venerdì 1 dicembre 2017

Modello emiliano al contrario

Il prossimo 5 dicembre l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna approverà la nuova legge urbanistica regionale. La legge è un ferale attacco alla pianificazione e di fatto annienta l’urbanistica comunale sottraendo ai Comuni la potestà normativa sulle trasformazioni edilizie e territoriali, contro il dettato costituzionale.

La proposta di legge (n. 4223), animata da spirito deregolatorio di matrice neocapitalistica, riprende i temi della mai varata legge Lupi (2005). Temi che la propaganda istituzionale ha celato dietro slogan tanto accattivanti – limitazione del consumo di suolo, rigenerazione urbana etc. – quanto ambigui.
Nella PdL, gli «accordi operativi» (art. 38) preludono a un massiccio ricorso alla contrattazione pubblico-privato, nel vuoto pianificatorio. La «rigenerazione urbana» (capo II) nasconde un quadro di demolizioni, anche nei centri storici, e di dislocamento dei residenti. Gli standard urbanistici, che garantivano ai cittadini italiani l’accesso universale ai servizi e al verde urbano, si mutano in «standard differenziati». Svaniscono i limiti di densità edilizia e di altezza degli edifici. Tecnica urbanistica a parte, nella presente lettera vogliamo sollevare la questione politica.
La proposta di legge si fonda su una struttura logico-interpretativa di stampo economicista che assimila la città a una public company (così i funzionari regionali al convegno “Privatizzare l’urbanistica?”, organizzato da Altra Emilia Romagna, Art. 1-MDP e SI, il 15 novembre scorso). In una città considerata una Spa ad azionariato diffuso, dove i cittadini – come è stato detto nella medesima sede – sono i «proprietari della città», la rigenerazione urbana, deprivata di carattere progressivo in senso sociale, diventa uno strumento di «convincimento» dei cittadini a «investire sul patrimonio di cui sono proprietari» (ibidem). La rigenerazione diventa core business di un nuovo ciclo edilizio. La casa passa da “diritto” a oggetto di investimento, ed è posta sullo stesso piano di merci e titoli finanziari.
Alla città intesa come public company e alla casa (di proprietà) come asset, serve un’urbanistica ridotta a mera disciplina di negoziazione. E perciò la Regione che fu il faro dell’urbanistica italiana (e, per certi versi, europea) dichiara oggi guerra al Piano. È la “Strategia” che «dà il comando».
Chi poi sia investito del ruolo di stratega è questione che non trova risposta nell’articolato, se non nell’augurale espressione di un intento, formulato tra i principi generali: «La presente legge valorizza le capacità negoziali dei Comuni» (art. 1). È certo invece che Comuni e proprietari si eserciteranno in tavoli di “co-decisione” poco regolati, poco democratici e punto partecipati.
La co-decisione supplisce alla vacanza del Piano: il Comune infatti, secondo la legge, «non può» quantificare le dimensioni volumetriche delle trasformazioni, né localizzarle (PdL 4223, art. 33). «Non può» redigere tavole, né disporre una disciplina di dettaglio. In altre parole, non deve pianificare. Al tavolo di negoziazione non resterà da negoziare altro che le generose premialità previste dalla legge: copiosi incentivi fiscali e volumetrici (art. 8), per gli interventi di riuso, addensamento e rigenerazione, che graveranno sulle già grame finanze comunali.
Lo sbarramento del 3% di suolo extraurbano nuovamente consumabile si inserisce in tale ratio, ristretta tra produttività e profitability: in tempi di crisi, i 250 kmq di previsioni edilizie dei comuni emiliani si configurano infatti come rendita passiva. Il 3% – che non riguarda insediamenti produttivi e logistici che si ritengano “strategici” – comporterà la cancellazione delle previsioni inattuate, entrando in vigore tuttavia dopo tre/cinque anni di “interregno” nei quali i Comuni saranno sottoposti a forti pressioni speculative.
Il Piano comunale, espressione di autogoverno della società locale, è quindi a rischio estinzione, colpito a morte da una legge che lo considera alla stregua di scomodo, inefficace reperto di una fase in cui il dato sociale assurgeva al rango di priorità politica.
Invitiamo perciò i sindaci a manifestare un’espressione di dissenso, singola o collettiva, che possa interrompere l’iter di approvazione di una legge centralista e iniqua, che inciderà negativamente sulla qualità delle città e dei territori amministrati.

Ilaria Agostini, Piergiovanni Alleva, Paolo Berdini, Piero Bevilacqua, Paola Bonora, Roberto Camagni, Lorenzo Carapellese, Sergio Caserta, Piero Cavalcoli, Pier Luigi Cervellati, Vezio De Lucia, Paolo Dignatici, Anna Marina Foschi, Michele Gentilini, Maria Cristina Gibelli, Giovanni Losavio, Andrea Malacarne, Tomaso Montanari, Cristina Quintavalla, Ezio Righi, Piergiorgio Rocchi, Edoardo Salzano, Enzo Scandurra, Daniele Vannetiello, Francesca Vezzali

24 commenti:

  1. Una osservazione ed una domanda.
    Dovrebbe essere cambiata la data del consiglio regionale: dal 5 dicembre al 19 dicembre.
    Perché? A me è stato detto che stanno trattando per non rompere la maggioranza che ha eletto Bonaccini (PD e sinistra).
    Vero o falso?
    Nik

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  2. Aiuto. qualcosa mi sfugge.
    Perché modello emiliano al contrario?
    s.

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    1. Una volta si vantava nel mondo il "modello emiliano".
      Ora "al contrario" ...
      Gianni

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  3. Legge invotabile ed inemendabile .
    Ciao
    G.

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  4. Procedendo di questo passo con i ritmi di edificazione di questi mesi a Bologna fra 3-5 anni di suolo edificabile che resterà?
    Per cui fa ridere parlare di un ulteriore 3% max a dimensione metropolitana ... escludendo le possibili numerose deroghe.
    Per mantenere un giusto equilibrio occorre davvero stoppare ogni ulteriore consumo di territorio e intervenire esclusivamente sul già costruito con progetti di qualificazione . Che tra l'altro possono pure valorizzare il patrimonio complessivo, sia pubblico che privato .....
    pl

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    1. Purtroppo pare prevalgano altri interessi.
      Da contrastare.
      Gianni

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  5. Questa legge rende solo un po' più evidente la trasformazione del PD da partito a comitato d'affari e, più in generale, la svendita della cosa pubblica al capitale finanziario. Bisogna fermare questi cialtroni sedicenti "di sinistra", a partire dalle prossime elezioni politiche.

    Luca

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    1. Intanto è utile fare sentire le voci critiche, alternative e propositive.
      Poi arriverà il momento del voto ...
      Oggi è il 4 dicembre. Un anno dopo il referendum sulla Costituzione. Ci ha ribadito una cosa: primo partecipare!
      Gianni

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  6. In effetti la partecipazione era propria del Modello emiliano. Senonché, nelle ultime regionali in Emilia Romagna abbiamo toccato il livello più alto di astensione (sopra il 62%).
    Il Modello vantava asili pubblici, primo momento di socializzazione ed educazione.
    Il Modello era programmazione urbanistica per affermare gli interessi delle collettività su quelli privati.
    Ora i servizi sono rivolti alle persone (e si pagano) e lo sviluppo è contrattato (cioè dipende dai rapporti di forza).
    Mi pare proprio un Modello ....... al contrario!
    Zorro

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    1. C'è più ampio spazio per il confronto politico e culturale, per conflitti sociali e di civiltà ... O no?
      Gianni

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    2. Ampio spazio? Il "nostro" assessore regionale Donini lo chiude. Leggere il Carlino di oggi sul Passante di Mezzo (lavori nel 2018) ed entro l'anno si voterà la Legge sul suolo.
      Riprendiamo la spada? Fioretto si intende ........................
      Zorro

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    3. L'Assessore Donini un anno e mezzo fa diceva sempre al Carlino: " Il Passante Nord non si discute", chiudendo altri spazi.
      Speriamo, vista la coerenza e lo spessore, che dopo il due ci sia il tre.....
      Ryan

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    4. Giusto, Ryan!
      Aggiungo un altro dato, da considerare.
      Contraente e protagonista con Donini, è il sindaco di Bologna.
      Un fine politico, che qualche giorno prima della definitiva rinuncia di Pisapia a costituire Campo Progressista, si è iscritto anche alla morente lista.
      Sic

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    5. Nessuna illusione, ma non diamo mai nulla di scontato (fino all'ultimo).
      Mi risulta che ci siano in campo iniziative di associazioni ambientaliste e di cittadini.
      Gianni

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  7. Un bell'appello. Si deve fare di piu per fermare la speculazione edilizia su aree agricole che arricchisce solo grandi proprietari e costruttori.
    Mentre la cappa di smog attanaglia indifferentemente città e campagne, togliendo valore al nostro patrimonio.
    Produrrà effetti? Ne dubito. Considerando i politici che si dimostrano sempre più incapaci di ascoltare i cittadini e le personalità della cultura nazionale che anziché attendere incarichi o consulenze, avanzano critiche motivate.
    Anna

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  8. Due osservazioni dovrebbero essere considerate.
    Con le leggi attuali i tassi di crescita e di edificazione sono noti (e qui abbondantemente denunciati). Restiamo fermi?
    Le nuove leggi nazionali (Puppato ed altre/i) e regionali (Donini) per limitare il consumo di suolo possono essere migliorate. Ma è utile opporsi?
    PD-mda

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    1. Nessuno vuole restare fermo.
      Occorre muoversi in giusta direzione.
      Non sempre è così.
      Non lo è stato con lo Sblocca Italia. Non lo è con la proposta di legge della Giunta regionale emiliano romagnola. Non lo è con le politiche e le trattative pubblico - private che vengono quotidianamente praticate a Bologna e in Emilia.
      Si deve agire per priorità e per progetti coerenti di conversione ecologica (prima la rinaturalizzazione del territorio, il verde urbano, il SFM, la promozione della bici, le manutenzioni per la messa in sicurezza del patrimonio). Si può, nell'interesse di tutti!
      Gianni

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  9. Il suolo??? La difesa del suolo???
    Possono farla quelli che hanno prodotto i danni che verifichiamo ad ogni evento naturale????
    Oggi il tg3 ci ha mostrato i comuni montani piacentini senza energia elettrica e la bassa modenese sott'acqua.
    Come sempre più di frequente.
    Così si susseguono le emergenze e i costi per riparare e risarcire i danni.
    Possiamo continuare così?
    La nuova legge non solo non risolve i problemi del presente, peggio, aggrava la situazione ....... mette fuori gioco le assemblee elette e la programmazione/pianificazione/prevenzione.
    Titti

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    1. Cambiare si deve.
      Le politiche (primo la conversione ecologica della società) o/e le classi dirigenti.
      Gianni

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  10. Per opportuna conoscenza, un appuntamento di Legambiente Emilia Romagna ...
    M.

    Martedì 19 dicembre si voterà in Consiglio Regionale il testo della nuova legge urbanistica.
    Dopo oltre un anno di dibattiti e impegno e dopo le osservazioni inviate nei mesi scorsi,
    Legambiente lancia un presidio sotto il Consiglio regionale aperto a tutte le forze ed ai cittadini
    sensibili alla tutela del territorio.
    Un appuntamento nodale, per chiedere ai Consiglieri regionali di chiudere le maglie presenti nel
    testo di legge, garantendo invece un limite certo ed effettivo al consumo di suolo.
    Ad oggi la norma, che pur prevede di azzerare le previsioni dei Piani vigenti, produce una forte
    semplificazione procedurale con un limite al consumo di suolo solo virtuale, a causa delle
    numerosissime deroghe presenti.
    Preoccupante inoltre la fase di transizione dei prossimi 3 anni , durante i quali i Comuni
    beneficeranno di procedure semplificate e di un periodo "franco" per poter attuare le previsioni dei
    Piani oggi vigenti. Un periodo molto pericoloso, dato che già oggi si censiscono numerosi atti dei
    Comuni volti a mettere in sicurezza le proprie aree di espansione.
    “ Chiediamo – continua Legambiente - che nel passaggio in Consiglio si fissi davvero un tetto alla
    cementificazione del territorio e che la Regione metta sotto controllo il periodo transitorio con
    strumenti che evitino il rischio di tre anni di urbanizzazione selvaggia, con conseguente nuovo
    sprawl”.
    L'associazione ribadisce infine ai Consiglieri Regionali come la legge urbanistica avrà ripercussione
    sull'ambiente e la vita di tutti i cittadini per i decenni a venire, e sia quindi necessario far prevalere
    gli interessi collettivi a lungo termine sugli interessi economici legati a modelli espansivi del
    passato.
    Il presidio si terrà sotto i palazzi della Regione Emilia-Romagna, con la ripresa dei lavori
    pomeridiani in Aula.

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    1. Una giusta protesta per una Legge che non determina un adeguato rafforzamento delle Istituzioni rappresentative ed una conversione ecologica adeguata ai problemi ambientali e sociali che viviamo.
      Purtroppo il PD ha proceduto. Con la significativa astensione di Forza Italia e la motivata opposizione delle sinistre emiliano - romagnoli. Oltre a quelle del M5S e della Lega (già Nord).
      Gianni

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