domenica 11 dicembre 2016

La vittoria di Trump, secondo un'italiana in America

E' passato un mese dalla vittoria di Trump e devo ammettere che ogni volta che rifletto sul tema è come se mi infliggessero l’ennesima coltellata nel cuore.
Sono Italiana (di Bologna) e vivo da 15 anni negli USA: 12 anni vissuti ad Atlanta, in Georgia nel profondo sud, e 3 vissuti in California (San Francisco Bay area dove vivo attualmente). 
Nelle zone attorno a casa nostra Hillary Clinton ha raccolto oltre il 70% dei voti ma questa e’ una magrissima consolazione.
All’inizio, come molti, mi ero illusa che la candidatura di Trump fosse uno scherzo e, come tale, facilmente liquidabile. Poi, più la campagna elettorale procedeva (con i suoi toni arroganti, prepotenti e squallidi come non li avevo mai visti prima qui negli States), più temevo che la vittoria di Trump si facesse concreta. Devo però anche ammettere che i giorni immediatamente precedenti le elezioni, credevo fermamente che Hillary avrebbe vinto. 
Ho commesso il grandissimo errore di sottovalutare l’esasperazione di questo popolo nei confronti della politica, la frustrazione della classe media che non vede via di uscita da una vita di stenti e sacrifici. Ma ho anche sopravvalutato gli Americani come popolo, con quell’immagine che mi ero fatta di persone che, alla fine, avrebbero fatto una scelta ragionevole e ponderata. Mi sono voluta illudere che loro, che inneggiano alla libertà e all’uguaglianza, un popolo ligio alle regole, così orgoglioso delle proprie origini e della propria terra, alla fine non avrebbero potuto votare per una persona cosi arrogante, un bugiardo, prepotente e razzista, contraria a tutti i principi che loro predicano come popolo.
Un esempio per tutti: la cosa più grave in America è non pagare le tasse o comunque avere problemi con l’IRS (fisco). La data di scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi è così importante che è una delle cose che si devono studiare per l’esame per ottenere la cittadinanza Americana. Ebbene, quando Trump ha detto pubblicamente ad Hillary, in uno dei dibattiti presidenziali, che non aveva pagato le tasse federali perché lui era furbo, non riuscivo a credere a ciò che sentivo. In molti abbiamo pensato che sarebbe stato quasi un motivo sufficiente per gli Americani per non votarlo. E di esempi così ce ne sono stati a decine.
Ed invece purtroppo mi illudevo e sbagliavo. Proprio io che, nel profondo sud degli States, ho vissuto sulla mia pelle cosa significa essere “diversi”, “non Americani”, avere un accento, non andare in chiesa, essere “liberal” ed aperti ai diritti dei gays e delle minoranze in genere. Sapevo benissimo (ma forse ho cercato di dimenticarlo) quanto gli Americani, nonostante si riempiano la bocca di discorsi sulla diversità, l’inclusione, l’arricchimento multiculturale e la tolleranza, sono più razzisti e chiusi mentalmente di ciò che ci si aspetterebbe.
Certo, le analisi sul voto sono state molte e solitamente azzeccate e sensate ma è ormai troppo tardi per porre rimedio al voto.
Tra le poche cose che mi sento di ribadire, la candidatura di Hillary è stata una scelta sbagliata ma anch’io avevo sbagliato analisi, pensando che lei avrebbe aiutato la vittoria democratica rispetto a Sanders. Sia io che mio marito abbiamo votato per Sanders alle primarie ma pensavamo che gli Americani fossero troppo conservatori ed individualisti per dare il voto a Sanders che veniva dipinto come un pazzo e pericoloso socialista (parola che incute terrore qui negli States). Ed invece forse mi sbagliavo. Non mi ero resa conto di quanti giovani lo avrebbero votato, avendo visto in lui l’anima del cambiamento come ai tempi (anche se per motivi diversi), lo avevano visto in Obama. L’attività preferita degli Americani negli ultimi mesi (anche di tanti democratici o comunque liberals) sembrava essere quella di criminalizzare ed incolpare Hillary per qualsiasi cosa fosse accaduta e stesse accadendo. A me Hillary non ha mai convinto fino in fondo perchè rappresentava il passato e temevo anche che la gente non fosse purtroppo pronta a votare una donna. Ho sempre però apprezzato molte delle sue qualità e scelte passate, sempre dalla parte dei più deboli e la sua grande esperienza. Ma resta il fatto che era piuttosto evidente che non era la candidata giusta. Ciò detto ha comunque avuto più voti popolari di Trump e questo proprio mi sembra un paradosso ma qui si aprirebbe un’altra parentesi troppo ampia.
La classe media Americana è comprensibilmente stanca di dover lottare ogni giorno per avere una vita appena decente. E’ stanca di non riuscire a pagare l’università dei figli (dai 30.000 ai 60.000 dollari all’anno) che chiedono mutui per poter studiare ed alla fine dei 4 anni di studio si trovano, mediamente, con 28.000 $ di debito che diventano tra gli 80 ed i 120.000 $ per chi poi finisce anche un master universitario. Sono stanchi di non avere accesso alle cure necessarie perché le assicurazioni mediche gliele negano. Per non parlare di chi ha due o tre lavori per poter sopravvivere. 
Tutto ciò è ovvio e comprensibile ma Trump non è certo la risposta al problema. Anzi. 
Le classi più’ deboli saranno, come sempre, quelle che pagheranno il prezzo di una politica a tutela della classe abbiente, dei ricchi e di wall street. 
Trump, si vanta di non far parte dell’establishment ma ne fa parte, eccome. Forse non di quello politico ma di quello economico sì, senza dubbio.
Il mio dolore e la mia delusione e la mia rabbia non si indirizzano solo a Trump ma, ovviamente, a ciò che rappresenta e a coloro che lo hanno votato.
Molte persone, pur disprezzandolo, pensano che in fondo non avrà né il coraggio né la possibilità di fare tutto ciò (di negativo e distruttivo) che aveva promesso in campagna elettorale. 
Non dimentichiamoci pero’ che ha anche il parlamento dalla sua parte (al contrario di Obama) ed una nuova nomina alla Corte Suprema. Avrà, se lo vorrà, un potere molto forte ed anche l’appoggio di molte lobbies importanti.
No, io non riesco a stare calma e non ci riesco perche’ sono troppo idealista. La mia vita è sempre stata segnata dalla politica, dalla partecipazione alla vita pubblica, dall’impegno sociale, vissuta all’insegna dei valori in cui credo e per cui mi batto da sempre. Non riesco ad accettare l’idea che la gente abbia scelto una persona che vorrebbe cancellare con un colpo di spugna decenni di lotte per i diritti civili (dalle persone di colore, alle donne, ai gay). 
Questo è un salto indietro nel tempo sia a livello intellettuale e di valori, che pratico.
Non riesco a smettere di pensare a come la vita delle perone più deboli e meno abbienti può essere rovinata ed annientata da Trump. 
Penso alle famiglie messicane che vivranno nel terrore di essere deportati, nonostante siano magari qui da tanti anni, abbiano figli nati qui e paghino regolarmente le tasse. 
Penso alla mia cara amica che ha appena subito una mastectomia e mi ha detto: ora vado in ospedale, faccio l’intervento perché grazie ad Obamacare lo posso fare ma se poi Trump cancellerà Obamacare, io non avrò i soldi per pagarmi la chemio e le altre cure che potrebbero salvarmi la vita. Sì, perché anche questa è l’America. Lei è una single mother con due lavori part time ma nessuno dei due le paga l’assistenza sanitaria di cui quindi usufruisce solo grazie alla riforma di Obama. 
Se la cancelleranno non potrà permettersi di pagarla di tasca sua ed inoltre, se tolgono la clausola messa da Obama sulle malattie pregresse, nessuna assicurazione le offrire’ copertura a causa del tumore avanzato.
Come faccio a non soffrire e a non essere delusa dal genere umano? 
Inoltre, spero di sbagliarmi ma mi sembra già di vedere in giro per gli USA persone che, forti della vittoria di Trump, fanno sfoggio dei loro atteggiamenti razzisti e della loro intolleranza. Basta vedere gli attacchi alle manifestazioni assolutamente pacifiche che ci sono state nelle piazze contro Trump o i poliziotti che pubblicano su FB terribili commenti razzisti che sono addirittura contro i loro regolamenti  lavorativi o i redneck che si vedono in giro con le loro magliette con slogan che sotto al disegno della bandiera americana scrivono “Se questa bandiera ti offende, posso aiutarti a fare i bagagli”. Sicuramente questi atteggiamenti ci saranno stati anche prima ma ho l’impressione che ora molta gente si senta più autorizzata a dare sfogo ai propri atteggiamenti razzisti ed intolleranti, come fossero motivo di orgoglio.
Spero di sbagliarmi come mi ero sbagliata nella previsione dei risultati elettorali. 

Di una sola cosa sono invece assolutamente certa: rimpiangerò tanto, ma proprio tanto, Obama. 

Angela Messori (10 dicembre 2016)

9 commenti:

  1. L'università americana ha un costo da 30 a 60 mila euro l'anno?
    Una bella selezione!
    s.

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    1. Si’, purtroppo i costi dell’università’ negli USA sono proibitivi e, conseguentemente, causa di una profonda selezione economica e sociale. Il costo di iscrizione e tasse universitarie varia da un minimo di 15.000$ fino ai 50.000$ all’anno per università’ private e di eccellenza. A questo si devono aggiungere le spese del dormitorio (solitamente obbligatorio vivere nel campus per il primo anno) ed il mantenimento generale. In America gli studenti universitari non vivono mai in casa con i genitori per ragioni sia culturali ma anche pratiche (distanze infinite). Si arriva pertanto ad un costo complessivo tra i 30.000 ed i 70.000$ all’anno. E’ vero che esiste la possibilità’ di accedere a borse di studio ma i costi sono comunque cosi’ elevati che questo aiuta poco.

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  2. Concordo. Rimpiangeremo Obama.
    Gli uomini scelti dal Presidente eletto fanno paura ... Se possibile, più di lui.
    Da ultimo pare che un boss della Exxon diverrà Segretario di stato.
    Anna

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    1. Hai ragione Anna. Le scelte che ha fatto finora Trump non fanno certo ben sperare.
      Tra i nominativi per ora annunciati, il Ministro del Tesoro sarebbe un uomo di Wall Street (Goldman Sachs) la cui banca ha pignorato e ripreso possesso di ben 37.000 case durante la crisi immobiliare degli anni scorsi. Interessante visto che Trump aveva impostato la campagna elettorale sulla demonizzazione di wall street. Il nome che circola come futuro Ministro del Lavoro e' un nemico storico delle proposte di innalzamento del minimo sindacale tra i lavoratori meno pagati in America. Il candidato per la nomina a capo dell'Agenzia per la Tutela Ambientale nega da sempre il riscaldamento globale. Il candidato per i servizi sociali e sanitari, si e' sempre opposto alla riforma sanitaria di Obama e vuole privatizzare Medicare, l'unica parte pubblica del sistema sanitario americano. Un'altra billionaria sembra essere la candidata più' probabile per il ministero dell'educazione. Non ha alcuna esperienza di scuole pubbliche, ha personalmente sempre mandato i propri figli alle scuole private e si e' battuta per anni per la privatizzazione dell'educazione. Come dici tu, fanno paura, tanta paura.

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  3. Anche a me fanno paura Trump ed i suoi sostenitori.
    Sono solidale con i manifestanti delle città americane.
    Voglio però chiedervi se all'origine del successo del candidato Repubblicano non ci siano anche gli insuccessi di Obama, oltre alla per molti impresentabile Hillary.
    Obama, troppo presto Nobel, non ha ottenuto la pace in Medio Oriente, la questione palestinese è rimasta irrisolta, Israele ha continuato negli insediamenti ... La occupazione in Afganistan continua ... In Ucraina si è alimentata la guerra fredda e tiepida ... In Siria non si riconoscono gli amici dai nemici ...
    Se poi nel Grande Paese dopo 8 anni di Presidenza Democratica per studiare bisogna essere ricchi, armarsi resta un diritto, avere giustizia è una incognita legata alla classe di appartenenza ...
    Raffa

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    1. Certo, e’ vero che Obama avrebbe potuto fare di più’ ma, personalmente, ritengo abbia fatto davvero tanto se si considera il contesto in cui si e’ trovato a governare. Gli USA sono un paese conservatore e bigotto e certe battaglie culturali non sono affatto facili. Inoltre e’ difficile far passare leggi e riforme quando non si possiede la maggioranza al congresso. Per la famigerata riforma sanitaria, Obama si e’ trovato contro, purtroppo, anche tanti esponenti del suo stesso partito. Inoltre, non dimentichiamo lo sfacelo economico in cui Bush aveva gettato il pease e le guerre in cui lo aveva trascinato con conseguenti perdite di vite umane e di fondi. La situazione che il nuovo presidente si e’ trovato a dover gestire era a dir poco disastrosa.
      Il paese, sotto la sua guida di Obama, ha fatto passi da gigante anche in campo di diritti civili ed uguaglianza sociale. Purtroppo l’articolo al link qui sotto e’ inglese ma e’ un interessante elenco di azioni, leggi, riforme e cambiamenti realizzati da Obama nel corso dei suoi due mandati.

      http://pleasecutthecrap.com/obama-accomplishments/

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  4. Ok, un miliardario alla Casa bianca.
    Una amministrazione di manager e militari.
    Tutti noi a preoccuparci per la pace nel mondo.
    E però ... con la Russia si apre il dialogo e sugli F35 risulta uno stop.
    Continuiamo a preoccuparci.
    Mario C.

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  5. Da oltre oceano anch'io ho apprezzato Obama e simpatizzato per Sanders, come Angela.
    Ora temo Trump ed i suoi sostenitori che mi ricordano i cattivi dei film western americani.
    Però non capisco la propaganda in corso sulle interferenze di Putin e sulle amicizie con gli oligarchi russi. Nella globalizzazione sono evitabili?
    Ma, detto questo, si vuole sostenere che decine di milioni di americani sono condizionati "da Mosca"?
    Penso che sia preferibile organizzarsi per salvaguardare i diritti civili conquistati dai cittadini e per strapparne altri.
    Titti

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  6. La metafora sui films western e' purtroppo azzeccata, Titti. Battute a parte, credo che si debba attendere per capire come davvero Trump si muoverà sia a livello nazionale che internazionale. Sicuramente il coraggio dimostrato nei suoi commenti negativi sugli investimenti per gli F35 sono da ammirare. Per il resto e' troppo presto per esprimersi, a mio parere, perché comunque, finche' non sara' operativo non potrà' fare molto.

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