L'uomo del fare procede "come un rullo compressore", come "un treno".
Dopo "decenni di chiacchiere", dicono Renzi e i suoi fan, finalmente si fanno Leggi destinate a lasciare il segno.
Tra queste, quella definitiva che "supera le Provincie e cancella migliaia di politici".
Siamo seri.
1. Tra le priorità del tempo che viviamo, c'è la cancellazione delle Province?
Oppure, il problema è avere un sistema istituzionale complessivamente più autorevole e semplificato; capace di rappresentare meglio i cittadini e di governare i profondi processi sociali del nostro tempo?
In questi decenni i livelli istituzionali (territoriali) e i poteri reali (anche verticali) si sono moltiplicati ben oltre quelli storici e radicati nella cultura del paese (Comuni e Province): votiamo (dal 1970) per le Regioni e per i Quartieri (o le Circoscrizioni o le Frazioni; a Bologna, prima 18 e poi 9); si sono costituite e crescono (anche in queste ultime settimane) molte altre istituzioni ed enti di secondo livello (cioè "nominati" da politici / amministratori e "non scelti" direttamente dai cittadini): le Comunità Montane, le Associazioni e le Unioni Comunali; i Consorzi di Bonifica, le Aziende Sanitarie e di Assistenza Sociale, di Protezione Ambientale e dei Trasporti ...
Tutti questi enti, istituzioni o aziende pubblici (o a prevalenza pubblica), concorrono al governo della società e fanno scelte politiche e/o amministrative.
Spesso, si intrecciano ruoli, esperienze, percorsi, filiere di burocrazie, fedeltà personali e di gruppo. Di questo potere vivono (o meglio sopravvivono) partiti piccoli e grandi che hanno progressivamente ma inesorabilmente perso negli ultimi anni e decenni cultura e radici sociali.
Questa nuova Legge non solo non interviene organicamente su tutto questo, ma neppure anticipa un progetto istituzionale nuovo, compiuto, alternativo.
Qualcuno pensa che si possa delegare a poche persone queste responsabilità o che un disegno logico ed organico si componga a prescindere da un confronto partecipato e da un percorso consapevole?
Questa sarebbe una svolta buona?
2. La priorità è "ridurre i politici"?
Oppure, al contrario, garantire più partecipazione politica e concorso democratico dei cittadini al confronto pubblico ed alle scelte principali e più urgenti delle diverse comunità (locali, nazionali e sovranazionali)?
Certamente, "i politici" non debbono essere persone che "pesano" sulla società, né che pensano "meno siamo, meglio è per la società"; ma cittadini protagonisti, promotori, rappresentanti riconosciuti (selezionati e apprezzati) del libero confronto tra progetti e soluzioni per costruire il nuovo mondo.
La politica non deve essere occasione di carriera e di arricchimento per pochi, bensì strumento e servizio aperto a tutti i cittadini (almeno in questo caso, considerati uguali, a prescindere dal ceto e dalla collocazione sociale) per capire, discutere, affrontare e governare insieme (con responsabilità individuale e collettiva) i problemi complessi della società e del mondo globalizzato (regolando e rendendo produttivi e utili i naturali conflitti di idee e di interessi).
Questo è il cambio da fare. Più politica partecipata e democratica. Politici lungimiranti, selezionati e scelti con maggiore conoscenza e consapevolezza dell'intero corpo elettorale. Molte novità si potrebbero discutere ed introdurre per muovere in questa direzione, se questo fosse l'obiettivo politico del Governo e dei partiti.
Ma proprio da questo punto di vista, la Legge approvata più che risolvere problemi, li accresce.
Un altro livello Istituzionale (che sostanzialmente resta!) viene guidato da "nominati", selezionati da altri politici amministratori e non dai cittadini.
Ragioniamo su Bologna.
Il 25 maggio non eleggeremo più Presidente e Consiglio Provinciale.
Perché sarebbe positivo? Perché si risparmia una scheda, una elezione e pochissimi euro?
Beatrice Draghetti e gli Assessori resteranno in carica fino a fine anno. Senza essere pagati. Nei prossimi 7 mesi debbono continuare a svolgere le loro funzioni gratis.
Si vuole dire che per decenni hanno avuto stipendi e indennità immotivate e che debbono pagare, loro, per gli errori compiuti in decenni, per un sistema oramai inadeguato e screditato?
Trovo, tutto ciò, francamente incomprensibile, assurdo e indecente.
Dal 2015, alla Provincia subentrerà la Città Metropolitana di Bologna (a livello nazionale saranno altre 14 e conteranno una parte molto rilevante della popolazione nazionale), con a capo il Sindaco del Comune Capoluogo (a Bologna, Virginio Merola). Con il Sindaco Metropolitano viene costituito un Consiglio Metropolitano di 18 membri (nel caso bolognese), eletto da e tra i Sindaci e i Consiglieri Comunali del territorio. Alcuni consiglieri potranno avere assegnate deleghe e competenze (secondo Statuto).
Assolveranno tutti, contemporaneamente, più compiti e "servizi".
La differenza, dunque, sta nel fatto che a guidare pianificazione territoriale, urbanistica, ambientale, dei trasporti, dell'edilizia scolastica (che sono le funzioni attribuite alla nuova Istituzione) saranno politici "nominati" o, se vogliamo, eletti dai cittadini per altri ruoli e responsabilità (comunali).
Con la contraddizione che il Sindaco Metropolitano sarà scelto solo da una parte dei cittadini del territorio interessato (i bolognesi, bolognesi): gli elettori di San Lazzaro, Casalecchio, Imola, Loiano, Argelato, Castel San Pietro, San Giovanni in Persiceto, Molinella, Porretta Terme, ... no.
Si "beccano" il Sindaco Metropolitano scelto nel Comune Capoluogo, la minoranza (circa 290.000) degli elettori del territorio amministrato (circa 760.000).
Una pesante ed evidente contraddizione democratica.
Gli stessi sostenitori del provvedimento hanno, infatti, previsto la possibilità di decidere, con lo Statuto, il voto per tutti i residenti nel territorio. Nel caso, però, hanno anche stabilito che il Comune capoluogo deve essere superato, smembrato in più territori (gli attuali - o nuovi - Quartieri) che divengono Municipalità. Per intenderci, Savena come San Lazzaro o Navile come Castelmaggiore ...
Il Comune di Bologna sparisce.
È questa, ad esempio, la proposta di Valter Vitali, già Sindaco di Bologna e Parlamentare PD.
Con effetti paradossali. Un solo esempio: i residenti di via Mazzini potrebbero votare per due diversi "Comuni" o Municipalità (quelli dei numeri civici dispari per Santo Stefano e quelli dei civici pari per San Vitale). Con le eventuali ricadute sulle politiche sociali, dei servizi, delle tariffe: dalle rette scolastiche per bambini che frequentano le stesse scuole, ai provvedimenti del Sindaco come garante della salute pubblica ...
Insomma, un pasticcio. Un (altro) vicolo cieco.
Una brutta Legge, da rivedere e cambiare quanto prima.
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Si, pasticci da dilettanti allo sbaraglio.
RispondiEliminaOggi lo Stato si articola in tre livelli istituzionali: Comuni, Provincie e Regioni.
La nuova legge mantiene Comuni e Regioni.
Mentre le Province si trasformano. Quelle considerate medio - piccole (tra cui Brescia, Bergamo, Padova e Verona più abitate della maggioranza di quelle indicate come Metropolitane) perdono peso e funzioni e quelle valutate medio - grandi (anche se meno abitate) accrescono competenze e ruolo divenendo Città Metropolitane: 10 più 5 (nelle regioni a statuto speciale), dove complessivamente ci sono oltre 22 milioni di abitanti. Possono essere di secondo livello o elette direttamente. A condizione che si superi il Comune capoluogo. Creando antagonismi con le Regioni. In diverse delle quali le Città Metropolitane costituiscono mezza Regione (Piemonte, Liguria, Campania, per non parlare del Lazio).
Si potevano incasinare di più le cose?
M.
Si diceva che le Riforme Costituzionali dovevano essere condivise.
RispondiEliminaSi è ripartiti dopo molti anni in cui si sono moltiplicate le istituzioni dalla sintonia ricercata ed esibita tra due leader in cerca di una difficile leadership, Matteo e Silvio.
Generando più critiche che consensi. Professori e no. Costituzionalisti e altri. PD e FI. Centro, Destra e Sinistra. 5 Stelle e anche 4 e 3 ...
Sul Senato non è chiaro come finisce.
Si vota la Delrio prima di riformare il Capitolo V, che decide i poteri di Stato e Regioni. Si depotenziano le Province e si costituiscono una decina di Città Metropolitane ...
Qualcuno dica a Renzi che per non correre a vuoto occorre usare la testa!
Nik
A Renzi però si deve riconoscere che ha sbloccato la situazione.
RispondiEliminaLe proposte sono in Parlamento.
Vediamo che esce ...
Magari chiusa l'ennesima campagna elettorale.
Antonio
Se non sbaglio quella sulle Provincie è già Legge. Pasticciata e mediata come scritto anche qui. Che già divide, non solo favorevoli e contrari. Ma sostenitori di approcci diversi.
RispondiEliminaInevitabile se si parte senza una strategia chiara e condivisa, che non può essere solo l'urgenza di fare.
L.
Sciogliere il Comune di Bologna mi pare una cagata pazzesca.
RispondiEliminaVale
Vale, come quella di attribuire funzioni rilevanti ad un ente non eletto direttamente dai cittadini di una comunità, ma nominato da amministratori locali.
RispondiEliminaPerché io cittadino di Castelmaggiore sono di serie B?
Perché i cittadini di Bologna debbono eleggere (solo loro) il nostro Capo della Città Metropolitana?
Come detto, loro sono meno della metà degli abitanti e degli elettori del territorio comune ...
Che democrazia stanno costruendo?
Forse ha ragione la Camusso.
Ciao!