Sarà un grande leader politico (di centro, di destra, di sinistra, oppure "oltre" i partiti) a cui affidiamo tutti i poteri (con un sistema presidenziale) e che valutiamo solo alle naturali scadenze elettorali (senza "interferenze" di altri poteri e controlli, come quello giudiziario) a risolvere questa drammatica crisi?
Difficile crederlo.
Più facile ritenere che questa soluzione, proposta di nuovo nelle ultime elezioni da Silvio Berlusconi ed oggi ancora in campo (e sostenuta da consistenti settori della maggioranza), aggraverebbe ingiustizie e povertà, toglierebbe diritti, libertà e principi costituzionali fondamentali.
Per affrontare i grandi problemi del nostro tempo occorrono idee nuove, progetti radicali, creatività organizzata, partecipazione diffusa, cultura e democrazia.
Altro, rispetto al Governo LettAlfano, messo in piedi innanzitutto per dare continuità alle politiche avviate dal Governo Monti e indicate dalle autorità europee, per sterilizzare (isolare e deludere) la voglia e la speranza di cambiamento (emersa con il voto di febbraio) e per determinare una corresponsabilità di PD e PdL nella amministrazione dell'esistente e nella gestione di scelte di basso profilo e di conservazione del sistema.
Un governo che nelle prime settimane di vita ha alternato solo annunci, promesse di impegno e rinvii (IMU, IVA, ILVA, esodati, sistema elettorale).
Nessuna risposta strategica innovativa (di cambiamento), salvo il progetto di modifiche costituzionali, su cui LettAlfano (non il Parlamento!) hanno costituito un comitato di "saggi". Così si prepara il peggio.
Ma la risposta non è neppure Matteo Renzi.
Più coraggioso di altri, più consapevole del bisogno di immettere nel sistema politico ed istituzionale italiano aria nuova. Ma ancora troppo interno al vecchio sistema economico e di potere. Ai tempi dei referendum FIAT si è schierato con Sergio Marchionne ed il suo non credibile "progetto Italia". Anche lui, non ha capito in tempo utile l'inganno ed il progetto autoritario della direzione aziendale FIAT. Da Sindaco di Firenze, gli sono sfuggite (?) le tristissime pratiche di sottogoverno che stanno scuotendo in questi giorni il capoluogo toscano e Palazzo Vecchio: un altro perverso intreccio di politica, affari e sesso, che ha coinvolto e portato alle dimissioni un suo Assessore e sostenitore. Ora da quasi candidato segretario e (sicuro) leader del PD (e del Centrosinistra?) rispolvera la "vocazione maggioritaria" di veltroniana memoria.
Si possono attendere tempi migliori? Si può pensare, ancora una volta, di limitare i danni?
No. Forse conviene passare, senza ulteriori indugi, all'iniziativa ed alla proposta. Nel paese, in Parlamento ed in Europa.
Che senso ha aspettare oltre?
Pensando che altri risolvano i nostri problemi.
Magari i tedeschi, che in autunno andranno al voto. Cosa cambierà con le elezioni tedesche?
Nella prossima primavera (maggio 2014) ci sarà il rinnovo del Parlamento Europeo. Una nuova grande occasione.
Si presenteranno Partiti e Coalizioni attuali o del passato? Ci andranno con le ambiguità e le contraddizioni che li caratterizzano?
Oppure è possibile ed auspicabile impegnarsi per costruire un nuovo soggetto culturale, sociale e politico?
Per l'Italia e per l'Europa.
Se non ora, quando?
Penso dovrebbe ritrovarsi e organizzarsi attorno ad alcune scelte forti e caratterizzanti.
1. Una nuova Europa, con Istituzioni politiche e di Governo democratiche e rappresentative dei popoli. Autonome rispetto ai poteri economici e finanziari ancora dominanti. Un'Europa capace di esprimere ed unificare progressivamente politiche ambientali, sociali, industriali, fiscali e di difesa. Oltre l'euro. Non solo moneta. Ma progetti di vita per i suoi cittadini, del nord e del sud, dell'ovest e dell'est. Un insieme di diritti e di doveri. Una nuova comune speranza.
2. Un grande progetto di conversione pacifica ed ecologica delle produzioni e dell'organizzazione della vita delle persone. A partire dalle scelte di disarmo militare e civile, dal recupero e dal riutilizzo dei materiali di scarto e dei cosiddetti "rifiuti", da investimenti finalizzati a prevenire rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini, a favore di una mobilità meno inquinante, integrata tra trasporti pubblici e privati, concertata con lo sviluppo delle nuove tecnologie della comunicazione (che in molti casi riducono le previsioni di spostamento per lavoro, progettate nei passati decenni).
In questa prospettiva a cosa servono gli aerei da guerra (atomica) F35 di cui si discute in queste ore per iniziativa di parlamentari di vari gruppi? Oppure, come si motivano tanti nuovi inceneritori (Parma incluso) e molte mancate opere di risanamento (industriale e no)? Le priorità date a grandi (infondati) progetti (TAV Torino - Lione) a scapito dell'ammodernamento del trasporto locale per pendolari, oppure i finanziamenti continui per gli studi del ponte sullo stretto di Messina a fronte della storica arretratezza della mobilità sull'isola o ai cantieri infiniti della Salerno - Reggio Calabria?
3. Una spesa pubblica qualificata. Attraverso la riduzione di sprechi e privilegi. Superando Enti inutili di sottogoverno e fonte di clientele di partito e ponendo tetti a retribuzioni, liquidazioni e pensioni d'oro. Investendo di più nella istruzione, nella ricerca e nella formazione pubblica. Privilegiando sempre la prevenzione, rispetto alla cura e agli interventi post (sempre una tantum!) di emergenza e di recupero. Torna di continuo il problema della messa in sicurezza dei territori, delle città e dei paesi dai rischi determinati da uno sviluppo privo di limiti, dai mutamenti climatici (conseguenti) e dagli eventi naturali propri della storia dei nostri territori (come i terremoti). Possiamo rimanere ancora a lungo esposti ed indifesi di fronte a caldo, acqua e sismi? Oppure è tempo di avviare una vera, preventiva Grande Opera di programmazione urbanistica e dell'uso razionale del suolo, di tutela dell'immenso patrimonio naturale, storico ed edilizio di cui disponiamo? Questo si, costituirebbe fonte di significativa ed utile nuova occupazione (innanzitutto giovanile) e di lavori di alto contenuto tecnico e scientifico.
4. Un sistema integrato di servizi sociali sempre più adeguati alla evoluzione demografica ed ai nuovi bisogni. Capace di favorire crescita civile e comune identità ad individui e comunità sempre più ricche (di etnie, culture e soggettività). Pilastri fondamentali da valorizzare sono una efficiente sanità pubblica e un moderno sistema di sicutezza e di assistenza per i settori deboli della società, bambini, anziani e persone non autosufficienti o con handicap. E' fondamentale diffondere pratiche di solidarietà e di cooperazione intergenerazionale (contro ogni illusione protezionistica o conflitto tra giovani ed anziani propria delle società e delle fasi di decadenza). E' urgente cambiare rotta rispetto alle norme pensionistiche Monti - Fornero, essendo insensato in periodi di recessione, calo occupazionale e crescente disoccupazione giovanile innalzare (di diversi anni) l'età pensionabile per gli occupati. Piuttosto è tempo di discutere più seriamente di redditi, orari e tempi di lavoro, di reddito di cittadinanza, di equa tassazione dei redditi e dei patrimoni e di corretta distribuzione delle risorse nazionali.
5. Una lotta aperta alle mafie, alle organizzazioni criminali, alla illegalità. Valorizzando e qualificando gli organi costituzionali preposti al rispetto delle Leggi, investendo nella Giustizia, nel suo ammodernamento e nella trasparenza delle pratiche e dei percorsi amministrativi. Superando segreti di Stato, funzionari infedeli e zone grigie della pubblica amministrazione. Considerando fondamentale il contributo attivo dei cittadini, la loro intelligenza critica, la capacità di organizzazione, di cooperazione e di iniziativa.
6. Una pratica della politica come partecipazione popolare al governo, confronto, scontro (e crescita comune) tra visioni e progetti del mondo e del futuro; come servizio pubblico di interesse generale. Tutt'altro rispetto alla conservazione dell'esistente, alla mera gestione del potere, al perseguimento di carriere personali e/o di interessi di cordate e di sodali. Sono necessari trasparenza e distinzione di ruoli, di compiti e funzioni. Va applicata la regola semplice della responsabilità individuale e collettiva. Vanno superati insostenibili doppi incarichi. Non sono tollerabili privilegi. Vanno rispettati i pronunciamenti popolari sui finanziamenti pubblici ai partiti. Quelli privati debbono essere leggibili e verificabili. Non è giustificata alcuna impunità per le cariche pubbliche. Le indagini nei confronti di politici eletti e con responsabilità di governo e di amministrazione pubblica non debbono essere sospese, ma accelerate. Occorre arrivare quanto prima alle sentenze definitive. I cittadini debbono essere certi di essere governati da persone al di sopra di ogni sospetto. Il voto (ancorché di massa o maggioritario) non sostituisce mai un sistema costituzionale democratico, fatto di equilibrio e di rispetto di poteri riconosciuti. Chi incorre in reati deve lasciare per sempre ogni responsabilità politica e di governo. Sbagliare è possibile. Nascondere fatti, dire il falso mette in discussione la credibilità delle persone, dei partiti e dei movimenti, delle istituzioni. Per questo sono sempre e comunque inaccettabili.
PS. La sentenza di Milano su Berlusconi, le reazioni politiche del PdL (forza condizionante del Governo), le dimissioni di Josefa Idem, il voto nei ballottaggi siciliani (da Ragusa a Messina, soprattutto con l'elezione a Sindaco di Renato Accorinti, storico pacifista, ambientalista ed attivista No Ponte) sono solo una ennesima conferma della insostenibilità degli equilibri politici, della domanda di cambiamento e dell'urgenza di novità politiche sostanziali.
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