lunedì 26 agosto 2013

E' ora di cooperazione internazionale!

Libia, Tunisia, Egitto, Siria ... 
Il Mediterraneo è una polveriera.
Che pensa e che fa il Governo Italiano?
Ieri dall'Afganistan in occasione di una visita lampo al contingente italiano (dopo 10 anni siamo ancora là!) e al Presidente di quel paese, che si regge grazie alla presenza dei militari USA e NATO, il nostro Presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha assunto nuovi impegni di permanenza e di aiuto (oltre il 2014) al clan Karzai.
Perché, a quali costi e in nome di chi?

Quale è l'indirizzo politico del nostro paese, di questa maggioranza e/o del Parlamento sui grandi fatti internazionali?
L'Europa ha una proposta? Vuole agire univocamente nelle istituzioni internazionali?
Spesso gli sviluppi di vicende nazionali, europee e mondiali si sono intrecciati e condizionati. Gli uni hanno preparato e favorito gli altri.
Si dice e si scrive che proprio in questi giorni gli USA prendono a riferimento l'esperienza del Kossovo. Non dimentichiamo che la preparazione di quella guerra, in Italia, coincise (senza nuove elezioni!) con un cambio significativo del governo e della maggioranza.
È dunque il caso di non sottovalutare segnali e avvenimenti, anche sotto traccia, di questa calda e travagliata estate, che ha tra i protagonisti ancora molti uomini di allora.
Anche per questo è bene essere svegli e partecipi!
È necessario che tutti, nelle sedi istituzionali competenti e rappresentative, si assumano precisi impegni e responsabilità: Partiti, singoli dirigenti ed aspiranti leader, parlamentari e consiglieri.
Oggi è l'ora della prevenzione, della cooperazione, della trattativa e della iniziativa politica e diplomatica per "la soluzione pacifica delle controversie internazionali", per il pieno "rispetto della indipendenza e della autodeterminazione dei popoli", per isolare e sconfiggere "con la forza della ragione" e del Diritto Internazionale tutti i regimi autoritari, militari e violenti, per produrre "meno armi ed arsenali e più granai", capaci di vincere la fame che uccide ancora milioni di persone ed alimenta, ovunque, ingiustizie ed insicurezza.

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