimina
  12. Mi pare di avere capito che Il sostegno di Grasso e LeU a Zingaretti abbia interrotto momentaneamente il dialogo e gli accordi con i Civici Popolari di Lorenzin e Antoniozzi di cui hanno scritto abbondantemente i quotidiani locali e nazionali fino alla scorsa settimana.
    Resta il fatto della credibilità di un Presidente e di una Giunta uscenti che non hanno dato buona prova di se (rifiuti, ambiente, sanità, mobilità, casa, appalti, contrasto alla corruzione ed alle organizzazioni criminali) e che a lungo si sono mossi in linea con le alleanze politiche e sociali costruite dal PD a livello nazionale.
    L'importante non è solo vincere, se si vuole governare un cambiamento radicale dello sviluppo e della organizzazione della società.
    Prioritario è costruire un progetto ed una cultura alternativi e farli avanzare nella società e nelle Istituzioni attraverso nuove alleanze.
    Non mi pare sia il percorso seguito nel Lazio. Né quanto sostenuto nelle tesi di Laura Boldrini.
    Il confronto continua.
    Gianni

    RispondiElimina