venerdì 21 aprile 2023

Ancora in Piazza per la conversione ecologica e contro il Passante

Se le Istituzioni "si nascondono dietro un silenzio tombale, SAREMO RUMORE" ...











La fotocronaca che segue propone i volti, la creatività, gli argomenti di persone che continuano a pensare  e a mobilitarsi perché le Istituzioni pubbliche investano risorse in opere alternative rispetto a quelle che caratterizzano ancora una volta la crescita economica, produttiva, dei consumi dell'Emilia Romagna e del Paese. Tuttavia politici ed amministratori mostrano una sconcertante sordità. Ultimo esempio ieri, a Palazzo d'Accursio.

Due Commissioni del Consiglio Comunale di Bologna sono state convocate dai rispettivi Presidenti su sollecitazione della Consulta del Verde per discutere degli abbattimenti di alberi in più punti della Città ad opera di Autostrade e C(ostruttori) che dovrebbero realizzare il promesso Passante di Bologna.

Chi si aspettava risposte concrete o, quantomeno, un confronto politico serrato è rimasto deluso. Non solo gli Amministratori e i tecnici del Comune non hanno saputo interpretare la vasta indignazione popolare per la improvvisa chiusura di 15-20 parchi e giardini attigui all'Asse A14-Tangenziale. L'Assessora Valentina Orioli ha detto che "tutto procede in modo concordato e che fin qui incontri settimanali, se non giornalieri, con ASPI hanno consentito di ridurre al massimo l'impatto e i disagi dei lavori avviati "propedeutici ai cantieri che verranno" nel 2024. Dando, così, chiara la sensazione che l'Assessora delegata a gestire questa pratica avvalla la lettura dei dirigenti di Autostrade che "l'impatto" è sostanzialmente confinato ai disagi determinati sulla viabilità nella rete stradale degli automobilisti. Forse la "ragione sociale" per un grande Gruppo imprenditoriale che opera privatamente nel settore. Di certo non accettabile per rappresentanti pubblici che hanno il dovere di rispondere a tutti i cittadini, molti dei quali fruiscono quotidianamente degli spazi di verde urbano per varie attività, e ad una Comunità di persone sempre più consapevole dell'importanza degli ecosistemi naturali e della biodiversità. Del resto Bologna soffre da decenni una esposizione preoccupante a smog e decibel, cambiamenti climatici con perdurante siccità e forti temporali che in questi territori si fanno sentire più che altrove. Dunque, è sempre più giustamente sensibile a preservare prati, alberi, vegetazione, organismi animali che costituiscono inestimabile patrimonio comune e fonte di vita.

A questo primo sostanziale rilievo alla discussione di Palazzo d'Accursio se ne aggiungono almeno altri due, sostanziali e rilevanti.   

L'avvio delle attività di abbattimento massiccio di alberi e di disboscamento di significative aree verdi (qui e altrove ripetutamente denunciate in queste settimane) è avvenuto ed avviene ancora in assenza del Progetto Esecutivo del Passante, "fermo al Ministero delle Infrastrutture e dello Sviluppo Economico" di Matteo Salvini. Non interessa, almeno qui, disquisire se questo fatto sia formalmente lecito e consentito da leggi ed ordinamenti. Ma è del tutto evidente che procedere con attività così impattanti sul vissuto di una Città e tenere riservati interventi di questa portata per pochi "eletti", mentre consiglieri e cittadini lo imparano direttamente dal rumore delle seghe elettriche, delle macchine che rimuovono tronchi e triturano rami o caricano grandi tronchi, dal racconto di operai all'opera, è assurdo e irresponsabile. Anche perché nasconde la malafede di chi chiacchiera di trasparenza e di consenso a scelte che, invece, si impara in corso d'opera vanno ben oltre l'immaginazione. Infatti chi pensava che le 4 - 6 ulteriori corsie avrebbero comportato al massimo 10 - 12 metri di allargamento su ogni lato della infrastruttura attuale ora scopre che le aree verdi compromesse vanno ben oltre e i cantieri richiedono dai 20 ai 50 metri di terreno e, in certi tratti, forse più. Insomma, mancano come sempre in questa storia, tutte le informazioni necessarie per decidere secondo scienza e coscienza, democraticamente e nel pieno rispetto della Costituzione.

Infatti, altro dato emerso nelle Commissioni consiliari, tutte le rassicurazioni "ambientali" ed "ecologiche", ma anche di "mitigazione" e di "compensazione" non sono ancora supportate da atti e fatti, documenti e "vincoli" pubblici. Eppure l'esperienza dovrebbe suggerire cautela. Non solo perché la storia dimostra che autorevoli e ripetuti impegni non sono stati mantenuti nel tempo (nei decenni). Ma anche perché veri e propri atti ufficiali di Pianificazione (leggi il PRG del 1985, ad esempio) è scaduto ed è stato sostituito da nuove leggi, norme e scelte urbanistiche. Come sempre possibile. 

Ed oggi addirittura, si sanciscono verifiche a posteriori. Quando i tecnici ambientali di ASPI (assenti quelli di ARPA e AUSL o i responsabili pubblici della Sanità e dell'Ambiente delle Istituzioni) dicono che "il confronto di dati avverrà tra il prima, il durante e il dopo opera" ... Cioè a "babbo morto". E se si dimostrasse che tutto è peggiorato? Si torna indietro? La scelta dell'Osservatorio è emblematica: accompagna l'opera. Non la valuta preventivamente, con la possibilità di evitare problemi adottando soluzioni alternative possibili. 

Così, ad esempio, il dottor Fabio Visentin di ASPI ha annunciato 180 ettari di aree verdi, di cui 100 comunali, in futuro fruibili, e 80 attigue all'infrastruttura e gestite da ASPI. Senza ulteriori specifiche. E il dottor Claudio Savoia ha "rassicurato" partecipanti ed uditori con le sue certezze: "siamo di fronte al più grande progetto di forestazione per Bologna, già finanziato", sostenendo che "per ogni metro lineare di tracciato della nuova grande arteria ci saranno 22 metri quadrati di verde pubblico" ... Certamente il Dirigente del Comune ha nel suo Ufficio documentazione adeguata e dettagliata a supporto delle tesi proposte. Ma comprenderà che i documenti e i pieghevoli che sono stati distribuiti ai consiglieri dai Presidenti Mazzanti e Naldi risalgono al lontanissimo 1989. Partono dai vincoli del PRG di allora e portano le firme degli Assessori di quel tempo, Manuela Verardi e Gianni Tugnoli. Ora cosa c'è di supporto ufficiale alle affermazioni fatte se non la rispettabilissima credibilità personale? 

Purtroppo il Muro di gomma contro cui hanno manifestato lunedì scorso le associazioni ambientaliste bolognesi e molti cittadini non è stato rimosso e richiede altre risposte all'altezza della sfida aperta a livello locale e globale.

La pagina di Corriere Bologna: "i timori della Consulta del Verde, oggi in Commissione con Autostrade" ... (20 aprile 2023)


Per Corriere Bologna ASPI "rassicura: pianteremo 34 mila piante" e un residente "non bastano, il mio è un grido di dolore per tutelare la salute" ... Detjon Begaj: "se gli accordi non verranno rispettati faremo valutazioni diverse" (21 aprile 2023)











Fotocronaca della "spentolata" contro il Passante di Bologna (lunedì 17 aprile, Piazza Maggiore)


Ore 16.30. Sotto Palazzo d'Accursio, dove è riunito il Consiglio Comunale alla chiamata di AMO Bologna, Bologna for Climate Justice, Extinction Rebellion, Fridays for Future, Legambiente Bologna arrivano in tanti ...


Tante donne, giovani e mature ...
 

Con pentole, coperchi, posate ...


Molte mamme ...


Anche giovani ... con mestoli 


Più coperchi che bandiere ...


Più pentole che bandiere ...


Arrivano in bici ...


Con zainetto ...


Tegami e cucchiai ...


Stampini ...











Per il Comitato Tutela Alberi di Bologna e provincia è un debutto ...


Come per ragazzi intraprendenti ...


Papà e nonni ...


Universitari e professionisti ...


Operai, professori e pensionati ...
 

Distinti signori ...


Uomini con scatolette e bastoncino ...


Torna "alberi abbattuti per Passante a 18 corsie: è questo il vostro futuro?" ....


Le ragioni della mobilitazione nell'intervento di Luca, di Amo Bologna ...


Una padella ... tra fotografi disoccupati e poliziotti impegnati a conversare


Alcune foto testimoniano l'avvio del Lotto 0 dei cantieri del Passante ... e un metro misura un diametro di circonferenza di 115 cm. di un albero abbattuto


La protesta sul versante di piazza Re Enzo ...








La dotazione di un ambientalista maturo e modello: bici e campanello ...


La carica delle ragazze e dei giovani de La Murga ...


La classe non è acqua ...


La classe lotta ...


Un tamburo condiviso ...


Un signore condiviso ...


Collettivo Amanda ...


Volantinaggio ...

Interviene Marco di Bologna for Climate Justice ...


Vista panoramica della piazza ...


Vista di Palazzo d'Accursio ...


Mancava una ciclista con fischietto? Eccola ...


Un altro volantinaggio ...


Lettura ...


Parla Ludovica per Fridays for Future ...


Rullo di tamburo ...


Sostiene Rosanna di Extinction Rebellion Bologna ...































































































Extinction Rebellion ha lanciato questo presidio insieme ad altre realtà ecologiste per denunciare l’assoluto disinteresse di Comune e Regione per la salute delle abitanti di Bologna. I cantieri del Passante di Mezzo sono iniziati e con essi ricomincia la nostra lotta. Mesi fa è stata chiesta alle autorità locali la Valutazione d’Impatto Sanitario dell’opera.

Questa richiesta non ha ricevuto alcuna risposta e non è difficile immaginare il perché: in ballo ci sono investimenti per diversi miliardi di euro, ma soprattutto ci sono gli interessi della Società Autostrade che non vede l’ora di riscuotere più pedaggi quando il traffico di veicoli sulla tangenziale aumenterà.

Proprio per questo XR si oppone a questa infrastruttura, che rappresenta l’ennesimo tentativo di far passare un progetto imposto dall’alto, come un’opera sentita e voluta dalla cittadinanza, il cui coinvolgimento nel processo decisionale si è limitato a delle farse organizzate dagli stessi beneficiari del progetto. Noi crediamo, invece, che non ci sarà mai alcun reale cambiamento nelle politiche ecologiche, locali o nazionali, fin quando non verranno introdotti strumenti democratici alternativi, capaci di dare vita a consultazioni spontanee e autorganizzate sulla base dei bisogni immaginari coltivati dalle comunità stesse.

Sappiamo già quale potrebbe essere la risposta delle istituzioni alla nostra opposizione al Passante: allargare le strade è la soluzione più rapida ed efficace per risolvere il problema della congestione del traffico.

Ad Austin Texas le autorità locali hanno fatto la stessa pensata: perché non spendere 8 miliardi di dollari per potenziare un’autostrada congestionata: basta aggiungere altre due corsie e il gioco è fatto. Incredibilmente, uno studio condotto sullo sviluppo del traffico stradale ha evidenziato che l’allargamento dell’autostrada di Austin avrebbe causato unaumento del passaggio di veicoli di circa 100 milioni di unità in un anno, con un conseguente incremento vertiginoso delle emissioni. Come è possibile, allora, che allargare le strade non riduca il traffico? La risposta è semplice: “domanda indotta”. In pratica, allargare una strada non fa altro che incoraggiare le persone che vivono in prossimità dell’infrastruttura a servirsene, senza contare che le stesse aziende che trasportano merci su gomma sono indotte a fare altrettanto.

La strategia di aumentare le corsie delle autostrade congestionate non è affatto nuova e, purtroppo, continua ad essere adottata un po’ dappertutto. Ci viene detto che le infrastrutture sono il simbolo della modernità e il loro potenziamento è indice di sviluppo. Il problema è che questo sviluppo non ha futuro. Chi lotta per la giustizia climatica non vuole la distruzione delle infrastrutture, ma piuttosto immagina una loro progettazione alternativa, al servizio dei bisogni di una società ibrida, che tiene conto dell’autonomia e della creatività della natura. Abbiamo bisogno di infrastrutture pubbliche che trasformino il modo in cui ci spostiamo attraverso gli spazi urbani ed extra-urbani, le cui metamorfosi si rendono assolutamente necessarie per scongiurare un collasso ecologico che ci è imposto per assecondare una ricerca di profitto sena fine.

Non c’è nulla di umano nel progetto del Passante di mezzo. Il protagonista assoluto di quell’opera è la merce e il denaro, poco importa se si manifestano come prodotti da vendere o lavoratori e lavoratrici che si recano sul posto di lavoro. La logica di fondo è la stessa: questo mondo appartiene a tutto ciò che genera valore economico.

Noi siamo qui per lottare contro questa visione cinica e senza futuro.

Umani e non umani non sono merci da consumare e da cui estrarre valore. Siamo molto più di questo, poco importa quello che pensano i potenti.

Facciamo in modo di farglielo capire, Noi siamo la maggioranza.

Rosanna di Extinction Rebellion Bologna


Claudio di Legambiente Bologna ...




Arrivano altri partecipanti ...

La testimonianza di Chiara di AMO Bologna ...


La Murga coniuga musica e danza ...


... e coinvolge nonni e giovanissimi ...


Coinvolti centinaia di passanti ...


Con una promotrice di Santa Bellezza lente d'ingrandimento sul Paleotto ...


Parla Giulia del Collettivo Universitario Autonomo di Bologna ...

Controcorrente. Un bambino si ribella alla "spentolata" e ribalta la tazza ... lui vuole la pappa
 

Agnese attivista di Fridays for Future comunica con una poesia, 22 ottobre, scritta in occasione della grande manifestazione "Convergere per Insorgere. Per questo, per altro, per tutto" ...  


























22 ottobre
di Agnese Bellei

Lungo l'autostrada di Bologna
C'è una pianta che sbuca dal cemento
Si guarda intorno cercando compagnia
Ma si specchia nel grigio dell'asfalto

Non la senti quella malinconia
Di chi è lasciato solo al suo destino
Di come un giglio viene strappato via
Per fare il posto ad un'altra corsia

Non siam così diversi da quel fiore
Che per l'economia non ha nessun valore
Vendiamo la salute, no non è un paradosso
Perché c'è chi la compra 
Ad un prezzo più basso

La notizia dal comune in conclusione
Che la mattina leggemmo sul giornale
Nuove corsie sul modello americano
Per regalare altri soldi al capitale

E allora zitti non potevamo stare
Dalla piazza si levò un clamore
E da una folla poco distante 
Nasceva in quel momento il comitato No Passante

Convergere per insorgere
Non è uno slogan, ma un modo di pensarci assieme
Uniti nella lotta, ma con sguardi differenti
Non c'è diversità, se uguali son gli intenti

Bologna città aperta e colorata
Che un tempo era avvolta dalle mura
Con la forza di chi non l'ha abusata 
Non cede il passo ad un'infrastruttura

Sguardo alla Piazza verso San Petronio ...


Con La Murga verso il Nettuno ...


Verso Palazzo d'Accursio: e luci del Salone del Consiglio Comunale sono ancora accese ...


Come la protesta dei partecipanti che chiudono la manifestazione con un grido ritmato: "il Passante non lo vogliamo, il Passante non lo vogliamo" ...


3 commenti:

  1. Grazie per queste informazioni che non circolano affatto sulla stampa locale e sulle TV nazionali.
    R.M.

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  2. Oggi giornata mondiale della Terra, ma perché in Italia c'è così poca attenzione?
    E anche a Bologna si continua a consumare suolo senza prestare la giusta attenzione agli allarmi degli scienziati?
    Oggi es. il Corsera dice della destinazione d'uso in via Toscana da scuola a residenze di lusso.
    Possibile?

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  3. Mi sembra un bel mix di persone e generazioni.
    s.

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