domenica 23 aprile 2017

Io non gioco secondo le loro regole

Gran parte dei media e dell’establishment sta già dicendo che l’esito di queste elezioni è scontato.
Pensano che in politica ci siano regole, che se non le segui togliendoti il cappello di fronte ai potenti e se non accetti che le cose non possono davvero cambiare, allora non puoi vincere.
Ma, naturalmente, non vogliono che noi vinciamo. Perché quando vinciamo noi a vincere è la gente, non i potenti. Vincono l’infermiera, l’insegnante, il piccolo commerciante, la colf, il muratore, l’impiegato, lo studente. Tutti vinciamo.
È L’ESTABLISHMENT a lamentarsi che io non gioco secondo le regole: con il che intendono le loro regole.
Non possiamo vincere le elezioni, dicono, perché non giochiamo al loro gioco.
Non accettiamo di entrare nel loro accogliente club. Non siamo ossessionati dal cicaleccio di Westminster o di Bruxelles.
Non accettiamo che sia naturale che la Gran Bretagna è governata da un’élite, dalla City e dagli evasori fiscali, e non accettiamo che il popolo britannico debba semplicemente prendere quello che gli viene dato, che non merita di meglio.
E, in un certo senso, l’establishment e i suoi seguaci nei media dicono cose abbastanza giuste. È vero: io non gioco secondo le loro regole. E se l’8 giugno sarà eletto un governo del Labour, allora non giocheremo alle loro regole.
SONO REGOLE DEL PASSATO, stabilite da élite politiche e sociali fallite che dovremmo rispedire nel passato.
Sono queste regole che hanno permesso a un piccolo cartello di persone di manipolare il sistema a favore di alcuni potenti e ricchi individui e aziende. Si tratta di un sistema truccato, creato dagli estrattori di ricchezza per gli estrattori di ricchezza.
Ma le cose possono cambiare e cambieranno.
La Gran Bretagna ha bisogno di un governo laburista preparato a combattere per le persone in ogni parte del paese, nelle nostre città, dai paesi ai grandi centri.
Un governo laburista che non ha paura di combattere i piccoli cartelli che stanno accumulando tutta la ricchezza di questo paese per se stessi. C’è bisogno di un governo che utilizzerà quella ricchezza per investirla nella vita delle persone in ogni comunità, per costruire un futuro migliore per ogni persona che vive qui.
PERCHÉ I CONSERVATORI, ubriachi di un’ideologia fallita, sono invasati nel tagliare ogni servizio pubblico su cui mettono le mani e utilizzeranno tutti gli sporchi trucchi e le tattiche di divisione di Lynton Crosby (il guru elettorale scelto da Theresa May, ndt) per mantenere intatto il loro sistema truccato.
Non arrabbiarti con i privati che accumulano profitti sui nostri servizi pubblici, sussurrano, arrabbiati invece con il lavoratore migrante che sta solo cercando di migliorare la sua vita.
Non arrabbiarti con i ministri che stanno distruggendo le nostre scuole e i nostri ospedali, ci dicono, arrabbiati invece con la donna disabile o con l’uomo disoccupato.
È questa economia truccata protetta dai Tories che il Labour si impegna a sfidare. Non permetteremo più che l’élite continui a togliere ricchezza dalle tasche dei lavoratori britannici.
TANTE PERSONE nella Gran Bretagna di oggi fanno quello che gli sembra la cosa giusta. Ottengono un posto di lavoro, si sbattono tutto il giorno lavorando sodo, risparmiano per comprare la propria casa, allevano i bambini, si occupano di parenti anziani o ammalati. Eppure, alla fine, in mano non gli resta mai niente.
Sì, noi paragoniamo queste vite con quelle delle multinazionali e di un’élitedorata che nasconde i propri soldi alle isole Cayman perché i conservatori sono troppo corrotti moralmente per farlo.
Quando il Labour avrà vinto, sconfiggerà questo racket e assicurerà che tutti paghino le tasse che finanziano i nostri servizi pubblici.
ROVESCEREMO QUESTO sistema truccato. Nonostante tutte le calde parole di Theresa May dai gradini di Downing Street, i conservatori non faranno mai una cosa del genere.
Ce lo dimostrano sette anni di promesse non mantenute sui salari, sul disavanzo, sul sistema sanitario nazionale (l’Nhs, ndt), sulle nostre scuole, sul nostro ambiente.
Sono stati i loro ricchi amici della City a fare a pezzi la nostra economia. Come osano rovinare il paese con la loro incoscienza e abnorme avidità e poi punire coloro che non hanno avuto nessuna responsabilità? Non sono certo stati i pensionati, gli infermieri, i lavoratori con bassi o medi salari a distruggere la nostra economia.
I Conservatori si vantano del record di posti di lavoro. Ma che vanto è se i lavoratori stanno diventando sempre più poveri e non colgono nessun profitto mentre i Conservatori si occupano solo dei pochi ricchi?
Il nostro programma vuole affrontare la povertà e la solitudine degli anziani, investire nella nostra economia, nell’Nhs e nelle scuole, vuole migliorare i diritti sul lavoro e portare il salario minimo a dieci sterline (attualmente è a 7,5 sterline ndt).
La Gran Bretagna è la sesta economia più ricca del mondo. E il popolo della Gran Bretagna deve condividere questa ricchezza. (…)
IL LABOUR È IL PARTITO che metterà al primo posto gli interessi della maggioranza, mentre i Tories si occupano solo di coloro che già hanno tanto.
Ecco perché dimostreremo agli esperti dell’establishment che stanno sbagliando, e cambieremo la direzione di queste elezioni.
Perché i cittadini britannici sanno che sono loro i veri creatori di ricchezza, respinti da un sistema truccato dagli estrattori di ricchezza.
THERESA MAY INSISTERÀ che si tratta di un’elezione sulla Brexit. Cercherà di minimizzare i problemi che influenzano tutti i giorni la vita delle persone e, invece, trasformerà le elezioni in una campagna narcisistica sulla sua leadership fallimentare e sulle macchinazioni dei prossimi negoziati a Bruxelles.
Solo il Labour si concentrerà sul tipo di paese che vogliamo dopo la Brexit.
Nelle prossime settimane il Labour presenterà le sue politiche per sbloccare le opportunità di ogni singolo cittadino di questo paese.
Ci focalizzeremo sul dare alle persone un controllo reale sulle proprie vite e ci assicureremo che ciascuno riceva un salario equo per il proprio lavoro.
NON PERMETTEREMO PIÙ a coloro che si trovano in cima di lasciare fuori chi si dilania per un contratto a zero ore o chi è costretto a enormi sacrifici per pagare un mutuo o l’affitto.
Metteremo la ricchezza nascosta nei paradisi fiscali nelle mani del popolo della Gran Bretagna, che se l’è guadagnata.
In questa elezione il Labour guiderà il movimento del cambiamento. Costruiremo una nuova economia, degna del XXI secolo, e costruiremo un paese per i molti e non per i pochi.

Jeremy Corbyn, il manifesto, sabato 22 aprile

Testo del discorso pronunciato dal segretario laburista alla Church House accettando la sfida delle elezioni anticipate all’8 giugno chieste dal primo ministro conservatore Theresa May. 
Trascrizione fornita dall’ufficio stampa del Labour, traduzione dall’inglese di Matteo Bartocci. Testo originale su global.ilmanifesto.it

10 commenti:

  1. Pensavo si parlasse di elezioni francesi ...
    s.

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    1. Parliamone.
      Alcuni primi (sommari) elementi.
      1. Sanciscono la fine di una fase storica della politica francese (per la verità già in crisi da qualche tempo). Quella del bipolarismo storico: destra (gollista e repubblicana) contro sinistra socialista (e comunista).
      2. Indicano la crisi profondissima, probabilmente irreversibile delle forze europee che si sono raccolte nel PSE. Il crollo sotto il 7% del PS di Hollande e Valls segue quello del PASOK greco, dei socialdemocratici austriaci, dei socialisti olandesi ... le larghe alleanze tedesche (SPD con CDU-CSU) e spagnole (PSE verso il PPE).
      3. Emergono 4 nuovi soggetti politici che raccolgono consensi tra il 19 ed il 24%. Due più strutturati: il FN di Marine Le Pen e (qualche punto sotto) il partito della destra repubblicana che ha candidato il discusso Fillon. Due raccolti attorno a leader emergenti: i liberisti europeisti di Macron (En Marche) e la sinistra radicale di Melanchon. Una forza, questa, che incrocia e si incontra con molte delle riflessioni e degli orientamenti espressi qui da Jeremy Corbyn, contrastato segretario del Labour inglese.
      4. Considerando anche i risultati di Podemos in Spagna e di Siryza in Grecia, pare prematuro dire che si fa strada una sinistra critica e davvero credibile come alternativa al sistema di potere ed alle classi dirigenti che hanno governato negli ultimi decenni il Vecchio Continente.
      Gianni

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  2. E pensare che Corbyn è dello stesso partito di Blayr.
    Come in Francia erano tutti socialisti Macron, Hamon e Melenchon. Il partito di Hollande e Valls.
    Interessanti anche i Democratici italiani che hanno aderito al PSE, poi Fassina in SI, Bersani e D'Alema in Art.1 ... gli altri nel PD. Ma Renzi con Macron e altri con Hamon. Ma Pittella li unisce tutti.
    Viva Corbyn. Parole chiare e comprensibili.
    Ciao!

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    1. Si. Linee politiche, riferimenti sociali e culturali differenti. Anche contraddittori e contrastanti, che faticano a convivere.
      Corbyn dice cose ampiamente condivisibili sulle contraddizioni del potere e sulla necessità di "rovesciare questo sistema truccato".
      Trovo però necessari ed urgenti: un più forte progetto di conversione ecologica e pacifica dello sviluppo ed un governo globale e democratico che riequilibri progressivamente i rapporti tra nord e sud dell'Europa e del mondo, investendo a favore dei paesi sottosviluppati, arretrati o in difficoltà.
      Gianni

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  3. Corbyn è un socialista classico che critica il capitalismo.
    Normale.
    Non sono normali i socialisti francesi e quel che hanno fatto con Hollande e Valls.
    E infatti spariscono con un candidato di sinistra ma debole.
    Gli elettori sono con l'establishment, al centro (Macron) e a destra (Fillon), o contro, con la critica radicale di destra (Le Pen) o di sinistra (Melencon).
    Titti

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    1. Per affrontare adeguatamente le contraddizioni del mondo d'oggi penso sia necessario andare oltre le grandi culture del secolo scorso. Compresa quella socialdemocratica. Non è sufficiente, nella crisi globale che viviamo, limitarsi a "contrattare" una (più) equa distribuzione delle ricchezze con poteri economici sovranazionali o Stati, oligarchici ed autoritari.
      Occorre intervenire direttamente sui caratteri e sulla qualità dello sviluppo. Occorre scegliere democraticamente (attraverso Istituzioni rappresentative, autorevoli e riconosciute dai cittadini) le produzioni e le finalità ambientali e sociali della vita comune.
      E' urgente mobilitare, unire, portare a sintesi, nei singoli paesi e a livello internazionale, le culture e le volontà di pace, disarmo, risanamento ambientale, giustizia sociale, crescita culturale e partecipazione democratica.
      Gianni

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  4. Viva Corbyn! Speriamo che in queste ore anche la Francia vada verso la creazione di un Paese per i molti, e non per i pochi.

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    1. Un giusto auspicio.
      In Francia, naufragato con il prevalere di due candidati che non mi pare garantiscono un futuro "per i molti".
      Certamente si sono pagati gli errori e le incapacità delle classi dirigenti passate. Ultimo il duo socialista Hollande - Valls.
      In Inghilterra, per Jeremy Corbyn non sarà facile. Anche lui dovrà fare i conti con una pesante eredità politica, sociale e culturale; con un forte isolamento nazionale (parte del suo stesso partito si riconosce ancora nelle scelte New Labour) ed internazionale e con una strategia di cambiamento ancora incompiuta ...
      In ogni caso, viva Corbyn!
      Gianni

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  5. A Corbyn una domanda. Il suo "paese per molti e non per pochi" è valido solo per l'Isola Britannica o anche per l'Europa e il Pianeta?
    No perché la risposta cambia molte possibili scelte ... inglesi e comunitarie.
    pl

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    1. Concordo. "Per l'Inghilterra, per l'Europa e per il Pianeta".
      Gianni

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