mercoledì 17 luglio 2013

I sovversivi e gli altri


Sovversive.
Come altro possono essere definite le affermazioni di ministri e parlamentari del PdL (ora "tutti falchi" si auto-definiscono) secondo cui la convocazione il 30 luglio della Corte di Cassazione per la sentenza definitiva sul processo Mediaset è parte di un complotto della Magistratura per colpire il leader politico del Centrodestra?
E le minacce di crisi di Governo del capogruppo alla Camera, in caso di condanna di Silvio Berlusconi?
È, ancora e sempre, la tesi che il consenso elettorale deve prevalere sul corso della giustizia. Dunque sospendere, rinviare o, peggio, cancellare le sentenze. I "politici" non debbono essere indagati e giudicati, almeno finché esercitano funzioni.
Si possono continuare a sottovalutare queste posizioni?
Si può proporre con soddisfazione le mediazioni che "riducono il danno"? 
Prima i parlamentari che "manifestano" al Tribunale di Milano. Ma i Ministri non hanno partecipato. Ah, allora è passabile?
Poi lo "sciopero" in (del) Parlamento. Ma la sospensione dei lavori alla Camera ed al Senato è passata da tre ad un giorno. Anzi, mezza giornata. Il tempo per una riunione di Gruppo. "Una vittoria", secondo Guglielmo Epifani.
Ora è tempo di una nuova discussione e trattativa: una legge sulle incompatibilità che dovrebbe anche chiarire e superare le norme (attualmente in essere) in materia di ineleggibilità ... Infatti, "se stiamo al testo attuale, diventa difficile votare l'ineleggibilità" dice Guglielmo Epifani.
Avanti così?
Quali messaggi arrivano al paese, all'Europa e al mondo intero?
Chi può onestamente pensare che con questa cultura, queste priorità e queste 
azioni si possono affrontare crisi e problemi del paese?
Né vale ridurre il valore dell'accordo di governo.
È lo stesso Capo dello Stato che continua a ricordarci che siamo di fronte ad una "maggioranza politica" senza scadenze. In sintonia con le dichiarazioni programmatiche di Enrico Letta in Parlamento, che non si può certo dire abbia chiesto una fiducia su uno scopo chiaro e limitato, con tempi certi e riscontrabili. Anzi. 
L'intento esplicito e praticato (con il varo del Comitato dei 35 saggi) è quello di andare ben oltre la modifica della legge elettorale e di modificare la Costituzione. Altro che fase di passaggio obbligata per governare una particolare emergenza. È in campo un obiettivo ben più ambizioso e di lungo periodo. Almeno per una parte di protagonisti e contraenti.
No!
La crisi del sistema ed i problemi che tutti noi viviamo quotidianamente impongono altro. Da subito. Senza aspettare tempi migliori che, se non si preparano, non arriveranno mai.
Questa alleanza politica e sociale peggiora la situazione, rende i rapporti tra i soggetti del possibile cambiamento sempre più difficili e tesi, non costruisce nuove solide fondamenta per una casa comune tra forze diverse.
Lo dimostrano i dati economici e finanziari. I continui rinvii dei provvedimenti economici, sociali ed ambientali del Governo. Da ultimo, la indecente gestione del caso Shalabayeva e le irresponsabili dichiarazioni del Commissario di Governo per l'LVA, Enrico Bondi.
Questo è l'errore politico (capitale) di Giorgio Napolitano e del PD (almeno dal 2011). Del PD (che ripropone Giorgio Napolitano) e di Giorgio Napolitano (dopo il secondo mandato).
Aveva ragione Enrico Berlinguer: questione morale, questione democratica, questione politica si tengono e non possono essere separati in questo paese e in questo mondo. Le vicende italiane ed europee degli ultimi decenni dimostrano il fondamento di quella politica alternativa e radicale.
È ora di passare ad una nuova fase.
Il Presidente della Repubblica deve garantire il pieno rispetto della Costituzione, l'equilibrio dei poteri, il corretto funzionamento delle istituzioni. Qui non ci siamo (dalla determinazione nella lotta alle mafie al rispetto dei ruoli e delle autonomie dei diversi poteri). 
Se non è in grado di farlo (se non vuole) si dimetta. Non ci sono altre donne e uomini in grado di essere buoni Presidenti? Non scherziamo ...Camera e Senato, partiti e movimenti discutano le vere priorità per fronteggiare crisi sociale, economica, finanziaria: quali politiche per una Europa democratica, dei popoli, capace di migliorare le condizioni di vita civile e sociale; quali politiche dell'Italia e dell'Europa per la pace e la cooperazione nel Mediterraneo, area di crescenti tensioni (dalla Turchia, alla Siria, al Libano, ad Israele, a Gaza, all'Egitto, alla Libia, alla Tunisia ...); quali politiche industriali e per la conversione pacifica ed ecologica delle produzioni e delle nostre città; quale stato sociale e quali diritti per i lavoratori ed i cittadini del nostro e degli altri continenti; quali politiche fiscali, quali tasse ed imposte per una società più giusta e attenta alle generazioni future; quali istituzioni rappresentative, di governo e territoriali (a proposito, ho trovato molto interessanti le tesi di Ilvo Diamanti sul molto discutibile obiettivo del superamento delle Provincie). 
Si verifichino possibili (realisticamente limitati) impegni comuni: la valorizzazione delle istituzioni democratiche rappresentative (Assemblee Parlamentari, Consigli Regionali, Provinciali e Comunali) rispetto alle cariche monocratiche, agli Enti ed alle Aziende di secondo grado (che non rispondono direttamente ai cittadini); il risparmio forte dei costi pubblici per la politica (quanti strumenti istituzionali - Comunità, Associazioni, Unioni - di secondo grado si sono costruiti in questi anni per mantenere clientele e reti di rapporti opachi?) o per redditi d'oro (stipendi, liquidazioni e pensioni) e il riconoscimento dei doveri e dei diritti economici di cittadinanza; la drastica riduzione delle spese militari (dagli F35 alle alte gerarchie di esercito e servizi segreti) e per le grandi opere inutili e nuovi significativi investimenti per piccole e grandi interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e di messa in sicurezza del territorio, per l'istruzione, la ricerca e la prevenzione; la definizione di piani industriali e di risanamento in settori strategici per l'economia nazionale (dall'acciaio ai trasporti collettivi, all'agro-alimentare); l'estensione di diritti civili fondamentali; una legge elettorale nel rispetto della Costituzione e del ruolo di rappresentanza nelle Assemblee del paese reale ...
Se emerge in questo Parlamento una maggioranza di scopo e di cambiamento tra gli eletti di Centrosinistra, del Movimento 5 Stelle e di Scelta Civica bene. 
Si costituisca un Governo su obiettivi definiti, concordati, verificabili.
Altrimenti si torni al voto. In tempi rapidi, rapidissimi.
Ogni forza politica si assumerà le proprie responsabilità e, a noi tutti, competerà scegliere, sulla base dell'esperienza vissuta e della credibilità acquisita, tra i nuovi competitori.
Magari diversi (non solo nei volti e nella età dei leader) da quelli bocciati a febbraio.


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