lunedì 5 dicembre 2016

Dopo il Referendum. Le nuove sfide

Il voto dei cittadini è inequivocabile.
Hanno partecipato in tanti. Molti sono tornati a votare dopo anni.
Hanno detto, chiaro e forte, che il problema non è cambiare la Costituzione. Almeno così: in questo modo, con questo indirizzo.
Renzi, Boschi, Alfano e Verdini, Napolitano, Casini, Nencini e De Luca non hanno convinto la maggioranza del Paese.
E neppure ci sono riusciti Marchionne e Confalonieri, Confindustria e la CISL ...  Scalfari, Serra, Benigni ... Juncker e Merkel, l'Ambasciatore americano e il Partito del socialismo europeo ...

Il Presidente del Consiglio ha prontamente annunciato le dimissioni.
Ne aveva fatto la battaglia della vita.
Ne ha tratto le conseguenze.
Vedremo presto se manterrà la promessa fatta in passato e si ritirerà davvero "dalla vita politica" a tempo pieno. Oppure se ha fatto un passo indietro, oggi, nel tentativo di farne due avanti, domani. Restando ancora alla guida del PD.
Il suo problema è che non ha capito o interpretato il Paese, i suoi bisogni, le sue richieste primarie.
Purtroppo una occasione perduta, per tutti noi.
Il suo racconto (la sua narrazione) è stata smaccatamente pro domo sua, delle forze culturali e sociali che, una volta al governo, ha scelto di rappresentare e che, forse, lo avevano anche espresso e portato al successo.
Ora è bene rifletta. Lui, ma anche il PD ed i sostenitori del Si.

La maggioranza degli elettori del No non vogliono difendere "caste" o "privilegi".
Al contrario.
Chiedono di cambiare la società ed un sistema di potere insopportabile, corrotto e incapace di costruire futuro, serenità e sicurezza. Per donne e uomini di sinistra,  di destra e di centro. Per giovani ed anziani. Per operai, precari ed imprenditori che vogliono un mondo migliore. Anche se non sono assolutamente una alternativa. Includono e propongono soluzioni politiche e di governo assai diverse ed anche contrastanti.
Ora si riparte. Da questa Carta e confrontando tutte le altre carte, le idee, i progetti, le persone.

Se si vuole adeguare insieme la Costituzione si discuta seriamente in una Assemblea rappresentativa e distinta. Magari partendo da come assicurare in Italia e in Europa più "sovranità popolare", più partecipazione e più democrazia. Inserendo il principio di subordinare lo sviluppo alla salvaguardia dell'ecosistema naturale, i diritti universali a vivere in un ambiente sano e non inquinato. Si può fare, volendo.

Se si vuole ridiscutere il sistema elettorale "che tutti ci avrebbero copiato" (parole di Renzi ed amici) e che ora si teme possa fare prevalere una minoranza di "avversari" e non più di "amici" (come qualche "gufo" ripete da sempre!) si avanzino proposte serie e credibili in tempi rapidissimi. La "non rappresentanza" di questa Camera eletta nel 2013 (e che conta oltre 200 "voltagabbana") non può essere trascinata per mesi, fino al 2018.

Si costituisca presto un nuovo Governo, si scopo e a termine.
Che prepari una Legge di Stabilità che risponda innanzitutto a bisogni sociali ed economici maturi: la messa in sicurezza dei territori e degli edifici dai rischi idrogeologici e sismici; il finanziamento dei progetti di mobilità collettiva e non inquinante al posto di nuove strade, autostrade, ponti e rotonde; maggiori risorse alle autonomie locali per la gestione dei servizi sanitari, assistenziali e scolastici; misure per ridurre evasione ed elusione fiscale, per contrastare corruzione ed organizzazioni criminali; risparmi nelle spese militari.

Poi tutti al voto. Prima possibile per dare al Paese un Parlamento più rappresentativo ed un Governo più autorevole.

Nulla è scontato.
Ma da oggi tutti siamo più liberi e tutti davanti alla sfida di costruire il futuro che vogliamo.
Senza affidarci a deleghe immeritate.
Dopo i giusti e tanti No e tempo di passare a pochi selezionati Si.
Confrontiamoci.

33 commenti:

  1. A me ha fatto tristezza ascoltare gli euforici Salvini, Brunetta e c.
    A voi no?
    Antonio

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    1. Capisco. Ma ognuno fa la sua parte. O almeno crede.
      E' stato sicuramente uno scontro politico inedito, anomalo, contradditorio. Ma chi doveva rinunciare alle proprie convinzioni?
      E' chiaro e inevitabile che rimarranno memorie e scorie.
      Le esperienze sono comunque utili per riflettere e guardare avanti. O, almeno, si spera.
      Gianni

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  2. Lo scrutinio finale del voto degli italiani all'estero: 64% per il Si. Alcune centinaia di migliaia di voti.
    Non è stato un voto libero e segreto.
    Ricordiamolo!
    Andrea S.

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    1. Bisogna battersi per cambiare le modalità di voto degli italiani all'estero. Subito.
      Prima o poi si torna a votare e la Costituzione va rispettata.
      Gianni

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  3. Un governo di irresponsabili. Oggi il Ministro dell'Economia non è andato a rappresentare l'Italia in Europa.
    Ma che c'entra il Referendum sulla Costituzione con la rappresentanza degli interessi economici e sociali del nostro paese in Europa?
    Anna

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    1. ... e domani mi dimetto ... (ha detto ieri sera MR.)
      Non pervenuto.
      Parla prima di pensare, senza conoscere, come se il mondo girasse attorno a Lui.
      Uno così, meglio perderla che trovarlo.
      BiBi

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    2. Condivido.
      Anche a me sembra che Renzi ed il suo Governo oscillino tra arroganza, spregiudicatezza, improvvisazione e irresponsabilità.
      Mi pare che anche il Presidente della Repubblica lo ha fatto notare.
      E' la conferma che troppo potere concentrato in un solo uomo (ancorché Democratico) può confondere ed accecare.
      Lui purtroppo ricopre due importantissime e distinte cariche: quella del Presidente del Consiglio dei Ministri e quella di Segretario del Partito di maggioranza.
      Responsabilità non solo sua, questa. Altri (nel PD) lo avevano deciso, ancor prima del suo arrivo.
      Quando Renzi afferma "ora al No onori ed oneri", non va bene.
      Intanto, perché il No sono oltre 19 milioni di persone, una pluralità di comitati ed associazioni, di partiti distinti e distanti.
      Poi, perché respinta questa modifica della Costituzione la parola torna al normale funzionamento delle Istituzioni.
      E, nel Parlamento eletto nel febbraio del 2013, il PD ha ancora il controllo della maggioranza. Almeno fino alle prossime elezioni.
      Dunque si riparte da li. Che vuole fare il PD, ora?
      Appunto "onori ed oneri" a chi, usufruendo del Porcellum e vantando una "maggioranza politica", conta tanti parlamentari.
      Gianni

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  4. Condivido.
    Nulla è scontato.
    A partire dalla sconfitta di Renzi.
    Il suo "se perdo il referendum lasciò la politica" pare la replica di "stai sereno, Enrico".
    Dopo il 40% di "si" la tentazione è di farsi "ricandidare" dal "partito della nazione".
    Contando su quel bottino di consensi e sulla divisione politica del fronte del "no" i renziani pensano alla grande rivincita.
    Un voto ravvicinato darebbe: partito della nazione al 40%, grillini al 30%, lega nord e destra al 25%, sinistra al 5%.
    Per cui:
    A. Se si andasse con questo sistema elettorale lui potrebbe controllare o interdire.
    B. Se si ripristina il proporzionale lui ha il peso maggiore e da le carte.
    Conclusione.
    È stata scongiurata l'autostrada che portava alla incoronazione del Re Sole. Ma per liberarsi di Renzi la strada è lunga.
    Mario C.

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    1. Nulla è scontato.
      La lotta continua.
      Ora più che mai.
      Per cambiare il Paese a vantaggio dei più comunque è meglio scegliere un treno (con molte fermate, per caricare ad ogni stazione nuovi pendolari ed arrivare a destinazione in tantissimi).
      Gianni

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  5. Pinocchio Renzi continua come se niente fosse a giocarsi di noi.
    "Se perdo abbandono la politica" si sta trasformando in "ho preso il 40% alle Europee e nel Referendum.
    Chi può fare meglio?
    Continua il suo viaggio nel paese irreale.
    Gli consiglio di verificarlo bene quel 40% ...
    E in ogni caso faccia bene i conti. Domenica è successo qualcosa.
    Gli "opposti" insieme hanno detto No, ma non si sono vergognati di essere "accozzaglia" convergente. Per la prima volta.
    Allora, attenzione!
    Meglio non provocare e sfidare.
    Se il post dice "nulla è scontato", io interpreto ciò a 360°.
    Vogliamo passare da un referendum ad un ballottaggio?
    Intervenga Mastro Geppetto.
    Ciao!

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    1. Ascoltando Renzi alla Direzione del PD ho avuto la netta sensazione che piuttosto che riflettere criticamente sulle ragioni del risultato del referendum ed in perfetta continuità con le scelte politiche e sociali fin qui proposte negli ultimi due anni, ha cominciato la prossima campagna elettorale.
      Una nuova sfida al Paese.
      Bisognerà dimostrarsi tutti all'altezza.
      Non sarà facile. Ma meglio attrezzarsi ed affinare le strategie.
      Gianni

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  6. Pare che entro domani venga definitivamente approvata la Legge di Stabilità nella versione già votata. Quindi senza le modifiche da te ed altri indicate.
    Poi l'alternativa sarebbe un governo di solidarietà nazionale oppure il voto a febbraio. Senza nuova legge elettorale (Renzi).
    Il referendum è già archiviato? Certo, con la presa d'atto che la Costituzione resta quella senza le modifiche della Renzi-Boschi ... Ma null'altro.
    Carlo

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    1. Mi pare così. Purtroppo. Non è un bene per il Paese.
      Una delle più importanti Leggi (quella che definisce gli impegni economici e gli investimenti sociali per il prossimo anno) è stata approvata con la fiducia e senza un dibattito ed emendamenti. Condizionata dalle dimissioni decise dal Presidente - Segretario, senza neppure discutere nel suo Governo e nel suo Partito.
      Renzi procede in continuità con le sue proposte di cambio della Costituzione e, se possibile, le estremizza: tutto il potere a un Capo.
      Mi risulta che Michele Emiliano abbia usato un termine preciso e condivisibile: "umiliante".
      Per il PD, naturalmente.
      Come dargli torto.
      Ma chi condivide ha un obbligo. Discutere, organizzarsi, rispondere con un progetto nuovo, democratico, sociale ed ambientale.
      Gianni

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  7. Non concordo.
    Dopo anni di politiche e di leggi sbagliate c'è ancora bisogno di dire dei no.
    Ne indico due, non so quanto popolari.
    1. "Ridurre le tasse"? No. Si può farlo solo se è quando sarà possibile. Ora c'è da migliorare servizi essenziali e da ridurre il debito pubblico. Poi vedremo.
    2. "Grandi opere"? No. Bisogna selezionare. Ad esempio No al Ponte sullo Stretto e No al Passante di Bologna. Ora c'è da investire su ferrovie locali e trasporto pubblico. Per migliorare la mobilità e disinquinare le città.
    *****

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    1. Sottoscrivo. Ho detto e ribadisco molti No.
      Penso però sia tempo di costruire una alternativa netta e forte. Una alternativa culturale, sociale e politica a Renzi ed alle attuali classi dominanti. Per scongiurare crisi progressive e pericoli gravi.
      Dunque selezionare alcuni Si condivisi e condivisibili da un ampissimo schieramento democratico e "progressista" che sfida la ostinazione dell'attuale Segretario del PD e l'arroganza dei potenti di sempre in Italia ed in Europa.
      Gianni

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  8. Se fossi in Renzi controllerei quel 40%.
    Ci sono frane in corso ... e presto anche nell'Emilia del 52% ...
    Andrea S.

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    1. Capisco e condivido.
      Tuttavia vorrei si procedesse soprattutto nella costruzione di una alternativa credibile, sociale e democratica.
      Gianni

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  9. Sei stato ottimista.
    Da Renzi nessun sostanziale passo indietro.
    Dalla direzione del PD nessuna riflessione.
    Solo proposte irrealizzabili.
    "Tutti al governo" non è comprensibile e ragionevole in democrazia: quando addirittura si è respinto, pochi mesi fa, che "Tutti" contribuissero a scrivere le "Regole Comuni" della nuova Costituzione.
    "Subito, subito alle elezioni politiche" è impossibile: mancano ancora (come nel 2011 e nel 2013) una legge elettorale costituzionale e provvedimenti economici e finanziari per fronteggiare un grande "buco" (le autorità europee dicono si tratta di 15 miliardi dopo le "mance" elettorali di Renzi). E occorre intervenire a gennaio.
    Il tentativo di ricorrere subito al voto politico vorrebbe eludere questi nodi aperti.
    La realtà è che Renzi ed il PD hanno fallito. Come i predecessori. Come gli altri governi occidentali.
    pl

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    1. Approvata la Legge di Stabilità (con la fiducia, senza alcuna discussione) e in attesa del pronunciamento della Consulta sull'Italicum (25 gennaio) credo sarebbe logico e naturale rinviare alle Camere il Presidente dimissionario, che ha scelto personalmente di dimettersi (il referendum infatti ha respinto le modifiche alla Costituzione e non si è pronunciato su un Governo che, del resto, mai il popolo italiano aveva indicato).
      Se Renzi ottiene ancora una volta la fiducia resta, per gestire (da segretario del primo partito e da esponente più autorevole della attuale maggioranza) le opportune modifiche al sistema elettorale e le urgenze economiche, sociali ed ambientali. Poi, se ritiene di riconoscere le richieste ripetute da tempo da tanti, portarci al voto politico prima possibile, non oltre la primavera.
      Se il Parlamento, invece, vuole le dimissioni e viene a mancare "la maggioranza politica" attuale allora non resterebbe che un governo "istituzionale" (votato a maggioranza o no) che con un sistema elettorale rispettoso della Costituzione porti subito al voto.
      Gianni

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  10. Avere evitato che De Luca, Toti e Bonaccini diventino anche Senatori non mi pare poca cosa.
    Quanto al futuro vedrei bene Prodi (per un Governo di scopo) ed Emiliano per le elezioni.
    Max Rouge

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    1. Respingere questo cambio della Costituzione mi pare sia stato positivo per numerose ragioni, attinenti al merito ed al progetto politico che lo motivava.
      Quanto al futuro del Paese credo necessario un rinnovamento profondo, qualificato su diverse priorità negli investimenti e nella destinazione delle risorse umane, finanziarie ed ambientali; nondimeno, su classi dirigenti distinte da quelle che hanno evidenti responsabilità per gli errori fatti nei decenni passati. Giovani e no, di riconosciuto valore e di esperienza, consapevoli innanzitutto del valore della partecipazione popolare e della necessità di attuare i Principi della Costituzione (in larga misura inattuati).
      Gianni

      PS. Apprezzo il Democratico Michele Emiliano. Ma al PD suggerirei innanzitutto di discutere dei problemi del Paese e di Politica. Partendo dalla convinzione che non Basta un Si (mai!) e che occorrono più (e non meno!) persone impegnate in politica.
      Gianni

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  11. In effetti la fretta con cui Renzi si è dimesso ed ora vuole vuole votare è sospetta ...
    Non è che vuole impedire che il PD discuta di quanto successo e fissi le primarie per decidere democraticamente il suo candidato?
    L.

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    1. Non è la prima volta che il PD rimuove risultati elettorali o referendari. Con Renzi e prima di Renzi. A livello nazionale ed anche locale e regionale.
      Non porta bene.
      La importante partecipazione al referendum dice di quanto è sbagliato sottovalutare le aspettative, le volontà e le capacità critiche e di mobilitazione democratica del Paese.
      Gianni

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    1. Finalmente!
      Corriamo verso l'Italia che volevamo.
      Gentiloni a Palazzo Chigi con Renzi al Nazareno e dopo le primarie aperte a tutti, di nuovo candidato a Premier.
      Ancora una volta Basta un Si.
      Sic

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  13. Gentiloni non è Renzi, né nasce con la Leopolda.
    Tra l'altro come personalità non potrebbero essere più distanti.
    Antonio

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  14. Gentiloni ha passato i 60 anni e fa politica fin da quando era studente al liceo Tasso. Ha vissuto varie esperienze nei movimenti e nei partitini della sinistra. E' passato da Legambiente, dove ha fatto il direttore della rivista la Nuova Ecologia. Poi ha collaborato con Rutelli come portavoce ed Assessore al Comune di Roma e nella Margherita. Dal 2001 è deputato e per 2 volte Ministro (con Prodi e Renzi). Alle Primarie del Centrosinistra per Roma, vinte da Marino, è arrivato buon terzo.
    Dunque una storia assai più ricca, complessa e controversa rispetto a Renzi.
    Un carattere e relazioni che gli hanno consentito di superare disavventure ed essere sempre utile.
    Fra poche ore, al momento della presentazione del suo Governo si capirà meglio se sarà utile al Paese (come molti sperano) oppure utile al sistema di potere e di interessi dominanti (colpito nel Referendum e desideroso di rivincite).
    La permanenza alla segreteria del PD di Renzi e le voci sul coinvolgimento di parlamentari del gruppo Verdini nel Governo non promettono nulla di buono.
    Gianni


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    1. Verdini non è stato coinvolto, ne premiato.
      E Gentiloni parla di problemi sociali.
      Un passo avanti?
      Antonio

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    2. Antonio, ho l'impressione che Verdini continuerà a svolgere la sua parte. Che è quella di condizionare un Governo a "sovranità limitata".
      Quanto a Gentiloni parla di problemi sociali, ma difende il Jobs Act e rivendica le politiche del Governo Renzi, senza indicare provvedimenti contro la povertà e la precarietà. Nè indica risparmi su opere inutili e investimenti socialmente qualificanti.
      Più che deludente, irresponsabile.
      Gianni

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  15. Un governo Renzi senza il Capo.
    Ci restano Gentiloni, Alfano, Boschi, Calenda, ... Galetti, Pinotti, Poletti.
    Abbiamo perso la testa ci siamo tenuti il corpo.
    Vale

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    1. La testa? Urge ritrovarla.
      Proviamoci. Attraverso il confronto delle idee e delle proposte.
      Non basta un Si e non bastano tanti No.
      Gianni

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  16. Volevate cacciare Renzi, beccatevi Gentiloni!
    In dieci giorni siamo passati da un dinamico quarantenne ad un grigio sessantenne.
    E questo non è che l'assaggio ...
    Zorro

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    1. Se Zorro è rimasto fedele ai suoi principi ed alla sua storia, converrà che per combattere le ingiustizie e gli inganni dei potenti è meglio avvalersi della Costituzione che non di pessime manomissioni.
      Quanto agli uomini. E' sempre Z ad averci insegnato che pure con le necessarie distinzioni tra il Capitano Monastario, il governatore Rico e il sergente Garcia, è comunque necessario prendere la parte di peones, soldati, proprietari e nobili onesti per riportare pace e giustizia.
      Gianni

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