mercoledì 7 giugno 2017

Occhi sulla città (5)

Un ragazzo dietro le sbarre del Centro di via Mattei, a Bologna (inverno 2017)




















Ancora una volta è bene rivolgere l'attenzione su ciò che si muove e di cui si discute in Città.
Quello che queste foto vorrebbero  trasmettere sono un modo in più di VEDERE, attraverso gli occhi, i volti, le espressioni, le mani ... di persone che vivono tra noi.
Persone che incontriamo sempre più spesso nelle nostre città.
In particolare, a Bologna, lungo via Mattei e nelle aree vicine. 
Sono passata più volte dall’ex Centro di Identificazione ed Espulsione per gli immigrati. 
Una domenica mattina (inverno 2017) c’erano due manifestazioni. Entrambe "contro". La prima, contro gli immigrati. La seconda, contro il ripristino dei CIE.  
Non credo ci sia molto da dire. 
Gli sguardi di questi ragazzi e di queste ragazze (molto poche) parlano da soli. 
Io mi sono persa osservandoli, pensando al loro percorso, a come sono arrivati qui, a quello che hanno lasciato e, soprattutto, al rischio che hanno corso per arrivare. Perché, questi, sono quelli che sono riusciti ad arrivare ... A differenza di molti altri, che pure sono partiti. 
Per trovare cosa? 
Non voglio parlare di numeri o storie. Ma di persone e di dignità. 

Manuela Toselli, 7 giugno

































































































































































































Se solo mi guardassi
quando ti vedo passare
se solo lo volessi
ti potrei raccontare
ti donerei i miei occhi perchè tu possa vedere
nel buio antico del mio cuore
e a piedi nudi
camminare sulla mia terra
madre di tutti i figli
ti mostrerei il suo corpo
ferito dagli artigli di gente
venuta da lontano
ti prenderei ti prenderei per mano
Fermati non andare troppo lontano
guardali tutti i miei segni
stretti in una mano
Dividerei il mio pane ti mostrerei le danze
ti bagnerei con l'acqua più preziosa del diamante
nella case dei padri di guerrieri antichi
di regni perduti e di re dimenticati
di misteri e segreti tramandati
di mano in mano dalla notte dei tempi
dalla voce dei tamburi a evocare i santi
e di regine di vento e di tempesta
di quel che era e di quello che oggi resta
di quel che era e di quello che oggi resta
Fermati non andare troppo lontano
guardali tutti i miei segni
stretti in una mano
Se solo mi vedesi quando ti guardo passare
se solo lo volessi io
ti potrei parlare
dell'ultimo tramonto negli occhi di un bambino
e di conchiglie padrone del destino
ti porterei con me per mostrarti
tutto questo cammino
Fermati non andare troppo lontano
guardali tutti i miei segni
stretti in una mano
("Se solo mi guardassi", Fiorella Mannoia)





5 commenti:

  1. Sofferenze in bianco e nero.
    s.

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  2. Brava perchè, più che le persone, in queste foto hai catturato i loro pensieri e timori

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  3. Ma questi sono profughi di guerra che hanno diritto d'asilo o "migranti economici" perseguibili dalla legge italiana, che se non sbaglio è sempre la Bossi - Fini, fatta durante il Governo Berlusconi?
    Mario Cinico

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  4. Complimenti. A volte le foto sono più efficaci di mille parole.
    Anche se dopo avere visto questi occhi e queste mani verrebbe voglia di ascoltare i racconti di vita di queste persone.
    L.

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  5. E pensare che qualcuno li ritiene clandestini ed altri li vorrebbe relegare nei nuovi CIE. A da venni ....
    Zorro

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